mercoledì 25 giugno 2014

Recensione: William killed the Radio Star, di Pietro Gandolfi edito da Dunwich Edizioni

Ciao a tutti quanti miei cari lettori! E' con grande piacere che, come promesso, torno a parlarvi di uno dei lavori edito dalla casa editrice Dunwich Edizioni, casa editrice specializzata nella diffusione di letteratura horror. On ine già da qualche tempo e in versione cartacea presentato recentemente alla Fiera del libro di Torino William killed the Radio Star del vicentino Pietro Gandolfi fa adesso la sua comparsa ufficiale anche su queste pagine.


Titolo: William Killed the Radio Star
Autore: Pietro Gandolfi
Editore: Dunwich Edizioni
Collana: Morte a 666 giri
Pagine: 204

La trama: Little Wood è un piccolo angolo di paradiso immerso nelle foreste del nord, un posto dove chiunque può trovare pace e serenità. Ma non Jazz. Per lui, DJ di colore trapiantato dalla Lousiana, una normale notte di diretta si trasformerà in un incubo. Perché qualcuno lo odia nel profondo, perché qualcuno deciderà di chiudere i conti in sospeso con lui. Trovandosi di fronte a una minaccia che non dovrebbe esistere, Jazz sarà costretto a combattere per sé e per le persone che ama, pronto a sacrificare tutto, persino la vita. Ma chi è la presenza che si aggira nella stazione radio come uno spirito inquieto? E perché il nome di William Heart, cantante e piccola leggenda locale, continua a tormentarlo come il ritornello di un'odiosa canzone? Quando Jazz lo scoprirà si pentirà di aver abbandonato la sua casa per rifugiarsi nella fredda ostilità di Little Wood.

La recensione: Come nei più classici libri horror anche in questo romanzo di Pietro Gandolfi ritroviamo tutti gli elementi narrativi per far stare il lettore col fiato sospeso, e questo è un buon inizio.
Due righe penso vadano spese per la scelta dell'immagine di copertina. Chiara ed esplicativa della storia e dell'ambientazione che ci troviamo di fronte. Una giornata dal cielo plumbeo, una costruzione  in legno quasi sommersa dalla neve e delle orme insanguinate. Non viene forse voglia di sapere cosa accade all'interno di quella costruzione isolata dal resto del mondo?

La storia inizia di colpo. Dopo poche pagine siamo immersi nell'universo di WKTL, piccola radio locale di Little Wood, che trasmette grandi successi musicali.
Jazz, ragazzo di colore trapiantato dalla Louisiana, è alla prese con la sua trasmissione, che va in onda ogni sera per tutta la notte assieme ai colleghi Chuck e Isabelle. Quella che sembra l'inizio di una normale serata a base di musica si trasforma in una serata da incubo. La sera prima infatti il cadavere di William Hurt, cantante locale reso famoso dalle sue canzoni dalle sonorità melodiche, è stato trafugato dopo un morte violenta per overdose. Jazz, che da sempre ha deriso la carriera del cantante, si trova adesso a fare i conti con i fan più accaniti del cantante defunto, coloro che più sono stati influenzati dalla sua musica, e adesso non sopportano che venga gettato fango sul loro idolo. Sono molti e con pareri differenti, alcuni gentili, altri più scortesi e senza mezze misure. Ma quando tra loro appare una fan che confessa di essere lei ad aver prelevato il cadavere dal cimitero le cose cambiano. E di parecchio... Inizia così tutta una serie di rivelazioni che getteranno panico all'interno dell''emittente radio, momenti di paura e puro delirio, che faranno si che ciascun personaggio rimetta in discussione il proprio ruolo e la propria vita.

L'intera vicenda ha la durata della diretta radiofonica gestita da Jazz. Inizia poco prima che il protagonista inizi il turno di lavoro e si conclude all'alba. Un tipo di narrazione che permette al lettore di essere pienamente coinvolto nella vicenda quasi fosse anche lui un semplice ascoltatore della piccola emittente radio, che seduto comodamente sul divano della propria casa assiste alla trasmissione notturna nell'attesa che fuori la tempesta di neve cessi.
Il romanzo non ha interruzioni, non ha pause e pagina dopo pagina la tensione cresce con il peggiorare della situazione all'interno della radio, che non sto qua a raccontare per non svelare tutto quanto e rovinare la sorpresa.

