sabato 27 dicembre 2014

Refurtiva Natalizia 2014

Un carissimo saluto a tutti quanti voi cari lettori e tanti auguri! Anche quest'anno abbiamo passato il Natale assieme. Per quanto mi riguarda è stato un anno particolare, pieno di novità non sempre piacevoli. Mi difendo facendo una delle cose che più amo: leggere.
Come ogni anno ho anche io ricevuto un paio di libri per Natale ed ecco qua che vi rendo partecipi dei miei doni.

Titolo: Shadowhunters - Città del fuoco celeste
Serie: #6 The Mortal Instruments
Autore: Cassandra Clare
Editore: Mondadori
Pagine: 734

La trama: Erchomai, ha detto Sebastian. Sto arrivando. E ancora una volta sul mondo degli Shadowhunters cala l'oscurità. Mentre tutto intorno a loro cade a pezzi, Clary, Jace e Simon devono unirsi con tutti quelli che stanno dalla stessa parte, per combattere il più grande pericolo che la società dei Nephilim abbia mai affrontato: Sebastian, il fratello di Clary. Il traditore, colui che ha scelto il male. Nulla, in questo mondo, può sconfiggerlo, e i tre, uniti da un legame profondo e indissolubile, sono costretti a cercare un altro mondo dove l'estremo scontro abbia una speranza di vittoria. Il mondo dei demoni. Ma il prezzo da pagare sarà altissimo. Molte vite saranno perdute per sempre, e l'amore sarà sacrificato per un bene più grande: scongiurare la distruzione definitiva di un mondo che non sarà mai più lo stesso. Perché la fine degli Shadowhunters è anche il loro inizio.

Titolo: Ladri di sogni
Serie: #2 Raven Boys
Autore: Maggie Stiefvater
Editore: Rizzoli
Pagine: 519

La trama: La magica linea di prateria è stata risvegliata e la sua energia affiora. I ragazzi corvo, un gruppo di studenti della scintillante Aglionby Academy, sono sulle tracce del mitico re gallese Glendower, che dovrebbe essere nascosto nelle colline intorno alla scuola. Con loro c'è Blue, che vive in una famiglia di veggenti tutta al femminile. A lei è stato predetto più volte che quando bacerà il ragazzo di cui sarà davvero innamorata, questi morirà. Sulle prime sembra che il suo cuore batta per Adam, ma forse è Gansey quello che ama davvero... Intanto Ronan s'inoltra nei suoi sogni, da cui può uscire di tutto. Del resto è uno che ama sfidare il pericolo. Mentre il tormentato Adam, con un passato pesante alle spalle, s'inoltra sempre più in se stesso, cercando una sua strada nella vita. Nel frattempo c'è un individuo sinistro che è anche lui sulle tracce di Glendower. Un uomo pronto a tutto.

Entrambi titoli che negli ultimi tempi mi incuriosiscono parecchio. Il primo perchè mi sto portando avanti con la serie di Shadowhunters e sono sempre più preso dalla storia, il secondo perchè è un libro di cui si parla moltissimo e sono curioso di sapere di che cosa si tratta.
Nell'attesa ho iniziato a Shadowhunters - Città degli angeli caduti...

Ancora Buon Natale a tutti quanti!

sabato 20 dicembre 2014

Recensione: Morte a 666 giri, una silloge di racconti edita da Dunwich Edizioni

Titolo: Morte a 666 giri
Autore: Vari
Editore: Dunwich Edizioni
Pagine: 339
Prezzo ebook: 2.99 euro

La trama: Horror e musica si mescolano e fondono in un connubio di note e terrore. Protagonisti dei diciotto racconti sono ora i grandi miti del rock, ora persone comuni: tutti alle prese con fenomeni paranormali e spaventosi. Morte a 666 Giri è un viaggio nel lato oscuro e misterioso del mondo musicale, nelle cui pieghe si celano oscuri e insidiosi segreti.

domenica 14 dicembre 2014

Recensione: Mr Mercedes, di Stephen King

Titolo: Mr Mercedes
Serie: The Bill Hodges trilogy #1
Autore: Stephen King
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 470

