Autore: Stephenie Meyer
Editore: Rizzoli
Pagine: 569
La trama: Nel futuro la specie umana sta scomparendo. Un'altra razza, aliena, potente e intelligentissima, ha preso il sopravvento, e i pochi umani rimasti vivono raccolti in piccole comunità di fuggiaschi. Tra loro c'è Jared, l'uomo che la giovane Melanie, da poco caduta nelle mani degli "invasori", ama e non riesce a dimenticare. Neppure adesso che il suo corpo dovrebbe essere niente più di un guscio vuoto, un semplice involucro per l'anima aliena che le è stata assegnata. Perché l'identità di Melanie, i suoi ricordi, le sue emozioni e sensazioni, il desiderio di rincontrare Jared, sono ancora troppo vivi e brucianti per essere cancellati. Così l'aliena Wanderer si ritrova, del tutto inaspettatamente, invasa dal più umano e sconvolgente dei sentimenti: l'amore. E, spinta da questa forza nuova e irresistibile, accetta, contro ogni regola e ogni istinto della sua specie, di mettersi in cerca di Jared. Per rimanere coinvolta, insieme a Melanie, nel triangolo amoroso più impossibile e paradossale, quello fatto di tre anime e due soli corpi.
La recensione: Detto fra noi non sapevo bene che cosa aspettarmi da questo libro, avendo ancora qualche ricordo di quello che è stata la saga di Twilight, che francamente mi ha un po' deluso a suo tempo.
L'ospite, o meglio The Host per come è stato chiamato nella successiva riedizione del libro, si inserisce all'interno di quella corrente di libri a metà tra il genere per ragazzi e quello per adulti.
Tutti coloro che conoscono la saga dei vampiri della Meyer sanno che al di là dei succhiasangue e dei licantropi, che portano avanti una lotta millenaria, gran parte della storia è assorbita dal triangolo amoroso tra Edward-Bella-Jacob. L'ospite presenta più o meno il tema è più o meno il medesimo, solo gestito in maniera differente. Prima di tutto abbiamo di fronte una storia che inizia e finisce, quindi una lunghezza giusta per una storia che altrimenti diventerebbe noiosa, stancante e ripetitiva. Secondo i protagonisti non sono più dei ragazzini alle prese con le prime cottarelle e i compiti a casa, ma sono dei giovani adulti con un passato alle spalle. La storia quindi viene vista sotto un occhio molto più maturo e quindi meno scontato.
La storia è quella di un futuro lontano, dove una razza evoluta di alieni ha preso pieno possesso del pianeta terra, compresi i suoi abitanti. Tra loro c'è Melanie, nel cui corpo è stato inserita un'anima aliena. E'inizio di un rapporto che va oltre l'impossibile, due vite che abitano un'unico corpo e sentono l'una le emozioni, i dubbi, le paure e i sentimenti dell'altra...con tutto quello che ne consegue. Il romanzo è abbastanza lungo, 530 pagine non sono certo poche e portarsi in giro il libro non è certo comodo, ma secondo me ne vale la pena vista la leggerezza con cui le pagine si fanno leggere. Il linguaggio è senz'altro di tipo colloquiale, difficilmente troviamo parole di difficile comprensione, cosa che contribuisce a rendere il libro una storia fatta apposta per essere letta da tutti. Un grosso punto a favore viste le pagine.
Ciò che rende particolarmente piacevole questo libro è l'ambientazione. A parte alcuni momenti al centro della città, ci spostiamo dopo qualche capitolo nel deserto, a caccia delle persone che hanno fatto parte della vita di Melanie e in fuga dalla Cercatrice, colei che ha scoperto il segreto dell'ospite del corpo di Melanie e che sta cercando in tutti i modi di fermarla...
Il deserto e gli ambienti umidi delle caverne ci tengono compagnia fino alla fine, al punto che il lettore viene quasi adottato pure lui dalla comunità di ribelli, i pochi umani che per il momento sono riusciti a fuggire dalla colonizzazione del proprio corpo e del proprio cervello.
Un libro piacevole che non annoia mai, nemmeno quando si giunge in una delle numerose situazioni “di stallo” perchè è proprio lì che l'interiorità dei molti personaggi viene messa più in risalto dall'autrice. Un'aliena che prova sentimenti autentici come quelli del corpo che abita. Il punto di maggiore forza è proprio questo infatti. Tutto quello che viene descritto è autentico. Non si dilunga in mirabolanti descrizioni interiori come in un romanzo di fine ottocento, ma in pochissime righe o battute viene centrato il nocciolo della questione ed è impossibile non provare simpatia, amore e tenerezza per Wanda, il nome che la comunità di umani le assegna.
Interessante la metafora. La metafora della diversità, del sentirsi diversi e inadeguati. La paura di non essere accettati dal mondo in cui siamo capitati e non essere compresi dalle persone che ci circondano. Chi di noi non ha mai provato sentimenti simili? Nessuno, ed è proprio questo che crea la catarsi con il lettore, il coinvolgerlo a livello interiore con qualcosa che lui stesso ha provato sicuramente. Tutti noi ci siamo sentiti alieni qualche volta, no? Come abbiamo reagito? Abbiamo trovato la forza di reagire oppure siamo rimasti a guardare il mondo che di fronte a noi cambiava?
