Titolo originale: Finders Keepers
Serie: The Bill Hodges trilogy #2
Autore: Stephen King
Editore: Sperking&Kupfer
Pagine: 469
La trama: SVEGLIATI GENIO! Il genio è John Rothstein, scrittore osannato dalla critica e amato dal pubblico - reso immortale dal suo personaggio feticcio Jimmy Gold - che però non pubblica più da vent'anni. L'uomo che lo apostrofa è Morris Bellamy, il suo fan più accanito, piombato a casa sua nel cuore della notte, furibondo non solo perché Rothstein ha smesso di scrivere, ma perché ha fatto finire malissimo il suo adorato Jimmy. Bellamy è venuto a rapinarlo, ma soprattutto a vendicarsi. E così, una volta estorta la combinazione della cassaforte al vecchio autore, si libera di lui facendogli saltare l'illustre cervello. Non sa ancora che oltre ai soldi (tantissimi soldi), John Rothstein nascondeva un tesoro ben più prezioso: decine di taccuini con gli appunti per un nuovo romanzo. E non sa che passeranno trent'anni prima che possa recuperarli. A quel punto, però, dovrà fare i conti con Bill Hodges, il detective in pensione eroe melanconico di Mr. Mercedes , e i suoi inseparabili aiutanti Holly Gibney e Jerome Robinson....
La recensione
Confesso che non stavo nella pelle, volevo leggerlo in tutti i modi.. Troppi contatti fb ne stavano parlando e il fatto che ancora non l'avessi letto mi agitava un sacco. E' stupido? Boh. Forse.
Chi perde paga ha, ovviamente, un titolo completamente differente in originale, che è Finders Keepers. Grazie traduzione per essere sempre così fedele con noi lettori e affibbiare titoli che non significano nulla. Grazie. Ma comunque...siamo di fronte alla seconda parte della trilogia dell'ex detective Hodges, alle prese con una nuova avventura.
Questo secondo volume prende il via poco dopo la strage al City Center, quando un folla enorme di persone a caccia di un impiego viene falciata da un folle che si scaglia su di essa schiacciando a tavoletta l'acceleratore di una Mercedes.
Il primo volume era incentrato sulla figura di Hodges, poliziotto in pensione, che torna "a lavoro" accompagnato dal ragazzo tuttofare, Jerome. Questo secondo no, è differente. Hodges appare solo molto tempo dopo. La storia comincia con un trio di ladri, capitanati da Morris Bellamy, che fanno irruzione in casa di un famoso scrittore ormai riturato dalle scene, John Rothstein, per sottrargli i suoi preziosi taccuini, su cui ha scritto il seguito delle avventure di Jimmy Gold.
Ciò che c'è di bello però è che la storia di Morris&Co, che comincia nel 1978, si alterna alle vicende di Peter, un ragazzino (e poi un ragazzo molto carino) che in un modo che non starò qua a dirvi riuscirà a mettere le mani su quei taccuini prima di tutti gli altri...
Inizia così una corsa contro il tempo, una caccia all'uomo, una caccia al tesoro per assaporare quelle pagine scritte su delle costosissime Moleskine...e come accade sempre qualcuno deve essere pronto a morire...
Il tema: Decisamente la cosa che più mi è piaciuta di questo libro: l'amore per le storie e per i libri. Ebbene si, per una volta ancora King torna sulle orme del famoso Misery e de La storia di Lisey (che ho amato alla follia!). Le storie narrate in questo libro, prima quella di Bellamy, poi quella di Peter, e successivamente quella dei due, raccontano due forme si amore e di ossessione per i libri. Entrambi affrontano il problema del ritrovamento dei taccuini di Rothstein in maniera diversa. Bellamy tira fuori il peggio mostrando un amore cattivo e malsano per quel personaggio a cui si è tanto affezionato, al punto da uccidere per sapere che cosa gli sia successo. Peter vive la storia di Jimmy Gold per quella che è, una bellissima storia di ribellione capace di cambiare il suo modo di vedere il mondo.