La trama: All'alba di un giorno qualsiasi, davanti alla Fiera del Lavoro di una cittadina americana colpita dalla crisi economica, centinaia di giovani, donne, uomini sono in attesa nella speranza di trovare un impiego. Invece, emergendo all'improvviso dalla nebbia, piomba su di loro una rombante Mercedes grigia, che spazza via decine di persone per poi sparire alle prime luci del giorno. Il killer non sarà mai trovato. Un anno dopo William Hodges, un poliziotto da poco in pensione, riceve il beffardo messaggio di Mr. Mércedes, che lo sfida a trovarlo prima che compia la prossima strage. Nella disperata corsa contro il tempo e contro il killer, il vecchio Hodges può contare solo sull'intelligenza e l'esperienza per fermare il suo sadico nemico. Inizia quindi un'incalzante caccia all'uomo, una partita a scacchi tra bene e male, costruita da uno Stephen King maestro della suspense. Un thriller ad alta tensione, con due antagonisti: il sanguinario Brady - Mr. Mercedes - che ignora il significato della parola coscienza, e l'ironico Hodges, superlativo erede del Marlowe di Chandler, dolente e assetato di giustizia.

La recensione: Era tanto tempo che non leggevo qualcosa di King, l'ultimo è stato la rilettura di Dolores Claiborne. Nonostante appena uscito sono passato all'acquisto di Doctor Sleep, il libro si trova ancora nella libreria in attesa di essere letto. Con Mr Mercedes non è stato così, preso dallo slancio del momento di leggermi qualcosa che mi mettesse di buon umore ho iniziato subito la lettura.

Mr Mercedes fa parte di tutta quella serie di romanzi che esulano un po' dal genere a cui siamo abituati. Se avete acquistato il libro nella speranza di leggere di morti a mucchi come ne L'ombra dello Scorpione, animali che tornano in vita o macchine omicide come in Pet Sematary o Christine, oppure viaggi su e giù nel tempo come nel caso de Il Talismano, avete sbagliato qualcosa.
Ci troviamo di fronte a una persona, un cattivo (se così lo vogliamo chiamare), che commette una strage. A bordo di una Mercedes rubata pesta l'acceleratore mirando una folla di persone in fila  in cerca di un impiego. Un anno dopo la strage l'assassino resta ancora a piede libero. Ma è bramoso di fama, ha voglia che i riflettori siano puntati su di lui. Ecco che manda una lettera all'ormai ex detective Bill Hodges, e lo esorta a scovarlo prima di un'altra colossale strage...
Ed è l'inizio di una caccia all'uomo senza pari.

Una delle cose che mi sono senza dubbio piaciute di questo romanzo è l'inconfondibile linguaggio "alla King", anche se tradotto. Grazie quindi anche al traduttore, che ha saputo ricreare lo scorrere della prosa di King e farci fare quasi un salto nei romanzi del passato.
Un'altra chicca sono le continue citazioni di altri suoi romanzi, che fanno sempre un sacco piacere, primo fra tutti l'acclamatissimo It.

E' un romanzo che inizia col botto (la strage di fronte al City Center) per poi prendere una strada tranquilla ma parecchio tortuosa. Assistiamo in contemporanea all'evolversi di due storie. Da una parte troviamo Hodges in pensione che viene coinvolto ancora una volta nel caso della Mercedes rubata e dall'altra abbiamo Brady che conduce un'insolita vita in compagnia della madre alcolizzata, dividendosi tra il lavoro in un grande magazzino e quello di "omino dei gelati".
Interessante il profilo psicologico del Killer della Mercedes, una figura sfuggente e inquietante, la classica persona che può sederti vicino e tu non sai che cosa può passargli per la testa. Un po' già vista forse la fugura dell'anziano poliziotto che per non finire preda della noia torna "a lavoro" su un caso a cui non era riuscito a dare una fine dignitosa.

