sabato 27 dicembre 2014

Refurtiva Natalizia 2014

Un carissimo saluto a tutti quanti voi cari lettori e tanti auguri! Anche quest'anno abbiamo passato il Natale assieme. Per quanto mi riguarda è stato un anno particolare, pieno di novità non sempre piacevoli. Mi difendo facendo una delle cose che più amo: leggere.
Come ogni anno ho anche io ricevuto un paio di libri per Natale ed ecco qua che vi rendo partecipi dei miei doni.

Titolo: Shadowhunters - Città del fuoco celeste
Serie: #6 The Mortal Instruments
Autore: Cassandra Clare
Editore: Mondadori
Pagine: 734

La trama: Erchomai, ha detto Sebastian. Sto arrivando. E ancora una volta sul mondo degli Shadowhunters cala l'oscurità. Mentre tutto intorno a loro cade a pezzi, Clary, Jace e Simon devono unirsi con tutti quelli che stanno dalla stessa parte, per combattere il più grande pericolo che la società dei Nephilim abbia mai affrontato: Sebastian, il fratello di Clary. Il traditore, colui che ha scelto il male. Nulla, in questo mondo, può sconfiggerlo, e i tre, uniti da un legame profondo e indissolubile, sono costretti a cercare un altro mondo dove l'estremo scontro abbia una speranza di vittoria. Il mondo dei demoni. Ma il prezzo da pagare sarà altissimo. Molte vite saranno perdute per sempre, e l'amore sarà sacrificato per un bene più grande: scongiurare la distruzione definitiva di un mondo che non sarà mai più lo stesso. Perché la fine degli Shadowhunters è anche il loro inizio.

Titolo: Ladri di sogni
Serie: #2 Raven Boys
Autore: Maggie Stiefvater
Editore: Rizzoli
Pagine: 519

La trama: La magica linea di prateria è stata risvegliata e la sua energia affiora. I ragazzi corvo, un gruppo di studenti della scintillante Aglionby Academy, sono sulle tracce del mitico re gallese Glendower, che dovrebbe essere nascosto nelle colline intorno alla scuola. Con loro c'è Blue, che vive in una famiglia di veggenti tutta al femminile. A lei è stato predetto più volte che quando bacerà il ragazzo di cui sarà davvero innamorata, questi morirà. Sulle prime sembra che il suo cuore batta per Adam, ma forse è Gansey quello che ama davvero... Intanto Ronan s'inoltra nei suoi sogni, da cui può uscire di tutto. Del resto è uno che ama sfidare il pericolo. Mentre il tormentato Adam, con un passato pesante alle spalle, s'inoltra sempre più in se stesso, cercando una sua strada nella vita. Nel frattempo c'è un individuo sinistro che è anche lui sulle tracce di Glendower. Un uomo pronto a tutto.

Entrambi titoli che negli ultimi tempi mi incuriosiscono parecchio. Il primo perchè mi sto portando avanti con la serie di Shadowhunters e sono sempre più preso dalla storia, il secondo perchè è un libro di cui si parla moltissimo e sono curioso di sapere di che cosa si tratta.
Nell'attesa ho iniziato a Shadowhunters - Città degli angeli caduti...

Ancora Buon Natale a tutti quanti!

sabato 20 dicembre 2014

Recensione: Morte a 666 giri, una silloge di racconti edita da Dunwich Edizioni

Titolo: Morte a 666 giri
Autore: Vari
Editore: Dunwich Edizioni
Pagine: 339
Prezzo ebook: 2.99 euro

La trama: Horror e musica si mescolano e fondono in un connubio di note e terrore. Protagonisti dei diciotto racconti sono ora i grandi miti del rock, ora persone comuni: tutti alle prese con fenomeni paranormali e spaventosi. Morte a 666 Giri è un viaggio nel lato oscuro e misterioso del mondo musicale, nelle cui pieghe si celano oscuri e insidiosi segreti.

domenica 14 dicembre 2014

Recensione: Mr Mercedes, di Stephen King

Titolo: Mr Mercedes
Serie: The Bill Hodges trilogy #1
Autore: Stephen King
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 470

La trama: All'alba di un giorno qualsiasi, davanti alla Fiera del Lavoro di una cittadina americana colpita dalla crisi economica, centinaia di giovani, donne, uomini sono in attesa nella speranza di trovare un impiego. Invece, emergendo all'improvviso dalla nebbia, piomba su di loro una rombante Mercedes grigia, che spazza via decine di persone per poi sparire alle prime luci del giorno. Il killer non sarà mai trovato. Un anno dopo William Hodges, un poliziotto da poco in pensione, riceve il beffardo messaggio di Mr. Mércedes, che lo sfida a trovarlo prima che compia la prossima strage. Nella disperata corsa contro il tempo e contro il killer, il vecchio Hodges può contare solo sull'intelligenza e l'esperienza per fermare il suo sadico nemico. Inizia quindi un'incalzante caccia all'uomo, una partita a scacchi tra bene e male, costruita da uno Stephen King maestro della suspense. Un thriller ad alta tensione, con due antagonisti: il sanguinario Brady - Mr. Mercedes - che ignora il significato della parola coscienza, e l'ironico Hodges, superlativo erede del Marlowe di Chandler, dolente e assetato di giustizia.

La recensione: Era tanto tempo che non leggevo qualcosa di King, l'ultimo è stato la rilettura di Dolores Claiborne. Nonostante appena uscito sono passato all'acquisto di Doctor Sleep, il libro si trova ancora nella libreria in attesa di essere letto. Con Mr Mercedes non è stato così, preso dallo slancio del momento di leggermi qualcosa che mi mettesse di buon umore ho iniziato subito la lettura.

Mr Mercedes fa parte di tutta quella serie di romanzi che esulano un po' dal genere a cui siamo abituati. Se avete acquistato il libro nella speranza di leggere di morti a mucchi come ne L'ombra dello Scorpione, animali che tornano in vita o macchine omicide come in Pet Sematary o Christine, oppure viaggi su e giù nel tempo come nel caso de Il Talismano, avete sbagliato qualcosa.
Ci troviamo di fronte a una persona, un cattivo (se così lo vogliamo chiamare), che commette una strage. A bordo di una Mercedes rubata pesta l'acceleratore mirando una folla di persone in fila  in cerca di un impiego. Un anno dopo la strage l'assassino resta ancora a piede libero. Ma è bramoso di fama, ha voglia che i riflettori siano puntati su di lui. Ecco che manda una lettera all'ormai ex detective Bill Hodges, e lo esorta a scovarlo prima di un'altra colossale strage...
Ed è l'inizio di una caccia all'uomo senza pari.

Una delle cose che mi sono senza dubbio piaciute di questo romanzo è l'inconfondibile linguaggio "alla King", anche se tradotto. Grazie quindi anche al traduttore, che ha saputo ricreare lo scorrere della prosa di King e farci fare quasi un salto nei romanzi del passato.
Un'altra chicca sono le continue citazioni di altri suoi romanzi, che fanno sempre un sacco piacere, primo fra tutti l'acclamatissimo It.

E' un romanzo che inizia col botto (la strage di fronte al City Center) per poi prendere una strada tranquilla ma parecchio tortuosa. Assistiamo in contemporanea all'evolversi di due storie. Da una parte troviamo Hodges in pensione che viene coinvolto ancora una volta nel caso della Mercedes rubata e dall'altra abbiamo Brady che conduce un'insolita vita in compagnia della madre alcolizzata, dividendosi tra il lavoro in un grande magazzino e quello di "omino dei gelati".
Interessante il profilo psicologico del Killer della Mercedes, una figura sfuggente e inquietante, la classica persona che può sederti vicino e tu non sai che cosa può passargli per la testa. Un po' già vista forse la fugura dell'anziano poliziotto che per non finire preda della noia torna "a lavoro" su un caso a cui non era riuscito a dare una fine dignitosa.

Il romanzo risulta piacevolissimo, ideale per le serate invernali, mi spiace però che con l'andare del tempo i romanzi di King sembrano amalgamarsi alla già abbondante fiumana di thriller che si trova in giro. Ho apprezzato moltissimo il fatto che in Mr Mercedes ci siano numerose critiche alla società odierna e che la storia fili liscia come l'olio, spesso però ho avuto come l'impressione che la storia potesse anche essere stata scritta da un'altro. Manca alla storia, comunque avvincente, quel componente particolare così marcato negli altri romanzi che hanno reso famoso il Re. Questo Mr Mercedes sembra quasi un romanzo scritto nei ritagli di tempo, un romanzo scritto tanto per fare o peggio, per portare a casa la pagnotta.

Come già accennato siamo ben lontani dalle scorribande assieme ai ragazzini di It in attesa dell'età adulta, siamo lontani dalla tensione che si percepiva nel sapere Jessie ammanettata al letto nella casa sul lago de Il Gioco di Gerald, e siamo ben lontani dall'azione incalzante di Desperation.... Qui ci troviamo di fronte a un thriller lineare, che in certi momenti avrebbe potuto (e personalmente ho sperato) diventare più crudo e sadico, cosa che purtroppo non succede. Ci sono delle situazioni che sembrano prendere una piega e poi ne prendono un'altra deludendo un po' le aspettative del lettore affezionato, che ha saputo negli anni amare le opere dell'autore.
Alcune delle trovate riguardanti il furto della Mercedes, forse per mia scarsa conoscenza del mondo automobilistico, mi sono sembrate un po' assurde, ai limiti del possibile, difatti alla fine del libro King ci spiega che le sue sono stati dei puri escamotage per far progredire la storia...
Un finale che non saprei bene come definire. La storia si conclude lasciando uno spiraglio aperto, pronto ad essere riempito con il seguito della trilogia. Quello che mi è dispiaciuto è che dopo che King ci ha fatto assaporare per buona parte della storia quel tipo di finale, mi riferisco al concerto della boy band, ce lo liquida in pochissimo tempo allentando tutta la tensione accumulata di punto in bianco.

