martedì 15 dicembre 2015

Penombra, di Gian Luca A. Lamborizio

Titolo: Penombra
Autore: Gian Luca A. Lamborizio
Editore: Eretica edizioni
Pagine: 194
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La trama: "Puzza di muffa, abbandono e sporco. I tre odori si mescolavano e rendevano l'aria pesante, a tratti nauseabonda. Le finestre erano costantemente serrate e così, negli angoli delle stanze, si erano formate macchie scure, di muffa. Dapprima poche macchioline. Poi, a poco a poco, avevano ricoperto gran parte della tappezzeria. Pochi raggi di sole filtravano attraverso le persiane quasi sempre accostate. Ovunque regnava una penombra opprimente. In fondo al corridoio, una porta era socchiusa."

La recensione: Lo ammetto, avevo questo libro in gestazione da un sacco di tempo, poi ho iniziato ad avere forti sensi di colpa e mi sono deciso a leggerlo. Quello che ho avuto tra le mani in questi giorni è il libro di Gian Luca A. Lamborizio: Penombra.
Un genere apparso di rado sulle pagine di questo blog è vero, un genere che per certi versi molto simile al giallo. Questo libro narra di noir, racconti che hanno per protagonisti situazioni particolari legate al mondo del crimine.

Scrivere di ciascun racconto presente in questa raccolta vorrebbe dire svelare in parte i suoi segreti e la sua suspance, quindi non lo farò. Voglio però scrivere qualcosa sulle sue atmosfere, il vero punto di forza della scrittura dell'autore. Iniziata la lettura di Penombra il lettore viene accompagnato attraverso una serie di racconti dalla lunghezza crescente, nei meandri della psiche, in tutti quei luoghi in cui siamo portati ad andare quando qualcosa ci turba e ci ferisce.
Gli atti criminali, le violenze, le discussioni che avvengono in questo libro derivano quasi sempre dalla paura. E' lei che muove tutto quanto e le pagine di questo libro. La paura di ferire qualcuno, la paura di essere scoperti a fare qualcosa di sbagliato, la paura di essere noi stessi. Paure che spesso sono ben peggiori del commettere un omicidio e comprendere quale sarà la nostra punizione.
Lamborizio utilizza una scrittura semplice e scorrevole e, proprio come Jane Austen, l'uso di un dialogo dai ritmi incalzanti che porta avanti la storia come se il lettore si trovasse di fronte ad un palcoscenico. Poche e brevi descrizioni servono a informare sul dove e quando, il resto è affidato alle parole dei personaggi, altro punto a favore di questi racconti, che altro non raccontano se non le raccapriccianti vicende di alcune persone comuni e di un gruppo di poliziotti alle prese con i loro casi.

Ho molto apprezzato i racconti iniziali, quelli dove la vicenda principale si alterna a scene di vita vissuta anni addietro per dar modo al lettore di comprendere meglio quello che avviene sotto i suoi occhi. I personaggi delle prime storie sono persone comuni, più vicine a noi, quindi le loro azioni incidono in modo particolare sull'emotività di chi legge perchè si sente chiamato in causa, quasi stesse leggendo la storia del proprio vicino di casa. Questo mi ha permesso di apprezzare la costruzione della storia e del suo intreccio, una storia breve ma ben strutturata.
Diverse sono invece le storie finali del libro, dal respiro più ampio e di genere forse diverso alle prime. Quello che le rende differenti sono i personaggi, nelle prime storie ci sono personaggi della vita di tutti i giorni e le forze di polizia hanno il suolo di aiuto, nelle altre i ruoli vengono invertiti e l'attenzione si concentra unicamente sulle indagini svolte dai poliziotti e dal loro commissario. Questo cambia tutto quanto e rende il libro ancora una volta differente da come potevamo aspettarcelo. Una piacevole sorpresa quindi, quella che l'autore fa, accontentando in questo modo lettori di gusti ed esigenze differenti. Se siete gente che amate il giallo che si tramuta in thriller Penombra è il libro che fa per voi.
Aiutare un giovane autore emergente fa sempre bene.

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