Il romanzo risulta piacevolissimo, ideale per le serate invernali, mi spiace però che con l'andare del tempo i romanzi di King sembrano amalgamarsi alla già abbondante fiumana di thriller che si trova in giro. Ho apprezzato moltissimo il fatto che in Mr Mercedes ci siano numerose critiche alla società odierna e che la storia fili liscia come l'olio, spesso però ho avuto come l'impressione che la storia potesse anche essere stata scritta da un'altro. Manca alla storia, comunque avvincente, quel componente particolare così marcato negli altri romanzi che hanno reso famoso il Re. Questo Mr Mercedes sembra quasi un romanzo scritto nei ritagli di tempo, un romanzo scritto tanto per fare o peggio, per portare a casa la pagnotta.

Come già accennato siamo ben lontani dalle scorribande assieme ai ragazzini di It in attesa dell'età adulta, siamo lontani dalla tensione che si percepiva nel sapere Jessie ammanettata al letto nella casa sul lago de Il Gioco di Gerald, e siamo ben lontani dall'azione incalzante di Desperation.... Qui ci troviamo di fronte a un thriller lineare, che in certi momenti avrebbe potuto (e personalmente ho sperato) diventare più crudo e sadico, cosa che purtroppo non succede. Ci sono delle situazioni che sembrano prendere una piega e poi ne prendono un'altra deludendo un po' le aspettative del lettore affezionato, che ha saputo negli anni amare le opere dell'autore.
Alcune delle trovate riguardanti il furto della Mercedes, forse per mia scarsa conoscenza del mondo automobilistico, mi sono sembrate un po' assurde, ai limiti del possibile, difatti alla fine del libro King ci spiega che le sue sono stati dei puri escamotage per far progredire la storia...
Un finale che non saprei bene come definire. La storia si conclude lasciando uno spiraglio aperto, pronto ad essere riempito con il seguito della trilogia. Quello che mi è dispiaciuto è che dopo che King ci ha fatto assaporare per buona parte della storia quel tipo di finale, mi riferisco al concerto della boy band, ce lo liquida in pochissimo tempo allentando tutta la tensione accumulata di punto in bianco.

Molti lo hanno criticato e posso capire perchè. Chi conosce King da anni ha ben presente che cosa sia in grado di scrivere quando gli prende bene. Questo suo ultimo lavoro è piaciuto a coloro che prima si spaventavano dei tomi di un tempo, a tutti coloro che per motivi di tempo hanno apprezzato la brevità dei paragrafi, e a tutti quelli che hanno iniziato adesso a leggerlo... Peccato per loro.
Vediamo. Diamo tempo al tempo. Cerchiamo di capire se questo primo romanzo della trilogia serve solo a rendere più appetitoso il seguito della storia e delle indagini del Detective Hodges...

venerdì 5 dicembre 2014

"Essere Melvin" la parola all'autore: Vittorio De Agrò

Buongiorno a tutti quanti! Stavolta mi ritrovo a scrivere in mattinata per proporvi un'altro intervento della rubrica La parola all'autore. L'ospite stavolta è l'autore del libro Essere Melvin, che ho avuto modo di recensire qualche tempo fa.

La trama: Essere Melvin è per un verso la storia di un cavaliere temerario che deriva la sua audacia da un rapporto con la realtà tutto trasfigurato dalla finzione; per altro verso è la storia di una vendetta lungamente preparata e macchinosamente architettata. Dirò di più: il libro stesso è una gigantesca rivalsa, non contro qualcuno in particolare, ma contro la misura colma delle frustrazioni e delle delusioni, contro una vita che somiglia troppo poco a quella sognata. Un romanzo d’avventure, dunque? Certo. Purché il lettore sia avvertito che le terre di conquista sono tutte interiori, e che l’eroe era ben poco equipaggiato ad affrontare i mostri, i draghi, gli stregoni e i briganti che non sospettava di nascondere in sé. Melvin è una storia vera.

La parola all'autore: “..Specchio,Specchio, Specchio delle mie brame chi è la più bella del reame…?” Tranquilli non sto delirando, né voglio da voi una risposta che neppure la magia potrebbe darmi. Eppure nella sua infinita cattiveria comprendo bene l’angosciosa e inquieta domanda che la strega di Biancaneve si pone da sempre. Io ogni mattina mi guardo allo specchio e osservo un giovane anziano, con la panza da cummenda, con pochi capelli, le borse sotto gli occhi eppure se l’immagine riflessa nello specchio mi indica il tempo passato e la ei fu giovinezza, non è quella la risposta che cerco con forza e determinazione da tempo. 