Molti lo hanno criticato e posso capire perchè. Chi conosce King da anni ha ben presente che cosa sia in grado di scrivere quando gli prende bene. Questo suo ultimo lavoro è piaciuto a coloro che prima si spaventavano dei tomi di un tempo, a tutti coloro che per motivi di tempo hanno apprezzato la brevità dei paragrafi, e a tutti quelli che hanno iniziato adesso a leggerlo... Peccato per loro.
Vediamo. Diamo tempo al tempo. Cerchiamo di capire se questo primo romanzo della trilogia serve solo a rendere più appetitoso il seguito della storia e delle indagini del Detective Hodges...

venerdì 5 dicembre 2014

"Essere Melvin" la parola all'autore: Vittorio De Agrò

Buongiorno a tutti quanti! Stavolta mi ritrovo a scrivere in mattinata per proporvi un'altro intervento della rubrica La parola all'autore. L'ospite stavolta è l'autore del libro Essere Melvin, che ho avuto modo di recensire qualche tempo fa.

La trama: Essere Melvin è per un verso la storia di un cavaliere temerario che deriva la sua audacia da un rapporto con la realtà tutto trasfigurato dalla finzione; per altro verso è la storia di una vendetta lungamente preparata e macchinosamente architettata. Dirò di più: il libro stesso è una gigantesca rivalsa, non contro qualcuno in particolare, ma contro la misura colma delle frustrazioni e delle delusioni, contro una vita che somiglia troppo poco a quella sognata. Un romanzo d’avventure, dunque? Certo. Purché il lettore sia avvertito che le terre di conquista sono tutte interiori, e che l’eroe era ben poco equipaggiato ad affrontare i mostri, i draghi, gli stregoni e i briganti che non sospettava di nascondere in sé. Melvin è una storia vera.

La parola all'autore: “..Specchio,Specchio, Specchio delle mie brame chi è la più bella del reame…?” Tranquilli non sto delirando, né voglio da voi una risposta che neppure la magia potrebbe darmi. Eppure nella sua infinita cattiveria comprendo bene l’angosciosa e inquieta domanda che la strega di Biancaneve si pone da sempre. Io ogni mattina mi guardo allo specchio e osservo un giovane anziano, con la panza da cummenda, con pochi capelli, le borse sotto gli occhi eppure se l’immagine riflessa nello specchio mi indica il tempo passato e la ei fu giovinezza, non è quella la risposta che cerco con forza e determinazione da tempo. 

Chi sono io? Francesco mi ha chiesto di raccontarmi e di spiegarvi perché ho indossato la maschera di Melvin per così tanto. Difficile rispondere. Ci ho provato scrivendo Essere Melvin, il mio esercizio terapeutico, e dopo 430 pagine non so se sono riuscito nell’impresa.
Cosa è stato Melvin? Il mio miglior amico, il mio peggior incubo, la mia condanna, il mio scudo, il mio Hyde. Ho sempre pensato che la normalità sia noiosa e banale, ho fatto della stranezza e della diversità un segno distintivo fino a quando il mio stolto orgoglio non mi ha spinto all’inferno dove ho rischiato di perdermi per sempre. 

Credo in Dio e so che mi aspetta il Purgatorio quando sarà il momento . Credo che la coscienza sia la scintilla divina presente in noi. Nei momenti più bui della mia vita quando tutto sembrava perduto e le Parche stavano per tagliare il mio filo, qualcuno lassù ha deciso per il colpo di scena. Mi hanno letteralmente salvato prima che saltassi giù. Si, ho tentato il suicidio, ho subito un trattamento psichiatrico obbligatorio (Tso). Non mi sono fatto mancare nulla nella mia vita: amore, dolore, follia, avventura, morte, commedia e dramma e coma etilico.

Dicono sovente che la vita è una fiction e che ogni giorno viene scritta una pagina del copione.La mia fiction va avanti da 37 anni tra alti e bassi eppure sono ancora qui. Melvin mi ha tolto tanto e quasi la vita, ma non la voglia d combattere e di sperare. Mi sono sentito una merda di uomo per tanto tempo, ho provato vergogna credendo di aver macchiato la memoria di mio padre e l’Onore della mia famiglia. Già l’Onore, parola usata più dai mafiosi per sigillare scellerati patti piuttosto che intenderla alla maniera dell’Antica Roma per rendere omaggio all’onestà e coraggio di un uomo. Io credo che un uomo senza Onore non sia degno di essere definito tale. Sono tornato dall’inferno e ho deciso di raccontare la mia storia perché condividere mi ha permesso di guarire, ho lavato in pubblico i miei panni sporchi, ho svuotato l’armadio dagli scheletri. Ora sono un uomo libero, più forte e forse migliore. Ogni giorno lotto, mi arrabbio, litigo, ma ho ripreso in mano la mia vita.

Melvin non è un eroe, anzi è un personaggio negativo, ma mi ha spinto a rimettermi in piedi e di riabilitare il mio nome. Mi padre ha lasciato troppo presto e senza la possibilità di un vero chiarimento, ma il suo cognome è la sua vera eredità oltre l’amore e il rispetto per le donne. Sono Vittorio De Agrò, sono tornato perché sono solito rispettare la parola d’Onore. Ogni mattina apro gli occhi e sorrido, vi sembra poco? Per capirne di più dovrete leggermi, se sarete pronti ad affrontare un viaggio, una confessione laica, una traversata nel deserto, ma alla fine spero che un sorriso e la speranza siano con voi chiudendo il libro.

Un grazie particolare a Vittorio De Agrò che ha accettato di raccontarsi e raccontare.

martedì 2 dicembre 2014

Recensione: Timeshifters, di Davide Zampatori

Titolo: Timeshifters
Autore: Davide Zampatori
Editore: Lettere Animate
Pagine: 41
Prezzo: 0.99 euro

La trama: Quando il vostro mondo viene messo sottosopra e venite scagliati lontano dal luogo dove abitate, dovete adattarvi, cambiare e se serve, diventare addirittura una dea. Solo così capirete come ci si sente ad avere il potere del tempo dalla vostra e quando avrete compreso, sarete solo all'inizio di un viaggio nell'eternità. Morrigan era una donna qualsiasi prima di essere arruolata tra i viaggiatori del tempo noti come timeshifters, trasformandosi nella vera dea della violenza celtica. Abbandonata dal proprio insegnate per motivi oscuri, la novella viaggiatrice temporale si trova ad affrontare la sua nuova vita, armata delle meraviglie di una tecnologia sconosciuta. Nel suo primo viaggio nel tempo incontra Clenia, una gorgone che diventa sua allieva e quindi una timeshifter come la stessa Morrigan. Proprio quando il lavoro di mentore sembra completato e Morrigan può tornare ai suoi studi sulla linea temporale, ecco che arriva la sua versione più anziana con degli avvertimenti.

La recensione: Un libro che si legge alla velocità della luce quello di Davide Zampatori. Un pregio assoluto in un mare di libri che scorrono troppo lenti e che spingono spesso il lettore ad abbandonare la storia neanche a metà.
Un ebook fantascientifico il cui fulcro sono i viaggi sulla linea temporale: viaggi nel tempo.
La storia narra la vicenda di Morrigan, una donna comune che decide di accettare questo nuovo nome dal proprio maestro, colui che la recluta come nuova leva per essere una viaggiatrice nel tempo. Esserlo però non è certo facile, c'è un iter da seguire e si deve studiare molto. Il processo di spostamento sulla linea del tempo avviene attraverso una complessa strumentazione chiamata TSC e messa in moto da un oggetto che può variare a seconda della persona. Nel caso di Morrigan abbiamo a che fare con una collana, in grado di plasmare la realtà che la circonda.
Morrigan non è sola nelle sue scorribande. Con lei c'è Clenia, una gorgone (mostro della mitologia greca) tratta in salvo poco prima che per lei fosse la fine.
E' l'inizio di un'amicizia particolare, che vedrà le due affrontare situazioni non sempre facili e che le porterà presto a confrontarsi...
Questo breve libro, che rappresenta forse l'inizio di una serie di libri di più ampio respiro, ha purtroppo dei punti a suo sfavore.  Non è certo da criticare la lunghezza, in quanto racconto non ci si possono certo aspettare pagine e pagine di descrizione. Una critica però sento di muoverla alla strumentazione che permette il viaggio nel tempo. L'autore del libro, forse appunto per motivi di spazio, descrive in modo sommario quali sono gli strumenti del TSC e quali siano le informazioni presenti nella sua banca dati, ecco che il lettore non è informato a sufficienza sul suo funzionamento. Che cosa succede quando Morrigan e Clenia viaggiano nel tempo? Come si mette in modo nello specifico questo TSC? Purtroppo questo non ci è dato di saperlo.
Una storia, che come ho scritto, si legge alla svelta e porta il lettore verso il suo finale. La vicenda è suddivisa in piccoli capitoli (o paragrafi) che, senza contare l'inizio che ci presenta la vita di Morrigan prima che diventi Timeshiters, raccontano i vari spostamenti sulla linea tempo. Nonostante il linguaggio con cui l'autore scrive risulti essere sempre scorrevole e sostiene un certo ritmo, questi paragrafi presentano ogni volta una diversa ambientazione. Questo non permettere al lettore di entrare in confidenza con l'ambiente in cui si trovano Morrigan e Clenia. Spostamenti brevi e repentini che, purtroppo, non danno modo al lettore di comprendere a fondo il perchè di quello spostamento temporale. Tutto quanto fa parte dell'addestramento della gorgone ok, ma come mai proprio in quei luoghi? Come mai quelle situazioni? Come passiamo da un paragrafo all'altro?
Morrigan dice di essere (ed è nella mitologia) una dea della guerra, all'inizio ne è pure sconvolta. Come mai allora durante le sue incursioni in tempi ed epoche differenti non porta mai fede a questo nome? Sembra comportarsi in modo del tutto differente da come il lettore si aspetta.
Un racconto interessante e molto ben scritto a cui manca forse qualche anello di congiunzione per essere ottimale in tutti i sensi. Ma se è vero che questo è soltanto l'inizio non resta che attendere il seguito per saperne gli sviluppi...

