giovedì 24 dicembre 2015

Chi perde paga, di Stephen King

Titolo: Chi perde paga
Titolo originale: Finders Keepers
Serie: The Bill Hodges trilogy #2
Autore: Stephen King
Editore: Sperking&Kupfer
Pagine: 469

La trama: SVEGLIATI GENIO! Il genio è John Rothstein, scrittore osannato dalla critica e amato dal pubblico - reso immortale dal suo personaggio feticcio Jimmy Gold - che però non pubblica più da vent'anni. L'uomo che lo apostrofa è Morris Bellamy, il suo fan più accanito, piombato a casa sua nel cuore della notte, furibondo non solo perché Rothstein ha smesso di scrivere, ma perché ha fatto finire malissimo il suo adorato Jimmy. Bellamy è venuto a rapinarlo, ma soprattutto a vendicarsi. E così, una volta estorta la combinazione della cassaforte al vecchio autore, si libera di lui facendogli saltare l'illustre cervello. Non sa ancora che oltre ai soldi (tantissimi soldi), John Rothstein nascondeva un tesoro ben più prezioso: decine di taccuini con gli appunti per un nuovo romanzo. E non sa che passeranno trent'anni prima che possa recuperarli. A quel punto, però, dovrà fare i conti con Bill Hodges, il detective in pensione eroe melanconico di Mr. Mercedes , e i suoi inseparabili aiutanti Holly Gibney e Jerome Robinson....

La recensione

Confesso che non stavo nella pelle, volevo leggerlo in tutti i modi.. Troppi contatti fb ne stavano parlando e il fatto che ancora non l'avessi letto mi agitava un sacco. E' stupido? Boh. Forse.

Chi perde paga ha, ovviamente, un titolo completamente differente in originale, che è Finders Keepers. Grazie traduzione per essere sempre così fedele con noi lettori e affibbiare titoli che non significano nulla. Grazie. Ma comunque...siamo di fronte alla seconda parte della trilogia dell'ex detective Hodges, alle prese con una nuova avventura.
Questo secondo volume prende il via poco dopo la strage al City Center, quando un folla enorme di persone a caccia di un impiego viene falciata da un folle che si scaglia su di essa schiacciando a tavoletta l'acceleratore di una Mercedes.
Il primo volume era incentrato sulla figura di Hodges, poliziotto in pensione, che torna "a lavoro" accompagnato dal ragazzo tuttofare, Jerome. Questo secondo no, è differente. Hodges appare solo molto tempo dopo. La storia comincia con un trio di ladri, capitanati da Morris Bellamy, che fanno irruzione in casa di un famoso scrittore ormai riturato dalle scene, John Rothstein, per sottrargli i suoi preziosi taccuini, su cui ha scritto il seguito delle avventure di Jimmy Gold.
Ciò che c'è di bello però è che la storia di Morris&Co, che comincia nel 1978, si alterna alle vicende di Peter, un ragazzino (e poi un ragazzo molto carino) che in un modo che non starò qua a dirvi riuscirà a mettere le mani su quei taccuini prima di tutti gli altri...
Inizia così una corsa contro il tempo, una caccia all'uomo, una caccia al tesoro per assaporare quelle pagine scritte su delle costosissime Moleskine...e come accade sempre qualcuno deve essere pronto a morire...

Il tema: Decisamente la cosa che più mi è piaciuta di questo libro: l'amore per le storie e per i libri. Ebbene si, per una volta ancora King torna sulle orme del famoso Misery e de La storia di Lisey (che ho amato alla follia!). Le storie narrate in questo libro, prima quella di Bellamy, poi quella di Peter, e successivamente quella dei due, raccontano due forme si amore e di ossessione per i libri. Entrambi affrontano il problema del ritrovamento dei taccuini di Rothstein in maniera diversa. Bellamy tira fuori il peggio mostrando un amore cattivo e malsano per quel personaggio a cui si è tanto affezionato, al punto da uccidere per sapere che cosa gli sia successo. Peter vive la storia di Jimmy Gold per quella che è, una bellissima storia di ribellione capace di cambiare il suo modo di vedere il mondo.
Torna il tema della crisi, la stessa crisi che sta colpendo pure l'Italia, ovvero una società che stenta a vivere e non riesce a rialzarsi dopo una crisi che ha messo tutti in ginocchio. In questo sequel la cosa è ancora più marcata, si parla di soldi che non ci sono, della difficoltà di trovare un nuovo impiego, del non aver le possibilità di iscrivere i figli a scuola.
Tutto ciò è molto bello e molto spaventoso allo stesso tempo.

I personaggi: Inutile dire che ormai sono votato al male e non posso non provare affetto per i cattivi. Proprio come per Mr Mercedes, anche stavolta Bellamy ha fatto breccia nel mio cuore credo dopo pagina tre. Non posso farci niente. Di lui ci vengono narrate le sue gesta, momenti della sua infanzia, gli anni del carcere e gli abusi subiti. Veniamo messi a parte per la sua passione per la letteratura, ed è forse questo che più mi ha colpito. In lui mi sono rivisto. Ho rivisto in Morris, la mia voglia di conoscere e sapere, il mio affetto per gli autori che amo, il non essere mai stanco delle loro storie.
Abbiamo conosciuto Hodges e i suoi aiutanti nel libro precedente e per loro continua una simpatia su cui non si può dir nulla, relegati forse a personaggi di contorno, perchè la vera storia è gestita da tutto il resto. Loro compiono delle azioni, dicono delle parole e arricchiscono la storia di dettagli, ma sono solo piacevoli intermezzi all'interno di una narrazione che vuole il lettore concentrato su ben altro. Chi legge pretende brama (e teme allo stesso tempo) il momento in cui Morris e Peter si incontreranno per capire chi sarà capace di scendere più a fondo per avere i taccuini. Due personaggi riuscitissimi, credibili, amabili. Abbandonarli è stato un vero dolore.

Il mio giudizio: Ho apprezzato moltissimo questo libro. Mi è piaciuto davvero tanto, nonostante il King dei vecchi tempi sia andato. Penso che King sia uno che sappia cavalcare le onde, uno che sa adattarsi ai tempi e alle storie. Mi è piaciuto il modo in cui ha saputo tenermi legato a quelle pagine, a come volessi mollare tutto quanto stessi facendo (lavoro compreso) per tornare a immergermi in quella lettura. Questo libro mi è letteralmente scivolato tra le mani. Ironico, veloce, serrato. Il giusto mix di paura e adrenalina. Non so come possa ancora esserci gente che non lo legge! Finire questa storia mi ha solo messo la voglia di leggerne ancora e ancora e ancora.
King non ha bisogno di nessuno.

giovedì 17 dicembre 2015

Pensieri sui giovani e la lettura...

Buon pomeriggio cari lettori,
il post di oggi non è una delle mie classiche recensioni, ma un pensiero. Questo pensiero non è certo la scoperta del secolo, non ho fatto nessuna ricerca, ho solo cercato di guardarmi intorno, come certamente avete fatto anche voi. Adesso questo pensiero è qua, sul blog, perchè non vada sprecata un'oretta del mio tempo di ritorno da lavoro.
Sentitevi liberi di commentare e di dire la vostra! =)

C'è un dilemma che ormai va avanti da anni. Ci chiediamo spesso se ci sono abbastanza persone che leggono, ma ancora di più ci chiediamo se a farlo sono i più giovani. Un adulto può chiaramente scegliere per conto proprio le letture, avendo un sacco di argomenti a cui attingere, ma un ragazzo giovane come si comporta di fronte a questo? Sempre più spesso, adesso che viviamo in un'epoca che predilige la tecnologia, pensiamo a come poter avvicinare le nuove generazioni alla lettura. Solitamente la risposta che diamo è quella che se uno nasce in una famiglia dove si legge molto, di conseguenza quando crescerà avrà un certo tipo di rapporto con i libri. Questo è certamente vero, solo avendo sotto gli occhi le pagine stampate evitiamo di vederle come qualcosa di brutto e cattivo quando diventiamo grandi. Molti punti a favore per tutti quei genitori che abituano i propri figli sin da piccoli ad abituarsi al suono delle parole. Parole che inizialmente hanno il significato del gioco e che successivamente avranno funzione di studio o di divertimento.

Di contro un ambiente che non suggerisce la lettura come qualcosa di cui appassionarsi e avere compagnia quando ci sentiamo giù, contribuirà ad allontanare chiunque dal prendere in mano un libro. Ultimamente però le cose sono molto cambiate, a dare una forte mano all'editoria è stato il cinema. Da sempre i libri hanno ispirato le storie del grande schermo, ma negli ultimi anni, con l'entrata in gioco di molti generi adatti anche ai più giovani, l'editoria ha acquistato un pubblico di giovanissimi. Harry Potter, la saga di Twlight e Divergent, fino ad arrivare alla recentissima trilogia di Hunger Games, sono solo alcune delle storie apparse al cinema e che hanno spinto milioni di ragazzi a leggersi anche la storia cartacea, ansiosi di poter vivere ancora una volta e in maniera differente le avventure dei loro eroi. Una grande spinta propulsiva per tutti quanti.

