giovedì 27 febbraio 2014

Recensione: Quando dal cielo cadevano le stelle, di Sofia Domino // Sogni dietro il filo spinato

L'argomento della recensione di oggi mi rende molto orgoglioso. Parecchio direi.
Come avrete certamente notato io mi presto a leggere davvero di tutto, perchè mi piace e mi rilassa. Penso che la lettura sia un momento di svago e di relax dopo una dura giornata, ma è anche un momento di arricchimento personale e di cultura. Qualcosa su cui riflettere.
E' per questo che ho accettato la proposta di Sofia e Rebecca Domino, due giovani scrittrici che in occasione della Giornata della memoria del 27 gennaio hanno pubblicato due libri in formato ebook dall'argomento piuttosto interessante. Qua di seguito vado a recensire il primo di questi due libri, quello di Sofia Domino.

Titolo: Quando dal cielo cadevano le stelle
Autore: Sofia Domino
Editore: Lulu
Pagine: 496
Prezzo: 1.99 euro

La trama: Lia ha tredici anni. È una ragazzina italiana piena di sogni e di allegria, con l’unica colpa di essere ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale. Dallo scoppio delle leggi razziali la sua vita cambia, e con la sua famiglia è costretta a rifugiarsi in numerosi nascondigli, a sparire dal mondo. Da quel mondo di cui vuole fare disperatamente parte. Passano gli anni, conditi da giornate piene di vicende, di primi amori, di paure e di speranze, come quella più grande, la speranza che presto la guerra finirà. Ma nessuno ha preparato Lia alla rabbia dei nazisti. Il 16 ottobre 1943, la comunità ebraica del ghetto di Roma viene rastrellata dalla Gestapo e i nazisti le ricorderanno che una ragazzina ebrea non ha il diritto di sognare, di sperare, di amare. Di vivere. Lia sarà deportata ad Auschwitz con la sua famiglia, e da quel giorno avrà inizio il suo incubo. Terrore, lavoro, malattie, camere a gas, morti. E determinazione. Quella che Lia non vuole abbandonare. Quella determinazione che vorrà usare per gridare al mondo di non dimenticare. Quella determinazione che brillerà nei suoi occhi quando il freddo sarà troppo pungente, quando la fame sarà lancinante, quando la morte sarà troppo vicina e quando sarà deportata in altri campi di concentramento. Quella determinazione che le farà amare la vita, e che le ricorderà che anche le ragazzine ebree hanno il diritto di sognare. Perché non esistano mai più le casacche a righe, perché nessuno sia più costretto a vivere in base a un numero tatuato su un braccio o in base a una stella cucita sulla veste. Perché dal cielo non cadano più le stelle.

La recensione: Tutti sanno che cosa sia l'olocausto. Quello che però spesso si dimentica è di "ricordare" quello che è accaduto davvero nei campi di sterminio.
La trama di questo libro, la storia che racconta, forse la conosciamo tutti o possiamo immaginarla, magari anche solo per averne sentito parlare sui banchi di scuola. E' la storia di Lia e della sua famiglia e di come scappando da un rifugio ad un altro riescono a "sfuggire" ai nazisti prima di venire catturati per essere deportati nei campi di prigionia.
Quante volte abbiamo sentito storie simili?
Devo ammettere però che trovarmi a leggere le pagine di questo libro in un momento particolare della mia vita, mi abbia dato parecchio da pensare. E ne darà a tutti coloro che vorranno cimentarsi.
C'è ben poco da aggiungere a quello che già viene spiegato all'interno del libro.
Numerosi punti di forza sono presenti tra queste pagine. Primo fra tutti, e non è da sottovalutare è il linguaggio scorrevole, che rende piacevole la lettura delle quasi 500 pagine del libro. Quello che resta comunque difficile da digerire è l'argomento, non perchè non sia interessante, quanto al fatto che sia qualcosa di cui noi uomini (inteso come genere umano) dobbiamo tutt'ora vergognarci.
Vergognarci. Per aver pensato e aver permesso l'attuazione di un tale piano per sterminare un popolo.
Durante la lettura, a cui mi dedicavo prevalentemente la sera, mi sono chiesto spesso come fosse stato possibile tutto ciò. Strappare famiglie, persone, dalla vita di tutti i giorni, vietargli una normale vita sociale, costringerli a nascondersi e infine privarli della libertà facendo subire loro ogni sorta di brutalità e cattiveria.
Tutt'ora non lo so e non ce la faccio. Purtroppo per noi fa parte della nostra storia e possiamo farci ben poco adesso.
Nonostante si tratti di un libro che ha un fondamento profondo non cessa quasi mai di affascinare, nel bene o nel male. La prima parte, dove viene descritta prevalentemente la vita della famiglia Urovitz nella cantina della famiglia Parisi, che può risultare a volte un po' ripetitiva, viene del tutto movimentata (e sconvolta) dalla seconda parte del libro, quando i tedeschi irrompono nella vita di quelle persone. Ecco che ci si presenta a gli occhi tutta un'altra storia. Decisamente più spietata.
La cattiveria, la crudeltà, il cinismo, la brutalità e la totale indifferenza del popolo tedesco nei confronti degli ebrei è palpabile. Sconvolge, deprime, intristisce e incupisce il lettore, anche lui scortato nei campi di sterminio assieme a Lia e ai membri della sua famiglia.