Il blog dell'autore: Menestrello Itinerante
Chi fosse interessato a viaggiare nel tempo con Morrigan e Clenia può cliccare QUI per la versione Kindle e QUI per la versione epub.

lunedì 24 novembre 2014

Recensione: La notte che uccisi Jim Morrison, di Luigi Milani e Scommessa a Memphis di Mirko Giacchetti edito da Dunwich Edizioni

Titolo: La notte che uccisi Jim Morrison
Autori: Luigi Milani
Editore: Dunwich edizioni
Pagine: 112

La trama: Jim Morrison, artista maledetto per antonomasia, voce e cofondatore dei Doors, è scomparso il 3 luglio 1971 a Parigi. O meglio, così recitano le biografie ufficiali dell'artista amato da milioni di fan in tutto il mondo. Ma le cose stanno davvero così? E se invece, come suggerito di recente dal tastierista della band Ray Manzarek, il mitico Re Lucertola non fosse affatto morto, quella terribile notte di oltre quaranta anni fa? Luigi Milani, scrittore ben avvezzo ai tanti misteri che da sempre circondano il mondo del rock esplora il mistero della presunta scomparsa del grande artista. E lo fa offrendo ai lettori un racconto incalzante e oscuro, che cancella ogni certezza e spalanca nuove prospettive sul mistero che tuttora avvolge le sorti del mitico Re Lucertola. All'interno, il racconto vincitore del concorso "Morte a 666 Giri", "Scommessa a Memphis" di Mirko Giacchetti: Inferno. La Morte scommette con il Diavolo per rendere il mondo un posto migliore. Tutto inizia a Memphis con un giovanissimo Elvis Presley...

La recensione: Edito dalla Dunwich Edizioni questo nuovo titolo ha tutti i requisiti per far breccia su tutti coloro che amano la musica. Questo libro fa parte della collana Morte a 666 giri, ossia tutti quei libri che hanno come tema principale il mondo della musica, come nel caso di William Killed the Radio Star. Ma veniamo a questi due racconti lunghi...

La notte che uccisi Jim Morrison: La figura di Jim Morrison è da sempre un'icona nonostante siano ormai passati anni dalla sua morte. Lo è per le generazioni attuali che prendono a modello i versi delle sue canzoni, e lo è per tutti coloro che per esperienza diretta o per riflesso hanno vissuto della sua musica e della sua poesia. Un personaggio destinato a diventare leggenda.
In questo racconto di Luigi Milani, il fasto e il mondo spichedelico di Jim è quasi al tramonto. Ci troviamo di fronte un Jim sul viale del tramonto, un Jim che ormai ha assaporato con gusto e voracità la fama che il successo gli ha dato, e si accinge a vivere il suo ultimo periodo sulla terra dei vivi.
Milani ci sbatte di fronte gli ultimi giorni di vita del Re Lucertola, giorni di devastazione, confusione e delirio a spasso per Parigi, quando Jim decide di trasferirsi per qualche tempo in Francia assieme alla compagna di sempre, Pam. Sono pagine difficili quelle che il lettore si trova di fronte. Pagine che hanno al loro interno uno scenario raccapricciante, una discesa agli inferi che porta a un'evitabile punto di non ritorno: lo spegnersi di una stella.

Non si tratta di una biografia, non vengono narrati eventi in senso cronologico come magari un neofita si aspetterebbe, ma è questa la parte interessante del racconto. Tutti coloro che conoscono, anche solo a grandi line, la vita di Jim Morrison e la sua tragica fine, verranno certamente rapiti dalle righe di questo libro, che ricrea in modo sintetico ma con una dirompente forza quella che è stata la sua carriera musicale. Nonostante questo particolare, il libro di Milani può essere un ottimo trampolino di lancio per tutti coloro che invece conoscono in modo sommario il genere di musica di Jim e vogliono approfondire, musica che spesso somigliava più a poesia. Jim era anche questo: un poeta maledetto.
Anni sono passati ormai, ma il fascino di questo personaggio leggendario osannato da milioni di fan per aver dato vita e musica ai loro pensieri, per aver creato attorno alla sua vita un alone di inarrestabile mistero e spregiudicatezza che lo ha portato a compiere un'iperbole discendente, continua a vivere tutt'ora e a far sognare milioni di persone in tutto il mondo. Ciò è quello che si evince dalle pagine di La notte che uccisi Jim Morrison di Milani, pagine che raccontano in modo crudo ciò che è stato e quello che, forse anche peggio, non è stato: Jim è davvero morto nella sua vasca da bagno? Pam sapeva qualcosa che noi non abbiamo mai capito fino alla fine? Gli inseparabili compagni di band di Jim pur essendo sempre vicini al re Lucertola come mai non hanno saputo dargli il giusto sostegno? Queste e molte altre le domande che sorgono al fido lettore...e solo lui può ipotizzarne le risposte...
Consigliato a tutti gli appassionati del genere e non solo.

Coloro che fossero interessati possono cliccare QUI e passare all'acquisto direttamente dal e-shop della Dunwich.

Titolo: Scommessa a Memphis
Autore: Mirko Giacchetti
Editore: Dunwich edizioni
Pagine: 43

La trama: Racconto vincitore del concorso “Morte a 666 Giri”. Inferno. La Morte scommette con il Diavolo per rendere il mondo un posto migliore. Tutto inizia a Memphis con un giovanissimo Elvis Presley…

La recensione: Quando ho iniziato a leggere questo racconto ero del tutto ignaro di che cosa avrei letto. Essendo oramai un fido lettore delle uscite della Dunwich sapevo soltanto che aveva vinto il concorso. Così ho accettato la sfida e, seduto comodamente sul divano, mi sono lanciato in una lettura tutta d'un fiato delle mie.

Siamo all'Inferno. Non un Inferno normale però, un Inferno decisamente più social. Il Diavolo in persona e una molto gelosa signorina Morte hanno una relazione. Ecco che il Diavolo, per convincere l'affascinante mietitrice della sua innocenza e compiere un'opera "buona", accetta la sfida che gli viene fatta per rendere la terra un posto migliore...
Ed ecco che quindi il lettore viene portato a Memphis, una ridente cittadina dove sembra non succedere nulla di così esaltante da dover essere raccontato.  In questa cittadina però c'è un ragazzo con una grande passione per la musica, un giovanissimo e inesperto Elvis. Ed proprio a lui, che nei panni di un affascinante Marlon Brando, il Diavolo appare sotto mentite spoglie per procedere nel suo intento: lanciare la carriera del futuro Re della musica...
Un Diavolo come non lo abbiamo mai visto, nemmeno quello tutto alla moda vestito di Prada, è mai stato così affascinante! Un mutaforma tutto fare e dai modi così eleganti da ammaliare senza problemi e in brevi istanti il futuro cantante che si presenta a noi come un ragazzo che per vivere guida il camion delle consegne. L'incontro tra i due avviene fronte alla casa discografica. Brevi battute ed è subito scintilla...

Giacchetti ci presenta lo scenario di due amici che fanno conoscenza, dove uno dei due esercita un'ascendente fortissimo sull'altro e gioca coi suoi sentimenti e il suo avvenire. Ma lo fa con stile, con una narrazione che non fa una piega e che trasporta il lettore avanti e indietro nel tempo. Il racconto infatti è altalenante. Passiamo dal momento dell'incontro, un momento in cui incontriamo tutta la gioventù, l'innocenza e lo scetticismo del giovane aspirante cantante, al momento in cui il Diavolo torna al calare della carriera di Elvis per presentargli il conto. Un conto moooolto salato e molto particolare, che ammanterà la sua dipartita di un mistero che ha dell'affascinante, per quanto strana sia.
Un racconto che ci mostra un lato del Re che forse pochi conoscono, quasi sempre abituati a sentir parlare di lui come di un mostro da palcoscenico e vestito in modo del tutto appariscente. Con Giacchetti veniamo messi a parte di una sfaccettatura di Elvis che lo rende amabile, lontano dalla fama e dalla sete di denaro che qualche anno dopo controllerà la sua vita, un lato naturale che ci mostra il cantante dal suo punto di vista più umano e sensibile. Un ragazzo che lotta per quello in cui crede, spesso andando pure contro i discorsi della famiglia, abituato a guadagnarsi da vivere per conto suo senza dover chiedere e facendo leva unicamente sulle sue forze. Non è forse un messaggio che vale la pena di far circolare quello che l'autore di questo racconto ci sta trasmettendo con le sue pagine? Secondo me si, perchè alla fine oltre alla grande passione per la musica che traccia lo stile di vita del protagonista del racconto c'è anche questo, una lotta per non passare inosservato. Una lotta per far capire a tutti e a noi stessi quanto siamo in grado di dare quando qualcosa ci interessa davvero... E il Diavolo direte voi? Beh alla fine è solo colui che, nonostante se ne parli spesso in modo dispregiativo e rappresenti una figura non propriamente amabile, è l'incarnazione di colui che usando in modo appropriato le parole riesce a dare la spinta giusta affinchè il miracolo accada. Tutti avrebbero bisogno di un Diavolo così al proprio fianco...
Non siete curiosi di farvi tentare pure voi?

