Buongiorno tutti cari amici lettori! Le mie letture procedono a un ritmo inarrestabile e sono ancora dei racconti orrorifici ad occupare lo spazio di questa mia bancarella virtuale. L'autore, Giorgio Borroni, propone degli stessi racconti anche una versione audio, interpretati da Edoardo Camponeschi, fruibili anche da coloro che non sono soliti stare per molto tempo seduti a leggere.
Ho ascoltato la versione audio e posso dire che nonostante il metodo di diffusione in Italia non ha preso così piede come ad esempio in Inghilterra, l'interprete ha fatto un ottimo lavoro di interpretazione e drammatizzazione delle storie.
Di seguito le recensioni dei tre racconti.
Titolo: Hello, Darkness
Autore: Giorgio Borroni
Editore: Sp
Link per l'acquisto QUI
La trama: Jeremy Case è un reduce del Vietnam ossessionato da Johnny Boy, morto durante un'imboscata. Ogni notte Case sogna di essere trascinato all'inferno dallo spirito del commilitone, che non gli perdona di essersi salvato dai Viet Cong. A distanza di anni, Jeremy non riesce a dormire, e passa le sue notti guardando un programma, True Crimes, che indaga su uno spietato serial killer che ha preso di mira i clochard della zona. La vita di Jeremy sembra cambiare quando Milla viene a vivere nell'appartamento sopra al suo. Il reduce si innamora di lei immediatamente, ma la donna sembra preferire le attenzioni di Hank, un rozzo energumeno che si stabilisce da lei. L'esistenza di Jeremy sembra così ripiombare nell'abisso, fra le manifestazioni di Johnny Boy sempre più insidiose e dormiveglia che lo mettono in uno stato di prostrazione: come se non bastasse, Hank comincia a fare violenza a Milla. Il reduce non potrà sopportare questa situazione a lungo e si ritroverà a prendere una decisione che cambierà per sempre la sua vita.
La recensione: Un racconto che mi ha riportato indietro nel tempo, a quando anni e anni addietro lessi Heart of Darkness di Conrad. L'autore del racconto sembra invece aver preso l'idea dalla celebre canzone The sound of silence di Simon&Garkunkel.
La storia è divisa un due parti. La prima, la più breve, racconta momenti di guerra, momenti che il protagonista Case ha condiviso assieme ai compagni. Momenti di paura e morte, da cui lui è però riuscito a salvarsi a scapito degli altri. La seconda parte, che costituisce il nucleo portante, è incentrato sui tormenti che l'ex soldato subisce ogni notte a causa dell'insonnia dovuta ai mostri di guerra e delle pene d'amore per Milla, la vicina del piano di sopra che ha deciso di cedere alle avances di un altro.
Una trama semplice e scorrevole. Un linguaggio fluido che portano il lettore a vivere le ansie di un reduce di guerra incapace di adattarsi nuovamente alla vita di tutti i giorni. Incapace di riprendere in mano la sua vita, incapace di vivere serenamente nuovi rapporti sociali. Case non riesce a rimettersi in gioco, ha difficoltà a rapportarsi con gli altri e con la persona che è tornata ad essere. La situazione che vive adesso, l'amore non corrisposto e molto ambiguo di Milla nei suoi confronti e di Hank, gli riporta alla mente gli anni dell'infanzia, quando anche lui subiva una spietata violenza domestica.
Il personaggio di Milla appare molto interessante, una donna emancipata, con un buon lavoro e la voglia di godersi il nuovo appartamento. Che cosa affascina il protagonista, che se ne innamora a prima vista, lo possiamo solo supporre, visto il successivo comportamento poco maturo di lei nei confronti di lui. Che sia solo perchè in Vietnam le donne avevano ben altro ruolo? Mi ha stupito non poso che una donna intelligente come Milla si sia lasciata soggiogare da un tipo come Hank, che incarna l'uomo rude e carnale, ma questo è sufficiente per ammaliare una donna?
L'elemento del sovrannaturale, ossia il continuo ritorno ossessivo del commilitone morto in guerra a fianco al protagonista, nonostante abbia un ruolo importante nella vicenda, per via del poco spazio a sua disposizione non riesce a catalizzare l'attenzione del lettore. Il commilitone viene descritto in modo azzeccato, peccato che la sola ripercussione sulla vita di Case sia il tenerlo sveglio la notte a vedere tv spazzatura....