Pietro Gandolfi, chiaramente influenzato dalla sua grande passione che è la musica e facente parte di un gruppo musicale, correda William killed the radio star di citazioni e nomi di gruppi metal e rock dimostrando di conoscere a fondo l'argomento di cui parla e mettendo i singoli titoli al servizio della storia.

Curiosità e riferimenti: All'interno del romanzo, come è scritto anche nella prefazione, possiamo trovare numerosi riferimenti al Re del Brivido Stephen King, cosa non da poco essendo Gandolfi uno scrittore emergente. Troviamo infatti nel suo romanzo una situazione di emergenza, una cittadina di provincia isolata da una tempesta di neve, proprio come succede ne La tempesta del secolo e Shining dello scrittore del Maine.
Ma i riferimenti non finisco qua. Chi di voi ricorda The texas chainsaw massacre più noto come Non aprire quella porta dove un pazzo energumeno con una maschera di pelle umana e armato di una motosega fa strage di un gruppo di ragazzi? Oppure chi ricorda il famosissimo Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris dove l'omicida usa la pelle delle proprie vittime per un uso molto "alla moda"?
Gandolfi racconta tutto questo e mischia sapientemente una narrazione scorrevole come le parole di un deejay notturno alle prese con dei fan accaniti che rifiutano la morte del loro cantante del cuore, a una trama dall'incalzante struttura che non annoia mai e anzi, fa quasi venir voglia di non abbandonare la lettura per paura di "interrompere" inavvertitamente la trasmissione di Jazz alla WKTL.
Noi siamo i lettori e noi siamo allo stesso tempo gli ascoltatori di quella stessa radio che mette in pericolo tutti quanti. Un romanzo dalle chiare connotazioni horror ma dal duplice significato, quello di renderci partecipi di un incubo e quello di farci capire quanto le parole, se pronunciate con sincerità e ascoltate da più persone, siano importanti e quanto queste possano metterci in pericolo se non abbiamo coscienza di quello che stiano dicendo.

Un romanzo che da un chiaro messaggio, molto esplicito, che va ben oltre la semplice storia, ma che serve a far capire che tutto quello che apparentemente potrebbe sembrare innocente o stupido, possa rivelarsi pericoloso e mettere in atto qualcosa da cui è difficile uscire senza farsi male.
Un finale che lascia a bocca aperta e apre molti interrogativi sulle scelte che nella vita facciamo ogni singolo giorno, ma uno su tutti regna sovrano: siamo così sicuri di poter sacrificare la nostra stessa vita in favore delle persone che amiamo?
Leggete il libro di Pietro Gandolfi e lo scoprirete.

Qui disponibile sia la versione cartacea che digitale.

giovedì 19 giugno 2014

Recensione: Dell'amore e di altri demoni, di Gabriel Garcia Marquez

Titolo: Dell'amore e di altri demoni
Autore: Gabriel Garcia Marquez
Editore: Mondadori
Pagine: 147

La trama: Al centro della vicenda, ambientata in una Cartagena de Indias perduta in un vago e oscuro passato coloniale, sospeso tra il possibile e il misterioso, c'è la passione innaturale e distruttiva che vede protagonisti una bellissima bambina morsa da un cane rabbioso, un medico negromante e un giovane esorcista posseduto dal mal d'amore. Costruito con la logica di Calderón de la Barca e l'ironia di Cervantes, "Dell'amore e di altri demoni" vive di una prosa insolitamente scarna ed essenziale. Una scrittura decantata e limpida che dà vita a pagine di struggente poesia e di emozionato pudore con cui Gabriel Garcia Márquez riesce ad avvincere il lettore, trascinandolo in un enigmatico universo capace di travolgere i sensi e i sentimenti.

La recensione: Dopo essermi cimentato in Cent'anni di solitudine ho deciso di gettarmi ancora una volta tra le pagine di Marquez. Complice ancora una volta il mio fido negozio di libri usati.
In questo libro ritroviamo la stessa magia che percorre il libro che ho citato. Ritroviamo una piccola comunità, una mentalità fatta di antiche credenze e dei personaggi che toccano il cuore nella loro semplicità.
Stavolta non ci troviamo di fronte alla storia della fondazione di Macondo, ma ugualmente possiamo trovare qualcosa che va ben oltre. La "fondazione" dell'amino umano, quello della protagonista, una ragazzina di nome Sierva María de Todos los Ángeles.
Nata e cresciuta in mezzo a gli schiavi (essendo il libro ambientato ai tempi dell'inquisizione spagnola) Sierva María si sente appartenere più a loro che ai genitori, che da sempre hanno dimostrato invece nei suoi confronti solo noia e astio.
L'essere morsa da un cane rabbioso la porta a vivere una serie di situazioni che una ragazzina della sua età nono dovrebbe neppure immaginare. L'indifferenza dei genitori, la derisione delle persone che la circondano, la reclusione e infine l'essere sottoposta a rudimentali riti di esorcismo...
Ma per fortuna per lei non c'è solo il male a colmare la sua vita, perchè spesso dal male può nascere anche l'amore e Cayetano Delaura, il giovane prete incaricato di esorcizzare Sierva María, lo sa bene...