Se siete curiosi di leggervi la storia di Elvis potete cliccare QUI per l'ebook, QUI invece se siete amanti della carta e godervi la storia assieme al racconto di Luigi Milani.

lunedì 17 novembre 2014

Recensione: Shadowhunters - Città di vetro, di Cassandra Clare // Terzo libro della serie The Mortal Instruments

Titolo: Shadowhunters - Città di vetro
Serie: #3 The Mortal Instruments
Autore: Cassandra Clare
Editore: Mondadori
Pagine: 566

La trama: Clary era convinta di essere una ragazza come mille altre, e invece non solo è una Shadowhunter, una Cacciatrice di demoni, ma ha l'eccezionale potere di creare rune magiche. Per salvare la vita di sua madre, ridotta in fin di vita dalla magia nera di suo padre Valentine, Clary si trova costretta ad attraversare il portale magico che la porterà nella Città di Vetro, luogo d'origine ancestrale degli Shadowhunters, in cui entrare senza permesso è proibito. Come se non bastasse, scopre che Jace, suo fratello, non la vuole laggiù, e Simon, il suo migliore amico, è stato arrestato dal Conclave, che non si fida di un vampiro capace di sopportare la luce del sole. Con Valentine che chiama a raccolta tutti i suoi poteri per distruggerli, l'unica possibilità per gli Shadowhunters è stringere un patto con i nemici di sempre: i Figli della Notte, i Nascosti e il Popolo Fatato. E mentre Jace si rende conto poco a poco di quanto sia disposto a rischiare per Clary, lei deve imparare a controllare al più presto i suoi nuovi poteri. L'amore è un peccato mortale... forse, e i segreti del passato rischiano di essere fatali.

La recensione: Non credo di aver molto da dire che non sia già stato scritto, niente di nuovo. Come dico sempre non amo molto spararmi l'intera saga tutta di seguito perchè voglio assaporare e far sedimentare la storia nel migliore dei modi. L'ho fatto anche stavolta. Una bella pausa prima di leggere questo terzo capitolo della saga The mortal instruments scritto dalla Clare.

Come quasi sicuramente avrò detto per il capitolo precedente, sono rimasto letteralmente a bocca aperta, completamente assorbito dalla storia dall'inizio alla fine. Anche questa volta l'autrice ha fatto centro in pieno, dando seguito a una storia che vale la pena di leggere.
Avevamo lasciato i nostri personaggi stremati dopo la battaglia tenutasi sulla nave maledetta di Valentine, dopo che aveva chiamato a raccolta i demoni con l'aiuto della Coppa Mortale e della Spada angelica, per sterminare i Nascosti...
Ritroviamo quindi tutti quanti convocati nella città di Vetro, Idris, per discutere su come poter prevenire e difendersi da un futuro attacco di Valentine ed evitare che venga in possesso dell'ultimo strumento mortale, lo Specchio.
Nel frattempo Clary scopre che un modo per rompere l'incantesimo di magia nera e riportare in vita sua madre esiste, ma solo il potente Ragnor Fell lo conosce, e l'unico modo per capire se funziona è quello di recarsi anche lei nella città di Vetro...
Ad attenderli però c'è una realtà ben diversa da quella che si erano aspettati e le famose torri antidemoni non sono più in grado di difendere Idris come dovrebbero, perchè la magia di Valentine è così potente da poterle indebolire... Ed è guerra. Per tutti quanti...

Le saghe sono particolari o ti prendono oppure no. Oppure ti prendono e poi ti annoiano con l'arrivo del secondo libro e ti deludono ancora di più col terzo. Beh questo non è il caso di Shadowhunters. La trama si infittisce ulteriormente, i personaggi si moltiplicano e la situazione narrata sembra imbrogliarsi sempre più, ed è vero, ma quello che ho amato è il fatto che i personaggi non perdono spessore ma anzi vengono ulteriormente messi alla prova. Restano (e adesso uso un'espressione che uso spesso) credibili ancora una volta. Forse è questo che rende così avvincente tutta la vicenda narrata in questo volume.
Ci troviamo di fronte a una nuova guerra, decisamente più pericolosa e sanguinosa della precedente, dove molti possono essere i morti. L'autrice è in grado di tenere in perfetto equilibrio l'andamento della trama senza però tralasciare nessuno dei personaggi che ci portiamo dietro e le storie a cui sono legati. Questo è bellissimo.
Un continuo colpo di scena, un continuo muoversi da un posto all'altro, un segreto, un tradimento che non ci aspettavamo e una guerra che rischia di capovolgere l'intero mondo degli Shadowhunters e quello che hanno costruito fino ad ora. Cosa si può chiedere di più da un romanzo che tiene incatenato il lettore alle sue pagine e non lo lascia andare?
Gente, la Clare ha fatto bingo ancora una volta...

Cosa viene dopo?
Shadowhunters - Città degli angeli caduti

lunedì 10 novembre 2014

Recensione: The Selection stories: The Prince & The Guard, di Kiera Cass

Ciao a tutti cari lettori! Sono felice oggi di venire a parlarvi di un libro che ancora una volta mi ha aiutato a sognare un po'. Sto parlando di The Selection Stories: The Prince & The Guard di Kiera Cass. Trattasi del quarto volume dedicato alla storia della Selezione, dove 35 ragazze sono scese in lizza per contendersi l'amore del Principe Maxon.

Titolo: The Selection Stories: The Prince & The Guard
Autore: Kiera Cass
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 208

La trama: La Scelta è stata fatta e il sogno che per mesi ha alimentato le speranze di trentacinque ragazze, disposte ad affrontare prove su prove pur di conquistare l'amore del principe Maxon, si è infranto. Per tutte, tranne una: la vincitrice. Per lei la favola inizia ora. Ma anche se la competizione si è chiusa, il mondo di The Selection continua con una sorpresa. Raccolti per la prima volta in un volume, con tanti contenuti extra esclusivi, arrivano infatti i due racconti, già disponibili in ebook, The Prince (qui riproposto con un nuovo, ampliato e inedito finale) e The Guard. Un'occasione unica per entrare nel mondo di The Selection e scoprire tutti i retroscena del concorso più spietato e romantico che sia mai esistito attraverso gli occhi di Maxon e Aspen, i due protagonisti maschili in lotta tra loro per conquistare l'amore di America. Sì, perché prima che America venisse scelta per partecipare alla Selezione, il suo cuore apparteneva all'irrequieto e coraggioso Aspen, l'amico di sempre e guardia a Palazzo. E nella vita del bellissimo e regale Maxon c'era un'altra ragazza...

La recensione: Non appena vidi sul segnalibro di The One che sarebbe uscito anche un quarto volume stavo quasi per saltare di gioia ancora prima di iniziare a leggere la conclusione della trilogia.
Ho atteso quindi l'uscita di questo volume con più calma, avendo già saziato la mia sete riguardo alla storia.
Questo libro è interessante, fonde i dure racconti usciti precedentemente in ebook, più tutta una serie di contenuti extra, che rendono il volume utile a tutti coloro che come me si sono un po' affezionati alla Selezione e alle sue partecipanti.

The Prince: E' il racconto più breve dei due. In queste pagine veniamo messi a parte dei momenti antecedenti l'inizio della Selezione a cui ha partecipato America. Siamo qualche giorno prima dell'inizio di tutto, quando principe Maxon non sa a che cosa andrà incontro. Al di là che ci fosse un'altra ragazza di cui forse Maxon si era innamorato (cosa che viene liquidata in brevissimo tempo purtroppo) l'autrice Kiera Cass fornisce interessanti dettagli appartenenti al re Clarkson, al suo rapporto col figlio e al momento in cui lui stesso partecipò alla Selezione che lo portò a sposare Amberly. Tutte cose che negli altri libri della serie vengono solo accennati. Si comprende quindi come mai Maxon, nonostante l'età e nel pieno potere della sua posizione, finisca sempre per essere vittima del padre. E' bello vedere come un personaggio che apparentemente potrebbe avere il mondo ai suoi piedi in realtà dentro nasconde un mondo ben diverso dal ruolo che ricopre. Vedere come anche lui ha un cuore come tutti quanti.

The Guard: A mio parere il racconto che vince e che ha valso la pena leggere. Diciamocelo, da quando America giunge a Palazzo per partecipare alla Selezione, tutto si fa un po' confuso. ci si inizia a confondere proprio come fa lei e non si capisce più come mai ragazzo che amava tanto sulla casetta sull'albero, viene menzionato pochissime volte, se non nei momenti di confusione. Io faccio da sempre il tifo per Aspen!
In questo racconto, come per l'altro, è bello vedere la psicologia di questo personaggio progredire, venire a sapere il perchè delle sue scelte, comprendere ciò che inizialmente non ci siamo spiegati. Dietro le scelte di Aspen c'è sempre una motivazione, che è ben diversa da quella di Maxon, ed è questo che rende particolari i racconti nella loro diversità.
Ciò che poi rende interessante questo racconto è che veniamo a conoscenza degli intrighi di Palazzo, e di come tutto sia in realtà orchestrato per un fino più subdolo di quello a cui assistiamo: la Selezione è solo la facciata...

Molto carina è poi la brevissima intervista all'autrice del libro, dove ci spiega molte delle scelte che lei ha fatto per la stesura della storia, come mai ha scelto proprio quei nomi per le ragazze che partecipano al concorso, la reazione dei fan,come è nata l'idea di questa trilogia che ha avuto un successo enorme.