Vengono descritte ogni sorta di torture e di offese. Percosse, maltrattamenti. Quando dal cielo cadevano le stelle si presenta spesso come un libro che non è facile "digerire" per la presenza di numerosi episodi storici che sbattono in faccia al lettore un mondo a cui era bene non appartenere. Questo però non è certo un punto a sfavore. Tutt'altro. Se da una parte il nostro Io ci suggerisce di posare per un attimo il libro per riprenderci, dall'altro c'è la voglia di continuare la letture, per cercare di capire fino a che punto è possibile spingersi. Fino a che punto di può essere stupidi a tal punto da accanirsi con tutte quelle persone che una volta deportate nei campi di Birkenau o simili, sono state private delle persone che amavano, della loro dignità, dell'amore, dell'essere una persona come tutte le altre e potersi godere la vita senza vivere nel terrore che un tedesco di sparasse in testa.

Il messaggio: Un bellissimo messaggio lancia questo libro. Davvero. Quando dal cielo cadevano le stelle allude alla presenza delle stelle di David cucite sulle casacche a strisce dei prigionieri nei campi di sterminio. Ma non solo. Lia, la protagonista, è solita ammirare l'immensità del cielo per sentirsi libera, per sperare. Sperare che prima o poi tutto quell'orrore finisca e possa riunirsi ai suoi amici e ai suoi familiari. Perchè la vita, nonostante tutto è meravigliosa e vale la pena di essere vissuta.
Oltre il filo spinato.


A proposito dell'autore: "Sono nata nel 1987 e sin da quando ero piccola mi piaceva scrivere temi e racconti. Adesso la scrittura è la mia passione principale. Oltre a scrivere adoro leggere e sognare. Inoltre, viaggio non appena posso. "Quando dal cielo cadevano le stelle" è il mio primo romanzo".

Per tutti coloro che fossero interessati all'acquisto cliccate qui.
Il blog di Sofia Domino.

lunedì 17 febbraio 2014

Recensione: The Elite, di Kiera Cass il secondo volume della serie di The Selection

Benritrovati a tutti quanti! Sono contento perchè forse qualcuno di voi stava aspettando questo momento: la recensione di The Elite, secondo volume della trilogia di The Selection scritta da Kiera Cass. Chi si fosse perso la recensione del primo volume può trovarla qui.