Titolo: Midnight Club
Autore: Giorgio Borroni
Editore: Sp
Link per l'acquisto QUI
La trama: In un futuro non troppo lontano ci sono gang di artisti che si sfidano a colpi di ologrammi: Moderntech dalle bianche livree contro i cupi Melancotech, dal look e dai gusti dark. Dez è un artista di psico-ologrammi squattrinato: il suo manager, Art-come-arte gli procura degli incontri clandestini al Midnight club, in cui vince chi riesce a spaventare l'avversario con le proprie creazioni. Dopo le ultime umilianti sconfitte, l'artista deve per forza vincere il prossimo match e per farlo è disposto a tutto, anche iniettarsi una droga sperimentale che aumenta la capacità creative. Rob, il gangster che gestisce il Midnight Club ha però in serbo un misterioso avversario speciale per Dez, che dovrà fare i conti con i propri limiti e gli effetti collaterali della droga.
La recensione: Midnight Club è un racconto che invece trae ispirazione da Fight Club di Chuck Palahniuk, la celebre storia dove viene fondato un club di combattenti clandestini. Ci troviamo in un futuro prossimo, un futuro dove le cose sono cambiate e la vita sembra essere controllata dalla tecnologia.Il protagonista è Dez, un artista che da tempo ha perso la voglia di creare, ma se vuole continuare a vivere e guadagnare qualcosa un'idea deve farsela venire. Ed ecco che accetta di prendere parte a Midnight Club, un circolo dove dopo il calar del sole si scontrano ogni tipo di avversari a colpi di ologramma. Questa è la particolarità, vince chi riesce a creare la più spaventosa visione a gli occhi dell'altro.
Un'idea niente male, onirica al punto giusto. La pecca della storia, forse, è quella che viene dato poco spazio alla descrizione degli ologrammi, a come la tecnologia si sia potuta evolvere fino a questo punto. Al lettore vengono date poche e brevi informazioni che gli permettono di scendere a fondo nella storia. Le fazioni che si sfidano, oltre ad avere dei nomi difficili da ricordare e molto simili, vengono nominate senza sapere quali siano le loro vere caratteristiche, a parte l'abbigliamento.
Del protagonista, Dez, sabbiamo che incarna lo stereotipo dell'artista tormentato, che ha bisogno di emozioni forti affinché la sua creatività possa liberarsi. Com'era la vita di Dez prima di venire risucchiato nell'abisso? Qual'è il processo mentale che lo porta a far un uso smodato di droga?
Il finale, ossia l'incontro decisivo che Dez decide di combattere, lascia letteralmente col fiato mozzo. Un colpo di scena che secondo me andava preparato in modo differente, arrivando al punto avendo prima creato un climax differente.
Un racconto con un grande potenziale a cui serviva un po' più di spazio per avere giustizia.
Titolo: Orrore d'autunno
Autore: Giorgio Borroni
Editore: Sp
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La trama: Alfio si è cacciato in un brutto guaio: è in crisi da astinenza da eroina e Jessica, la sua ex, insieme al fratello ritardato Maicol lo hanno trascinato in un brutto affare. Per ottenere i soldi per una dose, nella notte di Halloween, hanno deciso di entrare in una casa di campagna dove si dice che il vecchio che ci abita possegga una fortuna, lasciatagli dalla celebre cantante lirica Agnese Cipriani, ormai morta da anni. Quello che i tre balordi non sanno è che non ci sarà solo un povero vecchio a fare gli onori di casa. Quale oscuro segreto nasconde quell'isolata villetta di campagna?
La recensione: Questo il racconto che ha riscosso più successo secondo me. Un racconto dai toni dark e che riprende i classici del genere toccato tutti i punti salienti. Borboni stavolta costruisce una storia che ha per protagonisti un trio di personaggi ai margini della società, una vecchia casa semi abbandonata, e un bottino da prelevare. Alfio, Jessica e il fratello che non ha tutte le rotelle al suo posto, si introducono a Villa Cipriani al fine di racimolare un po' di soldi appartenuti alla defunta diva delle opere Pucciniane. La villa continua ad essere abitata dall'autista, amante della donna, che continua a vivere come se fosse ancora viva...
Un racconto che indubbiamente crea la dovuta suspance, attorno alla villa immersa nell'oscurità, dove ogni singola stanza sembra evocare momenti di vita di una persona che non esiste più. Un luogo pieno di ombre e polvere, un luogo dove tutto sembra vivere, persino i cadaveri.