Troviamo poi all'interno del volume gli alberi genealogici delle varie famiglie protagoniste della storia dove il lettore riceve altre informazioni che contribuiscono ad arricchire i convenuti e, di seguito divisi per volumi, pagine dedicate alle colonne sonore che hanno ispirato l'autrice alla stesura dei libri, con tanto di titolo, traduzione e e capitolo del libro a cui si riferisce. Carino no?

Che aspettate a gettarvi ancora una volta nelle stanze del Palazzo di Illea?

mercoledì 5 novembre 2014

Recensione: Nella tela del tempo, di Barbara Nalin eTiziana Recchia

Titolo: Nella tela del tempo
Autore: Barbara Nalin
Editore: Barbara Nalin
Pagine: 313
Prezzo ebook: 2.99

La trama: Fantasia, mistero, giallo, sentimento sono gli elementi portanti del romanzo "Nella tela del tempo", ma è il tempo la parola chiave di tutta la vicenda. Il tempo che sconvolge, che unisce, divide e poi riunisce. Il tempo che cambia anche gli affetti. La vicenda inizia nel 2012 a Los Angeles, protagonista Melita, una giovane fotografa che viene inviata a Malta, nella sua terra d'origine, per fare un reportage di un corso che si terrà nel mulino appartenente alla sua famiglia, nell'isola di Comino. La missione ha un fine tanto velato quanto allettante: pare che il vecchio mulino custodisca un segreto legato ai Cavalieri di Malta, in particolare a delle tele che avrebbero il potere di cambiare la realtà a piacimento di chi le utilizza. Tra continui incursioni temporali, tra passato e presente, il lettore si immergerà nel leggendario mondo dei Cavalieri di Malta, ne apprezzerà i valori portanti dell'antica società, valori che ancora oggi meritano rispetto e condivisione e che rappresentano, almeno in parte, la via d'accesso a quel mondo lontano e misterioso per i personaggi del XXI secolo. Romantiche storie d'amore e d'avventura che si intrecciano in tempi lontani e sentimenti che si riscoprono autentici e inalterati a distanza di secoli, patimenti e sofferenze disumane, amori che commuovono, misteri ed enigmi irrisolti. Come una mosca può intrappolarsi fino all'estremo nella tela di un ragno, così, così l'uomo può rimanere schiavo della tela del tempo, di un tempo non suo, estraniante e sconvolgente, che può condurlo alla definitiva scomparsa o alla sua rigenerazione.

La recensione: Lo ammetto: ho peccato. Nonostante abbia questo manoscritto da tempo solo da qualche giorno ho avuto modo di rileggerlo e portarlo a termine.
Non so bene dove poter classificare questo libro, se non forse nella sezione narrativa, anche se molti lo definiscono un fantasy anomalo. Come dice la trama di questo libro, scritto da Barbara Nalin e Tiziana Recchia, ci troviamo di fronte a Melita, una ragazza fuggita anni addietro per lavorare a Los Angeles e che adesso torna a Comino nell'isola di Malta, per realizzare il servizio fotografico di un corso su un mulino che sembra avere strani poteri. Sull'isola facciamo la conoscenza della famiglia della protagonista e di altre figure intrecciate in qualche modo al suo passato. Il mulino in questione è di proprietà della famiglia di Melita e il mistero che custodisce è quello di permettere di viaggiare nel tempo se tutte le tele vengono messe al loro posto.

La storia: La vicenda che viene presentata al lettore è senz'altro molto interessante. Un'isola che ha del misterioso e un gruppo di personaggi che vengono dal passato per  tornare in possesso delle tele del mulino che permette loro si viaggiare tempo. Passato e presente si intrecciano quindi. Merita e altri personaggi della storia hanno visioni o ricordano ciò che è accaduto loro secoli prima. Il cambio drastico e la frequenza decisamente troppo serrata tra i momenti del presente e quelli del passato rendono spesso difficoltosa la comprensione della storia, che risulta avere spesso dei tasselli mancanti che fanno chiedere al lettore come si possa essere giunti fino a quel punto.
Il corso riguardante il mulino e le sue tele ci viene descritto come una lezione scolastica. Tutti i protagonisti della storia partecipano rispondendo alla domanda dell'insegnante che chiede loro di dare delle definizioni riguardanti i valori dei cavalieri. Risposte che appaiono fin troppo scontate e prive di naturalezza. Dare una definizione di una parola dividendola in piccole frasi messe in bocca  personaggi diversi non equivale a dare l'idea di un dialogo verosimile. Il corso e la ricerca delle tele viene poi messo da parte spesso per dare sfogo a piccole storie sentimentali tra i protagonisti, per poi essere ripresi quasi sul finale per giungere alla fine della storia.
Benchè ci siano numerosi elementi che potrebbero far pensare a un romanzo fantasy, molti altri elementi legati al genere sentimentale fanno pensare al contrario. Ci sono dei momenti poi dove i protagonisti sono costretti ad andare a caccia delle tele e il lettore si trova di fronte a qualcosa di avventuroso come la risoluzione di enigmi e la scoperta di luoghi nascosti. Peccato che questi pochi momenti,  tre o quattro in tutto, vengano compressi in una paginetta e mezza ogni volta, non permettendo al lettore di fare nemmeno un passo verso l'avventura e immergercisi dentro che è già tutto finito, per ritrovarsi di colpo (di nuovo) all'albergo dell'isola...
Il finale fonde i due mondi, quello moderno e quello del 1500. Un a fusione totale. Personaggi del nostro tempo insieme a quelli del 1500 che a loro volta incontrano i loro doppioni. Un delirio. Tanti, troppi personaggi e vicende narrate in modo così sbrigativo che solo la morte di alcuni di loro permette alla fine di venire a capo del guazzabuglio creato.
L'alternanza dei due mondi prevede sempre un momento in cui c'è uno scontro tra i due, ma un deus ex machina forse era più indicato. I greci ne sapevano qualcosa.

I personaggi: I personaggi presenti nella storia sono particolari. Nonostante siano persone adulte e molti di loro abbiamo un passato non certo facile, si comportano come se questo non li tingesse più di tanto.
Melita, la protagonista, nonostante abbia trovato il coraggio di andare via dall'isola per andare a Los Angeles a cercare lavoro, una volta tornata a casa sembra tornare una ragazzina delle medie che non aspetta altro che correre tra le braccia della madre. Lei è anche colei che ha le visioni del passato. Vive, come in prima persona, le vicende del 1500. Come mai non si pone mai delle domande al riguardo e non si spaventa, non ci è dato sapere. Hai le visioni di un mondo che non ti appartiene e improvvisamente vieni a scoprire che quelli che hai vicino sono cavalieri venuti dal passato e per te è la sembra essere la cosa più naturale del mondo. Ok.
Sara, la sorella, quella più scafata e apparentemente forte, è colei che coglie ogni occasione per fare domande imbarazzanti e commenti con doppi sensi. Capisco il rapporto tra sorelle ma c'è anche un limite al buon gusto, no?
La nonna di Melita, Velata dalle tele, è una delle vittime dei viaggi nel tempo e passa il resto della sua vita a gestire questo albergo a Malta tagliata fuori dal resto del mondo, prima di svegliarsi un giorno e inventarsi un corso per il ritrovamento delle tele del mulino.
Eliza, la madre delle due ragazze e figlia di Velata, è la migliore. Una donna fredda e superficiale che passa il tempo a cambiare uomo come cambia un paio di scarpe nella vana speranza che qualcuno la sposi e la renda una persona migliore a gli occhi dell'anziana madre. Il suo rapporto con le figlie è costellato di discussioni, litigi e incomprensioni. Incomprensioni da adolescente che ancora non ha capito che cosa vuole dalla vita e spara a zero su tutti e tutto.
Altri personaggi, che hanno un ruolo determinante all'interno di tutta la storia, sono i Cavalieri di Malta, che stranamente si ritrovano tutti quanti convocati per frequentare il corso e alloggiare nell'albergo gestito dalla nonna della protagonista. Loro i veri protagonisti della storia, coloro che si portano dietro il loro passato e cercano di plasmare il presente. Come? Innamorandosi nuovamente dei discendenti dei loro antichi amori e andando a caccia delle tele misteriose assieme a loro.... Peccato che il loro essere descritti in modo così simile li renda piatti e intercambiabili tra di loro dal punto di vista caratteriale.

Il mio giudizio: Un libro che si legge molto bene. La storia scorre ed è pure interessante. La nota dolente è che non basta intrecciare due mondi per rendere un romanzo particolare. Unaa trama che, nonostante i viaggi nel tempo, è già scritta. Colpi di scena pochi e prevedibili. Un finale che poteva concludersi pagine addietro invece di trascinarsi oltre per chiudere tutti i fili narrativi di tutti quanti i personaggi.
Un sospiro di sollievo.

La pagina fb: Nella tela del tempo.
Per coloro che volessero dare un'occhiata al libro qua il link di Book Republic.

martedì 28 ottobre 2014

Segnalazione: Onde,di Sabrina Calzia

Ciao a tutti cari lettori! Questa sera torno tra voi per segnalarvi il libro di Sabrina Calzia, che gentilmente mi ha contattato la settimana scorsa. Si tratta di una silloge di racconti che toccano svariati argomenti ma che hanno come comune denominatore l'animo umano... Fa sempre piacere leggersi dentro, no?