Un ulteriore aiuto l'abbiamo avuto anche dalla tecnologia, che ultimamente aveva reso tutti quanti un po' pigri, con l'uscita di numerosi dispositivi di lettura come il Kindle o il Kobo. Grazie a loro portarsi dietro un libro è diventato molto più pratico e meno “pesante” di prima, è possibile reperire libri in rete in maniera semplice e veloce e leggere pagina dopo pagina è diventato un vero piacere. Usando uno di questi supporti e avendo di fronte una sola pagina per volta con possibilità di scegliere anche la grandezza del carattere, anche un libro di molte pagine è meno spaventoso da affrontare. Ecco che molti, anche giovanissimi, proprio perchè incoraggiati dall'uso costante dei telefoni cellulari, si sono avvicinati alla lettura assaporando le pagine di un libro durante l'attesa di un autobus oppure mentre aspettano un amico il sabato pomeriggio per il classico giretto in centro. Il diverbio che sta poi nascendo se sia meglio continuare a leggere cartaceo oppure dare più spago all'editoria digitale è un altro paio di maniche. Adesso mi accontenterei di questa nuova frontiera che sembra aver fatto breccia nel cuore e nella mente di molti ragazzi.
Che sia l'inizio di una nuova era?

martedì 15 dicembre 2015

Penombra, di Gian Luca A. Lamborizio

Titolo: Penombra
Autore: Gian Luca A. Lamborizio
Editore: Eretica edizioni
Pagine: 194
Link per l'acquisto QUI

La trama: "Puzza di muffa, abbandono e sporco. I tre odori si mescolavano e rendevano l'aria pesante, a tratti nauseabonda. Le finestre erano costantemente serrate e così, negli angoli delle stanze, si erano formate macchie scure, di muffa. Dapprima poche macchioline. Poi, a poco a poco, avevano ricoperto gran parte della tappezzeria. Pochi raggi di sole filtravano attraverso le persiane quasi sempre accostate. Ovunque regnava una penombra opprimente. In fondo al corridoio, una porta era socchiusa."

La recensione: Lo ammetto, avevo questo libro in gestazione da un sacco di tempo, poi ho iniziato ad avere forti sensi di colpa e mi sono deciso a leggerlo. Quello che ho avuto tra le mani in questi giorni è il libro di Gian Luca A. Lamborizio: Penombra.
Un genere apparso di rado sulle pagine di questo blog è vero, un genere che per certi versi molto simile al giallo. Questo libro narra di noir, racconti che hanno per protagonisti situazioni particolari legate al mondo del crimine.

Scrivere di ciascun racconto presente in questa raccolta vorrebbe dire svelare in parte i suoi segreti e la sua suspance, quindi non lo farò. Voglio però scrivere qualcosa sulle sue atmosfere, il vero punto di forza della scrittura dell'autore. Iniziata la lettura di Penombra il lettore viene accompagnato attraverso una serie di racconti dalla lunghezza crescente, nei meandri della psiche, in tutti quei luoghi in cui siamo portati ad andare quando qualcosa ci turba e ci ferisce.
Gli atti criminali, le violenze, le discussioni che avvengono in questo libro derivano quasi sempre dalla paura. E' lei che muove tutto quanto e le pagine di questo libro. La paura di ferire qualcuno, la paura di essere scoperti a fare qualcosa di sbagliato, la paura di essere noi stessi. Paure che spesso sono ben peggiori del commettere un omicidio e comprendere quale sarà la nostra punizione.
Lamborizio utilizza una scrittura semplice e scorrevole e, proprio come Jane Austen, l'uso di un dialogo dai ritmi incalzanti che porta avanti la storia come se il lettore si trovasse di fronte ad un palcoscenico. Poche e brevi descrizioni servono a informare sul dove e quando, il resto è affidato alle parole dei personaggi, altro punto a favore di questi racconti, che altro non raccontano se non le raccapriccianti vicende di alcune persone comuni e di un gruppo di poliziotti alle prese con i loro casi.

Ho molto apprezzato i racconti iniziali, quelli dove la vicenda principale si alterna a scene di vita vissuta anni addietro per dar modo al lettore di comprendere meglio quello che avviene sotto i suoi occhi. I personaggi delle prime storie sono persone comuni, più vicine a noi, quindi le loro azioni incidono in modo particolare sull'emotività di chi legge perchè si sente chiamato in causa, quasi stesse leggendo la storia del proprio vicino di casa. Questo mi ha permesso di apprezzare la costruzione della storia e del suo intreccio, una storia breve ma ben strutturata.
Diverse sono invece le storie finali del libro, dal respiro più ampio e di genere forse diverso alle prime. Quello che le rende differenti sono i personaggi, nelle prime storie ci sono personaggi della vita di tutti i giorni e le forze di polizia hanno il suolo di aiuto, nelle altre i ruoli vengono invertiti e l'attenzione si concentra unicamente sulle indagini svolte dai poliziotti e dal loro commissario. Questo cambia tutto quanto e rende il libro ancora una volta differente da come potevamo aspettarcelo. Una piacevole sorpresa quindi, quella che l'autore fa, accontentando in questo modo lettori di gusti ed esigenze differenti. Se siete gente che amate il giallo che si tramuta in thriller Penombra è il libro che fa per voi.
Aiutare un giovane autore emergente fa sempre bene.

sabato 12 dicembre 2015

Blue Dream blogtour, di Alessia Coppola // 12ma tappa, intervista all'autrice


Buon sabato lettori!
E' con grandissimo piacere che prendo parte al mio primo blogtour insieme alla Bancarella del Libro, felice di farlo con una delle autrici che apprezzo moltissimo: Alessia Coppola.
Questo blogtour è dedicato a Blue Dream lo spin-off dell'acclamato Alice from Wonderland, che ha per protagonista uno dei personaggi più folli e innamorati: Algar, il Bricaliffo. Ma veniamo a noi e all'argomento di questa tappa, l'intervista all'autrice.

Titolo: Blue Dream
Autore: Alessia Coppola
Editore: Dunwich edizioni
Pagine: 75
Link per l'acquisto QUI

La trama: E se realtà e immaginazione si fondessero? Cosa accadrebbe se uno dei personaggi di Wonderland arrivasse nel presente? Algar è ancora innamorato di Alice e non riesce a rinunciare a lei. Grazie ai consigli di Nikola Tesla, il Brucaliffo viaggia nel tempo pur di ritrovarla, ma un errore di calcolo lo spedisce nel futuro. Quando tutto sembra perduto, la speranza palpita su ali di farfalla. Una maschera di pizzo, un segreto, un passato da cancellare. La speranza ha un nome, quello della fanciulla dagli occhi di zaffiro.

Pronti, attenti....via!

1- Chi è Alessia Coppola?
Alessia è una sognatrice, un'anima alla perenne ricerca di stupore, magia, ispirazione. Amo i libri, le giornate di pioggia passate in casa a scrivere, in compagnia di una tazza di tè. Mi piace dipingere, fare dolci, cantare. Mi definisco spesso una lupa dal temperamento indomito.

2 - Come nascono le tue storie?
Le mie storie sono fulmini, scintille. Quando meno me lo aspetto mi vengono a trovare e mi abbagliano.

3 - Come definisci il genere di storie che sei solita scrivere?
Ah, non saprei. Forse magiche e visionarie.

4 - Per delineare i caratteri dei tuoi personaggi ti ispiri a qualcuno della vita reale?
Spesso sì. Mi ispiro a chiunque lasci un'impronta nella mia memoria. Tanta gente mi ha ispirato senza saperlo. Inoltre, attingo molto della mia caratterizzazione personale. Mi piace che i miei personaggi mi somiglino.

5 - Adesso veniamo all'argomento centrale di questa intervista: Blue Dream. Io come altri tuoi fan sono stato felice quando mi giunse all'orecchio la notizia che stavi lavorando a uno spin-off dedicato a uno dei personaggi del già famoso Alice from Wonderland. Com'è nata l'idea di questo spin-off? L'idea è nata per dare voce e riscatto al mio personaggio preferito. Ho amato Algar dal primo istante in cui è comparso nella mia mente. All'inizio non avevo le idee chiare, ma ho continuato a scrivere, lasciando che lui mi raccontasse di sé.

6 - Il personaggio di Algar ha avuto senza ombra di dubbio un ruolo quasi determinante nella scelta di Alice, Blue Dream costituisce forse una riscossa da parte sua?
Esatto, ho voluto scrivere questa storia proprio per offrirgli il riscatto e l'amore che gli era stato negato.

7 - La scelta del genere dello spin-off ha fatto prendere alla storia una certa rotta. Senza svelarci niente, cosa possiamo aspettarci? Wonderland avrà ancora spazio all'interno delle vite dei tuoi personaggi?
Non posso dire molto, ma sicuramente non ci sarà Wonderland in questo spin-off, se non un ricordo. Potrete però trovare elementi urban e paranormal romance.

8 - Come ti è venuta l'idea del meccanismo che da il via alla storia di Blue Dream? Ti spaventano i risvolti che adesso possono prendere le vicende riguardanti Wonderland? Temi che qualcuno dei tuoi fan possa non approvare le tue scelte?
Ho sempre il timore che i lettori possano non approvare le mie scelte. Tuttavia ho sempre scritto di getto e con il cuore. Ciò che è fatto con amore non può trovare terreno arido. Sono fiduciosa e spero che tutto scorra nel verso giusto.

9 - Pensando ad un eventuale altra storia riguardante lo Stregatto, quale potrebbe essere la sua storia? Ho già scritto uno spin-off sullo Stregatto. Al momento lui ha avuto il suo ruolo. Penso che riprenderà voce nel sequel di Alice.

10 - Il tuo stile narrativo somiglia moltissimo a quello poetico, come riescono le tue parole ad assumere questo aspetto, vengono scritte di getto oppure ci torni sopra in un secondo momento per dare il tocco finale?
Scrivo di getto e poi nella fase di revisione cerco di modellare il tutto. Ho iniziato a scrivere poesie e credo che queste abbiano lasciato la loro traccia indelebile.

11 - Sei a favore del self publishing oppure continui a preferire i metodi tradizionali?
Preferisco essere supportata da un editore, nonostante io stessa abbia deciso di pubblicare in self una piccola novella.

12 - In che modo riesci a far combaciare gli impegni della vita reale con quelli del mondo della fantasia?
La verità è che non ci riesco. Rimango immersa nel mio mondo di inchiostro e il tempo per vivere, è poco.