L'ospite racconta di un amore che va oltre il tempo e la logica. Wanda prova un amore timido e sincero per Ian, Melanie un amore viscerale e irresistibile per Jared. Chi delle due influenza più il sentire dell'altra? Chi delle due dovrà fare un passo indietro per lasciare il posto a colei che è più forte? Queste domande si fanno sempre più frequenti con il progredire della lettura e come all'interno di un ciclone di proporzioni inaudite noi lettori veniamo trascinati verso la fine. C'è ancora speranza per l'amore in un mondo governato solo dall'individualità e dallo spirito di sopravvivenza?
Tutti coloro che conoscono la saga dei vampiri della Meyer sanno che al di là dei succhiasangue e dei licantropi, che portano avanti una lotta millenaria, gran parte della storia è assorbita dal triangolo amoroso tra Edward-Bella-Jacob. L'ospite presenta più o meno il tema è più o meno il medesimo, solo gestito in maniera differente. Prima di tutto abbiamo di fronte una storia che inizia e finisce, quindi una lunghezza giusta per una storia che altrimenti diventerebbe noiosa, stancante e ripetitiva. Secondo i protagonisti non sono più dei ragazzini alle prese con le prime cottarelle e i compiti a casa, ma sono dei giovani adulti con un passato alle spalle. La storia quindi viene vista sotto un occhio molto più maturo e quindi meno scontato.
La storia è quella di un futuro lontano, dove una razza evoluta di alieni ha preso pieno possesso del pianeta terra, compresi i suoi abitanti. Tra loro c'è Melanie, nel cui corpo è stato inserita un'anima aliena. E'inizio di un rapporto che va oltre l'impossibile, due vite che abitano un'unico corpo e sentono l'una le emozioni, i dubbi, le paure e i sentimenti dell'altra...con tutto quello che ne consegue. Il romanzo è abbastanza lungo, 530 pagine non sono certo poche e portarsi in giro il libro non è certo comodo, ma secondo me ne vale la pena vista la leggerezza con cui le pagine si fanno leggere. Il linguaggio è senz'altro di tipo colloquiale, difficilmente troviamo parole di difficile comprensione, cosa che contribuisce a rendere il libro una storia fatta apposta per essere letta da tutti. Un grosso punto a favore viste le pagine.
Ciò che rende particolarmente piacevole questo libro è l'ambientazione. A parte alcuni momenti al centro della città, ci spostiamo dopo qualche capitolo nel deserto, a caccia delle persone che hanno fatto parte della vita di Melanie e in fuga dalla Cercatrice, colei che ha scoperto il segreto dell'ospite del corpo di Melanie e che sta cercando in tutti i modi di fermarla...
Il deserto e gli ambienti umidi delle caverne ci tengono compagnia fino alla fine, al punto che il lettore viene quasi adottato pure lui dalla comunità di ribelli, i pochi umani che per il momento sono riusciti a fuggire dalla colonizzazione del proprio corpo e del proprio cervello.
Un libro piacevole che non annoia mai, nemmeno quando si giunge in una delle numerose situazioni “di stallo” perchè è proprio lì che l'interiorità dei molti personaggi viene messa più in risalto dall'autrice. Un'aliena che prova sentimenti autentici come quelli del corpo che abita. Il punto di maggiore forza è proprio questo infatti. Tutto quello che viene descritto è autentico. Non si dilunga in mirabolanti descrizioni interiori come in un romanzo di fine ottocento, ma in pochissime righe o battute viene centrato il nocciolo della questione ed è impossibile non provare simpatia, amore e tenerezza per Wanda, il nome che la comunità di umani le assegna.
Interessante la metafora. La metafora della diversità, del sentirsi diversi e inadeguati. La paura di non essere accettati dal mondo in cui siamo capitati e non essere compresi dalle persone che ci circondano. Chi di noi non ha mai provato sentimenti simili? Nessuno, ed è proprio questo che crea la catarsi con il lettore, il coinvolgerlo a livello interiore con qualcosa che lui stesso ha provato sicuramente. Tutti noi ci siamo sentiti alieni qualche volta, no? Come abbiamo reagito? Abbiamo trovato la forza di reagire oppure siamo rimasti a guardare il mondo che di fronte a noi cambiava?
L'ospite racconta di un amore che va oltre il tempo e la logica. Wanda prova un amore timido e sincero per Ian, Melanie un amore viscerale e irresistibile per Jared. Chi delle due influenza più il sentire dell'altra? Chi delle due dovrà fare un passo indietro per lasciare il posto a colei che è più forte? Queste domande si fanno sempre più frequenti con il progredire della lettura e come all'interno di un ciclone di proporzioni inaudite noi lettori veniamo trascinati verso la fine. C'è ancora speranza per l'amore in un mondo governato solo dall'individualità e dallo spirito di sopravvivenza?
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