Ultimamente sembra un mio motivo ricorrente dire che sono felice e ansioso di parlare del libro protagonista del post che sto per scrivere. Dopo la recensione di Quella sera dorata, mi accingo adesso a recensire un'altro dei libri di Peter Cameron che, forse già l'ho scritto, ma rischia seriamente di diventare uno dei miei autori preferiti!
Ma veniamo a noi.
Titolo: Un giorno questo dolore ti sarà utile
Autore: Peter Cameron
Editore: Adelphi
Pagine: 206
La trama: James ha 18 anni e vive a New York. Finita la scuola, lavoricchia nella galleria d'arte della madre, dove non entra mai nessuno: sarebbe arduo, d'altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell'artista giapponese che vuole restare Senza Nome. Per ingannare il tempo, e nella speranza di trovare un'alternativa all'università ("Ho passato tutta la vita con i miei coetanei e non mi piacciono granché"), James cerca in rete una casa nel Midwest dove coltivare in pace le sue attività preferite - la lettura e la solitudine -, ma per sua fortuna gli incauti agenti immobiliari gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti della vita di provincia. Finché un giorno James entra in una chat di cuori solitari e, sotto falso nome, propone a John, il gestore della galleria che ne è un utente compulsivo, un appuntamento al buio...
La recnesione: Come nel libro che ho letto qualche tempo fa, Quella sera dorata, assistiamo con questo libro ad un affresco sconcertante del mondo che ci circonda visto dagli occhi di un diciottenne particolare. Un giorno questo dolore ti sarà utile è storia di un disagio. Un disagio però che non viene raccontato come "forma di disturbo" come spesso accade, ma un come disagio che tutti accomuna.
Jemes vive a New York con sua sorella e sua madre. Situazione difficile viste le sue incertezze nel volersi integrare con la società che lo circonda. Difficile anche perchè sua madre sembra voler per forza correre dietro a uomini che la deludono come il suo ultimo marito. Difficile perchè sua sorella ha una storia con uno più grande di lei e vuol scrivere le sue memorie in età precoce.
Jemes ci potra agli occhi situazioni della vita di tutti i giorni analizzate in modo ironico e cinico allo stesso tempo. La visione di occhi di un ragazzo di 18 anni alle prese con la scelta dell'università e tutti i dubbi che ne consegue. Sarà la scelta giusta? Mi piacerà passare del tempo lontano da casa? Sarò capace di passare le mie giornate in quelle aule affollate di gente?
L'amore. Che rapporto c'è tra James e John, l'assistendo alla galleria d'arte dove lavora la madre? Sono solo amici oppure il loro è l'inizio di un qualcosa che và oltre?
Le vicende di un ragazzo un po' asociale ma con un'intelligenza innata, che sà capire e vedere le cose per quello che sono. Che non si cura del giudizio degli altri, nemmeno quello della psicologa dove è costretto ad andare per far contenta la mamma.
Essere asociale come mezzo di difesa da un mondo che spaventa ma in cui siamo costretti a vivere.
Una storia forse come tante, ma raccontata in modo magistrale da Cameron. Le parole scorrono alla velocità della luce, in un linguaggio semplice ma specifico, pieno di citazioni e situazioni in cui è impossibile non rivedersi. E per tutti coloro che pensano che quello che accade a un ragazzo di 18 anni non possa interessargli, dico che si sbagliano di grosso.
Dentro tutti noi c'è un po' di James.
La recnesione: Come nel libro che ho letto qualche tempo fa, Quella sera dorata, assistiamo con questo libro ad un affresco sconcertante del mondo che ci circonda visto dagli occhi di un diciottenne particolare. Un giorno questo dolore ti sarà utile è storia di un disagio. Un disagio però che non viene raccontato come "forma di disturbo" come spesso accade, ma un come disagio che tutti accomuna.
Jemes vive a New York con sua sorella e sua madre. Situazione difficile viste le sue incertezze nel volersi integrare con la società che lo circonda. Difficile anche perchè sua madre sembra voler per forza correre dietro a uomini che la deludono come il suo ultimo marito. Difficile perchè sua sorella ha una storia con uno più grande di lei e vuol scrivere le sue memorie in età precoce.
Jemes ci potra agli occhi situazioni della vita di tutti i giorni analizzate in modo ironico e cinico allo stesso tempo. La visione di occhi di un ragazzo di 18 anni alle prese con la scelta dell'università e tutti i dubbi che ne consegue. Sarà la scelta giusta? Mi piacerà passare del tempo lontano da casa? Sarò capace di passare le mie giornate in quelle aule affollate di gente?
L'amore. Che rapporto c'è tra James e John, l'assistendo alla galleria d'arte dove lavora la madre? Sono solo amici oppure il loro è l'inizio di un qualcosa che và oltre?
Le vicende di un ragazzo un po' asociale ma con un'intelligenza innata, che sà capire e vedere le cose per quello che sono. Che non si cura del giudizio degli altri, nemmeno quello della psicologa dove è costretto ad andare per far contenta la mamma.
Essere asociale come mezzo di difesa da un mondo che spaventa ma in cui siamo costretti a vivere.
Una storia forse come tante, ma raccontata in modo magistrale da Cameron. Le parole scorrono alla velocità della luce, in un linguaggio semplice ma specifico, pieno di citazioni e situazioni in cui è impossibile non rivedersi. E per tutti coloro che pensano che quello che accade a un ragazzo di 18 anni non possa interessargli, dico che si sbagliano di grosso.
Dentro tutti noi c'è un po' di James.
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