13 - Con le tue recenti pubblicazioni, come Blue Dream per Dunwich edizioni ma anche con l'uscita della prima novella della trilogia Fire Sing, ti sarai sicuramente accattivata l'interesse del pubblico. Questo ha influito sul tuo modo di lavorare e il tuo modo di essere?
Non credo abbia influito. Certo, ora sono più sicura di ciò che faccio. Non mi sono mai sentita una scrittrice prima di Alice, la Dunwich mi ha offerto la possibilità di essere letta e apprezzata. Ecco, è cambiato questo. Ora non mi sento sola, ho nel cuore tutte le carezze dei lettori.

14 - Hai mai pensato di inserire nelle tue storie tematiche come l'integrazione, le coppie di fatto, o l'incapacità politica di venire incontro ai bisogni della popolazione?
Non ci ho ancora pensato. Non voglio scrivere di politica, per mantenere una posizione neutrale. Inoltre, sono una scrittrice fantasy, quindi affrontare altre tematiche non sarebbe opportuno al momento.

15 - Quali sono secondo te, considerando la tua esperienza di blogger e di scrittrice, le gioie e i dolori della vita di tutti i giorni? Come riesci a destreggiarti tra le recensioni, le illustrazioni da preparare e selezionare i pezzi dei posti, cercando sempre di ritagliarti un po' di tempo per scrivere?
Come scritto sopra, non è facile conciliare. Infatti, non mi riesce granché bene, ma ci provo. Amo ciò che faccio e vorrei farlo al meglio, anche sacrificando molto altro.

16 - Come sei solita reagire alle critiche?
Per fortuna fino a ora ne ho ricevute poche. Ma se dovessero arrivare mi troverebbero pronta. Ogni critica, se costruttiva, aiuta a migliorare.

17 - Quali consigli daresti a coloro che vogliono intraprendere il tuo stesso mestiere?
Non sono la persona adatta a elargire consigli, io stessa ne ho tanto bisogno. Sicuramente esorterei a non mollare, a credere in se stessi, a leggere tanto. Il lettore va rispettato e alla base della scrittura c'è ricerca, studio, amore smisurato e sacrificio.

18 - Adesso la domanda di rito! C'è qualcosa che bolle in pentola? Nuovi progetti? Nuove collaborazioni?
Se vi dicessi che è in stesura il sequel di Alice? Oltre a questo, altre piccole sorprese stanno per venire alla luce.

FINE

Voglio ringraziare Alessia Coppola per avermi incluso nel tour e la Dunwich edizioni per avermi dato modo di leggere lo spin-off di uno dei libri che nell'ultimo anno mi sono piaciuti di più.
Che dire? Speriamo adesso di leggere quanto prima il nuovo seguito, no? =)

venerdì 11 dicembre 2015

Smarrita, Federica Orsida

Titolo: Smarrita
Autore: Federica Orsida
Editore: David and Matthaus
Pagine: 146
Link per l'acquisto QUI

La trama: Sophie è una ragazza come tante altre, studia all'università, vive con tre amiche e ha una vita pressoché normale. Dopo due profonde delusioni amorose, si chiude in se stessa, ma durante un viaggio incontra Damon, un ragazzo dal fascino misterioso, che subito la conquista.

La recensione

La storia: Quella che Federica Orsida ci racconta con il suo libro la storia di Sophie, la classica ragazza della porta accanto che vive dividendo il suo tempo tra lo studio e la ricerca dell'amore. Una serie di brutte esperienze passate l'hanno resa scettica riguardo all'amore vero, quello con la A maiuscola. Damon sarà però colui che le farà ancora battere il cuore, ma in un modo del tutto differente...

La struttura della storia mi è piaciuta parecchio. Iniziato a leggere intuiamo che le sofferenze della protagonista sono in parte dovute a brutte esperienze legate al suo passato. In un gioco di alternanza affidato ai capitoli la storia passa dal presente al passato facendo sapere ai lettori cosa ha portato la protagonista ad essere quella che è adesso, ai nostri giorni. Gli avvenimenti vengono raccontati in maniera via via più  completa fino raggiungere il momento culminante della storia in cui Sophie incontra Damon, momento in cui la sua vita cambierà radicalmente.

I personaggi

Sophie: Come già accennato nella trama Sophie è la protagonista della nostra storia. Una ragazza universitaria che divide l'appartamento con le amiche di sempre. Lei è la classica sognatrice, colei che ha da sempre cercato l'amore, quell'amore che ti disarma e ti travolge, il lieto fine insomma. Purtroppo per lei la vita le riserva anche qualche delusione in età giovanile, ed è questo che segnerà il suo futuro rapporto con Damon. Questo suo essere innocente però la porta a compiere degli errori, primo fra tutti quello di pensare che ogni ragazzo che incontra possa essere l'uomo della sua vita. Com'è possibile che questi ragazzi, prima di venir apostrofati in malo modo, siano perfetti?
Sophie raccontando la storia mette a parte il lettore di quanto abbia sofferto a causa di questi amori andati male, molti dei quali fanno parte della sua adolescenza. Ho trovato molto strano che una volta cresciuta non sia stata capace di vedere quei rapporti per quello che in realtà erano, cioè qualcosa di adolescenziale, qualcosa che ci ha fatto soffrire ma a cui noi dobbiamo dare il giusto peso.

Damon: E' il classico ragazzo bello e dannato. Di lui ci vengono date poche informazioni. Damon è il classico uomo che non deve chiedere mai, il ragazzo perfetto per far perdere la testa a Sophie, giovane e sognatrice. Ragazzo dalla discreta parlantina, una discreta cultura ma uno sfacciato modo di fare lo rendono spesso intrattabile nonostante l'avvenenza. Fa breccia nel cuore di Sophie all'istante quando lei durante una gita a Roma con le amiche lo incontra per caso.
Intuiamo che questo ragazzo ha qualcosa da nascondere, qualcosa che inizialmente non ci viene detto, il motivo per cui lui si comporta in maniera così discontinua. Il rapporto con Sophie, che fino a poco prima aveva giurato di chiudere il suo cuore all'amore, è costellato di gite in moto, pic-nic sul prato e serate spese a rimirare le stelle. Ho apprezzato moltissimo la maniera con cui lui è riuscito a far colpo su di lei, ossia con tutta quella serie di cose che piacciono molto alle ragazze sincere e ingenue di questo genere. Un po' meno ho apprezzato lei che, adulta e a un passo dalla laurea, si lascia abbindolare da un semi sconosciuto che con tre parole studiate a dovere riesce a portare acqua al suo mulino.
Il rapporto tra i due diventa una sorta di tira e molla, dove lui si lascia inseguire entrando e uscendo dalla sua vita dicendole che tiene a lei ma non può amarla come lei vuole, e dove lei nonostante non riesca a cavare un ragno dal buco insiste col cercarlo e a volerlo, senza lasciar comprendere al lettore cos'abbia poi di così speciale lui a parte l'essere un Dio a letto.

Il tema: Il tema è quello che forse mi è dispiaciuto di più affrontare. Un tema ricorrente ormai da qualche anno a questa parte, quello della capacità di una donna di relazionarsi a un uomo. Sophie si imbatte in Damon durante un'uscita con le amiche e ne resta subito affascinata. Nonostante lei abbia capito più o meno che tipo sia lui presto se ne innamora e inizia a farsi tutta una serie di domande sul perchè Damon non la ricambi allo stesso modo. Ben presto il loro rapporto si tramuta in qualcosa di solo carnale. Lui continua a sostenere che di più non può dargli e lei che risponde accettando la situazione abbassando la testa, sognando in ogni momento che le cose cambino.
Siamo di fronte a un rapporto sbilanciato, un rapporto dove la figura dell'uomo esercita sulla parte femminile un fascino disarmante basato solo sul sesso. Per quanto una donna possa essere innamorata, mi stupisce ogni volta leggere di personaggi che nonostante si rendano conto che una cosa è sbagliata continuano a farla. Possibile che una donna non sia capace di dire no ad un rapporto che la svilisce, la degrada, la renda stupida e insicura di se stessa?  Anche nel caso di Smarrita sono svariati i casi in cui la protagonista di fronte a uno scontro verbale con il ragazzo che ha fatto breccia nel suo cuore si lasci poi andare totalmente non appena lui inizia a sbottonarle la camicetta...
Ancora una volta la storia è quella di una donna che per un uomo è disposta ad annullare se stessa per cercare di piacergli. Più di una volta viene espresso il desiderio di voler essere diversa per essere come lui vuole. Scherizmo? Perchè una ragazza non può far valere se stessa e cercare di apparire nel modo migliore nonostante le divergenze con il fusto di turno? Perchè una donna deve arrivare ad affermare che è sbagliata solo perchè l'uomo che ha di fronte è un'idiota? Come in altri romanzi di questo tipo non può, per una sola volta anche eh, essere l'uomo ad affermare che un rapporto basato solo sul lesso sfrenato è qualcosa che fa schifo?
Come ebbi modo di dire a suo tempo di Cinquanta sfumature e di Grey stupisco del fatto che ci siano donne nel mondo che combattono per avere i propri diritti e poi escono libri che ritraggono la donna solo come uno oggetto dell'uomo.
C'è qualcosa che non torna.