I protagonisti della storia benché non possano vantare un discreto approfondimento psicologico, vantano quello di essere pragmatici, creano azione e danno vita a dialoghi con un ritmo incalzante, che accompagnano il lettore nei meandri del maniero alla scoperta dei suoi misteri.
Ottima gestione del sovrannaturale, c'è ambientazione, c'è una storia, un'urgenza, c'è sangue, forse un po' simile a un certo film di Hitchcock di cui non dirò il titolo per non fare spoiler, ma comunque un ottimo racconto che vale la pena di essere letto.
Editore: Sp
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La trama: Jeremy Case è un reduce del Vietnam ossessionato da Johnny Boy, morto durante un'imboscata. Ogni notte Case sogna di essere trascinato all'inferno dallo spirito del commilitone, che non gli perdona di essersi salvato dai Viet Cong. A distanza di anni, Jeremy non riesce a dormire, e passa le sue notti guardando un programma, True Crimes, che indaga su uno spietato serial killer che ha preso di mira i clochard della zona. La vita di Jeremy sembra cambiare quando Milla viene a vivere nell'appartamento sopra al suo. Il reduce si innamora di lei immediatamente, ma la donna sembra preferire le attenzioni di Hank, un rozzo energumeno che si stabilisce da lei. L'esistenza di Jeremy sembra così ripiombare nell'abisso, fra le manifestazioni di Johnny Boy sempre più insidiose e dormiveglia che lo mettono in uno stato di prostrazione: come se non bastasse, Hank comincia a fare violenza a Milla. Il reduce non potrà sopportare questa situazione a lungo e si ritroverà a prendere una decisione che cambierà per sempre la sua vita.
La recensione: Un racconto che mi ha riportato indietro nel tempo, a quando anni e anni addietro lessi Heart of Darkness di Conrad. L'autore del racconto sembra invece aver preso l'idea dalla celebre canzone The sound of silence di Simon&Garkunkel.
La storia è divisa un due parti. La prima, la più breve, racconta momenti di guerra, momenti che il protagonista Case ha condiviso assieme ai compagni. Momenti di paura e morte, da cui lui è però riuscito a salvarsi a scapito degli altri. La seconda parte, che costituisce il nucleo portante, è incentrato sui tormenti che l'ex soldato subisce ogni notte a causa dell'insonnia dovuta ai mostri di guerra e delle pene d'amore per Milla, la vicina del piano di sopra che ha deciso di cedere alle avances di un altro.
Una trama semplice e scorrevole. Un linguaggio fluido che portano il lettore a vivere le ansie di un reduce di guerra incapace di adattarsi nuovamente alla vita di tutti i giorni. Incapace di riprendere in mano la sua vita, incapace di vivere serenamente nuovi rapporti sociali. Case non riesce a rimettersi in gioco, ha difficoltà a rapportarsi con gli altri e con la persona che è tornata ad essere. La situazione che vive adesso, l'amore non corrisposto e molto ambiguo di Milla nei suoi confronti e di Hank, gli riporta alla mente gli anni dell'infanzia, quando anche lui subiva una spietata violenza domestica.
Il personaggio di Milla appare molto interessante, una donna emancipata, con un buon lavoro e la voglia di godersi il nuovo appartamento. Che cosa affascina il protagonista, che se ne innamora a prima vista, lo possiamo solo supporre, visto il successivo comportamento poco maturo di lei nei confronti di lui. Che sia solo perchè in Vietnam le donne avevano ben altro ruolo? Mi ha stupito non poso che una donna intelligente come Milla si sia lasciata soggiogare da un tipo come Hank, che incarna l'uomo rude e carnale, ma questo è sufficiente per ammaliare una donna?
L'elemento del sovrannaturale, ossia il continuo ritorno ossessivo del commilitone morto in guerra a fianco al protagonista, nonostante abbia un ruolo importante nella vicenda, per via del poco spazio a sua disposizione non riesce a catalizzare l'attenzione del lettore. Il commilitone viene descritto in modo azzeccato, peccato che la sola ripercussione sulla vita di Case sia il tenerlo sveglio la notte a vedere tv spazzatura....
Titolo: Midnight Club
Autore: Giorgio Borroni
Editore: Sp
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La trama: In un futuro non troppo lontano ci sono gang di artisti che si sfidano a colpi di ologrammi: Moderntech dalle bianche livree contro i cupi Melancotech, dal look e dai gusti dark. Dez è un artista di psico-ologrammi squattrinato: il suo manager, Art-come-arte gli procura degli incontri clandestini al Midnight club, in cui vince chi riesce a spaventare l'avversario con le proprie creazioni. Dopo le ultime umilianti sconfitte, l'artista deve per forza vincere il prossimo match e per farlo è disposto a tutto, anche iniettarsi una droga sperimentale che aumenta la capacità creative. Rob, il gangster che gestisce il Midnight Club ha però in serbo un misterioso avversario speciale per Dez, che dovrà fare i conti con i propri limiti e gli effetti collaterali della droga.
