Autore: Federica Orsida
Editore: David and Matthaus
Pagine: 146
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La trama: Sophie è una ragazza come tante altre, studia all'università, vive con tre amiche e ha una vita pressoché normale. Dopo due profonde delusioni amorose, si chiude in se stessa, ma durante un viaggio incontra Damon, un ragazzo dal fascino misterioso, che subito la conquista.
La recensione
La storia: Quella che Federica Orsida ci racconta con il suo libro la storia di Sophie, la classica ragazza della porta accanto che vive dividendo il suo tempo tra lo studio e la ricerca dell'amore. Una serie di brutte esperienze passate l'hanno resa scettica riguardo all'amore vero, quello con la A maiuscola. Damon sarà però colui che le farà ancora battere il cuore, ma in un modo del tutto differente...
La struttura della storia mi è piaciuta parecchio. Iniziato a leggere intuiamo che le sofferenze della protagonista sono in parte dovute a brutte esperienze legate al suo passato. In un gioco di alternanza affidato ai capitoli la storia passa dal presente al passato facendo sapere ai lettori cosa ha portato la protagonista ad essere quella che è adesso, ai nostri giorni. Gli avvenimenti vengono raccontati in maniera via via più completa fino raggiungere il momento culminante della storia in cui Sophie incontra Damon, momento in cui la sua vita cambierà radicalmente.
I personaggi
Sophie: Come già accennato nella trama Sophie è la protagonista della nostra storia. Una ragazza universitaria che divide l'appartamento con le amiche di sempre. Lei è la classica sognatrice, colei che ha da sempre cercato l'amore, quell'amore che ti disarma e ti travolge, il lieto fine insomma. Purtroppo per lei la vita le riserva anche qualche delusione in età giovanile, ed è questo che segnerà il suo futuro rapporto con Damon. Questo suo essere innocente però la porta a compiere degli errori, primo fra tutti quello di pensare che ogni ragazzo che incontra possa essere l'uomo della sua vita. Com'è possibile che questi ragazzi, prima di venir apostrofati in malo modo, siano perfetti?
Sophie raccontando la storia mette a parte il lettore di quanto abbia sofferto a causa di questi amori andati male, molti dei quali fanno parte della sua adolescenza. Ho trovato molto strano che una volta cresciuta non sia stata capace di vedere quei rapporti per quello che in realtà erano, cioè qualcosa di adolescenziale, qualcosa che ci ha fatto soffrire ma a cui noi dobbiamo dare il giusto peso.
Damon: E' il classico ragazzo bello e dannato. Di lui ci vengono date poche informazioni. Damon è il classico uomo che non deve chiedere mai, il ragazzo perfetto per far perdere la testa a Sophie, giovane e sognatrice. Ragazzo dalla discreta parlantina, una discreta cultura ma uno sfacciato modo di fare lo rendono spesso intrattabile nonostante l'avvenenza. Fa breccia nel cuore di Sophie all'istante quando lei durante una gita a Roma con le amiche lo incontra per caso.
Intuiamo che questo ragazzo ha qualcosa da nascondere, qualcosa che inizialmente non ci viene detto, il motivo per cui lui si comporta in maniera così discontinua. Il rapporto con Sophie, che fino a poco prima aveva giurato di chiudere il suo cuore all'amore, è costellato di gite in moto, pic-nic sul prato e serate spese a rimirare le stelle. Ho apprezzato moltissimo la maniera con cui lui è riuscito a far colpo su di lei, ossia con tutta quella serie di cose che piacciono molto alle ragazze sincere e ingenue di questo genere. Un po' meno ho apprezzato lei che, adulta e a un passo dalla laurea, si lascia abbindolare da un semi sconosciuto che con tre parole studiate a dovere riesce a portare acqua al suo mulino.
Il rapporto tra i due diventa una sorta di tira e molla, dove lui si lascia inseguire entrando e uscendo dalla sua vita dicendole che tiene a lei ma non può amarla come lei vuole, e dove lei nonostante non riesca a cavare un ragno dal buco insiste col cercarlo e a volerlo, senza lasciar comprendere al lettore cos'abbia poi di così speciale lui a parte l'essere un Dio a letto.
Il tema: Il tema è quello che forse mi è dispiaciuto di più affrontare. Un tema ricorrente ormai da qualche anno a questa parte, quello della capacità di una donna di relazionarsi a un uomo. Sophie si imbatte in Damon durante un'uscita con le amiche e ne resta subito affascinata. Nonostante lei abbia capito più o meno che tipo sia lui presto se ne innamora e inizia a farsi tutta una serie di domande sul perchè Damon non la ricambi allo stesso modo. Ben presto il loro rapporto si tramuta in qualcosa di solo carnale. Lui continua a sostenere che di più non può dargli e lei che risponde accettando la situazione abbassando la testa, sognando in ogni momento che le cose cambino.