Titolo: The Elite
Serie: #2 The Selection
Autore: Kiera Cass
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 297

La trama: Trentacinque ragazze. Così era cominciata la Selezione. Un reality show che, per molte, rappresentava l'unica possibilità di trovare finalmente la via di uscita da un'esistenza di miseria. L'occasione di una vita. L'opportunità di sposare il principe Maxon e conquistare la corona. Ma ora, dopo le prime, durissime prove, a Palazzo sono rimaste soltanto sei aspiranti: l'Elite. America Singer è la favorita, eppure non è felice. Il suo cuore, infatti, è diviso tra l'amore per il regale e bellissimo Maxon e quello per il suo amico di sempre, Aspen, semplice guardia a Palazzo. E più America si avvicina al traguardo più è confusa. Maxon le sa regalare momenti di pura magia e romanticismo che la lasciano senza fiato. Con lui, America potrebbe vivere la favola che ha sempre desiderato. Ma è davvero ciò che vuole? Perché allora ogni volta che rivede Aspen si sente trascinare dalla nostalgia per la vita che avevano sognato insieme? America ha un disperato bisogno di tempo per riflettere. Mentre lei è tormentata dai dubbi, il resto dell'Elite però sa esattamente ciò che vuole e America rischia così di vedersi scivolare via dalle dita la possibilità di scegliere… Perché nel frattempo la Selezione continua, più feroce e spietata che mai.

La recensione: Lo devo dire. Stavolta ero preparato. Sapevo cosa avrei letto e la storia che mi sarei trovato ad affrontare. Quindi ok, non avevo aspettative di trovarmi di fronte una società devastata, dei personaggi cattivissimi e delle ragazzine isteriche che si prendono a botte per avere il principe Maxon.

La storia: The Elite riprende la storia proprio da dove l'avevamo lasciata ossia con America, che dopo aver scoperto che il suo ex fidanzato Aspen ha trovato lavoro come guardia di Palazzo, è in crisi perchè non sa decidere se tornare con lui o abbandonarsi tra le braccia del principe...in perfetto stile new adult.
Solo che stavolta sono rimaste solo in 6 a contendersi l'amore del principe Maxon e la corona.
Come nel libro precedente sono poche le prove a cui le ragazze devono fare fronte al fine di non essere eliminate. però stavolta sono un po' più interessanti. Viene infatti chiesto alle ragazze di presentare un progetto benefico da presentare durante il programma televisivo il Rapporto, oppure quello di organizzare due ricevimenti al fine solo di poter instaurare dei nuovi rapporti di alleanza fra paesi stranieri, ben diversi dalle prime prove raccontate nel primo volume. E questo è un punto a favore.

La cosa però che ancora una volta dispiace è che questa nostra protagonista, America, non fa altro che "chiedere tempo". Chiede tempo per poter riflettere. Chiede tempo per poter capire che cosa prova davvero per il principe o se prova ancora qualcosa di serio per Aspen la guardia.
Il problema è che vuole entrambi!
Il libro quindi è un continuo latanerarsi di omenti in cui lei si lascia travolgere dalla passione per uno o per l'altro. Quando sembra aver preso una decisione ed essere convinta che il suo scopo è il cuore del bel principetto ZAC si trova tra le braccia della guadia, e viceversa.
Il libro inizia e finisce nello stesso modo.
Con un punto morto. Da sei restano in cinque e il resto della storia ce la leggeremo nell'ultimo volume, quando forse l'autrice si sarà stancata di allungare il brodo fancendo rimbalzare America dalle braccia dell'uno e dell'altro. Capisco l'indecisione di una ragazzina di 17 anni ma così è pure stupida! Una canna al vento...

I ribelli: Allora...esattamente come nell'altro volume ci sono questi due gruppi di ribelli, Nordisti e Sudisti (che fa taaaaanto Via col vento) che compiono delle incursioni a palazzo spaccando tutto. Questa volta però mi hanno dato parecchia più soddisfazione. Durante le loro ultime "visite" si portano dietro un bel po' di vittime, ma la cosa più interessante è che si viene a scoprire che sono alla ricerca di libri...stanno cercando qualcosa in particolare.
Che sia forse qualcosa legato al fatto che America possiede parte del diario di Gregory Illea dove sta scritto il modo in cui lui abbia preso il potere e suddiviso il paese in caste?
Ti prego Kiera dimmi che è così! Ti prego! Che non sono solo le paturnie di una ragazzina con un bel vestito!