Titolo: Onde
Autore: Sabrina Calzia
Editore: Youcanprint
Pagine: 166
Prezzo: 12 euro

La trama: Venti racconti, alcuni molto brevi, narrano venti storie per voce di altrettanti uomini e donne, toccando svariati temi, tutti molto intimi. Dall’inquietudine alla nostalgia per l’infanzia, dal rapporto tra fratelli alle difficoltà nell’affrontare i condizionamenti esterni, siano essi le aspettative dei genitori o i conflitti socio-politici e generazionali. E poi l’amore, la maternità, la solitudine, la malattia, l’indifferenza, l’ingiustizia, l’ipocrisia, la capacità di perdono. Ogni vicenda ha un profumo tutto suo, un proprio colore, un preciso carattere; eppure, anche nelle diversità, da tutti i brani emerge una costante: l’attenzione rivolta a sensazioni e sentimenti, veri protagonisti di ogni storia. Sensazioni e sentimenti che, filtrati dalla memoria, pulsano come onde nel mare dei ricordi. Al ritmo del cuore. 

L'autore: Sabrina Calzia è nata a Imperia nel 1971, e della Liguria conserva nel cuore il vento, il sole e la casa dove è cresciuta. Ha amato molti autori, primo fra tutti Pirandello, e coltivato diverse passioni: dalla musica ai numeri alla cucina. A Cernusco sul Naviglio, dove vive, ha trasferito su carta il suo sogno di scrivere, chiuso in un cassetto da quand’era bambina. Tre anni dopo “La metà di credere”, è alla sua seconda pubblicazione.

Tutti coloro che fossero interessati a visionare il libro di Sabrina può cliccare QUI per il link di Amazon. Disponibile anche in formato ebook a soli 1,99 euro in tutti gli store online, o acquistabile comodamente con il credito telefonico su Google Books a 2,99 euro.

lunedì 27 ottobre 2014

Recensione: Essere Melvin, di Vittorio De Agrò

Titolo: Essere Melvin tra finzione e realtà
Autore: Vittorio De Agrò
Editore:  Lulu
Pagine: 420

La trama: Essere Melvin è per un verso la storia di un cavaliere temerario che deriva la sua audacia da un rapporto con la realtà tutto trasfigurato dalla finzione; per altro verso è la storia di una vendetta lungamente preparata e macchinosamente architettata. Dirò di più: il libro stesso è una gigantesca rivalsa, non contro qualcuno in particolare, ma contro la misura colma delle frustrazioni e delle delusioni, contro una vita che somiglia troppo poco a quella sognata. Un romanzo d’avventure, dunque? Certo. Purché il lettore sia avvertito che le terre di conquista sono tutte interiori, e che l’eroe era ben poco equipaggiato ad affrontare i mostri, i draghi, gli stregoni e i briganti che non sospettava di nascondere in sé. Melvin è una storia vera.

La recensione: Quella che il lettore si trova davanti è la storia di un amico. Un amico di nome Melvin che un bel giorno decide di raccontarci la sua storia. Una storia fatta di alti e bassi, piena di persone, amici, pensieri e dolori. Melvin si presenta come una persona difficile, una persona con gravi problemi e chiede di essere aiutato ad attraversale il tunnel della malattia. Vittorio De Agrò ci permette, attraverso le pagine di questo suo libro, di accompagnare Mel alle sue sedute psicoanalitiche dal dottor Splendente ed assistere assieme a lui al dipanarsi della sua storia. 

Assistiamo così alla crescita e alla maturità di un ragazzo come tanti, uno di noi, il classico ragazzo della porta accanto. Un bambino che fin dalla tenera età viene messo però un po' troppo sotto pressione dai genitori. Il padre lo vorrebbe spigliato e intraprendente, la madre un perfetto studioso. Prende così il via la storia di Melvin, tra finzione e realtà. Ci trasporta dalla tenera età fino all'età adulta in un susseguirsi di situazioni della vita di tutti i giorni, che piano piano diventano sempre più cervellotiche, staccandosi sempre più dalla realtà per trasferirsi quasi completamente nella testa del protagonista. Assistiamo alle vittorie ma anche ai molti insuccessi della vita di Mel, alle sue insicurezze, ai suoi primi amori e alle numerose relazioni a distanza...

Il narrare dell'autore in prima persona la vicenda, cose fosse Mel, fa in modo che il lettore si senta subito coinvolto nella storia e familiarizzi immediatamente con il protagonista. Un linguaggio colloquiale quindi, di facile comprensione e scorrevolezza che permette di giungere in brevissimo tempo, e senza sforzo, alla conclusione della vicenda.
Dei numerosisissimi personaggi che popolano la vita di Melvin, ce ne sono alcuni che spiccano più di altri e che rimangono impressi più facilmente, vuoi per l'approfondimento del rapporto con il ragazzo, vuoi per lo spazio che l'autore decide di dargli. Uno di questi esempi è l'Aspirante (aspirante attrice), una ragazza protagonista di un fiction televisiva a cui Melvin riesce ad avvicinarsi , complice anche un forum su internet dove il protagonista instaura numerosi rapporti di amicizia. Altri invece, nonostante abbiamo un ruolo forse anche più determinante nella mente di Mel, passano spesso in secondo piano.

Ciò che forse un po' mi è dispiaciuto è il modo di reagire del dottor Splendente. Questo personaggio, che incarna una sorta di “bene superiore” che aiuta Melvin a guarire dalla sua malattia mentale, mano a mano che la lettura procede risulta essere sempre un po' troppo algido. La professione dello psicologo prevede un certo distacco ok, ma con l'andare delle sedute e mano a mano che il racconto di Mel si faceva via via più drammatico, avevo sperato potesse esserci una sorta di transfert. Questo invece non succede mai, se non forse alla fine, quando lo Splendente si esprime in un certo modo riguardo alla decisione di Mel di interrompere la cura. Questo l'unico punto interrogativo della storia.

Il libro di De Agrò è un libro per lettori che sanno apprezzare le piccole grandi storie, che sanno cogliere le piccole sfumature all'interno di un racconto lineare e progressivo. Un libro che per la sua semplicità fa apprezzare la vita di tutti i giorni e i rapporti che possono nascere in situazioni non convenzionali. Mel è una persona fuori dal comune, con tanti problemi e tante paranoie, ma una persona in cui è praticamente impossibile non rivedersi, perchè tutti noi abbiamo avuto sicuramente dei momenti in cui ci siamo fatti prendere dall'ansia e dalla paura.

Non mi dilungo su spiegazioni particolareggiate o analizzo parti del romanzo che ho considerato più o meno belle di altre, e spero che l'autore non me ne voglia, ma credo che sia meglio far sapere cosa si prova leggendo un libro senza per forza vivisezionarlo. E' una storia che si vive per un certo periodo, le pagine sono tante, ma personalmente è in casi come questo che apprezzo ancor di più lo stare steso sul divano a godermi la lettura, perchè ho la sensazione di passare il mio tempo (spesso quello dopo una devastante giornata di lavoro) assieme ad amici. Amici che raccontano la loro storia, Melvin in questo caso, che si è fermato suonando il campanello di casa per venire a parlare con me e sfogarsi. Quando accade questo credo sia una delle cose più belle che la lettura possa regalare, anche a una persona che è costretta per lavoro a stare lontano da casa e lontano dagli affetti.
Questo è Melvin.
Melvin siamo noi.
Sono io.

La pagina fb: Il ritorno di Melvin
Il blog: Il ritorno di Melvin
Vetrina Lulu: Vittorio De Agrò

martedì 7 ottobre 2014

Recensione: L'ospite, di Stephenie Meyer

Titolo: L'ospite
Autore: Stephenie Meyer
Editore: Rizzoli
Pagine: 569

La trama: Nel futuro la specie umana sta scomparendo. Un'altra razza, aliena, potente e intelligentissima, ha preso il sopravvento, e i pochi umani rimasti vivono raccolti in piccole comunità di fuggiaschi. Tra loro c'è Jared, l'uomo che la giovane Melanie, da poco caduta nelle mani degli "invasori", ama e non riesce a dimenticare. Neppure adesso che il suo corpo dovrebbe essere niente più di un guscio vuoto, un semplice involucro per l'anima aliena che le è stata assegnata. Perché l'identità di Melanie, i suoi ricordi, le sue emozioni e sensazioni, il desiderio di rincontrare Jared, sono ancora troppo vivi e brucianti per essere cancellati. Così l'aliena Wanderer si ritrova, del tutto inaspettatamente, invasa dal più umano e sconvolgente dei sentimenti: l'amore. E, spinta da questa forza nuova e irresistibile, accetta, contro ogni regola e ogni istinto della sua specie, di mettersi in cerca di Jared. Per rimanere coinvolta, insieme a Melanie, nel triangolo amoroso più impossibile e paradossale, quello fatto di tre anime e due soli corpi.

La recensione: Detto fra noi non sapevo bene che cosa aspettarmi da questo libro, avendo ancora qualche ricordo di quello che è stata la saga di Twilight, che francamente mi ha un po' deluso a suo tempo. L'ospite, o meglio The Host per come è stato chiamato nella successiva riedizione del libro, si inserisce all'interno di quella corrente di libri a metà tra il genere per ragazzi e quello per adulti.

Tutti coloro che conoscono la saga dei vampiri della Meyer sanno che al di là dei succhiasangue e dei licantropi, che portano avanti una lotta millenaria, gran parte della storia è assorbita dal triangolo amoroso tra Edward-Bella-Jacob. L'ospite presenta più o meno il tema è più o meno il medesimo, solo gestito in maniera differente. Prima di tutto abbiamo di fronte una storia che inizia e finisce, quindi una lunghezza giusta per una storia che altrimenti diventerebbe noiosa, stancante e ripetitiva. Secondo i protagonisti non sono più dei ragazzini alle prese con le prime cottarelle e i compiti a casa, ma sono dei giovani adulti con un passato alle spalle. La storia quindi viene vista sotto un occhio molto più maturo e quindi meno scontato.

