giovedì 6 giugno 2019

Recensione: Cuori affini, di Rowan Speedwell

Titolo: Cuori affini
Titolo originale: Kindred hearts
Autore: Rowan Speedwell
Editore: Dreamspinner press
Pagine: 401
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La trama: L’affascinante mascalzone Tristan Northwood sembra avere tutto: un nome antico, un titolo ereditario, un’amabile moglie, e un figlio che adora. Le donne lo amano, gli uomini lo ammirano, e sembra che non ci sia niente che non possa fare, che sia sedurre una moglie dell’alta società, o vincere una corsa con i carri. La Società non sospetta affatto che il nome non significhi niente per lui, la sua fortuna sia sotto il controllo di suo padre, e che lui non abbia interesse nella moglie tranne per un’amicizia davvero distante. La Società lo annoia, e accetta le sfide perché si sente vivo solo quando si trova sul limite… fino a quando il fratello di sua moglie torna a casa dalla guerra.
Charles Mountjoy, decorato eroe di guerra, tira fuori Tris dalla sua disperazione, inspirandogli sentimenti di passione che non aveva mai sospettato di essere in grado di provare.
Quasi terrificanti quanto questi sentimenti per Charles sono i segni che Charles potrebbe ricambiare il suo affetto – o anche peggio, che Charles vede l’uomo che Tristan ha cercato così tanto di nascondere al mondo.


La recensione

Questo libro mi ha sorpreso. Mi è stato regalato da un caro amico che da un sacco di tempo diceva che dovevo leggerlo. Ed eccomi quindi a parlare di Cuori affini.
Ricordatemi che devo smettere di raccontare la trama anche se brevemente e iniziare prima a dire come la penso, altrimenti finisce che scrivo dei papiri lunghissimi.

Ambientato a cavallo tra il '700 e l'800 Cuori affini narra la storia del giovane Tristan, un libertino abituato a godersi la vita in tutti i modi possibili, perché a lui non manca nulla. Tutti lo conoscono e tutti lo adorano. Uno che si vede arrivare tra capo e collo però la proposta di un matrimonio forzato con Charlotte al fine di mettere la testa posto e fare dei figli.
La vita però gli va stretta, non è fatto per la vita casalinga e di certo non vuole rinunciare ai suoi stravizi, alle donne e all'immancabile goccetto.
A sconvolgere i suoi piani è il maggiore Charles Mountjoy, fratello di Charlotte. Lui è uno tutto d'un pezzo, è ligio al dovere, è un uomo d'onore e rispetto e dopo aver servito il suo paese sull'orlo della crisi è pronto per tornare a casa.
Fra i due scatta immediatamente un'attrazione che non da scampo a nessuno, una passione pronta a cambiare le loro vite, specie quella di Tristan, che fino a quel momento aveva deciso di tenere chiusi in un cassetto la sua vera inclinazione.

Ripeto che questo libro mi ha sorpreso.
Devo ammettere che la prima parte mi ha quasi annoiato, la seconda ha risollevato le sorti.
Inizialmente ci viene presentato il protagonista Tristan come uno capace di piegare al suo volere tutti quanti (a parte il padre, verso cui ha un odio enorme), uno abituato a fare come gli pare e ad assoggettare ogni persona gli si pari davanti. Di colpo, dopo aver conosciuto Charles ed essendo lui il maschio alpha dei due, Tristan si trasforma in una fontana che piange per ogni cosa. Un motivo c'è ed è molto profondo ma solo il lettore più attento e sensibile riuscirà a comprenderlo davvero. La mia critica al riguardo è per i tempi. Tutto sembra succedere troppo alla svelta, l'autrice non concede tempo al lettore che viene sballottato avanti e indietro, tempo per sedimentare, capire.

La seconda parte del libro mi ha a dir poco entusiasmato con il suo racconto storico. L'autrice mette quasi da parte la storia per metterci a parte dei risvolti storici riguardanti lo scontro dell'Inghilterra con le truppe di Napoleone. In questa parte non ci sono scene di sesso, la povera Charlotte scompare assieme ai figli e l'unica cosa presente è la guerra.
Non sono un appassionato di storia e nemmeno di racconti di guerra ma da un MM non mi aspettavo un così appassionante racconto che in maniera scorrevole e mai noiosa ha saputo mischiare il tutto.

I personaggi sono molto diversi tra loro. Charles e Tristano sono l'uno l'opposto dell'altro, ma per una strana congiunzione astrale i loro caratteri riescono ad andare d'accordo. nonostante Tristan sia meno propenso al cambiamento e parecchio melodrammatico, Charles è in grado di farlo ragionare e fargli comprendere che la vita non può andare sempre vuole lui. Non è forse questo il fondamento di ogni rapporto d'amore?

Il punto di forza del libro, che poi è anche il motivo che mi ha spinto ad andare avanti ed apprezzarlo è il messaggio che manda. Il coraggio. Di questo si parla. Di un coraggio che serve a sopravvivere alle avversità della vita e della guerra, un coraggio che serve a sfidare la sorte e andare contro le convenzioni, un coraggio che da la forza di andare contro il giudizio delle persone per perseguire un unico grande obbiettivo: essere sempre noi stessi.

Consigliatissimo.

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