lunedì 28 aprile 2014

Recensione: L'atelier dei miracoli, di Valérie Tong Cuong

Titolo: L'atelier dei miracoli
Autore: Valérie Tong Cuong
Editore: Salani
Pagine: 215

La trama: Ci sono momenti, nella vita di una persona, in cui sembra che nulla vada come deve andare. Eppure anche in questi momenti rimane, sottile come un velo, un'insopprimibile voglia di felicità, la sensazione di avere comunque il diritto a una porzione di serenità, la speranza lieve ma tenace di trovare, là fuori, qualcuno che possa aiutarti. Così accade anche ai protagonisti di questo romanzo, due donne e un uomo sull'orlo di un baratro, ai quali un incontro fortuito sembra aprire uno squarcio nel buio... È vero, la salvezza può arrivare nelle maniere e dalle persone più impensate, e il confronto con i propri fantasmi e con lo spregiudicato Jean, che aiuta le persone uscite dalle crisi a reinserirsi nella società nel suo atelier dei miracoli, potrà aiutare Mariette, Millie e Mike a risollevarsi. Ma quanto si mescolano, nella vita reale, il Bene e il Male? Dov'è il confine? Chi non ha mai incontrato una persona che l'aiuta ma, al tempo stesso, lo manipola? Un romanzo sulla complessità dei rapporti umani, sull'altruismo disinteressato, ma anche su ciò che ciascuno di noi possiede, e che appare quando la vita prende una direzione inaspettata.

La trama: Ho ricevuto questo romanzo in dono e non ne sapevo quindi l'esistenza. Ma quante volte capita di trovarsi a leggere un libro sconosciuto e restarne invece affascinati? Poche. Per me è stato così. L'atelier dei miracoli arriva al cuore e lo fa con pochissime pagine. Il libro racconta una storia che in verità ne racconta tre e forse molte altre. E' la storia di Millie, una giovane ragazza che delusa della vita che conduce, durante un incendio nel suo palazzo, si getta dalla finestra. E' la storia del signor Mike, un veterano dell'esercito, che si ritrova a essere un senzatetto. E' la storia di Mariette, un'insegnate di scuola che stufa della vita che conduce e presa fin troppo di mira dai suoi alunni, decide di cambiare vita. Storie semplici, di persone semplici, come la maggior parte di noi, ma proprio per questo vicine. Persone che hanno voglia di cambiare la loro vita, ma che non sempre sono pronte ad affrontare i problemi e le complicazioni dovute al cambiamento. E hanno bisogno di un sostegno, di qualcuno che le guidi durante il percorso. Loro incontrano Jean. Un fantomatico benefattore proprietario di un luogo dove è possibile rimettere insieme i pezzi della nostra vita.
La lettura di questa storia non è per niente pesante, nonostante l'argomento possa far sembrare il contrario. Le pagine scorrono alla velocità della luce, un libro che si legge in pochissimo tempo e con cui si passa volentieri la sera.
Alcune volte può sembrare che la storia dei tre personaggi, che ad un certo punto viene ad intrecciarsi, proceda in modo vorticoso, facendo accelerare gli eventi in modo esponenziale, ma tutto ha una logica e un fine. Succede quando la situazione lo richiede, quando i protagonisti devono prendere una decisione importante, quando capiscono che Jean ha pure lui un segreto e un passato da nascondere e forse non era poi questo gran benefattore che loro pensavano... Un libro dove è impossibile non ritrovare qualcosa di noi stessi in un qualsiasi dei personaggi, perchè tutti noi in un particolare momento della nostra vita ci siamo sentiti “persi” come loro e abbiamo avuto bisogno di qualcuno accanto, che ci sostenesse e ci spingesse a dare il meglio di noi... Questo libro insegna questo, a non arrendersi, perchè nonostante tutte le avversità e le sofferenze, là fuori c'è sempre qualcosa o qualcuno per cui vale la pensa vivere. Consigliatissimo.

