lunedì 29 maggio 2017

Recensione: Andare a casa, di Max Vos

Titolo: Andare a casa
Titolo originale: Going home
Autore: Max Vos
Editore: Self
Pagine: 222
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La trama: Al giornalista Carter Roberts è stato richiesto di intervistare Carl Foltz e Matt Evans per un articolo sulla loro vita, ma quest’incarico non gli piace per niente: vuole solo arrivare, fare quella dannata intervista e andarsene. L’argomento trattato gli fa rivoltare lo stomaco. Quell'intervista rivela molto di sé così come dei due uomini e, per la prima volta, Carter sa come ci si sente a vivere in una vera casa. Ma soprattutto, non si sarebbe mai aspettato che l'incontro con Carl e Matt avrebbe cambiato il suo modo di pensare - e la sua vita - per sempre.


La recensione

Ecco ci siamo. Erano mesi, forse addirittura un anno, che volevo leggere questo libro. Rimandavo, rimandavo, rimandavo, in gestendo la lista delle letture forse in maniera sbagliata. Perché? Perché questo libro avrei dovuto leggerlo prima, dal momento che ci misi gli occhi sopra, perché il mio istinto non sbaglia quasi mai. E adesso non so da dove cominciare. Cavolo.

Questa è la storia di Carter, un ragazzo che ha non ha avuto vita facile. Per forza di cose ha dovuto mollare tutto quanto e cominciare a vivere per conto suo, facendo forza solo su sé stesso. Lavora come giornalista per un'importante rivista, che adesso gli ha affidato un compito particolare. Deve andare a intervistare Carl e Matt, due uomini che vivono in mezzo al nulla e hanno un'importante storia da raccontare.
Così Carter si mette in viaggio, controvoglia, tutto quello che vuole è togliersi questo dente il prima possibile, perché quella storia non gli piace. Scrivere di un argomento spinoso e che lui per primo ha sofferto terribilmente in passato, non gli va affatto a genio.
Ciò che si trova davanti non appena arriva a destinazione è del tutto diverso da quello che si aspettava.
Un padre. Un figlio. E un amore che li lega in maniera indissolubile. Un amore viscerale, fisico, mentale. Un amore proibito che non tutti sono pronti ad accettare, ma che Carter deve trovare il modo di raccontare...

Il tema di questo libro è particolare, quindi ne parlerò dopo.
Uno dei punti di forza di questo libro, oltre alla classica prosa scorrevole che caratterizza le storie di Vos, è la struttura. Questa volta, oltre al classico andamento temporale, le pagine alternano la normale narrazione a quella giornalistica. Il lettore si trova infatti di fronte ai botta e risposta tipici delle interviste, che mettono in luce le parti salienti.
Per me è stato incredibile come queste pagine (ok ok pagine elettroniche) mi siano letteralmente volate tra le pagine. Tutti i libri dovrebbero essere così, li cominci e sei totalmente risucchiato. I libri di Max Vos sono fatti così, se un lettore fa fatica ad andare avanti è un problema suo, non del lettore.

Si tratta di un MM, una storia d'amore tra uomini dove sono presenti scene forti e questa non è certo da meno. Ma il bello sta proprio qua. Le situazioni sono bollenti come solo un uomo che le ha provate sa descrivere. E di questo sono fermamente convinto. I personaggi forse potranno somigliare ad altri, ma non è forse vero che anche nei fantasy, o negli MF, o nei polizieschi, ritroviamo sempre gli stessi topoi?

La questione è un'altra. Qui si parla d'amore e di sesso tra padre e figlio, ed è qui che si concentra tutto quanto. Molti hanno amato questo libro, altri invece l'hanno ripudiato visto l'argomento perché un grosso ed enorme tabù.
L'argomento non è facile, per niente. Non capita spesso di leggere storie come queste, dove si viene a creare un triangolo amoroso dove due degli elementi portanti sono padre e figlio. Per me invece il bello sta proprio qua, il bello di aver avuto il coraggio di raccontare una storia diversa, il  coraggio di affrontare un argomento difficile ma allo stesso tempo così fantasioso ed eccitante, in grado si scatenare la libido per tutti coloro che hanno la maturità di andare oltre ai pregiudizi.
Max Vos fa questo. Salta. Incurante del giudizio delle persone, se ne frega e percorre la sua strada con uno stile mai volgare, ma anzi col sorriso sulle labbra.
A tutti coloro che puntano il dito contro perché l'amore fisico tra consanguinei non si fa dico di farsi un bell'esame di coscienza. Sarà anche strano, sarà anche diverso, ma ciò che traspare è sempre e solo amore. Non c'è mai segno di violenza, di mancanza di rispetto,

Le scene di sesso sono molto presenti, e sono esplicite, ma dietro quell'aspetto c'è il significato di tutto il libro, ovvero il sentirsi a casa, sentirsi parte integrante di una famiglia che nonostante faccia vita a parte si è sempre voluta bene. L'autore è il primo ad ammetterlo, se ci mettiamo a sfrondare il libro di tutto quanto, quello che ci troviamo tra le mani è solo amore.

Il mio giudizio: Andare a casa fa sognare, fa pensare che tutto sia possibile. Quelle pagine fanno sembrare il mondo un posto migliore, un posto dove vivere, un posto da condividere con gli altri. Consiglio moltissimo la lettura di questo libro, non perché si parla di soli uomini, non perché si parla di sesso, non perché i protagonisti sono il sogno proibito di tutti quanti, ma perché il messaggio è tanto forte quanto lo è l'argomento trattato. Ci lamentiamo sempre che il mondo dell'editoria non propone nulla di nuovo, ed ecco perché quando qualcuno sforna un libro coraggioso come questo, non dobbiamo lasciarci spaventare ma andare fino in fondo per allargare i nostri orizzonti.

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