giovedì 7 marzo 2019

Recensione: Sice // Le bambole non hanno diritti, di Fernando Santini

Titolo: Sice, le bambole non hanno diritti
Autore: Fernando Santini
Editore: Dark Zone
Pagine: 143
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La trama: Il Vice Questore Marco Gottardi ha avuto un passato importante nei reparti operativi della Polizia di Stato. Dopo aver vissuto sulla sua pelle la violenza della lotta alla criminalità si è ritirato a gestire un tranquillo commissariato romano. La sua esperienza e la sua capacità di gestione dei propri uomini, non possono, però essere sprecate. È a lui che i vertici del ministero degli Interni affidano il comando di una nuova unità: la Squadra Investigativa Crimini Efferati. La prima indagine in cui la Squadra sarà coinvolta riguarderà la morte di un regista cinematografico forse collegata all’uccisione di un adolescente il cui corpo, orrendamente torturato è stato ritrovato alla foce del Tevere. Nel corso della propria azione investigativa, la S.I.C.E. troverà un alleato, anche se non particolarmente gradito al Vice Questore Gottardi: un’organizzazione segreta denominata ARCO, i cui membri hanno deciso che il fine giustifica i mezzi e che quindi si può usare la violenza per far trionfare la giustizia.


La recensione

Di rado mi capita di leggere libri polizieschi, quando però mi è stato proposto di leggere e recensire questo mi sono incuriosito e così mi sono buttato tra le sue pagine.

La trama viene ampiamente spiegata qua sopra, di più non poso dire per ovvie ragioni. So che dico sempre così ma cercate di capirmi. Svelare troppo della trama non piacerebbe neanche a me se fossi l'autore, mi limiterò quindi a dire le mie impressioni.
La storia non è male, l'argomento è attualissimo e di grande impatto sul lettore che subito si trova di fronte alla morte di un bambino. Quello che ci si aspetta infatti è che le forse di polizia seguano più nel dettaglio questo accadimento, questo però non succede. Le vicende infatti prendono quasi subito strade che portano ad allargare la trama a "qualcosa di più vasto" che ad un certo punto ci dimentichiamo qual era la causa scatenante...
Il libro è bipartito, ciò che il lettore si trova di fronte sono due scenari che portano avanti due situazioni differenti che solo dopo andranno ad incontrarsi. L'autore del libro passa dall'uno all'altro nel susseguirsi dei capitoli, ci mette a parte delle numerose ricerche e dei numerosi sforzi che la Sice compie per capire chi siano i colpevoli di una serie di crimini, senza contare però che i numerosi accadimenti creano un'amalgama troppo complicata e a volte difficile da seguire.

I personaggi sono tanti e una cosa che mi è dispiaciuta è stata quella di non essere riuscito ad affezionarmi a nessuno di loro. Forse è stato un mio difetto, ma il succedersi di nomi e le loro cariche all'interno della squadra investigativa, più di una volta ha reso faticosa la lettura e capire dove e chi stava parlando. Non aiuta la quasi totale assenza di descrizioni o il racconto di qualcosa che distolga l'attenzione dalle indagini per qualche pagina.
Le poche descrizioni di luoghi, interni o esterni, sono affidate all'incipit di ogni capitolo, quasi fossero un breve cappello introduttivo.

L'intreccio mi è piaciuto molto, l'idea che dietro a dei crimini ce ne sono sempre altri e che la polizia deve sbrigarsi prima che ne venga commesso un altro è l'elemento trascinante di tutto il libro. Un punto di forza da non sottovalutare. Forse a causa del numero di pagine, forse per scelta dell'autore di aver pensato di condensare un sacco di cose un poco spazio, sono rimasto spesso con la voglia di approfondire certe dinamiche poliziesche e non. Come facciano infatti in così breve tempo quelli della Sice a venire a capo di un caso simile, me lo sono chiesto più di una volta. Perché la trama non fosse scesa dei particolari della vicenda delle piccole vittime è stato un vero peccato.

Il mio giudizio: Le bambole non hanno diritti è nel complesso un buon libro, a cui forse sarebbe servito più spazio. Per tutti. Sia per i personaggi, sia per le vicende, sia per il lettore. Capitoli più lunghi, con maggiore attenzione per focalizzarsi sui personaggi, avrebbero messo il tutto in un'ottica diversa. Avrebbe diluito le indagini, che per quanto dovevano essere serrate, spesso sono un po' ripetitive. Torno a battere sulla quesitone dei personaggi, che a parte il numero, restano per me l'elemento che in un libro conta di più perché danno credibilità alle parole. Nomi che sembrano non staccare mai dal lavoro sono stati un duro freno.
Se siete digiuni del genere vi consiglio di scegliere qualcos'altro per le vostre letture. Consiglio invece questo libro a tutti gli appassionati, a tutti coloro a cui piace immergersi a piene mani in indagini poliziesche e amano correre tra i corridoi delle stazioni di polizia.

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