domenica 27 aprile 2014

Segnalazione: Ipazia, di Silvia Ronchey

Titolo: Ipazia - La vera storia
Autore: Silvia Ronchey
Editore: Bur
Pagine: 318

La trama: "C'era una donna quindici secoli fa ad Alessandria d'Egitto il cui nome era Ipazia." Fu matematica e astronoma, sapiente filosofa, influente politica, sfrontata e carismatica maestra di pensiero e di comportamento. Fu bellissima e amata dai suoi discepoli, pur respingendoli sempre. Fu fonte di scandalo e oracolo di moderazione. La sua femminile eminenza accese l'invidia del vescovo Cirillo, che ne provocò la morte, e la fantasia di poeti e scrittori di tutti i tempi, che la fecero rivivere. Fu celebrata e idealizzata, ma anche mistificata e fraintesa. Della sua vita si è detto di tutto, ma ancora di più della sua morte. Fu aggredita, denudata, dilaniata. Il suo corpo fu smembrato e bruciato sul rogo. A farlo furono fanatici esponenti di quella che da poco era diventata la religione di stato nell'impero romano bizantino: il cristianesimo. Perché? Con rigore filologico e storiografico e grande abilità narrativa, Silvia Ronchey ricostruisce in tutti i suoi aspetti l'avventura esistenziale e intellettuale di Ipazia, inserendola nella realtà culturale e sociale del mondo tardoantico, sullo sfondo del tumultuoso passaggio di consegne tra il paganesimo e il cristianesimo. Partendo dalle testimonianze antiche, l'autrice ci restituisce la vera immagine di questa donna che mai dall'antichità ha smesso di far parlare di sé e di proiettare la luce del suo martirio sulle battaglie ideologiche, religiose e letterarie di ogni tempo e orientamento.

Il giudizio: Consiglio questo libro a tutti coloro che amano la filosofia, in particolare la filosofia platonica. Non ci troviamo di fronte a un libro di filosofia, inteso come testo scolastico, ma un testo che ci racconta come spesso l'essere colti può essere pericoloso. La storia di una donna, quasi un'eroina, la cui unica "colpa" è quella di essersi messa al pari dell'uomo.
La storia di una cultura infinita che getta le sue radici nell'antica Grecia. La storia di un potere che fa vergogna. La vergogna di una religione che rischia di mandare tutto in malora...

martedì 22 aprile 2014

Recensione: Diario di guerra contro gli zombie, di Nicola Furia

Ciao a tutti. Dopo il discreto successo di qualche tempo fa del libro Sopravvivere agli zombie di Iror Zanchelli, torno stavolta per narrare ancora di zombie assetati di carne umana: Diario di guerra contro gli zombie di Nicola Furia.

Titolo: Diario di guerra contro gli zombie
Autore: Nicola Furia
Editore: Edizioni R.E.I.
Pagine: 260

La trama: Quando tutto iniziò, fu inevitabilmente il caos. I morti risorsero e attaccarono i vivi, diffondendo con un solo morso il contagio. L’umanità non riuscì neanche a immaginare l’enormità della catastrofe che stava vivendo. Prima di riuscire a comprendere che i risorti dovevano essere immediatamente abbattuti, oltre tre quarti della popolazione mondiale era già stata contagiata. I morti viventi avevano invaso il pianeta e la pandemia dilagava inarrestabile. Oggi tutte le Autorità mondiali sono incapaci di reagire, annichilite dal caos e dall’orrore che devasta i continenti. E’ l’apocalisse! Ma in Italia, in una piccola provincia del Lazio, un manipolo di Carabinieri resiste e sferra un attacco impetuoso e folle alla morte che cammina. Li comanda il Colonnello Furia, un ufficiale controverso, violento e amorale, determinato a fare di tutto pur di far sopravvivere l’umanità… anche a costo di perderla del tutto.

La recensione: Ancora una volta zombie e morti che camminano. Mai come in questo tempo storie simili sono più azzeccate. Tempo fa ho ricevuto questo libro per posta e mai ho scelto momento più adatto per la lettura di un libro: la resurrezione!
Il libro di Nicola Furia  Diario di guerra contro gli zombie presenta tutti gli schemi usuali del genere zombesco con diverse marce in più. La storia infatti oltre a presentare le classiche situazioni che ogni lettore appassionato si aspetta, come il dilagare dell'apocalisse, l'approvvigionamento, la corsa per salvare i sopravvissuti, può essere anche letta come un vero e proprio giornale di guerra.
Il protagonista Nicola Furia infatti con una schiettezza e brutalità senza confine ci descrive come lui stesso e pochi altri all'interno della caserma, riescono a mettere su una guerriglia senza pari contro gli zombie. Poveretti questi non-morti aggiungo io!
La guerra viene descritta in ogni sua azione, dando un nome alle varie vasi e in modo che il lettore possa capire fino in fondo di che cosa si parla, perfino io che non sono avvezzo per nulla a questa pratica.
La particolarità di questo romanzo però è il modo in cui è costruito. Non so quanti di voi lo ricordano o l'hanno letto, ma a me è veneuto a mente Carrie di Stephen King. Un modo di raccontare gli eventi in modo differente con modi diversi e da personaggi differenti.La storia è la stessa, ma espressa con parole differenti (dal colloquiale a quello più forbito a quello più tecnico) e da persone differenti (il comandante furia, un ragazzo in chat, una psicologa alle prime armi...). Più punti di vista quindi arricchiscono la storia di particolari, la fanno sembrare più vera e tangibile e la rendono più movimentata rispetto a una raccontata solo in terza persona.