La storia è quella di un futuro lontano, dove una razza evoluta di alieni ha preso pieno possesso del pianeta terra, compresi i suoi abitanti. Tra loro c'è Melanie, nel cui corpo è stato inserita un'anima aliena. E'inizio di un rapporto che va oltre l'impossibile, due vite che abitano un'unico corpo e sentono l'una le emozioni, i dubbi, le paure e i sentimenti dell'altra...con tutto quello che ne consegue. Il romanzo è abbastanza lungo, 530 pagine non sono certo poche e portarsi in giro il libro non è certo comodo, ma secondo me ne vale la pena vista la leggerezza con cui le pagine si fanno leggere. Il linguaggio è senz'altro di tipo colloquiale, difficilmente troviamo parole di difficile comprensione, cosa che contribuisce a rendere il libro una storia fatta apposta per essere letta da tutti. Un grosso punto a favore viste le pagine.
Ciò che rende particolarmente piacevole questo libro è l'ambientazione. A parte alcuni momenti al centro della città, ci spostiamo dopo qualche capitolo nel deserto, a caccia delle persone che hanno fatto parte della vita di Melanie e in fuga dalla Cercatrice, colei che ha scoperto il segreto dell'ospite del corpo di Melanie e che sta cercando in tutti i modi di fermarla...
Il deserto e gli ambienti umidi delle caverne ci tengono compagnia fino alla fine, al punto che il lettore viene quasi adottato pure lui dalla comunità di ribelli, i pochi umani che per il momento sono riusciti a fuggire dalla colonizzazione del proprio corpo e del proprio cervello.

Un libro piacevole che non annoia mai, nemmeno quando si giunge in una delle numerose situazioni “di stallo” perchè è proprio lì che l'interiorità dei molti personaggi viene messa più in risalto dall'autrice. Un'aliena che prova sentimenti autentici come quelli del corpo che abita. Il punto di maggiore forza è proprio questo infatti. Tutto quello che viene descritto è autentico. Non si dilunga in mirabolanti descrizioni interiori come in un romanzo di fine ottocento, ma in pochissime righe o battute viene centrato il nocciolo della questione ed è impossibile non provare simpatia, amore e tenerezza per Wanda, il nome che la comunità di umani le assegna.

Interessante la metafora. La metafora della diversità, del sentirsi diversi e inadeguati. La paura di non essere accettati dal mondo in cui siamo capitati e non essere compresi dalle persone che ci circondano. Chi di noi non ha mai provato sentimenti simili? Nessuno, ed è proprio questo che crea la catarsi con il lettore, il coinvolgerlo a livello interiore con qualcosa che lui stesso ha provato sicuramente. Tutti noi ci siamo sentiti alieni qualche volta, no? Come abbiamo reagito? Abbiamo trovato la forza di reagire oppure siamo rimasti a guardare il mondo che di fronte a noi cambiava?

L'ospite racconta di un amore che va oltre il tempo e la logica. Wanda prova un amore timido e sincero per Ian, Melanie un amore viscerale e irresistibile per Jared. Chi delle due influenza più il sentire dell'altra? Chi delle due dovrà fare un passo indietro per lasciare il posto a colei che è più forte? Queste domande si fanno sempre più frequenti con il progredire della lettura e come all'interno di un ciclone di proporzioni inaudite noi lettori veniamo trascinati verso la fine. C'è ancora speranza per l'amore in un mondo governato solo dall'individualità e dallo spirito di sopravvivenza?

venerdì 26 settembre 2014

Recensione: Linea 429, un racconto di Salvatore Scalisi

Titolo: Linea 429
Autore: Salvatore Scalisi
Editore: Demian Edizioni
Pagine: 160

La trama: Un autobus di una qualsiasi linea urbana, in una città congestionata dal traffico; una qualsiasi giornata, stramaledettamente uguale ad ogni altra. Ma sarà veramente così? Un nubifragio di eccezionale entità, metterà in ginocchio l’intera comunità cittadina. Le strade si trasformeranno in trappole piene d’acque e di veicoli condannati all’immobilità. Il 429 si riempie, all’inverosimile, ed accoglie sempre più gente che vuole evitare la pioggia e la bufera che si abbatte sulla città. Le lunghe ore di permanenza nella vettura, mettono a nudo le caratteristiche di ciascun utente dell’automezzo che, inevitabilmente, è paralizzato in mezzo ad un traffico bloccato da un evento atmosferico di immani proporzioni. Che succederà all’interno del 429?

La recensione: Ho letto con piacere questo racconto. Comodamente seduto sul divano accompagnato dallo schermo del mio mac. Stranamente in quei giorni la storia sembrava proprio rispecchiare la situazione meteorologica: brutto tempo.
Linea 429 di Salvatore Scalisi racconta questo, una comunissima giornata all'interno di un mezzo di trasporto che tutti noi conosciamo, un bus di linea appunto, che trasforma le sue corse in una sorta di tragedia.
Ci troviamo di fronte a una storia verosimile, una situazione che tutti noi incontriamo più o meno nella vita di tutti i giorni. Un gruppo di persone di diverse età ed estrazione sociale, come ogni mattina si trova in vari punti della città, sotto alle pensiline in attesa di salire sul tram che li porterà a svolgere le proprie commissioni. C'è la mamma con il figlioletto piccolo, una coppia di giovani innamorati, un simpatico vecchietto ecc. ecc. Quel giorno però il tempo sembra non essere dei più favorevoli e chi per un motivo chi per un altro decide di prendere il mezzo pubblico per non bagnarsi.
Ben presto però verranno sommersi letteralmente da un rovescio d'acqua che pietrifica la città e li costringe tutti quanti ad una convivenza forzata.
Si mettono in moto quasi istantaneamente le varie dinamiche di gruppo. C'è chi inizia ad essere insofferente, chi si spaventa, chi decide di rimandare i propri impegni, e chi invece riesce a mantenere una calma sospetta forse per nascondere qualcosa... Ognuno dei vari personaggi, presentati con stralci di discorsi proprio come se assistessimo a una conversazione su un mezzo pubblico, ha qualcosa da dire, una vita da raccontare e una situazione da portare avanti nella speranza che il nubifragio che si sta abbattendo su di loro finisca quanto prima.

A questo romanzo breve è stato criticato il fatto di avere al suo interno troppi dialoghi. Ok e allora cosa dovremmo dire del teatro dove l'azione viene portata avanti solo da essi?  Io non la penso così. A me i dialoghi sono piaciuti perchè danno ritmo e scandiscono in modo rapido lo scorrere del tempo. Com'è normale che sia i dialoghi presentati trascinano la storia in un certo modo, non come ci aspetteremo solitamente in un'opera di fantasia, perchè ci troviamo su un autobus di linea e avere conversazioni dotte ed elaborate sarebbe fuori luogo. Quello che mi ha lasciato un po' sconcertato è l'azione. Nonostante fuori dal mezzo si stia scatenando l'inferno, all'interno ciò che succede procede un po' a singhiozzi. Un climax in crescendo che viene però fatto sfogare in modo forse troppo sbrigativo solo alla fine. Questa è forse la piccola pecca di questa storia. I fatti narrati sono relegati ad un'unica parte dopo diverse pagine dove il lettore "aspetta che succeda qualcosa di grosso", vista la quantità numerica dei personaggi. Qualcosa succede è ovvio, ma viene descritto in modo forse troppo breve. Durante il nubifragio ci sono diversi incidenti, ma molti dei personaggi sembrano restare indifferenti, nonostante siano anche gravi. Colui che nasconde sotto al giubbotto un'arma da fuoco ha ad esempio un tempo interminabile per decidere come utilizzarla. I due fidanzati che ad un tratto sembrano mettere in discussione il loro rapporto idilliaco, escono illesi e per niente cambiati da questa esperienza. La madre col figlioletto piccolo mantiene una calma innaturale per la durata della vicenda e il bimbo non sembra minimamente spaventato dai tragici accadimenti che lo circondano a parte forse lo stupirsi di avere le scarpe bagnate...
L'autore, che ha deciso di coinvolgere chi legge in modo corale, non approfondisce mai fino in fondo le vite di nessuno dei personaggi citati, cosa che un po' mi è dispiaciuta...
Nel complesso un buon lavoro di narrativa, che svolge il proprio ruolo di intrattenere il lettore per la durata della storia dall'inizio alla fine. Sarei curioso di vedere cosa succederebbe se questa storia avesse avuto più ambio respiro...

Chi fosse interessato a salire su quel tram e scoprire a quali disavventure corre incontro può cliccare QUI.

martedì 16 settembre 2014

Recensione: Utopia morbida, di Fabio Lastrucci

Titolo: Utopia morbida
Serie: #1 Shift
Autore: Fabio Lastrucci
Editore: Asterisk edizioni
Pagine: 46
Prezzo ebook: 5 euro

La trama: In un Italia devastata e ridotta in miseria da un conflitto mondiale, un gruppo di idealisti stretti nel pugno di una dittatura militare sta tentando una rivolta senza armi nè violenza. L'esodo dei sovversivi verso i mondi "di là" sembra l'unica via d'uscita a una realtà inaccettabile, le tesi di Huxley e le sue pratiche di derivazione orientale sono lo strumento di un progetto in apparenza suicida. Ma, si chiede il dottor Mati, aggregato medico del governo, basterà chiudere gli occhi per sfuggire alla reazione del potere capace di penetrare persino nelle colonie libere degli "obiettori di veglia". Tutto dipende dalla missione dei Cercatori e dal loro vero obiettivo finale: entrare in contatto con "La Pietra”. Se questo dovesse mai avvenire, ogni regola conosciuta potrebbe perdere per sempre di significato.