Un libro che nonostante la brevità riesce a trasmettere tutto il significato che si porta dentro. Dell'amore e di altri demoni mette in mostra quanto l'amore per i propri figli possa influire sulla loro vita. Quanto sia importante prenderci cura di loro, perchè le insidie sono sempre dietro l'angolo, specie se si da spazio alle dicerie antiche quanto il mondo e non siamo disposti a scendere a comprimessi.
Una storia che parla di ostacoli ma anche di tante fonti di amore. Le più disparate, che vanno dall'amore negato a un figlio, a quello per la propria vita, a quello più caldo e passionale per la persona che amiamo.
L'amore, che come sempre vince su tutto, al punto da far mettere in discussione a un prete la propria fede. L'amore che tutto può ma che purtroppo, spesso non basta...

Consigliatissimo.

lunedì 16 giugno 2014

Recensione: Allegiant, di Veronica Roth // Terzo volume della trilogia

Titolo: Allegiant
Autore: Veronica Roth
Serie: #3 Divergent
Editore: DeAgostini
Pagine: 538

La trama: La realtà che Tris ha sempre conosciuto ormai non esiste più, cancellata nel modo più violento possibile dalla terrificante scoperta che il “sistema per fazioni” era solo il frutto di un esperimento. Circondata solo da orrore e tradimento, la ragazza non si lascia sfuggire l’opportunità di esplorare il mondo esterno, desiderosa di lasciarsi indietro i ricordi dolorosi e di cominciare una nuova vita insieme a Tobias. Ma ciò che trova è ancora più inquietante di quello che ha lasciato. Verità ancora più esplosive marchieranno per sempre le persone che ama, e ancora una volta Tris dovrà affrontare la complessità della natura umana e scegliere tra l’amore e il sacrificio.

La recensione: Eccomi qua, dopo un periodo di gestazione e di pausa da questa trilogia a parlarvi del terzo capitolo della storia, del finale: Allegiant. 
"Allegiant" è sinonimo di leale e ce ne viene spiegato il significato poco dopo aver iniziato il libro.
La storia riprende. Riprende da quando sul finale di Insurgent c'è stato il ritrovamento del video di Edith Prior che informa tutti quanti di un imminente cambiamento e invita a uscire dalla recinzione e aiutare coloro che si trovano fuori dalla città che è preda di un esperimento...
Evelyn è a capo della fazione degli esclusi che, dopo la battaglia, hanno preso il comando della città smantellando il sistema delle fazioni che per anni li aveva resi schiavi. Marcus resta sulle sue.
Tutti gli altri (Tobia, Tris, Uriah, Caleb, Christina...) restano basiti di fronte a tutto ciò, iniziando a porsi domande su come sia la vita furori da Chicago, fuori dalla recinzione che da quando sono nati li ha inscatolati dentro un sistema di controllo che ha segnato per sempre le loro vite...

