domenica 14 dicembre 2014

Recensione: Mr Mercedes, di Stephen King

Titolo: Mr Mercedes
Serie: The Bill Hodges trilogy #1
Autore: Stephen King
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 470

La trama: All'alba di un giorno qualsiasi, davanti alla Fiera del Lavoro di una cittadina americana colpita dalla crisi economica, centinaia di giovani, donne, uomini sono in attesa nella speranza di trovare un impiego. Invece, emergendo all'improvviso dalla nebbia, piomba su di loro una rombante Mercedes grigia, che spazza via decine di persone per poi sparire alle prime luci del giorno. Il killer non sarà mai trovato. Un anno dopo William Hodges, un poliziotto da poco in pensione, riceve il beffardo messaggio di Mr. Mércedes, che lo sfida a trovarlo prima che compia la prossima strage. Nella disperata corsa contro il tempo e contro il killer, il vecchio Hodges può contare solo sull'intelligenza e l'esperienza per fermare il suo sadico nemico. Inizia quindi un'incalzante caccia all'uomo, una partita a scacchi tra bene e male, costruita da uno Stephen King maestro della suspense. Un thriller ad alta tensione, con due antagonisti: il sanguinario Brady - Mr. Mercedes - che ignora il significato della parola coscienza, e l'ironico Hodges, superlativo erede del Marlowe di Chandler, dolente e assetato di giustizia.

La recensione: Era tanto tempo che non leggevo qualcosa di King, l'ultimo è stato la rilettura di Dolores Claiborne. Nonostante appena uscito sono passato all'acquisto di Doctor Sleep, il libro si trova ancora nella libreria in attesa di essere letto. Con Mr Mercedes non è stato così, preso dallo slancio del momento di leggermi qualcosa che mi mettesse di buon umore ho iniziato subito la lettura.

Mr Mercedes fa parte di tutta quella serie di romanzi che esulano un po' dal genere a cui siamo abituati. Se avete acquistato il libro nella speranza di leggere di morti a mucchi come ne L'ombra dello Scorpione, animali che tornano in vita o macchine omicide come in Pet Sematary o Christine, oppure viaggi su e giù nel tempo come nel caso de Il Talismano, avete sbagliato qualcosa.
Ci troviamo di fronte a una persona, un cattivo (se così lo vogliamo chiamare), che commette una strage. A bordo di una Mercedes rubata pesta l'acceleratore mirando una folla di persone in fila  in cerca di un impiego. Un anno dopo la strage l'assassino resta ancora a piede libero. Ma è bramoso di fama, ha voglia che i riflettori siano puntati su di lui. Ecco che manda una lettera all'ormai ex detective Bill Hodges, e lo esorta a scovarlo prima di un'altra colossale strage...
Ed è l'inizio di una caccia all'uomo senza pari.

Una delle cose che mi sono senza dubbio piaciute di questo romanzo è l'inconfondibile linguaggio "alla King", anche se tradotto. Grazie quindi anche al traduttore, che ha saputo ricreare lo scorrere della prosa di King e farci fare quasi un salto nei romanzi del passato.
Un'altra chicca sono le continue citazioni di altri suoi romanzi, che fanno sempre un sacco piacere, primo fra tutti l'acclamatissimo It.

E' un romanzo che inizia col botto (la strage di fronte al City Center) per poi prendere una strada tranquilla ma parecchio tortuosa. Assistiamo in contemporanea all'evolversi di due storie. Da una parte troviamo Hodges in pensione che viene coinvolto ancora una volta nel caso della Mercedes rubata e dall'altra abbiamo Brady che conduce un'insolita vita in compagnia della madre alcolizzata, dividendosi tra il lavoro in un grande magazzino e quello di "omino dei gelati".
Interessante il profilo psicologico del Killer della Mercedes, una figura sfuggente e inquietante, la classica persona che può sederti vicino e tu non sai che cosa può passargli per la testa. Un po' già vista forse la fugura dell'anziano poliziotto che per non finire preda della noia torna "a lavoro" su un caso a cui non era riuscito a dare una fine dignitosa.

Il romanzo risulta piacevolissimo, ideale per le serate invernali, mi spiace però che con l'andare del tempo i romanzi di King sembrano amalgamarsi alla già abbondante fiumana di thriller che si trova in giro. Ho apprezzato moltissimo il fatto che in Mr Mercedes ci siano numerose critiche alla società odierna e che la storia fili liscia come l'olio, spesso però ho avuto come l'impressione che la storia potesse anche essere stata scritta da un'altro. Manca alla storia, comunque avvincente, quel componente particolare così marcato negli altri romanzi che hanno reso famoso il Re. Questo Mr Mercedes sembra quasi un romanzo scritto nei ritagli di tempo, un romanzo scritto tanto per fare o peggio, per portare a casa la pagnotta.

Come già accennato siamo ben lontani dalle scorribande assieme ai ragazzini di It in attesa dell'età adulta, siamo lontani dalla tensione che si percepiva nel sapere Jessie ammanettata al letto nella casa sul lago de Il Gioco di Gerald, e siamo ben lontani dall'azione incalzante di Desperation.... Qui ci troviamo di fronte a un thriller lineare, che in certi momenti avrebbe potuto (e personalmente ho sperato) diventare più crudo e sadico, cosa che purtroppo non succede. Ci sono delle situazioni che sembrano prendere una piega e poi ne prendono un'altra deludendo un po' le aspettative del lettore affezionato, che ha saputo negli anni amare le opere dell'autore.
Alcune delle trovate riguardanti il furto della Mercedes, forse per mia scarsa conoscenza del mondo automobilistico, mi sono sembrate un po' assurde, ai limiti del possibile, difatti alla fine del libro King ci spiega che le sue sono stati dei puri escamotage per far progredire la storia...
Un finale che non saprei bene come definire. La storia si conclude lasciando uno spiraglio aperto, pronto ad essere riempito con il seguito della trilogia. Quello che mi è dispiaciuto è che dopo che King ci ha fatto assaporare per buona parte della storia quel tipo di finale, mi riferisco al concerto della boy band, ce lo liquida in pochissimo tempo allentando tutta la tensione accumulata di punto in bianco.

Molti lo hanno criticato e posso capire perchè. Chi conosce King da anni ha ben presente che cosa sia in grado di scrivere quando gli prende bene. Questo suo ultimo lavoro è piaciuto a coloro che prima si spaventavano dei tomi di un tempo, a tutti coloro che per motivi di tempo hanno apprezzato la brevità dei paragrafi, e a tutti quelli che hanno iniziato adesso a leggerlo... Peccato per loro.
Vediamo. Diamo tempo al tempo. Cerchiamo di capire se questo primo romanzo della trilogia serve solo a rendere più appetitoso il seguito della storia e delle indagini del Detective Hodges...

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