Torna il tema della crisi, la stessa crisi che sta colpendo pure l'Italia, ovvero una società che stenta a vivere e non riesce a rialzarsi dopo una crisi che ha messo tutti in ginocchio. In questo sequel la cosa è ancora più marcata, si parla di soldi che non ci sono, della difficoltà di trovare un nuovo impiego, del non aver le possibilità di iscrivere i figli a scuola.
Tutto ciò è molto bello e molto spaventoso allo stesso tempo.
I personaggi: Inutile dire che ormai sono votato al male e non posso non provare affetto per i cattivi. Proprio come per Mr Mercedes, anche stavolta Bellamy ha fatto breccia nel mio cuore credo dopo pagina tre. Non posso farci niente. Di lui ci vengono narrate le sue gesta, momenti della sua infanzia, gli anni del carcere e gli abusi subiti. Veniamo messi a parte per la sua passione per la letteratura, ed è forse questo che più mi ha colpito. In lui mi sono rivisto. Ho rivisto in Morris, la mia voglia di conoscere e sapere, il mio affetto per gli autori che amo, il non essere mai stanco delle loro storie.
Abbiamo conosciuto Hodges e i suoi aiutanti nel libro precedente e per loro continua una simpatia su cui non si può dir nulla, relegati forse a personaggi di contorno, perchè la vera storia è gestita da tutto il resto. Loro compiono delle azioni, dicono delle parole e arricchiscono la storia di dettagli, ma sono solo piacevoli intermezzi all'interno di una narrazione che vuole il lettore concentrato su ben altro. Chi legge pretende brama (e teme allo stesso tempo) il momento in cui Morris e Peter si incontreranno per capire chi sarà capace di scendere più a fondo per avere i taccuini. Due personaggi riuscitissimi, credibili, amabili. Abbandonarli è stato un vero dolore.
Il mio giudizio: Ho apprezzato moltissimo questo libro. Mi è piaciuto davvero tanto, nonostante il King dei vecchi tempi sia andato. Penso che King sia uno che sappia cavalcare le onde, uno che sa adattarsi ai tempi e alle storie. Mi è piaciuto il modo in cui ha saputo tenermi legato a quelle pagine, a come volessi mollare tutto quanto stessi facendo (lavoro compreso) per tornare a immergermi in quella lettura. Questo libro mi è letteralmente scivolato tra le mani. Ironico, veloce, serrato. Il giusto mix di paura e adrenalina. Non so come possa ancora esserci gente che non lo legge! Finire questa storia mi ha solo messo la voglia di leggerne ancora e ancora e ancora.
King non ha bisogno di nessuno.
La recensione
Confesso che non stavo nella pelle, volevo leggerlo in tutti i modi.. Troppi contatti fb ne stavano parlando e il fatto che ancora non l'avessi letto mi agitava un sacco. E' stupido? Boh. Forse.
Chi perde paga ha, ovviamente, un titolo completamente differente in originale, che è Finders Keepers. Grazie traduzione per essere sempre così fedele con noi lettori e affibbiare titoli che non significano nulla. Grazie. Ma comunque...siamo di fronte alla seconda parte della trilogia dell'ex detective Hodges, alle prese con una nuova avventura.
Questo secondo volume prende il via poco dopo la strage al City Center, quando un folla enorme di persone a caccia di un impiego viene falciata da un folle che si scaglia su di essa schiacciando a tavoletta l'acceleratore di una Mercedes.
Il primo volume era incentrato sulla figura di Hodges, poliziotto in pensione, che torna "a lavoro" accompagnato dal ragazzo tuttofare, Jerome. Questo secondo no, è differente. Hodges appare solo molto tempo dopo. La storia comincia con un trio di ladri, capitanati da Morris Bellamy, che fanno irruzione in casa di un famoso scrittore ormai riturato dalle scene, John Rothstein, per sottrargli i suoi preziosi taccuini, su cui ha scritto il seguito delle avventure di Jimmy Gold.