Il mio giudizio: Quando ho aperto questo nuovo romanzo di Federica Orsida pensavo seriamente di trovarmi di fronte a qualcosa di diverso. Il titolo mi suggeriva un personaggio sullo stile di Medea o Elettra, donne che nella vita hanno sofferto moltissimo ma che adesso hanno deciso di porre fine alle sofferenze reagendo, risalendo il baratro leccandosi a modo loro le ferite. Purtroppo non è questo il caso. Smarrita è un ottimo romanzo che però, forse, avrebbe bisogno di una presentazione differente. L'introduzione al romanzo lascia intuire che quella che stiamo per leggere sia la storia di una ragazza tormentata e devastata da una persona senza alcun riguardo. Quello che poi il lettore si trova a leggere è una storia con le medesime caratteristiche ma dai toni differenti, molto più simile a un new adult con un pizzico di erotismo piuttosto che la storia drammatica di una giovane donna che smarrisce la via, come vorrebbe dare a intendere Gianluca Pistilli.
Un romanzo questo che ha del potenziale in ogni caso, il personaggio di Damon incarna alla perfezione il ragazzaccio che è in ognuno di noi anche se non condivido le sue scelte, Sophie invece avrebbe bisogno di un restyling al fine di rendere più autentiche le sue parole e apparire meno vittimista.

martedì 8 dicembre 2015

Il ritorno dell'Arcivento, di Fabio Lastrucci edito da Milena edizioni

Titolo: Il ritorno dell'Arcivento
Autore: Fabio Lastrucci
Editore: Milena edizioni
Pagine: 184
Link per l'acquisto QUI

La trama: Una figura mutilata riemerge da un vulcano in eruzione al sopraggiungere del terrificante Vento Tagliente di nord-est. È il rinnegato Mork A-Dem, tornato dal mondo sotterraneo degli Oscuri con l'intento di far tacere per sempre la Musica, fonte occulta di tutta la magia nel continente. Potenziando le armi dei barbari e spaventosi Orgass, confinati da sempre nelle loro terre, lo stregone li guiderà alla conquista delle città degli Elfi Marini e dei mezzosangue di pianura. Senza il sostegno della Musica nessun regno riuscirà ad opporsi alla sua offensiva. Toccherà quindi a Rehman, guerriero-ragazzo, Simeon il bardo e un Elfo marinaio difendere l'ultimo baluardo ancora salvo, la Piana Mater, viaggiando in cerca di aiuto fra foreste albine, paludi allucinogene e mari che mangiano il tempo, accompagnati dal Mago Listrikhorn che, infiacchito dall'alcool, insegue un difficile riscatto nella mistica isola di Eughen. Ma sarà solo la saggezza della Regina Alacorvina che ribalterà le sorti della guerra con un anomalo scontro senza violenza.

La recensione

Non so neanche io da quanto tempo non misuravo la mia lettura con un genere come questo, un fantasy in piena regola, diverso da quelli a cui sono abituato. E' quindi con duplice piacere che mi accingo a scrivere questa recensione sul lavoro di Fabio Lastrucci.

La copertina: La cover è il primo rapporto che instauriamo con un libro e quella di questa storia la trovo molto azzeccata. I disegni coloratissimi e dalle tinte chiaro-scuro danno immediatamente la sensazione di qualcosa di magico, i tratti richiamano al genere fantasy in ogni suo aspetto. L'alternarsi di linee curve e linee dritte che cambiano direzione in maniera repentina caratterizzano i personaggi presenti nell'immagine facendo capire al lettore chi sono i buoni e chi i cattivi.
La scelta del font sottolinea in maniera più evidente il tipo di avventura che andremo ad affrontare. Caratteri medievaleggianti dalle sfumature grigie che si stagliano su uno sfondo verde acido, il colore del male, fondendosi ai colori della spada di Rehman, il protagonista.
Come in ogni fantasy che si rispetti la copertina interna ospita una mappa, in questo caso il Mondo di If, le terre in cui gli eventi si svolgono, disegnata appositamente per l'occasione da Paolo Lastrucci.

I disegni: A fare da contorno alla storia vi sono alla fine di ogni breve capitolo dei disegni che mostrano una delle fasi più importanti che abbiamo appena letto. Roberto Toderico è l'autore dei disegni che con semplicità e immediatezza è riuscito a tradurre in immagine le avventure dei protagonisti. Non ero più abituato a veder comparire delle immagini all'interno di un libro, è stato quindi un vero piacere poter vedere come arti differenti possano trovarsi in armonia perfetta al servizio del lettore.

La storia: Lastrucci racconta una storia semplicissima, di cui però non voglio svelare niente per non togliere la sorpresa. Il mondo di If è minacciato da qualcosa che tutti pensavano sopito nei meandri della terra. Adesso questo qualcosa è stato risvegliato ed è pronto a gettare scompiglio nella terra del Passo dei 5 Venti. Ecco che un gruppo di eroi, capitanati dal Rehman, proveniente da luoghi e mondi differenti, si lanciano nell'avventura per salvare la loro vita e quella del mondo intero. Il lettore si troverà quindi ad accompagnare questi eccentrici personaggi attraverso mari dalle particolari proprietà, distese d'erba con una fame incontenibile, ma soprattutto a vivere uno scontro tra bene e male senza eguali.


I personaggi: Non è possibile in questo caso parlare dei personaggi in maniera singola. Benchè ognuno di loro abbia un passato alle spalle è poco lo spazio che l'autore gli riserva, questo perchè la scelta è stata quella di concentrare la nostra attenzione su quello che succede adesso. Tutto quello che è avvenuto prima lo intuiamo attraverso non tanto attraverso i racconti, ma attraverso i vari accadimenti che portano alla comprensione del carattere di ciascuno. Una cosa piuttosto innovativa abituati come siamo adesso a sentirci raccontare la storia passo passo dai personaggi scandita a intervalli precisi.

Il tema: Quello che colpisce del Ritorno dell'Arcivento sono è il tema, il vero punto focale di tutto quanto. Come è facile intuire dalla cover, il genere è riconoscibilissimo, intuiamo al volo che cosa andiamo a leggere, gli elementi del fantasy ci sono tutti. Quello che però non vediamo è, ovviamente, un tema a me molto caro e che da sempre apprezzo quanto lo ritrovo nelle pubblicazioni: la diversità.
In molti altri libri da me letti questo tema era presente e sottolineato più volte come qualcosa che andava temuto perchè non era possibile sapere che cosa sarebbe successo quando Elfi e Nani si incontravano, oppure Umani e potenti Maghi. Nel caso di Lastrucci questo tipo di diversità è sempre presente, ma viene affrontato in modo tale da non costituire un ostacolo, essere diversi non è qualcosa di brutto. Essere diversi e avere caratteristiche fisiche o mentali diverse costituisce una forza, qualcosa che dona coraggio, fa da collante del gruppo di eroi alle prese con una battaglia che può spazzare via il loro mondo. Trarre forza dall'essere fatti in un altro modo, un modo forse difficile da accettare, ma onesto e votato a fare del bene. Questo penso sia un ottimo tema, adatto ai più giovani per far comprendere loro che un libro può insegnare perfettamente quello che sia giusto e l'esatto modo di affrontare la vita, senza contate che un adulto apprezzerà di certo l'unione di una storia fantastica a un tema di estrema attualità.

Lo stile e la struttura: Uno stile versatile è quello usato dall'autore, diversamente da quello di altre sue opere. Versatile nel senso che ben si adatta non solo alle situazioni ma anche ai diversi tipi di target a cui è indirizzata la narrazione. Parole semplici, d'impatto ed efficaci rendono piacevole la lettura.
La struttura è variegata. La storia è divisa in brevi capitoli, che concentrano al loro interno gli elementi più significativi, questo fa si che i lettori non si distraggano ma vengano sempre messi alla prova con le avventure dei personaggi, in più i più giovani potranno trovare giovamento in questo succedersi di capitoli-fulmine ricevendo sempre una nuova spinta per continuare a leggere senza smettere. Un grande invito alla lettura è sempre cosa buona e giusta, no?

Il mio giudizio: Sono un seguace di Fabio Lastrucci ormai e mi ha fatto parecchio piacere ricevere una sua personale richiesta per la recensione di questo libro. Grazie all'Arcivento ho avuto modo di tornare a confrontarmi con un genere che negli ultimi anni ho un po' trascurato ma che ha risvegliato antichi ricordi, a quando da piccolo ero solito macinare la serie di Lupo Solitario.
Il lavoro di Lastrucci ha la capacità di avvicinare i giovani lettori al genere fantasy per le sue tematiche, i suoi disegni e la scrittura veloce ed immediata, ma è anche qualcosa di nostalgico per tutti coloro che il fantasy lo portano dentro.
Nel cuore.

giovedì 3 dicembre 2015

Enana, di Lorenzo Crescentini

Titolo: Enana
Autore: Lorenzo Crescentini
Editore: Self publishing
Pagine: 41
Link per l'acquisto QUI

La trama: "Il tramonto, visto dalla terrazza, riusciva a essere allo stesso tempo incredibilmente alieno e incredibilmente familiare. Forse perché il sole che si nasconde dietro l’orizzonte è qualcosa che convive con gli uomini dagli albori della loro esistenza. Poco importava se si trattava di un altro orizzonte, e di un altro sole”. Enana è un pianeta nuovo e sconosciuto. Una squadra è stata inviata dalla terra per esplorarlo.

La recensione: Quella che state per leggere è forse una recensione differente dalle altre. Mi scuso in partenza se qualche fido lettore resterà spiazzato. Ho letto questo racconto questi giorni seduto su una sedia di ospedale, in attesa di far visita a un mio familiare. Una situazione particolare insomma.
Ho deciso quindi di evadere e staccare la mente per portarla da un'altra parte, fuori da quella stanza.
Eccomi quindi approdare su Enana.

Enana è un pianeta. Un pianeta molto simile alla Terra. Poche sono le presenze umane che ci vivono, una manciata di uomini in ricognizione per cercare di capire quale sua la sua origine e capire come funziona. Quali analogie e quali differenze esistono? Sono questi i quesiti che un gruppo di geologi, partiti dalla terra, si pongono. C'è forse un ponte che collega il nuovo e il vecchio pianeta? Qual'è da dimensione da varcare per farne parte?