Il mio giudizio: Meglio del primo, forse perchè come già detto ero preparato. Diciamo che questo secondo volume pur aggiungendo veramente poco alla storia che già sapevamo, ci regala qualche piccolo dettaglio tanto da farci venire la voglia (senza correre e senza starpparsi i capelli eh) di leggerci il seguito. Sta di fatto che quello che poteva essere una storia originale si rivela sempre più essere un tira molla tra ragazzini che vivono in un mondo (strano e dispotico quanto volete) senza sapere cosa cosa gli sta davvero intorno e incapaci di prendere decisioni da adulti.
Vedremo cosa ci riserverà The One.


Le copertine restano ancora l'elemento davvero affascinante di questa serie...

giovedì 13 febbraio 2014

Recensione: La vendetta veste Prada, di Lauren Weisberger. Il seguito de Il diavolo veste Prada

Diacomelo, tutti aspettavamo questo seguito! Da quanto? Mesi? Anni? Nemmeno io lo ricordo, da quando pieno di eccitazione lessi Il diavolo veste Prada in edizione paperback. Ma adesso il desiderio è stato esaudito e Lauren Weisberger ci tiene ancora compagnia assieme a Andy, Emily e naturalmente Lei, il diavolo in persona, Miranda Priestly!

Titolo: La vendetta veste Prada
Autore: LAuren Weisberger
Editore: Piemme
Pagine: 447

La trama: Sono passati quasi dieci anni da quando Andrea Sachs, Andy, si è licenziata dal lavoro per cui "milioni di ragazze ucciderebbero" come assistente di Miranda Priestly, direttrice di "Runway" e guru della moda internazionale. La sua vita è molto cambiata negli ultimi anni e di quel terribile periodo non le restano che qualche incubo notturno e l'incontrollabile terrore di partecipare a serate mondane in cui potrebbe incontrare lei, il Diavolo in persona. Tutto il resto, però, va a gonfie vele: la rivista di successo che ha fondato con Emily, l'antica rivale ora migliore amica e socia, e il matrimonio imminente con uno degli scapoli più ambiti della Grande Mela, Max Harrison, affascinante, romantico e soprattutto orgoglioso di avere accanto una donna indipendente e di successo. Nulla sembra poter rovinare un momento così perfetto. Ma Andy ha l'assoluta certezza che qualcosa stia per accadere, perché nessuno prima di lei aveva osato sfidare Miranda. La vendetta non si farà attendere ancora per molto.

La recensione: A prescindere se si abbia o no letto il primo libro oppure visto il film, è indubbio che se ci si avvicina a questo libro è perchè si abbiamo delle aspettative. Io per primo le ho avute. Per tutti gli appassionati della serie, se così si può dire, questo è un momento importante. Poter mettere le mani sul seguito di un libro che ci è piaciuto moltissimo.
Purtroppo però, e con il cuore in lacrime devo ammetterlo, ci sono delle mote piuttosto negative che mi hanno più volte fatto storcere il naso e fatto quasi perdere la voglia di leggere.

In primis l'argomento. Chi ha amato il primo libro è senz'altro perché ha una grande passione per la moda. Leggendolo si ha l'impressione si far parte della redazione di Runway e la voglia di partecipare a feste esclusive con capi firmati in compagnia di Andy e Emily cresce sempre di più pagina dopo pagina. Senza contare il temibile e allo stesso tempo temibile personaggio di Miranda.
In secundis la storia piuttosto banale e poco avvincente.
Sfortunatamente per noi poveri lettori che avevamo già in testa tutto il team di Runway al gran completo e che immaginavamo rivalità, cattiverie, sfilate, moda con stivali di Chanel da migliaia di dollari, scorribande in giro per New York, tradimenti e spregi di varia natura, ci troviamo di fronte una situazione tattilmente diversa.
Niente di tutto questo. Una storia completamente differente e personaggi che avrebbero potuto chiamarsi in modo differente.