La recensione: Midnight Club è un racconto che invece trae ispirazione da Fight Club di Chuck Palahniuk, la celebre storia dove viene fondato un club di combattenti clandestini. Ci troviamo in un futuro prossimo, un futuro dove le cose sono cambiate e la vita sembra essere controllata dalla tecnologia.Il protagonista è Dez, un artista che da tempo ha perso la voglia di creare, ma se vuole continuare a vivere e guadagnare qualcosa un'idea deve farsela venire. Ed ecco che accetta di prendere parte a Midnight Club, un circolo dove dopo il calar del sole si scontrano ogni tipo di avversari a colpi di ologramma. Questa è la particolarità, vince chi riesce a creare la più spaventosa visione a gli occhi dell'altro.
Un'idea niente male, onirica al punto giusto. La pecca della storia, forse, è quella che viene dato poco spazio alla descrizione degli ologrammi, a come la tecnologia si sia potuta evolvere fino a questo punto. Al lettore vengono date poche e brevi informazioni che gli permettono di scendere a fondo nella storia. Le fazioni che si sfidano, oltre ad avere dei nomi difficili da ricordare e molto simili, vengono nominate senza sapere quali siano le loro vere caratteristiche, a parte l'abbigliamento.
Del protagonista, Dez, sabbiamo che incarna lo stereotipo dell'artista tormentato, che ha bisogno di emozioni forti affinché la sua creatività possa liberarsi. Com'era la vita di Dez prima di venire risucchiato nell'abisso? Qual'è il processo mentale che lo porta a far un uso smodato di droga?
Il finale, ossia l'incontro decisivo che Dez decide di combattere, lascia letteralmente col fiato mozzo. Un colpo di scena che secondo me andava preparato in modo differente, arrivando al punto avendo prima creato un climax differente.
Un racconto con un grande potenziale a cui serviva un po' più di spazio per avere giustizia.
Titolo: Orrore d'autunno
Autore: Giorgio Borroni
Editore: Sp
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La trama: Alfio si è cacciato in un brutto guaio: è in crisi da astinenza da eroina e Jessica, la sua ex, insieme al fratello ritardato Maicol lo hanno trascinato in un brutto affare. Per ottenere i soldi per una dose, nella notte di Halloween, hanno deciso di entrare in una casa di campagna dove si dice che il vecchio che ci abita possegga una fortuna, lasciatagli dalla celebre cantante lirica Agnese Cipriani, ormai morta da anni. Quello che i tre balordi non sanno è che non ci sarà solo un povero vecchio a fare gli onori di casa. Quale oscuro segreto nasconde quell'isolata villetta di campagna?
La recensione: Questo il racconto che ha riscosso più successo secondo me. Un racconto dai toni dark e che riprende i classici del genere toccato tutti i punti salienti. Borboni stavolta costruisce una storia che ha per protagonisti un trio di personaggi ai margini della società, una vecchia casa semi abbandonata, e un bottino da prelevare. Alfio, Jessica e il fratello che non ha tutte le rotelle al suo posto, si introducono a Villa Cipriani al fine di racimolare un po' di soldi appartenuti alla defunta diva delle opere Pucciniane. La villa continua ad essere abitata dall'autista, amante della donna, che continua a vivere come se fosse ancora viva...
Un racconto che indubbiamente crea la dovuta suspance, attorno alla villa immersa nell'oscurità, dove ogni singola stanza sembra evocare momenti di vita di una persona che non esiste più. Un luogo pieno di ombre e polvere, un luogo dove tutto sembra vivere, persino i cadaveri.
I protagonisti della storia benché non possano vantare un discreto approfondimento psicologico, vantano quello di essere pragmatici, creano azione e danno vita a dialoghi con un ritmo incalzante, che accompagnano il lettore nei meandri del maniero alla scoperta dei suoi misteri.
Ottima gestione del sovrannaturale, c'è ambientazione, c'è una storia, un'urgenza, c'è sangue, forse un po' simile a un certo film di Hitchcock di cui non dirò il titolo per non fare spoiler, ma comunque un ottimo racconto che vale la pena di essere letto.
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