Tra queste pagine vi sono due chicche che mi sono piaciute particolarmente. La prima è un velato riferimento all'ormai celebre incipit del film cult di Stanley Kubrick 2001 Odissea nello Spazio, dove un gruppo di scimmie compie le varie tappe evolutive.
La seconda è un esplicito riferimento a un'altra serie di film e anche serie tv a cui sono affezionato ovvero Il Pianeta delle Scimmie, quando i protagonisti si ritrovano in riva a una spiaggia e trovano i resti della statua della Libertà, simbolo di un mondo moderno che non esiste più.


Il ritrovamento di un semplice registratore porta alla luce la verità su Enana. Qualcuno prima degli spedizionieri ci era arrivato prima, un uomo che da solo si era messo a vagare per quelle terre per i medesimi motivi. Quali sono state le sue scoperte? E' possible vivere su Enana?

Una storia che inizia e finisce in un soffio, che narra di attimi, perchè come uno dei personaggi fa notare al lettore la vita è fatta di questo e sono le piccole cose e i piccoli sacrifici a cambiare il corso degli eventi. Solo che noi non ce ne rendiamo conto.

La storia che Lorenzo Crescentini ci racconta è forse il simbolo di qualcosa di nuovo che sta prendendo forma, qualcosa di nuovo che noi non pensavamo possibile. La vita umana su un altro pianeta è possibile tanto quanto la vita che conduciamo qui ora. Enana è il simbolo di qualcosa di diverso, apparentemente ostile ma che invece può presto diventare portavoce dell'apertura mentale e del coraggio che spesso manca a noi uomini. Una scrittura fresca e libera da stilismi rende questo breve racconto un piacevole stop della vita quotidiana, una piccola pausa per assaporare un autore emergente con discrete potenzialità narrative.

martedì 1 dicembre 2015

Devil inside, di Pietro Gandolfi // Benvenuti allo show!

Buonpomeriggio cari lettori, momento topico questo. Dopo mesi dalla sua uscita ho finalmente avuto modo di leggere Devil inside, novella che accompagna Delirium di Ivo Gazzarrini all'interno di Grindhouse Vol.1 edito da Dunwich edizioni.

Titolo: Devil inside
Autore: Pietro Gandolfi
Editore: Dunwich edizioni
Pagine: 88
Link per l'acquisto QUI

La trama: Helena è una ragazza affascinata dal lato oscuro della vita e conduce un’esistenza al limite, fra alcol, droga e sesso, attratta senza via di scampo in una spirale discendente di autolesionismo. Quando sul suo cammino incontra Stuart, sembra riuscire a trovare nuove espressioni per i suoi desideri estremi. Viene a contatto con gente pericolosa, all’improvviso impossibilitata a comprendere dove finisca la finzione e cominci l’orrore, quello vero. Helena è convinta di non temere nulla, ma scoprirà di avere commesso un errore, di avere fatto un passo troppo in là. Benvenuti allo show, il grande spettacolo di Devil Inside.

La recensione: Il fido lettore (o il fido Esserino!) che si accinge a leggere questo romanzo breve deve essere preparato. Per quanto lui possa essere avvezzo alla scrittura di Pietro Gandolfi deve mettere in conto parecchie insidie. Questa è una storia che sorprende sotto tutti i punti di vista.
Devil inside è la storia di Helena, una ragazza che ama vivere "al massimo" e si porta dietro la sua fiumana di devastazione. Ma è anche la storia di Stuart e del mondo di cui fa parte. Il loro strano rapporto porterà Helena a contatto con un mondo fatto di magia e di morte: una messa nera. Decisa a voler andare fino in fondo, al fine di provare emozioni sempre più forti, si lascerà trascinare sempre più in basso perchè niente è più capace di sconvolgerla. Lei stessa vuol essere parte integrante di quello spettacolo così affascinante, farsi catturare, farsi possedere dal demonio.
Ma cosa accade quando le cose non vanno per il verso giusto? Cosa succede quando tutto quello che avevamo previsto non va secondo i piani e rischiamo di essere sgozzati come un capro sull'altare?
Helena sarà capace di risollevarsi dall'abisso? Lo strano individuo che sembra perseguitarla saprà forse dargli una mano?
Helena capirà a caro prezzo che non si gioca con Satana...

Ciò che rende vera questa storia è, senza ombra di dubbio, la protagonista Helena. Helena incarna l'anti eroina, è una ragazza che si porta dietro un tormentato passato e continua a viverlo tutt'ora. Sesso, droghe pesanti e rapporti ambigui sono il suo pane quotidiano. Helena è l'apoteosi del nichilismo, una persona che di rado mette il naso fuori casa perchè ama vivere la notte e l'oscurità fatte di eccessi e perversioni. Molti lettori potranno rivedersi chiaramente in lei, perchè tutti quanti abbiamo passato un periodo buio dal quale non volevamo più uscire perchè sembrava più allettante di tutto il resto. Che poi ne siamo usciti è altra cosa.
Un personaggio coraggioso il suo, il lettore è portato ad amarlo nonostante sappia bene che quello che Helena fa "non è bene farlo". Una ragazza multisfaccettata, che abbraccia caratteri e tipologie antropologiche differenti. Lei è il bene e il male allo stesso tempo, ha dentro di se la sfacciataggine di usare ma anche la sensibilità per comprendere i suoi errori.

La scelta dei luoghi contribuisce a creare un mood all'altezza della trama. Parliamo di appartamenti angusti con stanze sommerse di cose dove il disordine e lo sporco regnano sovrani, ville che ospitano rituali satanici, antiche dimore teatri di macabri spettacoli e orge senza fine con uomini e donne incappucciati. La libertà non esiste. La sincerità non esiste. Tutto viene celato e nascosto dal buio della notte, le tonalità della morte.

Il tema è quello di una realtà claustrofobica, fatta di luci ma più che altro ombre, luoghi dove si accede soltanto se si conosce qualcuno, luoghi che spaventano. Senza tanti fronzoli l'autore propone l'incarnazione del maligno nella sua duplice forma, sia fisica che interiore. Da una parte abbiamo una schiera di adoranti del demonio pronti a veder sacrificare una sull'altare una ragazza e veder il suo sangue scorrere a fiumi, dall'altra la capacità di una persona di calarsi a tal punto nella parte da diventare lei stessa il sacrificio da compiere. Egoismo verso gli altri e verso se stessi, cattiveria nei confronti della vita e di quello che ci circonda. Rassegnazione, abnegazione, devastazione.
Temi forti sono quelli che indicono le pagine di questa storia. Pagine che forse non tutti potranno apprezzare. Peccato per loro.

Consiglio vivamente la lettura di questo volume a coloro che amano le storie al limite, a coloro che cercano l'eccesso in ogni cosa e vogliono, come Helena, andare oltre per capire che non sempre è possibile tornare indietro. Questo di Gandolfi è un racconto horror che forse, come Avventura alla stazione di servizio, spaventa più degli altri perchè tratta tematiche reali, che noi tutti possiamo toccare con mano e provare sulla nostra pelle. Devil inside è un horror interiore. Non ci sono mostri o bestie di nessun tipo, e questo è ben peggiore. Una narrazione che spaventa pagina dopo pagina, che sferra delle dolorose pedate nello stomaco da cui, putroppo, non è possibile difendersi.
La vita non è rose e fiori e Gandolfi ce lo ricorda battuta dopo battuta...

giovedì 26 novembre 2015

E tu credi al destino?, di Kathrine J. Lee

Titolo: E tu credi al destino?
Autore: Kathrine J. Lee
Editore: Lettere Animate
Pagine: 142
Link per l'acquisto QUI 

La trama: L'inchiostro le rivelerà i segni del Destino. Una giovane donna, un pittore, un segno impresso sulla pelle e nelle stelle. Quando il Destino intreccia i percorsi accade sempre l'imprevedibile. Lo sa bene Allyson che ha deciso di serrare il cuore, delusa dal suo unico amore. Ma arriverà qualcuno a salvarla dall'abbraccio della solitudine, qualcuno che porta con sé il disegno del fato. Sotto il cielo di una San Francisco multicolore una giovane donna cercherà se stessa, ma verrà trovata dall'amore. E tu credi al Destino?

La recensione

La storia: Era un sacco di tempo che non mi gettavo tra le pagine di un romance, ecco perché quando l'autrice mi ha contattato sono stato felice di accettare la sua proposta. Cambiare genere ogni tanto mi fa bene per spezzare quella lunga catena di romanzi fatti di sangue e morte che a me piacciono tanto!

Questa è la storia di Allyson e dell'universo che la circonda. La vita di una ragazza che vive assieme alla madre e alla sorella a San Francisco ed è a caccia del vero amore. Il suo cuore da sempre batte per Lucas, un giovane coetaneo, un ragazzo con la passione per la musica. Una passione così grande da mettere spesso in crisi il rapporto con Allyson. Devastata e delusa continuamente dalle bugie del ragazzo Ally decide di chiudere con questo rapporto e gettarsi tra le braccia di un destino che avrà per lei delle sorprese inaspettate. L'amore per qualcuno che abbiamo conosciuto via internet può nascere davvero oppure è la certezza di una nuova e bruciante delusione? Seguire i consigli dell'amica del cuore sarà una cosa giusta oppure fare forza sulle nostre facoltà è la scelta migliore?

I personaggi: Per Allyson non è facile andare avanti. E' una ragazza che vorrebbe e potrebbe fare un sacco di cose ma non trova la forza. A suo sfavore giocano un carattere particolare, portato a fare del bene sempre e a mettersi al servizio degli altri. Ed è questa la sua rovina: è alla ricerca dell'amore, un amore vero e totale, quell'amore che tutti sognano. La sua esistenza però è minata da Lucas, il ragazzo di sempre, bello e dannato, che purtroppo sembra preferire altri tipi di intrattenimento, che la fanno soffrire e la mettono da parte. Il carattere semplice e amorevole di Allyson non ce la fa a sostenere quei ritmi, lei ha bisogno di altro, di qualcuno che le dia la forza di credere in lei, qualcuno he sia pronto a raccogliere i pezzi quando cade a pezzi. Lucas pur avendo un fascino tutto suo non è in grado di darle tutto questo.
La ragazza deve mettersi il cuore in pace, chiudere quella storia, e andare avanti. Trovare la voglia di gettarsi ancora una volta in qualcosa di ignoto è difficile, ma sarà qualcosa che fa parte del suo passato a farla rinascere. Complici una donna di China Town e l'amico del cuore, segretamente innamorato di lei, Ally riscoprirà il piacere per il disegno e la pittura e capirà che forse non tutto è perduto e che seguendo il dragone forse troverà la strada vero quel qualcosa che desidera da sempre.