La recensione: Non poteva uscire in un periodo migliore di questo Utopia Morbida di Fabio Lastrucci. In un momento in cui spopolano gli Hunger Games e i vari Divergent (e della stessa serie Insurgent e Allegiant) ecco l'uscita di questo racconto che scende in lizza per conquistarsi il titolo d'onore. Utopia Morbida è un racconto dispotico in piena regola, della lunghezza di una cinquantina di pagine più o meno, ma al proprio interno concentra un intero mondo e forse qualcosa di più. 

Leggendo le pagine della storia veniamo proiettati dentro un mondo devastato dalla guerra e da ogni sorta di errore umano. Uno scenario raccapricciante a cui gli uomini sopravvissuti devono far fronte come meno possono. Dopo danni irreparabili si sono creati degli schieramenti. Da una parte ci sono coloro che con la forza cercano di riprendersi il potere. Dall'altra ci sono i “sovversivi” ossia tutte quelle persone che stanno cercando di reagire al sistema per non finire ancora una volta preda dei propri sbagli. L'unica speranza che i sovversivi hanno di salvarsi è quella di trovare un modo per fuggire da quel luogo che li ha generati. La soluzione c'è: la Pietra.
Che cosa sia la Pietra nessuno lo sa con certezza, ma traendo spunto da Heaven and Hell di Huxley, opera che tratta pratiche di derivazione orientale, forse la speranza esiste davvero. La Pietra è qualcosa di ideale, di immaginario, qualcosa di impalpabile ma con un potere inenarrabile e in grado di salvaguardare il futuro. Ed ecco l'esodo verso un mondo “di là” cercando di concretizzare le teorie dell'autore inglese, un mondo raggiungibile solo attraverso il sonno, anch'esso non privo di minacce...

Lastrucci è la dimostrazione vivente e letteraria che con servono milioni pagine o dover sottostare per forza a una trilogia per accattivarsi il pubblico o creare qualcosa che allo stesso tempo sia originale e dia da pensare. Utopia Morbida è tutto questo. Si tratta di un'opera fuori dal normale, articolata in modo sapiente particolare con un ritmo fluido, inarrestabile e incalzante. La vicenda viene raccontata attraverso paragrafi che riportano l'ora e il luogo, quasi fossero bollettini di guerra, brevi e densi di significato e movimento. La brevità è appunto uno dei punti di forza dello scritto dell'autore. Se da una parte può esserci la brevità che impedisce al lettore di comprendere in modo più esplicito la teoria esplicata nelle pagine della storia, dall'altra viene gettato un amo (bello grosso direi) per tutti coloro che vogliono approfondire l'argomento. Io per primo. Penso che alla fine sia proprio questo che deve fare un libro , spingere chi legge ad andare oltre, proprio come i protagonisti di Utopia Morbida. Per capire fino in fondo cosa sto dicendo c'è bisogno di leggerlo. Questo è un consiglio.
Lastrucci ha fatto un buon lavoro secondo me. Chissà che cosa riuscirebbe a combinare con un lavoro a tema di più ampio respiro...è il caso di chiederglielo?

Il book trailer:


Coloro che fossero interessati a buttarci un'occhio QUI il lin di Amazon e QUI il link della casa editrice Asterisk.

lunedì 15 settembre 2014

Recensione: The One, di Kiera Cass terzo e ultimo capitolo della serie The Selection

Titolo: The One
Serie: #3 The Selection
Autore: Kiera Cass
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 324

La trama: La Selezione che ha cambiato per sempre la vita di trentacinque ragazze sta per concludersi. E l’emozione e la confusione del primo giorno, quando America Singer ha percorso la scalinata del Palazzo, sono ormai solo un ricordo. Di certo America non avrebbe mai immaginato di arrivare così vicino alla corona, o al cuore del principe Maxon. Eppure per lei non è stato facile. Divisa tra i suoi sentimenti per Aspen, guardia a Palazzo e suo primo amore, e la crescente attrazione per Maxon, ha dovuto lottare con tutta se stessa per essere dov’è ora. A un passo dalla fine della Selezione, America però non può più permettersi incertezze. Deve scegliere. Prima che qualcuno lo faccia per lei.

La recensione: Ci siamo! La selezione sta volgendo al termine, il principe Maxon sta per prendere la sua decisione e le ragazze dell'elite sono pronte ad afferrare la corona!
Sono stato piacevolmente sorpreso da questo terzo capitolo della storia, devo dirlo. The Selection, quello che ha dato il via alla storia mi ha lasciato un po' deluso visto il modo in cui questo libro era stato presentato, un dispotico dai contorni più smussati. Con The Elite già sapevo a che cosa andavo incontro, ero preparato, ma già rispetto al primo è stato più “noioso”, vedere sempre più il delinearsi del triangolo amoroso America-Aspen-Maxon è stato faticoso, visto e considerato che in questo secondo volume succede poco o niente a parte un finale creato appositamente perchè tu non abbandoni la storia e spingendoti a leggere anche il seguito.
The One è diverso. Pur nello stile ormai classico degli altri due volumi che lo precedono la storia ha però tutto un altro ritmo. Succedono cose. Siamo all'ultimo round della selezione, il principe Maxon sta per scegliere colei che diventerà la regina di Illea e non vediamo l'ora di scoprirlo.
A questo giro ci è risparmiato ogni singolo ripensamento, dubbio, paura o paranoia di America, indecisa se gettarsi, come le altre partecipanti, tra le braccia di Maxon e lottare con le unghie e con i denti per avere la corona, oppure guardare al passato e decidere per una vita al fianco di Aspen, guardia reale e amico di sempre. Stavolta America, sin dalle prime pagine, è decisa. Sa che cosa vuole. Finalmente oserei dire. Un altro libro sulle pene d'amore non so se l'avrei retto.
La storia stavolta ruota intorno a tutto il resto. Ci sono diversi assalti dei ribelli a Palazzo che stavolta creano decisamente più scompiglio e mettono in serio pericolo la vita di tutti quanti. Ci sono si anche momenti di romanticismo, dove i protagonisti dimostrano di avere un cervello oltre che un cuore, ma il tutto messo a repentaglio da guerre, minacce, provocazioni e, sfortunatamente, anche la perdita di alcune persone care.
Assistiamo quindi a diversi cambiamenti. Il primo a livello di personaggi. In The One i personaggi crescono e maturano, anche se il periodo di svolgimento della storia resta il medesimo. Si ha un più preciso approfondimento psicologico da parte di tutti, sia dei personaggi principali, sia delle altre ragazze partecipanti alla selezione. Molto bello uno dei capitoli centrali del libro, dove trovandosi una di fronte all'altra, America, Elise, Kriss e Celeste, decidono di scoprire le loro carte ed essere sincere con le altre confessando il motivo per cui sono lì a Palazzo a lottare per la corona. Chi di loro ama davvero il principe Maxon? Ed ecco che anche coloro che sembravano semplici personaggi fantoccio si trasformano in esseri umani, con veri sentimenti e vere paura. Perfino Celeste, fin'ora descritta come una ragazzina viziata che non ha saputo fare altro che indossare abiti in passerella.

Secondo cambiamento è il vivacizzarsi notevole della storia. C'è azione finalmente! Non siamo sempre e solo dentro al Palazzo reale dove la cosa più pericolosa che poteva succedere era rompere una tazzina o strapparsi il vestito. Stavolta ci sono incursioni fuori dal palazzo. Ci sono scontri armati coi ribelli. Ci sono personaggi nuovi e importanti che hanno un ruolo determinante ai fini della storia. America e Maxon, pur non sapendolo, lottano per fine comune, hanno un progetto più grande di loro, che va ben oltre il concorso per diventare la nuova regina. Ci sono delle vite da salvare, delle decisioni importanti da prendere per non mandare tutto a rotoli. C'è la lotta interiore per non lasciarsi trascinare dagli eventi e far precipitare il paese nell'oblio più assoluto per colpa di una stupida selezione...

Torno a dire che The One mi ha stupito. Pur nella leggerezza narrativa devo dire che a sto giro l'autrice ha fatto centro. E qua sorge spontanea la domanda. Caaaara Kiera...ma perchè ci hai messo così tanto a smuovere le acque come si deve? Alla fine al dunque ci siamo arrivati ok, ma questa selezione ce l'hai fatta sudare sette camicie, quando potevi regalarci molti altri momenti densi di azione come hai fatto in questo ultimo capitolo conclusivo!
Un libro che ho letto con parecchio piacere, visto quanto l'ho atteso e tutte le volte che in rete andavo a cercare notizie della sua imminente uscita che veniva puntualmente rimandata. Un libro che mi è dispiaciuto finire, perchè alla fin fine mi sono affezionato alle ragazze dell'elite, al principe Maxon e alle guardie del Palazzo...
L'intera saga alla fine può essere vista sotto un'ottica non solo narrativa. La Selezione non è soltanto un prestigioso concorso dove vince colei che cattura le attenzioni del principe, è anche una sorta di consapevolezza, una crescita, un rito di passaggio all'età adulta. Un momento importante dove dobbiamo scegliere, selezionare appunto, che cosa fare della nostra vita e chi vogliamo essere. Non importa se siamo in cima o in fondo alla classifica, conta essere noi stessi. Sempre.

Buona Selezione a tutti!



E non è tutto! All'interno dell'edizione italiana del libro troviamo in regalo un segnalibro a tema (sorpresa tra l'altro moooolto gradita) che ci informa che il prossimo 21 ottobre uscirà nelle librerie un quarto volume dedicato alla serie dal titolo The Selection stories: The Prince & The Guard.
Queste storie sono già apparse all'estero in entrambi i formati, è stata quindi una piacevole sorpresa scoprire che anche nel nostro paese verranno pubblicate in versione cartacea...
Beh che dire? Facciamo una X sul calendario, no?