lunedì 14 settembre 2015

Vesuvio breakout, di Giorgio Riccardi edito da Dunwich edizioni

Buon tardo pomeriggio a tutti cari amanti della lettura, momento epocale quest'oggi. Il libro qua sotto recensito appartiene a un genere a cui sono particolarmente affezionato. Torniamo a parlare di zombie e di tutto quello che ne consegue, e ce ne parla Giorgio Riccardi nel suo Vesuvio breakout edito da Dunwich edizioni.

Titolo: Vesuvio breakout
Autore: Giorgio Riccardi
Editore: Dunwich edizioni
Pagine: 248
Link per l'acquisto QUI

La trama: L’esplosione del Vesuvio ha devastato le zone circostanti, iso­lando la Campania dal resto della penisola. Come se non ba­stasse, il sottosuolo ha liberato effluvi che agiscono sui morti, facendoli tornare in vita. I nuovi esseri sono famelici e al di là di ogni guarigione. Un gruppo di sopravvissuti si rifugia all’interno del cinema situato nel centro commerciale di Caso­ria, l’unico riparo sicuro in un mondo ormai in rovina. Fughe, attacchi di morti viventi e insidie di altri sopravvissuti saranno descritti attraverso le pagine del diario del protagonista. Le sue riflessioni fanno da cornice a un universo devastato, dove la salvezza sembra essere sempre più un miraggio.


La recensione

La storia: Con il libro di Riccardi dobbiamo star pronti ad affrontare una storia che narra dell'eruzione di uno dei vulcani più famosi, il Vesuvio, a cui fa seguito una devastante epideamia che decima la popolazione partenopea. Un ragazzo di ritorno da una vacanza a Londra non riconosce più i luoghi da dove proviene, niente è più quello che era fino a qualche settimana prima. Lo scoppio del vulcano ha cambiato tutto. Per lui non resta altro che sopravvivere e mettersi alla ricerca dei suoi genitori. Non mancheranno numerosissi scontri con i non-morti e l'incontro con alcuni sopravvissuti alla tragedia con cui è costretto a fare squadra, l'unico modo per poter andar avanti, armati fino ai denti contro una realtà che non hanno mai conosciuto.

La struttura: Questa è forse una delle cose più interessanti del libro di Riccardi. Prima di gettarci a capofitto nella storia fatta di rappresaglie e cervella che saltano, il libro presenta un interessante antefatto. Il protagonista si trova a Londra a divertirsi per staccare la spina dalla normale quotidianità e godersi un po' di sana cultura made in GB. La narrazione avviene attraverso quello che è uno dei più famosi metodi di scrittura del romanzo dell'800: il diario. Essendo però un romanzo dei giorni nostri, Vesuvio Breakout, presenta una scrittura molto colloquiale, descrittiva e ricca di azione, tipologia che nel corso degli anni è diventata tipica del genere zombie.
Ciò che avviene all'interno della storia viene quindi filtrato attraverso gli occhi di un giovane ragazzo, che racconta a un'amica (con cui si scrive anche numerose mail) quello che accade. Sarà lei infatti che per prima lo mette al corrente delle sospette scosse di terremoto che precedono l'eruzione del vulcano e l'inizio dell'incubo. Gli italiani all'estero vengono quindi invogliati a tornare in patria e informati dell'accaduto. Dopo un breve periodo di permanenza a casa del fratello e della sua famiglia, il nostro protagonista decide così di togliere il disturbo e scendere nel Sud dell'Italia, nel cuore della Zona Rossa...
Forse perchè mi aspettavo un inizio totalmente differente (solitamente le storie hanno a che fare con gli zombie cominciano che la pandemia è già in corso), forse perchè non mi aspettavo di leggere un diario, ho trovato molto azzeccato questo incipit, ottimo per creare la giusta curiosità.
Ogni capitolo porta un titolo che informa il lettore sul luogo dove ci troviamo, la data e l'ora. Ecco che possiamo facilmente calcolare il lasso di tempo che intercorre tra un evento e l'altro, quanto repentini siano i cambi di ritmo, e a quanto stress siano sottoposti i sopravvissuti nell'arco di brevissimo tempo. Un ritmo che non da tregua. Mai. Fino alla fine.