Per quanto riguarda Lucas devo ammettere che ho provato non poco odio. Lucas è colui che fa battere il cuore alla protagonista, colui che la fa innamorare ogni giorno di più, che la illude, che la fa soffrire. Lucas è uno di quei personaggi che, proprio per il loro essere credibili e veri, suscitano nel lettore sensazioni strane perché a tutti è capitato di conoscere uno come lui. Svariate le situazioni che mi sono saltate alla mente mentre leggevo di come lui trattava Allyson, mi sono venute in mente tutte quelle volte in cui mi sono trovato a consolare un'amica in lacrime, alle volte in cui ho detto "lascialo perdere" ma nessuno mi ha mai ascoltato. Un rapporto carnale, fisico, mentale e devastante quello che abbiamo di fronte. Un personaggio negativo ma proprio per questo concreto e che sembra quasi voler uscire delle pagine. Fa quasi paura. Ero preoccupato per come poteva andare a finire con lui, mi auguravo che Ally capisse, che la smettesse di cercarlo al cellulare, ma questo non accadeva mai...
Chi di noi non ha incontrato un Lucas, uno che nonostante i nostri sforzi non riuscivamo mai a raggiungere?

Il tema del libro è chiaro. Chiarissimo. Dire però che questo è un libro che narra d'amore sarebbe riduttivo, perché al suo interno c'è molto di più. Il libro di Kathrine Lee è qualcosa che pur nella semplicità riesce ad andare oltre, ecco perché dentro c'è anche tutta una parte dedicata all'interiorità. Questa è la parte dominante, una parte dove viene dato libero sfogo ai sentimenti e ci vengono raccontati per quello che sono, senza fronzoli e senza quel modo troppo spesso abusato di raccontarli come se fossero parte di una favola. Se accettiamo l'amore dobbiamo accettare anche la sofferenza, perché solo in questo modo possiamo capire quanto sia tutto quanto reale.
Forse il tema sono proprio loro, i sentimenti in tutte le loro forme, narrati in una maniera soffice e delicata da sembrare quasi reali. Questo il punto di forza di questo romanzo, la capacità di permettere un immediato sdoppiamento del lettore e le pagine. Un modo di scrivere che poche volte mi è capitato di trovare.


Il mio giudizio è positivo. Questo è un libro che si legge con vero piacere perché è ben strutturato, c'è un prima e un dopo, partiamo da una situazione e arriviamo ad un altra assieme ai personaggi, c'è un'evoluzione. C'è un cambiamento. Coloro che non sono portati a leggere questo tipo di storie forse lo troveranno banale, ma sono dell'idea che tutti dovremmo dare spazio ad altro ogni tanto, giusto per distogliere l'attenzione dai soliti generi.
Un libro che può essere letto in ogni occasione. Un libro che farebbe bello regalare.
Tutti dobbiamo scoprire se crediamo al destino...

lunedì 23 novembre 2015

Format, di Fabrizio de Sanctis // Un thriller che sovverte la teoria ipodermica americana

Titolo: Format - Crimine in diretta tv
Autore: Fabrizio De Sanctis
Editore: Fratini editore
Pagine: 750
Link per l'acquisto QUI

La trama: Thriller ambientato a Firenze. Aspetti inquietanti dietro e davanti allo schermo televisivo vedranno coinvolti nelle indagini il commissario Siciliano e la sua squadra in un susseguirsi di omicidi con cui dovranno fare i conti anche i più affezionati telespettatori. Cover illustrata dal piccolo grafico "in erba" Pietro Macelloni.

La recensione

Un libro questo che farà molto piacere a tutti gli appassionati di thriller. Una storia vecchio stile con un po' di modernità al suo interno.

La storia: In Format di Fabrizio de Sanctis troviamo una storia ambientata a Firenze, città che da sempre esercita il suo fascino su qualsiasi cosa e su chiunque. Questo contribuisce a creare l'ambientazione giusta per questo thriller, ambientato negli studi di Klem tv, una piccola emittente televisiva. Salvo qualche screzio e dissapore le giornate lavorative sembrano procedere tranquille, una mattina però uno strano pacchetto viene recapitato sulla scrivania di Antonio Grandi ed ha inizio così il più sadico dei reality show che la tv italiana abbia mai visto.
Un killer dalle idee molto chiare propone il rapimento due vittime per volta ma solo il pubblico da casa, attraverso il televoto, potrò decidere le loro sorti. Uno verrà ucciso e la sua morte trasmessa in tv attraverso un filmato, l'altro sarà rimesso in libertà. Sembra un piano perfetto, ma ben presto le regole verranno infrante e a quel punto la pazienza e la bravura del commissario Siciliano e dei componenti della sua squadra verranno messe a dura prova...

I personaggi: Potrebbero essere schierati in due squadre. Da una parte ci sono i componenti degli studi televisivi, dall'altra il commissario Siciliano con il suo entourage di colleghi.
Del primo gruppo fa parte la famiglia Andrei, ricchi possidenti capitanati dal padre Ettore, che con maestria sembra gestire in modo sapiente la vita dei tre figli secondo il suo volere. La loro è una vita fatta di agi e confort, per loro non ci sono sacrifici da fare perchè tutto è dovuto. Gente senza scrupoli che non ci pensa su due volte per raggiungere i propri scopi. Tra loro c'è infatti Cremente Andrei, il più viziato dei tre figli, quello più arrogante, quello a cui è stata affidata la gestione dell'emittente televisiva Klem.
Nell'altra squadra i componenti della polizia al gran completo, i buoni insomma, coloro che si impegnano fino alla fine di ogni giornata (ma anche per gran parte della notte) a cercare quel dettaglio che servirà loro per incastrare l'Assassino del Reality. Il commissario Siciliano, come anche i sovrintendenti Alessi e Tommasi rispecchiano i classici personaggi del romanzo di genere, coloro per cui il lavoro viene prima di tutto il resto e per cui sarebbero capaci di sacrificare la vita a favore delle indagini, spesso a scapito della vita privata. Persone coraggiose e disponibili, ma spesso molto sole a causa del loro lavoro.
Il vero protagonista del romanzo è però, senza ombra di dubbio Format, l'assassino. Freddo, intelligente e calcolatore proprio come piace a me si è da subito conquistato il mio amore. E' lui che ha il più profondo approfondimento psicologico e una quasi totale immedesimazione con il pubblico di lettori. Prima che essere un assassino è una persona, qualcuno che ha subito qualcosa di molto grave nel suo passato e adesso deve sfogarsi e adesso ha deciso di farlo nel miglior modo possibile.
Il lettore non può non restare affascinato dal suo macabro piano, non può non provare interesse per lui, non può non unirsi alla polizia per cercare di capire che cosa passi nella sua testa e perchè abbia deciso di fare tutto questo. Ma soprattutto, chi è davvero Format?

Il tema: C'e un unico filo conduttore che lega tutto ciò che accade nel libro ovvero quello della critica sociale attraverso quel mezzo di comunicazione di massa che è la tv. L'autore critica fortemente la struttura televisiva, il modo in cui è gestita, i temi che propone, ma soprattuto l'impatto che ha sul pubblico. Un tema decisamente interessante visto il tempo in cui viviamo, un tempo in cui le persone sono sempre più prese da se stesse ma amano spiare gli altri attraverso una trasmissione dove dei perfetti sconosciuti (o presunti tali) vengono ripresi 24 ore su 24.
Nel caso di Fabrizio de Sanctis e del reality da lui concepito assistiamo alla totale sovversione della teoria ipodermica (meglio conosciuta come Teoria della pallottola) secondo la quale, essendo la tv una forte comunicatrice di massa, essa "spara" tutto ciò che trasmette verso i telespettatori che la guardano in modo passivo senza modo di potersi difendere. In Format abbiamo di fronte una tv che fa reagire gli spettatori, che li fa sentire padroni del gioco, padroni del destino e della vita di altre persone, con l'assassino che muove i fili come un macabro burattinaio.
Tutti quanti siamo degli assassini.

Le critiche: Il libro è molto lungo ma scorre benissimo ed è questo che mi ha aiutato molto nella lettura. L'impaginazione è quella di un libro di testo universitario, che differisce quindi dal comune formato di pubblicazione libresca a cui siamo abituati. Le pagine utilizzano un ottimo carattere e non si hanno da fare sforzi durante la lettura. Diventa un problema nel caso in cui (come spesso mi accade) si decida di leggerlo fuori casa, il numero delle pagine e il formato non propriamente tascabile rende un po' difficoltosa e "pesante" la lettura.
Ci sono un paio di cose, come ad esempio lo svelamento dell'identità dell'assassino che avviene decisamente troppo presto, oppure il gioco degli anagrammi che il lettore intuisce prima dei personaggi, che forse castrano un po' quelli che sono i colpi di scena della storia.
Il finale mi ha lasciato esterefatto, la storia subisce un'accelerazione improvvisa da lasciare il lettore letteralmente a bocca aperta...