Adesso c'è una svolta. I sopravvissuti decidono di accettare il consiglio del video trasmesso e di varcare la recinzione. All'interno della loro città, Chicago, c'è un gruppo chiamato gli Alleanti, che ha deciso di prendere accordi con coloro che vivono fuori dai confini, al fine di sovvertire l'ordine che Evelyn ha imposto loro. Così partono abbandonando le case e gli amici.
Quello che trovano sono dei luoghi in rovina, fatiscenti, ma dove la gente vive libera dalle regole. A capo del Dipartimento che li ospita troviamo Johanna e David, una la ex leader dei Pacifici, l'altro il boss di un centro di ricerca genetica.
Prestissimo infatti Tris e Tobias vengono messi a parte di un esperimento messo a punto dal governo per creare una popolazione con connotati caratteriali che permettesse a gli abitanti delle città di vivere serenamente, senza azzuffarsi l'un con l'altro insomma. Una delle città-esperimento è proprio quella da cui Tris e gli altri sono appena fuggiti. Strano eh!
Non volendo raccontare troppo della trama, che è giusto che il lettore scopra per conto proprio, possiamo dire che l'esperimento del governo è miseramente fallito, visto la catastrofica guerra che ha spazzato via quasi un'intera città. Ma come siamo arrivati a questo?
Per creare una razza "perfetta" sono stati fatti esperimenti di genetica che hanno tolto dal DNA delle persone i tratti "poco appetibili" del carattere, con la conseguente abbondanza di geni di altro tipo che hanno finito per creare altri conflitti. Coloro infatti che più si sono saputi adattare sono i Divergenti perchè nel loro patrimonio genetico c'era posto per una percentuale equa di qualità. Si scatena così la Guerra della Purezza, che vede fronteggiarsi i Geneticamente Puri (i Divergenti) e i Geneticamente Danneggiati (coloro che hanno geni modificati).
I nostri protagonisti si trovano tutto questo alle spalle e altre minacce, perchè anche all'interno dello stesso Dipartimento che li ha appena accolti si nasconde chi ha in mente mezzi ben più duri per far valere i propri principi...

Come sempre il libro è scorrevolissimo, ma questo ormai lo sappiamo. Ero curioso di scoprire che cosa si sarebbe inventata la Roth per concludere la saga e non mi aspettavo quanto ho letto, lo devo ammettere.
Che sarei andato incontro a un qualche tipo di guerra ne ero a conoscenza e non mi aspettavo certo la storia del patrimonio genetico modificato, che però ho apprezzato moltissimo. L'autrice ha trovato un bel filo narrativo non c'è che dire.
Una pecca forse c'è. Difetto dell'autrice che, come ha fatto per gli altri 2 libri precedenti, racconta gli snodi principali della storia in modo così sbrigativo che non c'è modo di godere a pieno di quei momenti. Tutta la storia dei cambiamenti genetici, della Guerra della Purezza, di come si vuole ovviare a tutti questi morti, della differenza tra coloro che sono puri o danneggiati, ci viene si raccontata a piccole dosi in modo da creare la curiosità ma anche in modo concentrato. Il tempo quindi per sedimentare quanto ci viene detto è poco.

Il continuo alternarsi dei personaggi di Tris e Tobias all'inizio di un nuovo capitolo rendono spesso difficoltosa la lettura, rendendo la storia confusa al punto che spesso ci si confonde e non si sa più chi stia parlando in quel momento se ci siamo persi il nome in cima.
La Roth, se proprio voleva raccontarci la storia da due punti di vista, avrebbe almeno dovuto fare lo sforzo di cambiare lo stile della narrazione, senza rendere tutto così uniforme.

Il messaggio: Ci sono numerosi eventi che cambiano il corso della storia da come era cominciata all'inizio ed è un bene. Molti dei personaggi subiscono un cambiamento sostanziale, grazie (purtroppo) alla perdita di persone care.  Un punto a favore dell'autrice che ha saputo far crescere i caratteri di chi ci troviamo davanti nelle pagine.
La cosa però che non mi è andata giù fin da quando veniamo a conoscenza dell'esperimento sulle città e numerosi personaggi scoprono di non essere più chi pensavano di essere, è il messaggio:

"Se sei diverso, sei sbagliato"

Partiamo da Tris che nel primo libro scopre che è una Divergente e arriviamo a questo terzo capitolo della saga dove il messaggio viene ripetuto e gridato ai quattro venti. Come idea non è male, anzi, il tema della diversità è importante e se ne dovrebbe parlare di più. I personaggi di questo libro, protagonista femminile a parte, che sono vittima del cambiamento genetico restano confusi dopo aver appreso la notizia e il loro stato perdura per tutta la durata del libro, nonostante più volte venga ripetuto loro di reagire. E questo non è bello. Un bel giorno viene detto loro che il loro DNA è diverso e tutto cambia. Tutto diventa difficile da affrontare. Tutto diventa complicato. Tutti vengono aggrediti da delle paranoie assurde. Non dovrebbero invece sostenersi a vicenda e cercare di affrontare la cosa in maniera adulta visto che per i medesimi motivi è scoppiata una guerra? Non dovrebbero pensare a farsi forza per la perdita dei loro cari? No. Pare che in Allegiant le persone siano più preoccupate di se stesse che delle persone a cui vogliono bene, senza reagire. Addirittura uno di loro pur di rinnegare quello che è è disposto a resettare la sua mente e ripartire da zero.
E' davvero questo che dovrebbe passare?

Il finale: Non sono solito dare spoiler quindi non ne darò. Devo dire che mi ha sorpreso per la rapidità con cui è arrivato e sorpreso per i suoi accadimenti. Giuro che non me l'aspettavo. Non posso dire molto di più per non rovinare la sorpresa a chi magari non è ancora giusto alla conclusione della storia.
Sono stato sinceramente felice di questo finale, un po' perchè detto tra noi l'autrice ha ribadito per l'ennesima volta su questi sieri e queste siringhe che chi prima chi dopo si sparano in vena per un motivo o per l'altro e non so per quanto ancora avrei potuto leggere una storia principalmente basata su quello; e un po' per essere giunto alla conclusione della storia.
Il mio giudizio nel complesso è positivo, trattandosi di un libro per ragazzi. Mi spiace solo, e forse questo è un pensiero personale, che al finale non viene dato il giusto peso. La storia si conclude con un grosso evento che coinvolge Tris, che però passa un po' in sordina per dare spazio (nell'epilogo) al personaggio di Tobias, protagonista dello spin-off che segue Allegiant... Mi chiedo come mai.
Il cattivo di turno poi (beh c'è sempre un cattivo, no?) fa una fine che è quella giusta, ma a cui pare manchi qualcosa, quel qualcosa che ti fa pensare "ti sta bene! Pensaci bene la prossima volta prima di fare del male!".
Forse un po' di delusione c'è.

Cosa viene dopo?
(eh eh pensavate che tutto fosse finito eh?)

La cara Veronica Roth si è fatta, giustamente, prendere un po' la mano. Sinceramente però visto come ha concluso la trilogia e letto molte delle recensioni che sono state scritte sul suo finale, non so quanto successo potrà ricevere...

lunedì 9 giugno 2014

Recensione: Nuova realtà 1: diario di uno zombie, di Alessandro De Felice

Ciao a tutti quanti cari lettori! Dopo un breve periodo eccomi qua che torno a parlare di zombie (Qui e qui le volte scorse)! Stavolta tocca al libro di Alessandro Di Felice, che ha accettato di sottopormi il suo manoscritto e del quale vi scrivo adesso.

Titolo: Nuova realtà
Autore: Alessandro De Felice
Serie: #1 Blog di uno zombie
Editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
Pagine: 262

La trama: Cosa succederebbe se durante una pandemia ti accorgessi di essere stato contagiato dal virus della malattia? Ti sei mai chiesto cosa prova un infetto? Le sue emozioni ? Le paure ? Tratto da "Blog di uno Zombie" racconta una storia scritta di getto da un amante del "genere". Libro consigliato a chi vuole vedere, anche se in parte, l'altra faccia della medaglia.

La recensione: Non appena ho iniziato il libro (in formato ebook) mi sono ritrovato a sorridere subito dopo qualche riga. Immediatamente mi è tornato alla memoria Metamorfosi di Kafka. Proprio come nel libro del famoso autore praghese dove il protagonista si risveglia con le sembianze di uno scarafaggio, nel presente libro di Alessandro De Felice il nostro uomo si sveglia nella sua casa con un processo di cambiamento tutt'ora in corso.
Strani dolori percorrono il suo corpo, la vista gli annebbia e nessuno si trova nei paraggi. Nessuno è in grado di aiutarlo o di spiegargli che cosa stia succedendo, come mai tutto attorno a lui è silenzio.
La verità è che dietro a quella desolazione in cui precipita Alessandro, il protagonista del libro, si nasconde il dilagare di un virus mortale che ha tramutato tutto il suo mondo. Tutto ciò a cui era abituato è cambiato, lui sta cambiando, infettato allo stesso modo dallo stesso virus che ha appestato la città in cui vive.
Alessandro sta subendo una trasformazione radicale, sia fisica che mentale. Il suo corpo ha iniziato un processo degenerativo, i suoi occhi stanno cambiando colore, i riflessi non sono più gli stessi. Scoprire di essere stato infettato da qualcosa che ti sta trasformando in uno zombie non deve certo essere una cosa facile. Alessandro deve fare i conti con una nuova realtà.

Quello che di originale ha Nuova realtà è la particolarità con cui è scritto il libro. La storia infatti è raccontata in prima persona e il lettore viene messo a parte di tutte le sensazioni e i dubbi di una persona che è affetta dal virus che trasforma in mangiatori di carne umana, quando invece siamo abituati a leggere la storia sempre dalla parte di coloro che scappano dai morti viventi, dalla parte dei sopravvissuti insomma.
In questo caso invece ci spostiamo insieme ad Alessandro, fianco a fianco, cercando di capire che cosa sta succedendo intorno a noi. Capire se è possibile guarire da questo virus, cercare di capire come poter assecondare al meglio l'atavica fame che ci spinge a fare scempio di vite umane.
Nuova realtà presenta momenti di calma e momenti in cui l'azione prende il sopravvento, momenti in cui la furia prende piede e ci trascina e ci fa sorridere allo stesso tempo. Numerosi infatti sono i commenti ironici del protagonista riguardo a quello che gli sta succedendo. Una trasformazione in corso ma con la mente libera di pensare come una persona normale, non come i classici zombie mossi unicamente dalla fame. Lo zombie di Alessandro De Felice è una persona come noi, in grado di pensare, riflettere e agire come se niente fosse successo. uno zombie con la forza di andare avanti, che non si arrende di fronte alla morte che, a quanto pare, non l'ha ancora raggiunto.
Gli episodi narrati mettono il lettore in condizione di simpatizzare subito per Alessandro, che sembra quasi l'amico della porta accanto, solo un po' strambo. Con lo scorrere delle pagine infatti vediamo come il protagonista resta vittima di alcuni blackout che lo portano a risvegliarsi in luoghi differenti e con la consapevolezza di aver commesso qualcosa di atroce...
Ma Alessandro non è solo in questa avventura. C'è qualcun'altro come lui. Qualcuno in grado di sentire le cose nel modo in cui le sente lui e sentire quello che sente lui. Inizia così una caccia, una ricerca, per capire che cosa ne sarà di lui. Ed è in una di queste ronde di ricerca che campisce che ha bisogno di alleati, di qualcuno che di divida assieme a lui il suo tempo. Ed ecco che sulla scena appare qualcuno di molto particolare, qualcuno a cui Alessandro si affeziona nonostante tutto e che inizia con lui un cammino che porta, forse, verso la salvezza o verso la distruzione.
Ma senz'altro qualcuno da cui imparare.

Il libro si legge alla velocità della luce e credo che possa facilmente venir apprezzato anche da coloro che sono smaliziati al massimo in fatto di zombie. Una storia che parla di scoperta, azione, ma anche di amicizia, sacrificio e spirito di sopravvivenza.
Un inno quasi, per tutti coloro che spesso vorrebbero voltare le spalle a futuro sconosciuto che li attende ma che invece devono trovare la forza di reagire nonostante si trovino in una nuova realtà.
Come è usanza da un po' di tempo a questa parte la storia di Alessandro non finisce, interrompendosi proprio sul più bello (strano vero?). Aspettiamo quindi con ansia di sapere come procede, sapere cosa ci metterà di fronte il prossimo scenario...che sembra essere proprio dietro l'angolo.

Coloro che fossero interessati all'acquisto del libro possono cliccare QUI. E' disponibile sia la versione cartacea sia quella digitale. QUI invece la pagina fan del libro che vi invito a visitare.

sabato 7 giugno 2014

Recensione: Glamorama, di Bret Easton Ellis

Titolo: Glamorama
Autore: Bret Easton Ellis
Editore: Einaudi
Pagine: 522

La trama: È un "modello aspirante attore" il protagonista di "Glamorama": è bellissimo e, se manca di personalità e carisma, gli basta però uno sguardo perché una donna si convinca ad andare a letto con lui. Suo malgrado viene coinvolto in un intrigo internazionale di terrorismo, scoprendo così l'abisso di orrore e morte dietro il glamour del suo ambiente. Un'invisibile macchina da presa segue le peripezie di Victor tra due continenti, scena dopo scena, ciascuna contrassegnata da un numero in ordine decrescente, come in un film. E, come in un film, è il dialogo a trionfare.

La recensione: Ne avevo sentito parlare anni fa ma non so come mai, nonostante la moda mi affascini parecchio, non mi ero mai avvicinato a questo libro e al suo autore.
Così, dopo averne trovato una copia a uno dei miei fidati negozi di libri usati, ho iniziato la lettura di questo romanzo. E mi ha travolto letteralmente.
Di questo romanzo si sono scritti fiumi di parole, perchè tanto ci sarebbe da dire ma non si sa da dove cominciare.