I personaggi: Sono parecchi, proprio come mi aspettavo e con grande piacere li ho accolti tra le mie braccia digitali...soprattutto il tenerissimo Pluto. Una lancia va spezzata in favore del protagonista, un giovane ragazzo che si trova di punto in bianco a dover combattere per vivere e ad imbracciare armi che prima ripudiava. Un personaggio anomalo quello che guida la storia attraverso il suo diario e le sue descrizioni. A una persona semplice, quasi un antieroe, viene affidato il compito di gestire la situazione, un ragazzo costretto a venire a patti con la realtà e la morte alla velocità della luce. Una persona comune che scopre un innato istinto di sopravvivenza.
A lui si unisce uno studioso che decide di dagli una mano nella ricerca dei suoi genitori al fine così di avvicinarsi ancora di più alla zona colpita dall'eruzione e studiare il terreno per capire che cosa abbia scatenato la pandemia. Un uomo la cui generosità è disarmante, la cui generosità nei confronti degli altri sopravvissuti lascia a bocca aperta. Impossibile non amarlo.
L'altro personaggio di spicco del gruppo (oltre a quattro giovani ragazzi in fuga dal disastro e la piccola Elisa) che si rifugia nel complesso cinematografico e lo trasforma in una sorta di fortino corazzato, è Paolo. Lui è un uomo dalla preparazione militare, un uomo tutto d'un pezzo disposto a dare la vita per salvare il prossimo e a istruire gli altri su come sopravvivere. Una persona particolare, schiva, riservata, ma che a tempo debito produrrà parecchio rumore.
La sua sincerità e il suo altruismo sono davvero reali? Quello che dice è la verità? Come mai sembra non volersi lasciar coinvolgere? Una piccola chicca che non mi sento di svelare...

La tematica: Unito a quello della lotta per la sopravvivenza in una situazione di estrema drammaticità ed emergenza, esiste anche un tema ulteriore, ben più serio: quello della camorra. All'interno dello scenario apocalittico che abbiamo di fronte fa la sua comparsa un gruppo di persone che ha scopi ben diversi da quelli dei protagonisti. Nonostante la situazione non sia delle migliori, c'è chi è pronto a sfruttare la situazione a proprio favore e continuare a seminare paura anche quando il mondo a cui erano abituati non esiste più.  Un gruppo pronto a giustiziare sopravvissuti in divisa delle forze dell'ordine dandoli in pasto a zombie affamati, non è altro che lo specchio di una società sovvertita, dove non ci sono più regole. Adesso le leggi in vigore sono ben altre, le loro. La polizia non è più in grado di combattere la camorra, che è pronta ad esercitare tutto il suo potere nella maniera più subdola e spregevole possibile, pazienza se degli innocenti deve pagarne le spese.
Un tema attualissimo, come quello della mafia, pervade l'intero romanzo, che costringe i personaggi principali (i buoni se vogliamo) a rimanere segregati all'interno di un cinema abbandonato col timore di venir minacciati e uccisi nella maniera peggiore, oltre a quella di venir smembrati dalle orde di non-morti che brulicano la città.
Ci sarà mai posto per la legalità e l'onestà in un mondo dominato da divoratori di carne? E' la nascita di una nuova Era controllata dalla malavita oppure qualcuno sarà in grado di riprendere in mano le briglie di tutto quanto? Riccardi lancia un'amo niente male nel mare della letteratura di genere, curioso sarà leggere come svilupperà questa duplice lotta...

Il mio giudizio: Il libro risulta piacevole e ricco di azione, durant il corso della storia il lettore si trova di fronte a numerosi scontri con gli zombie, che danno ogni volta un spinta propulsiva alla narrazione. La storia rispetta quelli che sono i cardini della tipologia di genere (lo scoppio dell'epidemia, la fuga, i sopravvissuti, il volersi riunire ai propri cari), non delude quindi i lettori che amano accadimenti di questo tipo. La storia, pur essendo molto classica, non annoia e si legge d'un fiato, quasi il lettore fosse impaziente anche lui di fuggire da quella situazione e ritrovare una sua normalità. La parte centrale del romanzo è forse quella che fa nascere dei punti interrogativi. L'autore dopo l'incontro coi camorristi, l'evento clou del romanzo che genera pathos e che fa scaturire un'importante  e interessante denuncia sociale, sembra voler accrescere la curiosità del lettore allontanandosi dall'argomento e tornare sui propri passi fino alla fine del romanzo. Un'ottima strategia per far nascere quella sana rabbia che   appassiona alla storia e fa nascere la voglia di sapere come va avanti.
Io sono affetto proprio da quest'altra strana epidemia da lettura.
Vi ho convinto o no a gettarvi in pasto a gli zombie? =)

2 commenti:

  1. L'epidemia ha colpito anche me! Non conoscevo questo libro, sembra molto interessante *-*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti consiglio caldamente di leggerlo. Scorre che è una bellezza!
      Grazie del commento.

      Elimina