venerdì 26 settembre 2014

Recensione: Linea 429, un racconto di Salvatore Scalisi

Titolo: Linea 429
Autore: Salvatore Scalisi
Editore: Demian Edizioni
Pagine: 160

La trama: Un autobus di una qualsiasi linea urbana, in una città congestionata dal traffico; una qualsiasi giornata, stramaledettamente uguale ad ogni altra. Ma sarà veramente così? Un nubifragio di eccezionale entità, metterà in ginocchio l’intera comunità cittadina. Le strade si trasformeranno in trappole piene d’acque e di veicoli condannati all’immobilità. Il 429 si riempie, all’inverosimile, ed accoglie sempre più gente che vuole evitare la pioggia e la bufera che si abbatte sulla città. Le lunghe ore di permanenza nella vettura, mettono a nudo le caratteristiche di ciascun utente dell’automezzo che, inevitabilmente, è paralizzato in mezzo ad un traffico bloccato da un evento atmosferico di immani proporzioni. Che succederà all’interno del 429?

La recensione: Ho letto con piacere questo racconto. Comodamente seduto sul divano accompagnato dallo schermo del mio mac. Stranamente in quei giorni la storia sembrava proprio rispecchiare la situazione meteorologica: brutto tempo.
Linea 429 di Salvatore Scalisi racconta questo, una comunissima giornata all'interno di un mezzo di trasporto che tutti noi conosciamo, un bus di linea appunto, che trasforma le sue corse in una sorta di tragedia.
Ci troviamo di fronte a una storia verosimile, una situazione che tutti noi incontriamo più o meno nella vita di tutti i giorni. Un gruppo di persone di diverse età ed estrazione sociale, come ogni mattina si trova in vari punti della città, sotto alle pensiline in attesa di salire sul tram che li porterà a svolgere le proprie commissioni. C'è la mamma con il figlioletto piccolo, una coppia di giovani innamorati, un simpatico vecchietto ecc. ecc. Quel giorno però il tempo sembra non essere dei più favorevoli e chi per un motivo chi per un altro decide di prendere il mezzo pubblico per non bagnarsi.
Ben presto però verranno sommersi letteralmente da un rovescio d'acqua che pietrifica la città e li costringe tutti quanti ad una convivenza forzata.
Si mettono in moto quasi istantaneamente le varie dinamiche di gruppo. C'è chi inizia ad essere insofferente, chi si spaventa, chi decide di rimandare i propri impegni, e chi invece riesce a mantenere una calma sospetta forse per nascondere qualcosa... Ognuno dei vari personaggi, presentati con stralci di discorsi proprio come se assistessimo a una conversazione su un mezzo pubblico, ha qualcosa da dire, una vita da raccontare e una situazione da portare avanti nella speranza che il nubifragio che si sta abbattendo su di loro finisca quanto prima.

A questo romanzo breve è stato criticato il fatto di avere al suo interno troppi dialoghi. Ok e allora cosa dovremmo dire del teatro dove l'azione viene portata avanti solo da essi?  Io non la penso così. A me i dialoghi sono piaciuti perchè danno ritmo e scandiscono in modo rapido lo scorrere del tempo. Com'è normale che sia i dialoghi presentati trascinano la storia in un certo modo, non come ci aspetteremo solitamente in un'opera di fantasia, perchè ci troviamo su un autobus di linea e avere conversazioni dotte ed elaborate sarebbe fuori luogo. Quello che mi ha lasciato un po' sconcertato è l'azione. Nonostante fuori dal mezzo si stia scatenando l'inferno, all'interno ciò che succede procede un po' a singhiozzi. Un climax in crescendo che viene però fatto sfogare in modo forse troppo sbrigativo solo alla fine. Questa è forse la piccola pecca di questa storia. I fatti narrati sono relegati ad un'unica parte dopo diverse pagine dove il lettore "aspetta che succeda qualcosa di grosso", vista la quantità numerica dei personaggi. Qualcosa succede è ovvio, ma viene descritto in modo forse troppo breve. Durante il nubifragio ci sono diversi incidenti, ma molti dei personaggi sembrano restare indifferenti, nonostante siano anche gravi. Colui che nasconde sotto al giubbotto un'arma da fuoco ha ad esempio un tempo interminabile per decidere come utilizzarla. I due fidanzati che ad un tratto sembrano mettere in discussione il loro rapporto idilliaco, escono illesi e per niente cambiati da questa esperienza. La madre col figlioletto piccolo mantiene una calma innaturale per la durata della vicenda e il bimbo non sembra minimamente spaventato dai tragici accadimenti che lo circondano a parte forse lo stupirsi di avere le scarpe bagnate...
L'autore, che ha deciso di coinvolgere chi legge in modo corale, non approfondisce mai fino in fondo le vite di nessuno dei personaggi citati, cosa che un po' mi è dispiaciuta...
Nel complesso un buon lavoro di narrativa, che svolge il proprio ruolo di intrattenere il lettore per la durata della storia dall'inizio alla fine. Sarei curioso di vedere cosa succederebbe se questa storia avesse avuto più ambio respiro...

Chi fosse interessato a salire su quel tram e scoprire a quali disavventure corre incontro può cliccare QUI.

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