Il mio giudizio: Una buona storia con delle ottime motivazioni. Format è il giusto mix di azione, scorribande poliziesche, e le malsane gesta un folle omicida. Una storia che tiene piacevolmente il lettore incollato alle pagine per sapere come il malato reality andrà a finire, chi saranno i prossimi in nomination, e chi sarà colui che il pubblico deciderà di far uccidere dal killer.
Consigliata la versione ebook.

giovedì 19 novembre 2015

Illustri vampiri, di Matteo Bertone edito da Nero Press edizioni

Titolo: Illustri vampiri
Autore/Disegnatore: Matteo Bertone
Editore: Nero Press edizioni
Pagine: 70
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La trama: Dal Conte Dracula a Edward Cullen, da Carmilla a Nosferatu, dalla Contessa Bathory a Barnabas Collins… chi sono i vampiri più illustri della storia? Per la prima volta un libro li raccoglie tutti, illustrati e raccontati attraverso le memorie di una falena. Perché proprio una falena? Perché le falene nutrono da sempre un debole per i vampiri, con cui condividono segrete di castelli, soffitte polverose o lugubri cripte cimiteriali. La falena Notturnia ha raccolto le memorie tramandate dai suoi antenati falenotteri, per narrare le gesta dei vampiri più illustri e spaventosi di sempre.

La recensione: Quello che abbiamo di fronte è forse quella cosa che tutti gli appassionati di vampiri come me hanno sempre desiderato: una bibbia. So bene che visto il tema può suonare strano ma è davvero così.
Matteo Bertone, già apparso su questo blog grazie a Diurno Imperfetto, stavolta decide di rivolgersi al suo pubblico riunendo in un booklet le storie dei più famosi vampiri di tutti i tempi. Ecco perchè prima ho parlato di bibbia! Sfogliando questo piccolo libro dalle dimensioni ridotte possiamo ritrovare le storie e gli avvenimenti principali della vita (e della morte) di ciascuno di loro.
Ciascuna storia è raccontata in prima persona (se di persona possiamo parlare!) da Notturnia, per gli amici Notty, che con un linguaggio ironico e tagliente ripercorre le gesta di Carmilla di LeFanu, Bill Compton del recentissimo True Blood, ma anche dell'affascinante Lord Ruthven della celebre novella di Polidori, oppure il Conte di Orlok che senza una parola riusciva a spaventare chiunque. Ammetto di essere parecchio affezionato a quest'ultimo per tutta una serie di motivi che qua non sto a spiegare, vi basti pensare che l'ho sempre collegato a un vecchio nonnetto incompreso e che non tanta voglia di amare! Lo so, lo so, il mio affetto per lui va oltre ogni limite.
Ad arricchire questa nuova pubblicazione Nero Press vi sono anche numerose illustrazioni, eseguite dallo stesso autore dei testi, per meglio aiutare l'immaginazione di coloro che potrebbero non conoscere o ricordare come sono fatti questi illustri succhiasangue. Tratti semplici ma esplicativi che vanno dritti al punto e fanno provare una simpatia senza limiti verso questi personaggi leggendari, giusti compagni delle parole che li accompagnano.
Un lavoro completo quindi, capace di far rivivere ai lettori più adulti quelle che sono state le storie del passato e della loro infanzia, ma anche qualcosa in grado di far avvicinare a questo genere i ragazzi più giovani, senz'altro incuriositi dalle immagini e attirati dalle storie che....hanno fatto la storia del genere vampirico.
Un libro dalle piccole dimensioni ma che rievoca storie senza tempo che, volente o nolente, fanno tornare la bruciante voglia di andarsi a rileggere ciascuna storia che ogni vampiro si porta dietro da secoli e secoli. Un libro piacevole e utile, capace di far sorridere e allietare, con paletti di frassino e sangue, anche le più grigie giornate...che sono perfettamente in tema!

Una chicca? Se tra voi lettori c'è qualcuno che vuole intraprendere la carriera dell'ammazza vampiri adesso può farlo! Matteo Bertone vi dice come fare... Fatevi avanti!

venerdì 6 novembre 2015

Cancellato, di Eleonora Della Gatta // Quarto volume del ciclo Cthulhu Apocalypse edito da Dunwich edizioni

Buongiorno affezionati lettori! Quando leggerete questo post probabilmente sarà ancora stordito dall'edizione 2015 di Lucca Comix & games e del Pisa Book Festival. La vita però va avanti e vanno avanti anche le mie recensioni quindi eccomi qua per farvi conoscere il lavoro di Eleonora Della Gatta: Cancellato, edito dalla casa editrice Dunwich.

Titolo: Cancellato
Serie: #4 Cthulhu Apocalypse
Autore: Eleonora Della Gatta
Editore: Dunwich edizioni
Pagine: 48
Link per l'acquisto QUI

La trama: Luca Muzi è un modesto bancario, un uomo pacato e senza grilli per la testa, sposato con la sua amata Elena. Una mattina come tante, uno sconosciuto lo sequestra, accusandolo di essere in possesso di una fantomatica mappa. Sotto la costante minaccia della pistola, Luca Muzi si ritroverà catapultato nei laboratori di un’assurda associazione: l’Ordine dei Custodi del Silenzio. Tra teche piene di esseri mostruosi, uomini che blaterano assurdità circa la vera identità di Luca e informazioni sulla fine del mondo per colpa dei Grandi Antichi, il bancario scoprirà una realtà ben diversa da quella a cui era abituato credere. Cos’è la Mappa? Quale segreto atroce nascondono i Custodi del Silenzio? Chi è in realtà Luca Muzi?

La recensione: Come intuiamo dal titolo questo Cancellato di Eleonora Della Gatta è il quarto volume di una serie di racconti autoconclusivi dedicati al mito di Cthulhu Lovecraftiano. Proprio come è accaduto per la serie di Infernal Beast abbiamo di fronte una medesima ambientazione, un filo conduttore che lega tra loro i racconti, ma con personaggi e accadimenti differenti.

Quella di Luca doveva essere una giornata come le altre, preso dalla vita di tutti i giorni, dal suo lavoro, dai piccoli screzi con la moglie Elena, le commissioni giornaliere. Questo fin quando uno sconosciuto gli punta una pistola addosso e gli suggerisce di seguirlo. Lo strano individuo lo accusa di essere in possesso della Mappa, proprio quella che l'Ordine dei Custodi del Silenzio stanno cercando da anni. Viene quindi trascinato nel loro quartier generale, un luogo sperduto in mezzo al nulla dove si fanno strani esperimenti su creature dalle fattezze raccapriccianti. Cos'è quel posto? Cosa succede al suo interno? Come mai individui che sembrano avere cattive intenzioni continuano a sostenere che Luca sia uno di loro, un traditore?
Quella Mappa è la chiave di tutto. Un percorso. Dei luoghi ben precisi che saranno teatro di rituali in grado di cambiare tutto quanto. Rituali che vanno fermati al più presto, in un modo o nell'altro.

Il protagonista di questa opera è una persona comune. Luca. Una persona portata a fare del bene senza pestare i piedi a nessuno. Almeno questo è quello che crede lui, prima che gli venga detto di far parte un certo gruppo con una missione ben precisa. Una persona come tante che si trova a dover affrontare una situazione d'urgenza per salvare se stesso, sua moglie, quello in cui crede.
L'immediatezza dell'azione che si sussegue a un ritmo vorticoso fa in modo che anche il lettore finisca preda degli eventi e venga spostato da un posto all'altro senza sapere il perché. Quando quello che sta succedendo viene poi spiegato dall'uomo con la mascherina (e qua non dico altro per non fare spoiler) il tempo quasi si cristallizza, per un breve attimo si ferma quasi a vuole far tirare il fiato, per poi riprendere la corsa che porta Luca e il fido lettore verso una conclusione che mette i brividi.
Cattiva. Cruda. Spietata.
Proprio come il destino dell'umanità.

Il mio giudizio: Ho letto Lovecraft anni e anni fa. Avrò avuto forse undici o dodici anni. Stregato da quelle cupe ambientazioni e dal fascino dei suoi folli personaggi. Questo racconto, anche se fa parte di una collana, deve esser preso come un qualcosa di unico e a parte. Coloro che come me hanno letto e amato l'universo dello scrittore statunitense subiranno una trasformazione. Secondo uno strano meccanismo torneranno indietro nel tempo, a quando scorrevano per la prima volta le pagine dedicate a Cthulhu. Cancellato ha la capacità di rievocare quel mondo pieno di fascino che mischiato alla mitologia riporta in vita un universo parallelo. Pochissime pagine che aprono una voragine su un mondo altro e che trascinano verso eventi crudi e luttuosi, verso quella fine già scritta e che sarà capace di ripulire l'umanità dai suoi errori.
Il libro di Eleonora Della Gatta è ottimo per riscoprire il piacere per la lettura di questo genere ma è anche un ottimo punto di partenza per tutti coloro che ne sono estranei. Con uno stile fluido l'autrice riesce sapientemente a unire tutti i pezzi di un puzzle vastissimo. In questo racconto c'è azione e mistero, vengono citati i punti salienti della poetica originale, ritroviamo l'antica cantilena che riecheggia ossessiva mente e che incita al risveglio di forze oscure e malefiche una volta che i pianeti si allineeranno nuovamente. Ritroviamo i Grandi Antichi, che come spettri mortali aleggiano sulle nostre teste in attesa di scatenare l'inferno.
A coloro che pensano servano milioni di pagine per scrivere qualcosa che vada oltre, qualcosa di originale ma che allo stesso tempo getti un occhio alle opere originarie, consiglio caldamente di ricredersi e passare all'acquisto di questo libro.