Siamo di fronte a un rapporto sbilanciato, un rapporto dove la figura dell'uomo esercita sulla parte femminile un fascino disarmante basato solo sul sesso. Per quanto una donna possa essere innamorata, mi stupisce ogni volta leggere di personaggi che nonostante si rendano conto che una cosa è sbagliata continuano a farla. Possibile che una donna non sia capace di dire no ad un rapporto che la svilisce, la degrada, la renda stupida e insicura di se stessa? Anche nel caso di Smarrita sono svariati i casi in cui la protagonista di fronte a uno scontro verbale con il ragazzo che ha fatto breccia nel suo cuore si lasci poi andare totalmente non appena lui inizia a sbottonarle la camicetta...
Ancora una volta la storia è quella di una donna che per un uomo è disposta ad annullare se stessa per cercare di piacergli. Più di una volta viene espresso il desiderio di voler essere diversa per essere come lui vuole. Scherizmo? Perchè una ragazza non può far valere se stessa e cercare di apparire nel modo migliore nonostante le divergenze con il fusto di turno? Perchè una donna deve arrivare ad affermare che è sbagliata solo perchè l'uomo che ha di fronte è un'idiota? Come in altri romanzi di questo tipo non può, per una sola volta anche eh, essere l'uomo ad affermare che un rapporto basato solo sul lesso sfrenato è qualcosa che fa schifo?
Come ebbi modo di dire a suo tempo di Cinquanta sfumature e di Grey stupisco del fatto che ci siano donne nel mondo che combattono per avere i propri diritti e poi escono libri che ritraggono la donna solo come uno oggetto dell'uomo.
C'è qualcosa che non torna.
Il mio giudizio: Quando ho aperto questo nuovo romanzo di Federica Orsida pensavo seriamente di trovarmi di fronte a qualcosa di diverso. Il titolo mi suggeriva un personaggio sullo stile di Medea o Elettra, donne che nella vita hanno sofferto moltissimo ma che adesso hanno deciso di porre fine alle sofferenze reagendo, risalendo il baratro leccandosi a modo loro le ferite. Purtroppo non è questo il caso. Smarrita è un ottimo romanzo che però, forse, avrebbe bisogno di una presentazione differente. L'introduzione al romanzo lascia intuire che quella che stiamo per leggere sia la storia di una ragazza tormentata e devastata da una persona senza alcun riguardo. Quello che poi il lettore si trova a leggere è una storia con le medesime caratteristiche ma dai toni differenti, molto più simile a un new adult con un pizzico di erotismo piuttosto che la storia drammatica di una giovane donna che smarrisce la via, come vorrebbe dare a intendere Gianluca Pistilli.
Un romanzo questo che ha del potenziale in ogni caso, il personaggio di Damon incarna alla perfezione il ragazzaccio che è in ognuno di noi anche se non condivido le sue scelte, Sophie invece avrebbe bisogno di un restyling al fine di rendere più autentiche le sue parole e apparire meno vittimista.
La struttura della storia mi è piaciuta parecchio. Iniziato a leggere intuiamo che le sofferenze della protagonista sono in parte dovute a brutte esperienze legate al suo passato. In un gioco di alternanza affidato ai capitoli la storia passa dal presente al passato facendo sapere ai lettori cosa ha portato la protagonista ad essere quella che è adesso, ai nostri giorni. Gli avvenimenti vengono raccontati in maniera via via più completa fino raggiungere il momento culminante della storia in cui Sophie incontra Damon, momento in cui la sua vita cambierà radicalmente.
I personaggi
Sophie: Come già accennato nella trama Sophie è la protagonista della nostra storia. Una ragazza universitaria che divide l'appartamento con le amiche di sempre. Lei è la classica sognatrice, colei che ha da sempre cercato l'amore, quell'amore che ti disarma e ti travolge, il lieto fine insomma. Purtroppo per lei la vita le riserva anche qualche delusione in età giovanile, ed è questo che segnerà il suo futuro rapporto con Damon. Questo suo essere innocente però la porta a compiere degli errori, primo fra tutti quello di pensare che ogni ragazzo che incontra possa essere l'uomo della sua vita. Com'è possibile che questi ragazzi, prima di venir apostrofati in malo modo, siano perfetti?
Sophie raccontando la storia mette a parte il lettore di quanto abbia sofferto a causa di questi amori andati male, molti dei quali fanno parte della sua adolescenza. Ho trovato molto strano che una volta cresciuta non sia stata capace di vedere quei rapporti per quello che in realtà erano, cioè qualcosa di adolescenziale, qualcosa che ci ha fatto soffrire ma a cui noi dobbiamo dare il giusto peso.
Damon: E' il classico ragazzo bello e dannato. Di lui ci vengono date poche informazioni. Damon è il classico uomo che non deve chiedere mai, il ragazzo perfetto per far perdere la testa a Sophie, giovane e sognatrice. Ragazzo dalla discreta parlantina, una discreta cultura ma uno sfacciato modo di fare lo rendono spesso intrattabile nonostante l'avvenenza. Fa breccia nel cuore di Sophie all'istante quando lei durante una gita a Roma con le amiche lo incontra per caso.