Chi sono io? Francesco mi ha chiesto di raccontarmi e di spiegarvi perché ho indossato la maschera di Melvin per così tanto. Difficile rispondere. Ci ho provato scrivendo Essere Melvin, il mio esercizio terapeutico, e dopo 430 pagine non so se sono riuscito nell’impresa.
Cosa è stato Melvin? Il mio miglior amico, il mio peggior incubo, la mia condanna, il mio scudo, il mio Hyde. Ho sempre pensato che la normalità sia noiosa e banale, ho fatto della stranezza e della diversità un segno distintivo fino a quando il mio stolto orgoglio non mi ha spinto all’inferno dove ho rischiato di perdermi per sempre. 

Credo in Dio e so che mi aspetta il Purgatorio quando sarà il momento . Credo che la coscienza sia la scintilla divina presente in noi. Nei momenti più bui della mia vita quando tutto sembrava perduto e le Parche stavano per tagliare il mio filo, qualcuno lassù ha deciso per il colpo di scena. Mi hanno letteralmente salvato prima che saltassi giù. Si, ho tentato il suicidio, ho subito un trattamento psichiatrico obbligatorio (Tso). Non mi sono fatto mancare nulla nella mia vita: amore, dolore, follia, avventura, morte, commedia e dramma e coma etilico.

Dicono sovente che la vita è una fiction e che ogni giorno viene scritta una pagina del copione.La mia fiction va avanti da 37 anni tra alti e bassi eppure sono ancora qui. Melvin mi ha tolto tanto e quasi la vita, ma non la voglia d combattere e di sperare. Mi sono sentito una merda di uomo per tanto tempo, ho provato vergogna credendo di aver macchiato la memoria di mio padre e l’Onore della mia famiglia. Già l’Onore, parola usata più dai mafiosi per sigillare scellerati patti piuttosto che intenderla alla maniera dell’Antica Roma per rendere omaggio all’onestà e coraggio di un uomo. Io credo che un uomo senza Onore non sia degno di essere definito tale. Sono tornato dall’inferno e ho deciso di raccontare la mia storia perché condividere mi ha permesso di guarire, ho lavato in pubblico i miei panni sporchi, ho svuotato l’armadio dagli scheletri. Ora sono un uomo libero, più forte e forse migliore. Ogni giorno lotto, mi arrabbio, litigo, ma ho ripreso in mano la mia vita.

Melvin non è un eroe, anzi è un personaggio negativo, ma mi ha spinto a rimettermi in piedi e di riabilitare il mio nome. Mi padre ha lasciato troppo presto e senza la possibilità di un vero chiarimento, ma il suo cognome è la sua vera eredità oltre l’amore e il rispetto per le donne. Sono Vittorio De Agrò, sono tornato perché sono solito rispettare la parola d’Onore. Ogni mattina apro gli occhi e sorrido, vi sembra poco? Per capirne di più dovrete leggermi, se sarete pronti ad affrontare un viaggio, una confessione laica, una traversata nel deserto, ma alla fine spero che un sorriso e la speranza siano con voi chiudendo il libro.

Un grazie particolare a Vittorio De Agrò che ha accettato di raccontarsi e raccontare.

martedì 2 dicembre 2014

Recensione: Timeshifters, di Davide Zampatori

Titolo: Timeshifters
Autore: Davide Zampatori
Editore: Lettere Animate
Pagine: 41
Prezzo: 0.99 euro

La trama: Quando il vostro mondo viene messo sottosopra e venite scagliati lontano dal luogo dove abitate, dovete adattarvi, cambiare e se serve, diventare addirittura una dea. Solo così capirete come ci si sente ad avere il potere del tempo dalla vostra e quando avrete compreso, sarete solo all'inizio di un viaggio nell'eternità. Morrigan era una donna qualsiasi prima di essere arruolata tra i viaggiatori del tempo noti come timeshifters, trasformandosi nella vera dea della violenza celtica. Abbandonata dal proprio insegnate per motivi oscuri, la novella viaggiatrice temporale si trova ad affrontare la sua nuova vita, armata delle meraviglie di una tecnologia sconosciuta. Nel suo primo viaggio nel tempo incontra Clenia, una gorgone che diventa sua allieva e quindi una timeshifter come la stessa Morrigan. Proprio quando il lavoro di mentore sembra completato e Morrigan può tornare ai suoi studi sulla linea temporale, ecco che arriva la sua versione più anziana con degli avvertimenti.