Ci troviamo nell'alta società, in quel mondo fatto di attori, modelle, locali alla moda e programmi televisivi. Siamo in compagnia di Victor Ward, it-boy per eccellenza, bello, ricco, dannato e tremendamente "distrutto". Attraverso una numerazione di capitoli che viaggia al contrario, come le riprese di un film, Victor ci mostra i retroscena di un mondo patinato sull'orlo del precipizio. Ci mostra, nella prima parte del libro, l'affresco di una società votata al successo e alla fama, a come tutti siano disposti a scendere a compromessi pur di apparire, a come tutti facciamo uso di metodi estremi per continuare a essere quello che tutti si aspettano di vedere. Una società in declino, fatta di aspettative e falsi amici, fatta di droga, di locali di grido, e ogni sorta di dissolutezza possibile.
Il tutto a un ritmo adrenalinico trascinante.
I dialoghi si succedono a un ritmo vorticoso come fossero le pagine di una sceneggiatura cinematografica.
L'intreccio, così pulito e scorrevole all'inizio, si fa sempre più fitto e si frammenta in così tanti pezzi che getta il lettore in una realtà sfuggente, fatta di personaggi che sembrano essere la copia gli uni degli altri e dove le situazioni sembrano immerse in un fluido caldo e appiccicoso. Victor viene contattato da un individuo misterioso che gli propone un viaggio in europa, portandogli alla mente episodi della vita che conduceva quando studiava in europa.
Parte così tutta una serie di imprevisti e strani accadimenti che confondono la realtà con quello che forse accade solo in una realtà parallela, dove non si capisce più che cosa sia vero e che cosa no, e dove il lettore viene spinto oltre ogni limite a fare continue congetture al fine di districare la matassa creata dall'autore.


Un libro che nonostante la lunghezza si lascia leggere che è un piacere. Un libro che coinvolge e che grazie alla sua molteplicità di tematiche è in grado di abbracciare un pubblico ampio.
Numerose le scene di suspance e numerose le scene di sesso e terrorismo che percorrono l'intera storia, descritte in modo così dettagliato da far accapponare la pelle, ma proprio per questo credibili e "reali".
I personaggi hanno la sfacciataggine e la superficialità delle riviste patinate per cui lavorano, il loro cervello non presta attenzione alle cose che non li riguarda, e i loro rapporti interpersonali fuori dal set sembrano provenire da un altro mondo, come le battute che sono costretti a recitare di fronte a una telecamera.
Un mix di emozioni, di scandali, di inseguimenti a spasso per l'europa accompagnati da un bellissimo Victor e il suo seguito di immancabili compagni festaioli sempre pronti a giocare con la loro vita fino a non poterne più.

Nonostante tutto resta sempre però qualche domanda che il lettore si pone durante la lettura libro.

  • La costante presenza di coriandoli colorati che sembrano inondare tutto quanto può voler sottolineare il clima di festa carnevalesca che percorre tutta la storia, insieme a un marcato riferimento all'ambientazione cinematografica sotto i riflettori. 
  • La perdita di conoscenza del protagonista può voler significare un entrare e uscire da un mondo di sogno incoraggiato e alterato dalla costante assunzione di droghe e medicinali (Xanax).
  • La perenne sensazione di freddo e visione di ghiaccio nelle più svariate situazioni può voler indicare la "freddezza" dei rapporti dei protagonisti del libro, che si frequentano e si "amano" senza conoscersi veramente.
  • L'odore di escrementi suggerisce il marcio e lo schifo che si nasconde dietro un mondo fatto di riflettori, locali dell'Upper East Side e droghe sintetiche e personaggi dello spettacolo.
  • Il finale. E' tutto vero? E' tutto finto? Stiamo parlando di sdoppiamento della personalità oppure è solo in trip mentale di Victor Ward? Nessuno può dircelo, forse nemmeno lo stesso autore, ma la trama è così complessa e così articolata che forse il bello è proprio che fino alla fine è il lettore a dover decidere a cosa credere...

Bellissimo.

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mercoledì 4 giugno 2014

Recensione: Giovani, carine e bugiarde - Incredibili, di Sara Shepard // Il quarto libro della serie Pretty Little Liars

Benritrovati! Questa volta parliamo di un libro che fa parte di una serie che sta avendo molto successo e che ha dato via pure a una serie tv: Giovani, carine e bugiarde, meglio conosciuta come Pretty Little Liars di Sara Shepard.
Questo è il quarto libro della serie.

Titolo: Giovani, carine e bugiarde - Incredibili
Autore: Sara Shepard
Serie: #4 Pretty Little Liars
Editore: Newton Campton
Pagine: 306

La trama: Rosewood, Pennsylvania. Spencer, Aria, Emily e Hanna sono favolose come sempre, ma stanno affrontando un momento complicato. La loro amicizia si sta indebolendo sempre più a causa del misterioso "A" e dei suoi messaggi che raccontano i loro segreti più intimi e più pericolosi. È come se Alison, la loro amica uccisa anni prima, fosse tornata dal regno delle ombre per punirle dei loro peccati e delle loro bugie. Ma una sera Hanna chiede alle sue amiche di incontrarsi perché sa chi si cela dietro la sigla "A". Proprio mentre le ragazze stanno per iniziare a parlare, Hanna viene investita da un SUV e quando si risveglia in ospedale ha perso la memoria. Accanto a lei, a supportarla, c'è una nuova amica, Mona, il brutto anatroccolo della Rosewood Day trasformatosi all'improvviso in un bellissimo cigno. In un clima di sospetto reciproco, inizia la caccia al colpevole, fra mezze verità, amori impossibili e abiti da sogno. Solo le quattro amiche di un tempo conoscono tutta la verità, ma una di loro sa qualcosa più delle altre. E qualcun altro forse sta per morire...

La recensione: Siamo ancora una volta a Rosewood, cittadina che ormai conoscono bene tutti coloro che sono appassionati della serie e che hanno avuto la costanza e la fede di leggersi anche il quarto libro.
Nonostante quello precedente mi avesse annoiato un po', con questo nuovo capitolo mi sono dovuto ricredere. Finalmente Sarah Shepard pare essersi data una svegliata e fa succedere qualcosa di significativo dopo che nel primo libro abbiamo ritrovato il cadavere di Alison!
Nel terzo capitolo della saga (la cui fine è ancora ben lontana) ci siamo ritrovati sul finale della festa di compleanno di Mona che ha visto Hanna contattare le amiche per un appuntamento urgente: ha capito chi è A! Sfortunatamente per lei quando arrivano Aria, Spencer e Emily, A è nei paraggi e premendo il piede sull'acceleratore la investe facendole fare un volo di 10 metri.

"Sapeva troppo. A"

Questo il messaggio che A spedisce alle tre amiche di Hanna non appena corrono da lei per aiutarla e vedere se è sempre viva. Hanna non se la passa per niente bene e cade in coma cancellando tutto ciò che è successo quella sera e pure l'identità di A.
Mannaggia oh.

Il quarto libro della serie ci vede al capezzale di Hanna che tenta di ritrovare la memoria al fine di identificare colui che minaccia lei e sue amiche coi messaggi sul cellulare. Ci vede intenti ad accompagnare Spencer di fronte alla commissione per l'assegnazione del premio per il miglior saggio di economia l'Orchidea d'Oro. Siamo in viaggio con Emily che per "guarire" dalla sua omosessualità viene spedita dai genitori in un paesotto sperduto assieme a degli zii bigotti. Facciamo poi compagnia a Aria mentre si trasferisce a casa di suo padre che adesso vive assieme a Meredith...

Nonostante l'inizio vede delle situazioni separate, presto troveranno un filo conduttore che porterà le quattro amiche a collaborare ancora.
Lo stile è il classico degli altri capitoli, scritto in modo così semplice che le pagine scorrono via e il libro si leggere in così breve tempo che spiace quasi averci speso dei soldi!
Finalmente ci avviciniamo sempre più a quella che è una svolta nel romanzo, sapere l'identità del molestatore di Rosewood, e in questo libro è presente un bel colpo di scena. Davvero.
L'unica nota stonata in tutta la faccenda è che sapendo già che la storia non si ferma ma procede a un ritmo quasi imbarazzante, quello che poteva essere un finale fatto e finito diventa invece un nuovo inizio. Un pretesto per andare ancora avanti con la storia e tenerci ancora lì col fiato sospeso...speriamo solo che la Shepard sia abbastanza brava da alimentare le pagine dei libri futuri con qualcosa che giustifichi le spese successive...

E la domanda è sempre quella...A è davvero uscito di scena?