Intuiamo che questo ragazzo ha qualcosa da nascondere, qualcosa che inizialmente non ci viene detto, il motivo per cui lui si comporta in maniera così discontinua. Il rapporto con Sophie, che fino a poco prima aveva giurato di chiudere il suo cuore all'amore, è costellato di gite in moto, pic-nic sul prato e serate spese a rimirare le stelle. Ho apprezzato moltissimo la maniera con cui lui è riuscito a far colpo su di lei, ossia con tutta quella serie di cose che piacciono molto alle ragazze sincere e ingenue di questo genere. Un po' meno ho apprezzato lei che, adulta e a un passo dalla laurea, si lascia abbindolare da un semi sconosciuto che con tre parole studiate a dovere riesce a portare acqua al suo mulino.
Il rapporto tra i due diventa una sorta di tira e molla, dove lui si lascia inseguire entrando e uscendo dalla sua vita dicendole che tiene a lei ma non può amarla come lei vuole, e dove lei nonostante non riesca a cavare un ragno dal buco insiste col cercarlo e a volerlo, senza lasciar comprendere al lettore cos'abbia poi di così speciale lui a parte l'essere un Dio a letto.
Il tema: Il tema è quello che forse mi è dispiaciuto di più affrontare. Un tema ricorrente ormai da qualche anno a questa parte, quello della capacità di una donna di relazionarsi a un uomo. Sophie si imbatte in Damon durante un'uscita con le amiche e ne resta subito affascinata. Nonostante lei abbia capito più o meno che tipo sia lui presto se ne innamora e inizia a farsi tutta una serie di domande sul perchè Damon non la ricambi allo stesso modo. Ben presto il loro rapporto si tramuta in qualcosa di solo carnale. Lui continua a sostenere che di più non può dargli e lei che risponde accettando la situazione abbassando la testa, sognando in ogni momento che le cose cambino.
Siamo di fronte a un rapporto sbilanciato, un rapporto dove la figura dell'uomo esercita sulla parte femminile un fascino disarmante basato solo sul sesso. Per quanto una donna possa essere innamorata, mi stupisce ogni volta leggere di personaggi che nonostante si rendano conto che una cosa è sbagliata continuano a farla. Possibile che una donna non sia capace di dire no ad un rapporto che la svilisce, la degrada, la renda stupida e insicura di se stessa? Anche nel caso di Smarrita sono svariati i casi in cui la protagonista di fronte a uno scontro verbale con il ragazzo che ha fatto breccia nel suo cuore si lasci poi andare totalmente non appena lui inizia a sbottonarle la camicetta...
Ancora una volta la storia è quella di una donna che per un uomo è disposta ad annullare se stessa per cercare di piacergli. Più di una volta viene espresso il desiderio di voler essere diversa per essere come lui vuole. Scherizmo? Perchè una ragazza non può far valere se stessa e cercare di apparire nel modo migliore nonostante le divergenze con il fusto di turno? Perchè una donna deve arrivare ad affermare che è sbagliata solo perchè l'uomo che ha di fronte è un'idiota? Come in altri romanzi di questo tipo non può, per una sola volta anche eh, essere l'uomo ad affermare che un rapporto basato solo sul lesso sfrenato è qualcosa che fa schifo?
Come ebbi modo di dire a suo tempo di Cinquanta sfumature e di Grey stupisco del fatto che ci siano donne nel mondo che combattono per avere i propri diritti e poi escono libri che ritraggono la donna solo come uno oggetto dell'uomo.
C'è qualcosa che non torna.
Il mio giudizio: Quando ho aperto questo nuovo romanzo di Federica Orsida pensavo seriamente di trovarmi di fronte a qualcosa di diverso. Il titolo mi suggeriva un personaggio sullo stile di Medea o Elettra, donne che nella vita hanno sofferto moltissimo ma che adesso hanno deciso di porre fine alle sofferenze reagendo, risalendo il baratro leccandosi a modo loro le ferite. Purtroppo non è questo il caso. Smarrita è un ottimo romanzo che però, forse, avrebbe bisogno di una presentazione differente. L'introduzione al romanzo lascia intuire che quella che stiamo per leggere sia la storia di una ragazza tormentata e devastata da una persona senza alcun riguardo. Quello che poi il lettore si trova a leggere è una storia con le medesime caratteristiche ma dai toni differenti, molto più simile a un new adult con un pizzico di erotismo piuttosto che la storia drammatica di una giovane donna che smarrisce la via, come vorrebbe dare a intendere Gianluca Pistilli.
Un romanzo questo che ha del potenziale in ogni caso, il personaggio di Damon incarna alla perfezione il ragazzaccio che è in ognuno di noi anche se non condivido le sue scelte, Sophie invece avrebbe bisogno di un restyling al fine di rendere più autentiche le sue parole e apparire meno vittimista.
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