Il libro comincia in sordina, raccontandoci che cosa ha combinato Andrea Sachs da quando a Parigi, nel bel mezzo della sfilata di Dior, mandò a quel paese Miranda Priestley. Un nuovo amore nella sua vita, una rivista tutta sua da gestire assieme a Emily dal nome "The Plunge" e (non so se sia uno spoiler o meno) un periodo di dolce attesa...Ok e che male c'è direte voi.  Nessun male. Peccato che tutto questo racconto che comprende fidanzamento, matrimonio, viaggio di nozze ecc. ecc. si protrae per più di 320 pagine e visto che l'intero libro ne fa 447 mi pare un po' troppo. Leggi, leggi, leggi e ti trovi davanti pannolini, appuntamenti dal pediatra,  visite ginecologiche, paturnie varie.
Scusate ma Miranda dov'è?
La moda dov'è?
Le sfilate di moda dove sono?
Niente di tutto questo.
Te che leggi ti sorbisci tutta tra trafila di roba di cui, diciamocelo francamente, non te ne importa nulla nell'attesa che succeda qualcosa. Nell'attesa che arrivi Miranda e che combini una delle sue.  Invece niente.
Il libro diventa quasi noioso per la sua ripetitività. Noioso per il fatto che racconta qualcosa che si distacca troppo dalle vicende del precedente. Noioso perchè si arrampica sigli specchi facendo tornare in un paio di episodi pure Christian (il tizio che fa perdere la testa a Andy nel primo libro) e Alex, il suo ex storico fidanzato.

La trama è stupida. La più classica storiella dei romanzi di questo tipo, cosa che dalla scrittrice non mi aspettavo affatto. Utilizza personaggi che hanno già una storia e un loro nome senza però dirci nulla di nuovo, annoiando un sacco il lettore con qualcosa che allunga il brodo per quasi 500 pagine. Anche meno. Succedono un sacco di cose ma nessuna sviluppa o arricchisce la vicenda centrale, già di per se banale e prevedibile dalle primissime pagine.

Parlando a titolo personale continuerò a pensare al Diavolo veste Prada scritto anni e anni fa. Questo seguito non ha riscosso il successo dovuto e che speravo.
Il diavolo non esiste.
E se esiste è diventato troppo buono e pigro.

martedì 11 febbraio 2014

Luna di miele a Parigi, di Jojo Moyes

Buongiorno a tutti miei carissimi lettori! Come state?
Sono qua oggi per segnalare un libro che vedo in libreria da qualche tempo e che da subito ha catturato la mia attenzione per la copertina e per il suo formato pocket. Inoltre la storia sembra davvero carina: Luna di miele a Parigi, prequel de La ragazza che hai lasciato.

Titolo: Luna di miele a Parigi
Autore: Jojo Moyes
Editore: Mondadori
Pagine: 89

La trama: Al centro di questo racconto due romantiche e tormentate storie d'amore quella di Sophie e Édouard Lefevre in Francia durante la Prima guerra mondiale e, circa un secolo dopo, quella di Liv Halston e suo marito David. "Luna di miele a Parigi" - uscito in Inghilterra solo in ebook - si svolge alcuni anni prima degli eventi narrati nel romanzo "La ragazza che hai lasciato," quando le due coppie si sono appena sposate. Sophie, una ragazza di provincia, si ritrova immersa nell'affascinante mondo della Belle époque parigina ma si rende conto ben presto che amare un artista apprezzato come Édouard implica qualche spiacevole complicazione. Circa un secolo più tardi anche Liv, travolta da una storia d'amore appassionante, scopre però che la sua luna di miele parigina non è la fuga romantica che aveva sperato...

Sono curioso di sapere com'è. E voi, l'avete già letto?

sabato 1 febbraio 2014

Recensione: Primavera in Borgogna, il romanzo d'esordio di Luca Terenzoni

Buongiorno a tutti quanti e buon sabato!
Quest'oggi sono ansioso di andare a scrivere di questo libro. Sono andato a ritroso lo so, ma quando non si hanno serie di libri si può anche cambiare l'ordine no? Ecco che, come accaduto per Gli inevitabili incontri del destino, Luca Terenzoni ha avuto piacere che leggessi anche il suo libro d'esordio: Primavera in Borgogna. Grazie quindi a Luca per la gentilezza e la disponibilità.