Scusate ma adesso corro a rileggermi tutto il ciclo!

lunedì 2 novembre 2015

Nulla si distrugge, di Simone Giraudi

Titolo: Nulla si distrugge
Autore: Simone Giraudi
Editore: Youcanprint
Pagine: 35
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La trama: Un’astronave in esplorazione della Galassia, un pianeta artificiale lontano non solo fisicamente dalla Terra, un apocalittico futuro prossimo: questi sono gli ingredienti di Nulla si distrugge, i sapori che aiutano a digerire il vero e proprio concetto trattato all’interno del racconto… quello della Morte. Attraverso i ricordi e le parole di una forma di vita sintetica inquietantemente simile a un essere umano, Nulla si distrugge esplora la Morte nella sua improvvisa ineluttabilità, nel suo superamento e nella sua accettazione; una favola fantascientifica in cui l’autore si trova a esprimere con analitica e fredda sincerità quelle che sono le sue profonde convinzioni in rapporto all’inizio e alla fine delle nostre esistenze. In sottofondo, le “5 fasi del lutto” e un leggero ma soffocante senso di ciclica malinconia.

La recensione: Esattamente come il libro precedente non sapevo che cosa aspettarmi. Anche stavolta la copertina non mi ha suggerito niente, così mi sono messo a leggere per cercare di scoprirne di più.
Il romanzo breve di Giraudi spiazza il lettore e ce ne accorgiamo subito. Nulla si distrugge è la storia di un droide, appartenente a una specie evoluta di robot, con l'incarico di spiegare a noi esseri umani come funziona la loro società come una sorta di eredità. La loro è un società evoluta dove la vita è scandita da serrati ritmi di lavoro. Tutto sembra uguale, tutto sembra avere un corso prestabilito. La vita sociale non esiste.
Una volta cominciata la storia veniamo sbattuti in un universo lontanissimo dal nostro, in un luogo lontano, con forme di vita differenti, ed è proprio per questo che sono rimasto sorpreso nei ritrovare un tema attualissimo, quello di cedere alle emozioni. Sorprende come anche un droide, solitamente escluso da questo tipo di comportamento, si trovi invece a provare molteplici emozioni nel giro di brevissimo tempo.
Un racconto che si presta a numerose interpretazioni su più fronti. Quello che più mi ha colpito, e che forse è il cardine di tutta la storia, è come i droide si trovi a provare un sentimento che non viene mai chiamato col proprio nome ma che molto si avvicina all'amore. Tema trattato in modo limpido e delicato, pochissime frasi che aprono un mondo nella mente del lettore in grado di sognare come tutto sia potuto nascere in un mondo come quello. Piccoli dettagli impreziosiscono il racconto del droide, quelle cose che esistono ma a cui nessuno fa più caso proprio perché considerate naturali, quello stato d'animo che turba il nostro essere, che ci fa fermare a riflettere per capire come mai nutriamo una sensazione come questa per qualcuno simile a noi. Non facciamo forse di tutto per stare insieme a quella persona che ci fa stare bene? Non siamo portati ad aprire il nostro cuore anche quando la situazione è difficile? Cosa succede quando una delle due parti viene a mancare?
Pochissime pagine ma con un grande significato. Un lavoro che porta a farci delle domande. Una storia adatta a coloro che sanno andare oltre le pagine stampate per cogliere il significato nascosto e non giudicare mai, nemmeno quando quello che abbiamo di fronte è diverso.
Consigliato.

giovedì 29 ottobre 2015

In cielo brillava una sottile falce di luna, di Alessia Alberici

Titolo: In cielo brillava una sottile falce di luna
Autore: Alessia Alberici
Editore: Silele edizioni
Pagine: 222
Link per l'acquisto QUI
Sito dell'autrice QUI

La trama: La protagonista di questo romanzo è Nina, una giovane donna, autrice di testi musicali, costretta a cambiare vita e ad abbandonare le scene. Ella partirà con il suo fidanzato per ritrovare la serenità che il mondo dello spettacolo le ha tolto. Ma il viaggio, che avrebbe dovuto portarli verso la riviera del Conero, li vedrà protagonisti di avventure inaspettate. Da Sirolo alle terre selvagge di Panama, Nina si scontra con una realtà feroce e violenta: piuttosto insicura all'inizio, dimostra invece, nel corso della storia, un carattere quanto mai forte, capace di reagire anche quando sembra non esserci più una ragione per vivere. La sua storia è la storia di chi è disposto a tutto pur di arrivare alla verità; è la storia di chi trova il coraggio di risalire il proprio passato fino alle origini più remote, superando la paura di trovarsi di fronte a qualcosa di indicibile.

La recensione

Quando ho iniziato a leggere questo libro non sapevo bene che cosa aspettarmi. il titolo dava ben poche informazioni, la copertina non faceva pensare a un genere particolare. Ho cominciato a leggere questa storia e subito mi ha incuriosito. Ma andiamo con ordine.

La storia: Nina è una ragazza come tante a cui però la vita le ha tolto tutto, anche l'amore dei suoi genitori, Da anni vive da sola cavalcando l'onda del successo come scrittrice di canzoni. Adesso però ha scelto di cambiare e passare la sua vita insieme al suo ragazzo, Diego, e partire per un viaggio.
Per strada però accade qualcosa che li costringe a cambiare i loro piani. Un incidente stradale cambia le sorti di tutto quanto, Diego sparisce e Nina finisce preda degli strani individui che popolano quei luoghi... Chi sono? Cosa vogliono da lei? Perché queste persone che hanno abitudini un po' particolari sembrano tenerla prigioniera?

I personaggi presenti sono diversi e costituiscono una elle parti interessanti della storia. Nina è una ragazza abituata a stare per conto suo perché non ha più niente, eccetto Diego. Ha un carattere solitario ma forte, che le ha permesso di superare il distacco dai genitori e farsi una vita. Nonostante questo mi sono stupito nel vederla a volte agire in maniera differente da come mi aspettavo, in particolare modo di fronte a Sinistro e alla sua famiglia. Mi ha stupito che non abbia mai tentato di fuggire seriamente, a quando scopre il sentiero segreto dietro la casa dove la costringono a state. Mi sono chiesto come mai una ragazza come lei, abituata a stare sola e costretta a far fronte alle avversità, non abbia cercato di riflettere e trovare un modo per risolvere la questione.
Diego è il classico ragazzo della porta accanto, il ragazzo che tutti vorrebbero. Un ragazzo gentile e disponibile che sembra volere per Nina tutto il bene di questo mondo. Il destino però ha per lui altri progetti e poco dopo l'inizio della storia sparisce nel bosco per subire una serie raccapricciante di cose... Diego ha numerosi cambiamenti all'interno della storia, muta, in tutti i sensi e Nina non sarà più capace di riconoscerlo e fare qualcosa per lui. Colei che doveva essere salvata dal fidanzata si trova invece dalla parte opposta e cercare un modo per sistemare le cose. Sinistro e la sua famiglia renderanno le cose per niente facili.
Sinistro, colui che detiene il potere e incarna il seme della cattiveria che regna nella casa, è il personaggio più riuscito. Lui è abituato ad arrivare per primo, senza guadare in faccia nessuno, per lui il motto è "il fine giustfica i mezzi". Il lettore è affascinato da questo personaggio nonostante sia un personaggio negativo, si è spinti nella lettura per cercare di capire qualcosa del suo passato, capire che cosa lo abbia portato a fare de male alle persone. Un male che affascina e si porta dietro una sia storia e una sua filosofia di vita. Un personaggio che doveva avere maggior spazio al fine di potersi esprimere con maggiore intensità senza far parte di un gruppo colare che agisce come "branco".
Malia è un personaggio ambiguo, inizialmente sembra dover rendere conto a Sinistro di quello che fa, solo successivamente scopriamo essere anche lei vittima delle sue angherie. Un personaggio curioso a cui però viene dato poco spago e messo da parte per gran parte del libro.
Luis, che nella seconda parte del libro scopriremo avere una forte legame col passato di Nina, è il classico aiutante, colui che si accolla i bisogni della protagonista e decide di darle una mano. Perché lo fa? Perché decide di aiutare una sconosciuta prima ancora di aiutare sua figlia e fare assieme a lei un viaggio lunghissimo? Luis è così buono come vuol far sembrare oppure quello che fa è mosso dal solo desiderio di vendetta verso Sinistro?

La struttura e il linguaggio: Quello che usa l'autrice Alessia Alberici nel suo libro è un linguaggio colloquiale, alla portata di tutti, che a tratti sembra avere il ritmo di una sceneggiatura. La struttura del libro ha le stesse caratteristiche. Nella prima parte assistiamo al viaggio di Nina e Diego verso casa e al loro incidente, successivamente al rapimento e all'essere segregata dalla famiglia di Sinistro che nasconde un'inconfessabile segreto antico come il tempo. Nella seconda parte invece assistiamo alla ricerca di Diego e alla fuga da quella prigione, verso un luogo che la protagonista apparentemente non conosce, ma che scoprirà far parte di lei e del suo passato. Ci troviamo così davanti ad un libro differente con una nuova ambientazione e una storia da portare a termine. Quello che ci ha portato fino a quel punto non viene messo da parte, perché la narrazione continua, ma viene arricchita di nuove storie e nuove situazioni un po' differenti da quelle che hanno contraddistinto l'inizio del libro.


Il mio giudizio è nel complesso positivo. Nonostante durante la lettura ci si renda conto che qualche dettaglio non avrebbe guastato alla storia, non posso dire sia un romanzo non riuscito. L'autrice è stata capace di creare un'ottima atmosfera durante la prima parte del libro, così claustrofobia e malsana da far venire quasi i brividi, un vero peccato quindi che nella seconda parte quel climax venga un po' a perdersi proprio quando il lettore si aspetterebbe di scendere ancora più in profondità. Ci sono parti del libro scritte alla perfezione (vedi la descrizione del capanno con gli strumenti chirurgici)  altre meno (vedi lo scontro finale con l'arrivo risolutore dell'alluvione). Mancano forse i processi mentali che i personaggi affrontano per compiere le loro azioni o dare delle risposte che hanno dei fondamenti concreti con la realtà. Una storia che mixa nel giusto modo horror e avventura a cui forse seria un po' più di collante.