La recensione: Un libro che si legge alla velocità della luce quello di Davide Zampatori. Un pregio assoluto in un mare di libri che scorrono troppo lenti e che spingono spesso il lettore ad abbandonare la storia neanche a metà.
Un ebook fantascientifico il cui fulcro sono i viaggi sulla linea temporale: viaggi nel tempo.
La storia narra la vicenda di Morrigan, una donna comune che decide di accettare questo nuovo nome dal proprio maestro, colui che la recluta come nuova leva per essere una viaggiatrice nel tempo. Esserlo però non è certo facile, c'è un iter da seguire e si deve studiare molto. Il processo di spostamento sulla linea del tempo avviene attraverso una complessa strumentazione chiamata TSC e messa in moto da un oggetto che può variare a seconda della persona. Nel caso di Morrigan abbiamo a che fare con una collana, in grado di plasmare la realtà che la circonda.
Morrigan non è sola nelle sue scorribande. Con lei c'è Clenia, una gorgone (mostro della mitologia greca) tratta in salvo poco prima che per lei fosse la fine.
E' l'inizio di un'amicizia particolare, che vedrà le due affrontare situazioni non sempre facili e che le porterà presto a confrontarsi...
Questo breve libro, che rappresenta forse l'inizio di una serie di libri di più ampio respiro, ha purtroppo dei punti a suo sfavore.  Non è certo da criticare la lunghezza, in quanto racconto non ci si possono certo aspettare pagine e pagine di descrizione. Una critica però sento di muoverla alla strumentazione che permette il viaggio nel tempo. L'autore del libro, forse appunto per motivi di spazio, descrive in modo sommario quali sono gli strumenti del TSC e quali siano le informazioni presenti nella sua banca dati, ecco che il lettore non è informato a sufficienza sul suo funzionamento. Che cosa succede quando Morrigan e Clenia viaggiano nel tempo? Come si mette in modo nello specifico questo TSC? Purtroppo questo non ci è dato di saperlo.
Una storia, che come ho scritto, si legge alla svelta e porta il lettore verso il suo finale. La vicenda è suddivisa in piccoli capitoli (o paragrafi) che, senza contare l'inizio che ci presenta la vita di Morrigan prima che diventi Timeshiters, raccontano i vari spostamenti sulla linea tempo. Nonostante il linguaggio con cui l'autore scrive risulti essere sempre scorrevole e sostiene un certo ritmo, questi paragrafi presentano ogni volta una diversa ambientazione. Questo non permettere al lettore di entrare in confidenza con l'ambiente in cui si trovano Morrigan e Clenia. Spostamenti brevi e repentini che, purtroppo, non danno modo al lettore di comprendere a fondo il perchè di quello spostamento temporale. Tutto quanto fa parte dell'addestramento della gorgone ok, ma come mai proprio in quei luoghi? Come mai quelle situazioni? Come passiamo da un paragrafo all'altro?
Morrigan dice di essere (ed è nella mitologia) una dea della guerra, all'inizio ne è pure sconvolta. Come mai allora durante le sue incursioni in tempi ed epoche differenti non porta mai fede a questo nome? Sembra comportarsi in modo del tutto differente da come il lettore si aspetta.
Un racconto interessante e molto ben scritto a cui manca forse qualche anello di congiunzione per essere ottimale in tutti i sensi. Ma se è vero che questo è soltanto l'inizio non resta che attendere il seguito per saperne gli sviluppi...

Il blog dell'autore: Menestrello Itinerante
Chi fosse interessato a viaggiare nel tempo con Morrigan e Clenia può cliccare QUI per la versione Kindle e QUI per la versione epub.