Titolo: Primavera in Borgogna
Autore: Luca Terenzoni
Editore: Albatros
Pagine: 155

La trama: Francesco è un quarantenne che si è appena lasciato, a un passo dalle nozze. Una mattina di primavera, mentre passeggiando a San Gimignano cerca di riafferrare il senso della sua vita, incontra un signore francese con il quale entra subito in sintonia e che gli propone di lavorare per lui, presso la sua azienda vinicola in Borgogna. Quella per la Francia è una passione che Francesco ha sempre coltivato. Si trova quindi di fronte alla possibilità di realizzare veramente il sogno di una vita. Così lascia il suo lavoro e si trasferisce pieno di entusiasmo. Le sue aspettative sono subito appagate: il posto è splendido, la collega Ludivine affascinante, il lavoro interessante. Fino a quando, oltre i colori pastello di quel paesaggio così tipicamente francese, non cominceranno a emergere i segni di un passato inquietante che riguarda sia il suo datore di lavoro, sia la bella Ludivine, della quale si sta ormai innamorando. Una prova decisiva per Francesco che, in un crescendo di colpi di scena, riuscirà a portare luce nel passato della donna e nel suo presente.

La recensione: Come per la volta scorsa non posso non dire due cosette sulla copertina. Mi chiedo sempre come vengano decise le copertine, chi è incaricato di scegliere un'immagine che possa invogliare all'acquisto del libro. Non riesco però mai a dare una spiegazione, ecco che una volta che ho letto il dietro del libro ho sorriso quando ho scoperto che la copertina di Primavera in Borgogna è una foto scattata dall'autore in persona. Non c'è niente di meglio che scegliersi la copertina, no? E questa foto è davvero bella, getta subito il lettore in quel mondo in cui andrà ad immergersi fin dalle prime pagine del romanzo: i vigneti della Borgogna.

La storia: Come per Gli inevitabili incontri del destino mi sono, anche in questo caso trovato di fronte a personaggi che incarnano persone della vita di tutti i giorni. Ed è questo che mi piace di più in un romanzo. Persone in cui puoi rivederti e creare un legame affettivo. Se poi mettiamo nel conto il fatto che il protagonista della storia si chiama Francesco come me, l'immedesimazione è totale.
La storia è piuttosto semplice e lineare. Troviamo inizialmente una situazione non molto felce legata alla vita sentimentale del bel Francesco, lasciato da poco dalla fidanzata poco prima delle nozze. Subito dopo per lui, durante una gita fuori porta a San Gimignano, gli si presenta l'occasione della sua vita, mollare tutto quanto per andare a vivere in quella terra che da sempre lo ha affascinato: la Borgogna, in Francia. Cambiare aria e cambiare lavoro. Una scelta difficile che poterà Francesco a dover fare i conti con se stesso e con ciò che vuole davvero dalla sua vita.
Una triste quotidianità oppure un futuro imprevedibile?
Decide di correre incontro al suo destino e accettare l'offerta di un lavoro del signor Robin in una grande azienda vinicola francese e si trasferisce.
Una volta arrivato viene a contatto con altri personaggi del luogo che risvegliano in lui antichi ricordi e fa l'incontro con Ludivine, la sua compagna di ufficio e presto amica. A Francesco sembra quasi un sogno che tutto questo sia potuto accadere a lui. Staccare la spina con il passato, trasferirsi all'estero e trovare lavoro in un'azienda del settore che da sempre lo ha appassionato. Si butta anima e corpo nel lavoro, si impegna, studia, lavora.
La pace però dura pochissimo perchè strani avvenimenti vengono riportati in superficie da un incontro di Francesco durante una delle visite ai vigneti dell'azienda. Una persona. Una persona che appartiene al passato giunge a rimescolare le carte in tavola sostenendo che il signor Robin, il datore di lavoro di Francesco, non sia realmente chi dice di essere.
E proprio mentre i dubbi e le incertezze iniziano a farsi strada nella testa di Francesco la moglie del signor Robin viene "mandata" in clinica a curare un male interiore che non è mai riuscita a combattere. Perchè questo di punto in bianco? Cos'è successo in quel passato che sembra coinvolgere il signor Robin e che sembra aver sconvolto a tal punto la moglie?
Ecco che quello che sembrava un romanzo dalle tinte classiche si trasforma, con inaspettato piacere, in un giallo sotto il sole della Borgogna accompagnato da un pregiatissimo vino rosso. Francesco e Ludivine riusciranno a capire cosa sia successo in quella lontana primavera del 1968? Ma soprattuto il signor Robin è il solo ad avere dei segreti?