Ciò che c'è di bello però è che la storia di Morris&Co, che comincia nel 1978, si alterna alle vicende di Peter, un ragazzino (e poi un ragazzo molto carino) che in un modo che non starò qua a dirvi riuscirà a mettere le mani su quei taccuini prima di tutti gli altri...
Inizia così una corsa contro il tempo, una caccia all'uomo, una caccia al tesoro per assaporare quelle pagine scritte su delle costosissime Moleskine...e come accade sempre qualcuno deve essere pronto a morire...
Il tema: Decisamente la cosa che più mi è piaciuta di questo libro: l'amore per le storie e per i libri. Ebbene si, per una volta ancora King torna sulle orme del famoso Misery e de La storia di Lisey (che ho amato alla follia!). Le storie narrate in questo libro, prima quella di Bellamy, poi quella di Peter, e successivamente quella dei due, raccontano due forme si amore e di ossessione per i libri. Entrambi affrontano il problema del ritrovamento dei taccuini di Rothstein in maniera diversa. Bellamy tira fuori il peggio mostrando un amore cattivo e malsano per quel personaggio a cui si è tanto affezionato, al punto da uccidere per sapere che cosa gli sia successo. Peter vive la storia di Jimmy Gold per quella che è, una bellissima storia di ribellione capace di cambiare il suo modo di vedere il mondo.
Torna il tema della crisi, la stessa crisi che sta colpendo pure l'Italia, ovvero una società che stenta a vivere e non riesce a rialzarsi dopo una crisi che ha messo tutti in ginocchio. In questo sequel la cosa è ancora più marcata, si parla di soldi che non ci sono, della difficoltà di trovare un nuovo impiego, del non aver le possibilità di iscrivere i figli a scuola.
Tutto ciò è molto bello e molto spaventoso allo stesso tempo.
I personaggi: Inutile dire che ormai sono votato al male e non posso non provare affetto per i cattivi. Proprio come per Mr Mercedes, anche stavolta Bellamy ha fatto breccia nel mio cuore credo dopo pagina tre. Non posso farci niente. Di lui ci vengono narrate le sue gesta, momenti della sua infanzia, gli anni del carcere e gli abusi subiti. Veniamo messi a parte per la sua passione per la letteratura, ed è forse questo che più mi ha colpito. In lui mi sono rivisto. Ho rivisto in Morris, la mia voglia di conoscere e sapere, il mio affetto per gli autori che amo, il non essere mai stanco delle loro storie.
Abbiamo conosciuto Hodges e i suoi aiutanti nel libro precedente e per loro continua una simpatia su cui non si può dir nulla, relegati forse a personaggi di contorno, perchè la vera storia è gestita da tutto il resto. Loro compiono delle azioni, dicono delle parole e arricchiscono la storia di dettagli, ma sono solo piacevoli intermezzi all'interno di una narrazione che vuole il lettore concentrato su ben altro. Chi legge pretende brama (e teme allo stesso tempo) il momento in cui Morris e Peter si incontreranno per capire chi sarà capace di scendere più a fondo per avere i taccuini. Due personaggi riuscitissimi, credibili, amabili. Abbandonarli è stato un vero dolore.
Il mio giudizio: Ho apprezzato moltissimo questo libro. Mi è piaciuto davvero tanto, nonostante il King dei vecchi tempi sia andato. Penso che King sia uno che sappia cavalcare le onde, uno che sa adattarsi ai tempi e alle storie. Mi è piaciuto il modo in cui ha saputo tenermi legato a quelle pagine, a come volessi mollare tutto quanto stessi facendo (lavoro compreso) per tornare a immergermi in quella lettura. Questo libro mi è letteralmente scivolato tra le mani. Ironico, veloce, serrato. Il giusto mix di paura e adrenalina. Non so come possa ancora esserci gente che non lo legge! Finire questa storia mi ha solo messo la voglia di leggerne ancora e ancora e ancora.
King non ha bisogno di nessuno.