I diversi punti di vista portano alla luce anche trame differenti, seppur accomunati dal medesimo fattore: gli zombie. Nel libro di Furia c'è amore, una coppia di innamorati infatti cerca di riunirsi dopo che sono stati colpiti e divisi dall'apocalisse; c'è thriller, un serial killer semina panico tra i sopravvissuti lasciando sul suo cammino strane bottiglie contenenti un liquido bianco; c'è azione e numerose missioni di salvataggio e approvvigionamento...
In questo libri quindi possiamo trovare più generi e stili differenti, un libro che si adatta ad ogni età e che abbraccia quindi una fetta di pubblico molto ampia. La trama è lineare (si procede di mese in mese dall'inizio dell'apocalisse) e scorrevole, presenta punti più "veloci" come ad esempio i dialoghi via chat di Sorcio (uno dei personaggi più divertenti, a punti più "tranquilli" dove si spiega ad esempio le analisi mediche delle vittime che dopo essere decedute si trasformano in mostri mangiatori di carne umana. Molto interessante quindi da questo punto di vista, il lettore viene messo davanti alla cartella clinica di uomini affetti da virus e informato di come non ci sia un punto di ritorno dall'inferno. Terrificante ed esaltante allo stesso tempo.
Le Oasi, così vengono chiamate le stazioni dove i sopravvissuti possono rifugiarsi, sono però minacciate anche da qualcos'altro, oltre che dai morti che camminano. Minacciate da qualcosa di umano, da una persona che potrebbe tentare di sfruttare la situazione di stasi a suo vantaggio per per ripristinare un "ordine civile", e riportare così la civiltà a qualcosa di più normale. Qualcosa di politico? Qualcosa di altro? Una nuova minaccia ben più letale proveniente dall'animo umano...

Un libro che si legge tutto d'un fiato, come ho fatto io. Una lettura che avvince e appassiona anche chi secondo me non è avvezzo al genere zombesco, proprio per la sua immediatezza e la capacità di scaraventare il lettore nella furia devastante di un mondo che sta andando a rotoli...
L'unica cosa da fare è quella di gettarsi nella mischia...e combattere gli zombie al fianco di Nicola...
Fatelo anche voi, ve lo consiglio!

A proposito dell'autore: NICOLA FURIA è lo pseudonimo di un Ufficiale dei Carabinieri in congedo. Nato a Roma nel 1961, ha comandato diversi Reparti Investigativi in Campania, in Basilicata e nel Lazio. Attualmente svolge l’incarico di docente di criminalistica nei corsi di Scienze Criminologiche Forensi - Master di I e II livello - presso la “Sapienza” - Università di Roma - e nei corsi presso l’Università Telematica di Roma.




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mercoledì 16 aprile 2014

Recensione: Insurgent, il secondo libro della serie Divergent di Veronica Roth

Benritrovati! Eccoci di nuovo qua per parlare del seguito della trilogia dispotica del momento, quella di Divergent. Insurgent, secondo libro della serie scritta da Veronica Roth.

Titolo: Insurgent
Autore: Veronica Roth
Serie: #2 Divergent
Editore: DeAgostini
Pagine: 510

La trama: Una scelta può cambiare il destino di una persona... o annientarlo del tutto. Ma qualsiasi essa sia, le conseguenze vanno affrontate. Mentre il mondo attorno a lei sta crollando, Tris cerca disperatamente di salvare tutti quelli che ama e se stessa, e di venire a patti con il dolore per la perdita dei suoi genitori e con l'orrore per quello che è stata costretta a fare. La sua iniziazione avrebbe dovuto concludersi con una cerimonia per celebrare il proprio ingresso nella fazione degli Intrepidi, ma invece di festeggiare la ragazza si è ritrovata coinvolta in un conflitto più grande di lei... Ora che la guerra tra le fazioni incombe e segreti inconfessabili riemergono dal passato, Tris deve decidere da che parte stare e abbracciare completamente il suo lato divergente, anche se questo potrebbe costarle più di quanto sia pronta a sacrificare.

La recensione: Detto fra noi sono rimasto parecchio spiazzato, e anche dopo averlo finito non sapevo cosa pensare. Ecco che ho impiegato le ore di lavoro a meditare su quanto sto per scrivere.
Indubbiamente in questo secondo libro della trilogia si hanno dei cambiamenti in un certo senso. Riprendiamo la storia da dove l'avevamo lasciata, con Tris innamorata di Tobias e una guerra imminente che minaccia di sconvolgere la città divisa in fazioni. Ok.
Ora, non so come mai, il lettore (quindi me compreso) si ritrova in una parabola di sparatorie infinita seguita da uno spostamento continuo. Mi spiego.
Per combattere la guerra contro gli Eruditi, coloro che detengono il potere e lo sviluppo tecnologico, gli Intrepidi decidono di cercare delle alleanze (ovvio, no?) rivolgendosi inizialmente ai Pacifici, che per motivi che non sto qua a raccontare diciamo che "rifiutano" di dare loro un appoggio. Ecco che buona parte degli Intrepidi si ritrova in mezzo agli Esclusi. A dispetto di tutti, si sono organizzati e sono diventati una grande potenza. Si viene a sapere poi che Tris non è l'unica Divergente ma ce ne sono molti altri...
Come nel primo libro, che si dilungava un sacco sui combattimenti durante l'iniziazione degli Intrepidi, in questo secondo ci troviamo di fronte a pagine e pagine di spostamenti tra i vari quartieri delle diverse fazioni senza che succeda nulla di così tanto importante, a parte qualche rappresaglia.
Il discorso si dilunga forse troppo sulle simulazioni, allucinazioni indotte da dei sieri all'interno del corpo mediante la puntura di una siringa. Gli Eruditi stanno mettendo a punto un nuovo siero a cui i Divergenti dovrebbero essere immuni, in modo così da poter controllare anche le loro menti.
Ed è questo che succede quando Tris fa irruzione nel loro quartier generale e viene catturata: sperimenta questo siero.
L'autrice poteva sinceramente trastullarsi un po' meno in questo senso ed evitarci la prova di tutte quelle siringhe.
Il finale del libro ci porta a conoscenza di quella cosa che aleggia per tutto il libro e che ci viene nascosta per troppo tempo. Troppo. L'autrice ci mette al corrente di un'informazione che potrebbe cambiare le sorti della città intera e mandare tutto quanto in frantumi, wow eh, però perchè ci fai vedere la carota e non ci permetti mai di sentirne magari il sapore? Quest'informazione è quella cosa che regge le sorti del romanzo e invece di dare più spazio a questa cosa la storia si sbalza da una parte all'altra dei vari quartieri della città senza saperne il motivo, si ok gli Intrepidi vogliono degli alleati ma 500 pagine per ribadirlo di continuo non sono un po' troppe? Si viaggia insieme alla protagonista e ai suoi compagni da un posto all'altro combattendo con pistole spianate, ma per cosa? Che poi la battaglia vera nemmeno viene descritta perchè noi siamo con gli Intrepidi a cercare di "ingannare" l'ennesima simulazione messa in atto dagli Eruditi... Viene secondo me perso troppo tempo a descrivere situazioni di cui ci importa fino a un certo punto.
Non era meglio un'unica battaglia ma ben descritta, piuttosto che sporadiche incursioni nelle fazioni per venir catturati e torturati?

I personaggi descritti sono gli stessi del primo libro, che sono tanti. Così tanti che spesso per tenere tutti quanti sotto controllo, la scrittrice mette troppa carne al fuoco rendendo lo svolgimento intrinseco della storia un po' sdrucciolevole.
Troppe smancerie tra Tris e Tobias stavolta. Loro due che litigano fanno quasi cambiare genere al romanzo, dando una pennellata di miele fin troppo abbondante a tutta la storia.
Ci sono tradimenti vari all'interno della storia, uno forse più importante di tutto il resto e che riguarda la protagonista molto da vicino...e non gli viene dato affatto il giusto peso, liquidando la faccenda con una paginetta, forse due. Peccato.

Il libro nel complesso scorre bene non c'è che dire peccato che durante la lettura abbia avuto come la sensazione che la Roth abbia voluto allungare un po' troppo il brodo per avere ancora qualcosa da scrivere nel terzo volume della trilogia...

Cosa viene dopo?

domenica 13 aprile 2014

Recensione: Le orme leggere del cuore, di Daisy Raisi

Titolo: Le orme leggere del cuore
Autore: Daisy Raisi
Editore: Youcanprint
Pagine: 67
Prezzo: 1.67 euro

La trama: Una silloge di racconti che vuole essere un omaggio al genere femminile, alla sua forza silenziosa. Cinque storie, cinque ritratti di donna che hanno un unico comune denominatore: l'amore, sotto qualunque aspetto e forma esso si presenti.

La recensione: Ho letto questa silloge dopo un breve scambio di messaggi con l'autrice e dopo averlo acquistato su Amazon. In genere, non so come, ho una specie di avversione per i racconti, ma ero curioso che alla fine ho accettato di leggerlo. Non ci si deve mai fossilizzare su un genere, no?
Le orme leggere del cuore sorprende. Nonostante ci sia l'idea diffusa che i racconti narrano di storie a se stanti, questa racconta è una delle eccezioni.
I 5 racconti che il lettore si accinge a leggere raccontano tutte storie al femminile, 5 sono le donne protagoniste di quelle pagine. Ognuna di loro racconta il suo punto di vista sull'amore, un diverso oggetto del desiderio, un diverso modo di vivere i sentimenti, un diverso modo di soffrirne.
Tutti ne siamo vittima prima o poi.
Ci sono storie che ci fanno capire quanto poco pensiamo ai sentimenti quando li stiamo vivendo, a quanto spesso non teniamo conto di quanto la persona che ci sta vicino possa soffrire. Ci sono storie che dicono di un amore nei confronti di una bambina, e storie che, nonostante mettano del tempo in mezzo a noi, non riusciamo a dimenticare...

Chiunque sia affamato d'amore sono certo apprezzerà molto il lavoro dell'autrice, che ha scritto in tempi e momenti diversi della sua vista, queste storie che parlano un po' di lei e un po' di tutti noi che leggiamo. Orme che tutti noi si portano sempre dietro. Una struttura semplice e scorrevole da modo al lettore di immergersi immediatamente all'interno delle storie, rimanendo sempre (ogni volta) con la voglia di saperne di più. Sapere che cosa accade a queste donne dopo che realizzano e metabolizzano quell'amore appena svelato.
Un linguaggio semplice e diretto tocca il cuore, organo e parola importante presente nel titolo della raccolta. Le orme leggere del cuore, sono si "leggere", ma lasciano comunque un'impronta, simbolo di un passaggio profondo o delicato.
Leggendo il libro mi sono spesso trovato a pensare a questi personaggi come fossero persone reali, come fossero mie amiche, persone che avrei potuto incontrare al bar a fare colazione oppure durante una passeggiata. Personaggi credibili e veri. Non sempre parlare d'amore è semplice e soprattutto non basta un argomento a rendere appetibile un libro. C'è sempre bisogno di altro.
Questa silloge di racconti, nonostante si leggano molto velocemente, non lasciano niente al caso, dando al lettore ogni tipo di informazione in grado di generare emozioni.
Vi pare poco?

Qui il link per coloro che volessero acquistarne una copia.

venerdì 11 aprile 2014

Recensione: Divergent, di Veronica Roth // Primo volume della trilogia

Un caro buon giorno a tutti cari lettori! Prima di iniziare vorrei ringraziare tutti voi che ogni giorno passano di qua e contribuite a far crescere questo sito dedicato alla lettura e la sua pagina fb.
Grazie davvero.

Adesso però veniamo a noi e al libro di cui vi parlo oggi. Uscito tempo fa e adesso accompagnato pure da un film nelle sale cinematografiche. Parliamo del fenomeno che segue le orme di Hunger Games, anch'essa una trilogia dispotica, scritta da Veronica Roth: Divergent.

Titolo: Divergent
Autore: Veronica Roth
Serie: #1 Divergent
Editore: DeAgostini
Pagine: 480

La trama: Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta, escludendo tutte le altre, si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita. Non sopportando più le rigide regole degli Abneganti, la ragazza sceglie gli Intrepidi: l'addestramento però si rivela duro e violento, e i posti disponibili per entrare davvero a far parte della nuova fazione bastano solo per la metà dei candidati. Come se non bastasse, Quattro, il suo tenebroso e protettivo istruttore, inizia ad avere dei sospetti sulla sua Divergenza...

La recensione: Finalmente un romanzo dispotico degno di questo nome! Contrariamente a The Selection questo primo romanzo della trilogia omonima di Veronica Roth, rispetta tutti i crismi del genere. Urliamolo ai quattro venti quindi.
L'altro mio metro di paragone era la trilogia di Hunger Games di Suzanne Collins, quindi è dura parlare di Divergent! Il primo amore non si scorda mai, no?

Questo romanzo, come dice la trama, ci porta in una Chicago del futuro dove la città è divisa in 5 fazioni: Abneganti, Intrepidi, Candidi, Pacifici, Eruditi. Ogni ragazzo di 16 anni è chiamato a dover scegliere il proprio posto durante la Cerimonia della Scelta. Scegliere a quale fazione appartenere per il resto della loro vita a seconda delle proprie inclinazioni. Chi non è capace di scegliere viene sbattuto ai margini della città e destinato a una cita di carità classificato come Escluso...
Per Beatrice (detta anche Tris) la vita non diventa proprio una passeggiata dopo che abbandona la casta di appartenenza, gli Abneganti, per lasciarsi travolgere dall'irruenza degli Intrepidi, dopo che il suo test è risultato inconcludente...

Tris abbandona la sua casa e la famiglia per unirsi a coloro che difenderanno la città, i guerrieri. Coloro che combattono e sottopongono il loro corpo a dure prove. Ma il percorso è lungo per una che ha passato la sua vita ad aiutare gli altri. Ma Tris è una Divergente. Ha in sé qualcosa di unico e speciale che le permette di appartenere a più categorie contemporaneamente. Solo che deve nascondersi. Non farlo sapere a nessuno. C'è la morte per tutti coloro che dimostrano di non poter essere controllati dalla società....

La storia si legge bene, anzi, strabene e nonostante le quasi 500 pagine scorre che è una meraviglia...tanto che pensavo mancasse qualche pagina. Quindi un bel punto a favore. Un libro che fa venire parecchia voglia di vedere come va avanti la storia.
Ci sono molte parti interessanti, una di queste è la Cerimonia della Scelta, oppure il momento in cui Tris scopre dal test di essere una Divergente. Momenti in cui davvero non si riesce a mollare il libro.
Di contro però c'è tutta una parte dedicata all'addestramento fisico degli Intrepidi che secondo me si poteva sfoltire di parecchio. Pare quasi di essere in Fight Club. Troppo lungo. Capisco che il lettore deve capire in che contesto siamo, ma il prima è già abbastanza chiaro nel dire quanto particolare e claustrofobica sia la società.
Il genere dispotico mi piace un sacco davvero, forse perchè sotto sotto anche io sono un po' figlio di 1984 di Orwell e instancabilmente cerco quell'atmosfera. E faccio paragoni continui.
La storia della divisione in caste è buona, nonostante la storia sia stata scritta nel 2011, quindi poteva forse essere giocata meglio. Una pecca del romanzo forse è l'aver ignorato il significato allegorico della storia. Vediamo quindi cosa succede nel secondo e terzo volume prima di giudicare. Siamo onesti.

I personaggi sono decisamente molto affascinanti, specie Quattro, l'istruttore di Tris. Gente sempre in cerca del pericolo, dell'eccesso e coperti di tatuaggi. Moooooolto sexy. Indubbiamente hanno del potenziale, anche se spesso il loro carattere e il loro comportamento non sempre è giustificato, lasciando le loro azioni un po' fini a se stesse.
Molto bello però il cameratismo che si respira nel dormitorio del rifugio degli intrepidi. Molte personalità differenti, che fanno calare il lettore nella giusta atmosfera di "pericolo" della protagonista.
Scontata (come il genere impone) la storiella d'amore di Tris, messo da parte questo dettaglio, ho apprezzato moltissimo il modo in cui viene introdotta e come viene sviluppata. Diversa insomma dal classico "oddio com'è figo lui lo voglio", decisamente inadatto al tipo di storia che abbiamo di fronte.
I genitori della protagonista e di suo fratello (che però sceglie una fazione differente) sono figure pressochè inesistenti, che poco influiscono sulla scelta del futuro dei loro figli. Forse per dare l'idea di libertà, il famoso detto "la vita è loro", ma io che sono vecchio stile dico che due parole in più a quei due ragazzi che se ne vanno di casa potevano anche dirla, no? In fondo erano pur sempre Abneganti, no?

Il tema è molto attuale: l'idea di una società dispotica che reprime al massimo i sogni e le speranze della gente è quanto di più vicino ci possa essere alla nostra società attuale purtroppo.
Solo che anche noi come società dovremmo trovare il coraggio di reagire per spezzare queste catene.

L'azione, quella importante dico, è concentrata nella parte finale del libro in un susseguirsi di combattimenti e battaglie che tiene col fiato sospeso. Azione che prelude a quello che sarà il secondo volume della trilogia, che non vedo l'ora di leggere, a questo punto.
La storia procede bene, ha un ritmo parecchio serrato che spinge ad andare avanti quasi che anche il lettore prendesse parte alla lotta che i personaggi del libro combattono. Non mancano colpi di scena e momenti di panico, sia per i personaggi sia per chi legge.

Giudizio? Un buonissimo libro, che si legge con piacere molto volentieri. Uno di quei libri che fa parecchio rumore, anche dovuto adesso all'adattamento cinematografico, ma che almeno dice qualcosa, che lancia qualche messaggio e soprattutto spinge i giovani alla lettura, che è cosa buona e giusta.

Cosa viene dopo?

Vediamo come procede, no?

giovedì 3 aprile 2014

Recensione: La mia amica ebrea, di Rebecca Domino

Eccomi di nuovo qua carissimi lettori a dare spazio alla Giornata della memoria, per non dimenticare. Quest'oggi parliamo di un altro libro riguardante il tema dell'Olocausto e delle due drammatiche conseguenze, quello di Rebecca Domino.

Titolo: La mia amica ebrea
Autore: Rebecca Domino
Editore: Lulu
Pagine: 300
Prezzo: 1.99 euro

La trama: Amburgo, 1943. La vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le uscite con le amiche, le lezioni e i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. Le cose cambiano quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri. Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino di tutta la sua gente. Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra le due ragazzine, in un Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza. Un romanzo che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.

La recensione: Un libro che fa riflettere. Una storia che ci fa capire che con la forza del pensiero e un po' di intelligenza molte persone avrebbero potuto differire da quello che Hitler ha messo loro nella testa. La storia di una ragazzina di quindici anni che va contro il pensiero comune secondo il quale gli ebrei siano una razza da cancellare sulla faccia della terra. Josepha va contro i genitori e il fratello (iscritto pure alla Gioventù Hitleriana) per seguire il suo cuore e scegliere quello che sente davvero senza lasciarsi condizionare da nient e da nessuno. Nemmeno dalle amiche.
Una storia che si ribalta e viene vista dalla parte tedesca. Tutti siamo uguali, e lo dimostra questa storia che, purtroppo, conosciamo tutti fin troppo bene, nonostante nel mondo ci sia ancora qualche ignorante al punto tale da pensare che quello che è stato fatto a gli ebrei è giusto.
Mi chiedo quindi come mai lo studio della storia non ha suscitato in loro la stessa rabbia che suscita in me ogni volta che rivango il passato. Com'è possibile che l'uomo sia stato così crudele verso quella gente pensando che ci fosse un'unica razza eletta, dove tutti erano belli e fighi?
Il libro di Rebecca Domino, mette in luce il fatto che non importa da che parte stai. Fa capire al lettore che cambiare la storia era possibile se qualcuno in più avesse puntato i piedi invece di farsi rammollire il cervello con tanti bei discorsi che non hanno portato a niente. Solo morti.
Vele quindi la pena spendere un paio di euro (il prezzo di questo libro, una colazione al bar) per capire quanto ancora dobbiamo imparare dal passato per non rischiare di commettere gli errori già commessi.
Una scrittura scorrevole, piacevole...ma proprio quel questo ancora più tagliente della lama di un coltello che con lentezza affonda dentro di noi aprendo una voragine che sempre rimarrà incolmabile.
Purtroppo.

A proposito dell'autore: "Sono nata nel 1984, e da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo aver messo da parte questa mia grande passione per molti anni, sono tornata a scrivere e adesso è ciò che mi piace di più fare. Sono anche un'appassionata viaggiatrice e lettrice. "La mia amica ebrea" è il mio primo romanzo".

Per coloro che fossero interessati all'acquisto cliccare qui.
Il blog di Rebecca Domino.