I luoghi: E' bellissimo secondo me quando un libro riesce a "farti vedere" quello che stai invece leggendo. Luca Terenzoni ha questa dote. Come nella sua seconda pubblicazione che io ho letto poco tempo fa, sfogliando le pagine di Primavera in Borgogna si ha davvero la sensazione di compiere un viaggio. Di spostarsi. Di andare da un'altra parte. Quando Nel libro Francesco sale in macchina e inizia il viaggio che lo porterà verso la sua nuova vita ho sorriso, perchè mi è sembrato che in quella macchina ci fossi pure io e che insieme andassimo a trovare degli amici che avevano una azienda vinicola in Borgogna.
Io non sono mai stato in Francia, ma leggere questo libro mi ha messo una tale voglia di avere un riscontro che sarebbe il caso di correre a prendere le chiavi della macchina e partire.
I colori e i profumi spesso vengono solo descritti, qua pur abitando in Italia è come se anche io ne sentissi l'odore, oppure sentissi il vento tra i capelli.
Il viaggio quindi e lo spostamento verso qualcosa di nuovo e promettente sono due dei temi che Terenzoni affronta nei suoi libri. Il viaggio come cambiamento, come occasione di sperimentare qualcosa che ci è sconosciuto ma che ci serve per poter andare avanti. Il viaggio come ricerca.
Trovo quindi che la scelta dell'ambientazione sia una marcia in più al motore narrativo. Ti trascina. Continui a leggere nella speranza di scoprire qualche altro luogo che non conoscevi assieme e due amici come Francesco e Ludivine.
E perchè no, magari fermarsi a mangiare in quella carinissima locanda con il cane che ti viene a salutare appena ti avvicini all'entrata. Chi non vorrebbe immergersi nel caldo sole di inizio primavera circondato da luoghi simili?



I temi: Quando ho iniziato a leggere pensavo che la primavera fosse solo una connotazione temporale. Un momento. Un periodo di tempo in cui la vicenda narrata faceva il suo corso. Dopo poche pagine però ho dovuto ricredermi, o almeno cambiare la mia visione a senso unico. Nel romanzo, la primavera è si una parte dell'anno in cui c'è un certo clima, ma l'altro significato che Terenzoni fa risaltare è il suo significato di rinascita. Si dice spesso che la primavera sia la stagione del risveglio, beh in questo romanzo ne abbiamo il trionfo. Nella storia, durante questo particolare periodo dell'anno che prevede un cambio di clima e di colori, accadono gli avvenimenti cardine del romanzo. Una delle parole che compare nel titolo ha quindi un significato maggiore a tutto quanto. Primavera come momento di cambiamento totale.

Forse in un momento per me particolare come questo ma questo romanzo a me è piaciuto. Quasi sicuramente uno dei motivi è perchè piove da giornee  non si vede il sole, quindi leggere di un posto assolato e pieno di colore mi ha fatto sognare anche quando ero nel grigiore della fermata del bus per andare a lavoro. Altro motivo il linguaggio breve e scorrevole che ti accompagna assieme all'uso di un linguaggio semplice che non è possibile non amare,  a dimostrazione del fatto che non servono parolone per essere efficaci. Come dicono gli inglesi less is more. E questo Luca Terenzoni lo sa bene.
Un mio piccolo desiderio? Chissà come se la caverebbe con un romanzo di ampio respiro che ha per protagonisti i componenti di una grande famiglia stile Dynasty...


Per tutti coloro che fossero interessati a leggersi il romanzo eccovi i link: