venerdì 26 luglio 2019

Blogtour: Chi ha paura del Linchetto, di Joe Natta e Alessio Del Debbio

Ciao a tutti e benvenuti a questo nuovissimo blogtour dedicato a una delle uscite di NPS edizioni: Chi ha paura del Linchetto di Joe Natta!


“ Chi ha paura del Linchetto ?” è un viaggio nelle leggende e nelle tradizioni popolari della Lucchesia, della Versilia, delle Alpi Apuane. Un viaggio che inizia su carta, leggendo le parole di Joe Natta e i racconti di Alessio Del Debbio, ma che presto si anima, quando le leggende prendono vita nei disegni di Silvia Talassi e nelle canzoni della band, che consigliamo di ascoltare durante la lettura del libro.
Ecco allora, scelte dagli autori, tre leggende lucchesi, celebri e meno celebri, per incuriosirvi un po’. 

IL LINCHETTO (scelta da Joe Natta) 

Il linchetto è il folletto più famoso della Lucchesia. Come racconta il Prof. Fantozzi, nel suo libro “ Storie e leggende della Versilia ”, il linchetto spesso è associato al diavolo (tanto che vi sono, sia pur rare, descrizioni che lo connotano con corna, coda e zoccoletti). Ma più che cattivo, è un folletto malizioso, che ama fare scherzi alle persone: entra di notte, in casa della gente, passando per il buco della serratura, mette a soqquadro ogni cosa e si siede sul petto di chi dorme, provocando sogni terribili (un po’ come l’Incubo). Sposta le coperte, fa il solletico ai piedi, sculaccia chi dorme e se trova uno strumento musicale, ahinoi, inizia a strimpellare fino all’alba.
Inoltre, quando passa e balla, provoca un movimento turbinoso, un vero e proprio “Vento Folletto”. Se non volete incontrarlo, potete affidarvi ai rimedi popolari. Chiedete ai vostri nonni, li conosceranno sicuramente! C’è chi mette fuori un piatto con latte e pane, per ingraziarselo; chi posiziona un ramo di ginepro o una scopa di saggina dietro la porta della stalla, chi infine riempie una ciotola di bacche, semi di lino o chicchi di miglio, per convincere il linchetto a contarli, e quindi a perdervi tutta la notte. Ma, se lo incontrate, non dategli del Buffardello! Non vuole proprio essere confuso col suo cugino garfagnino!

“Alla faccia del Linchetto mangio e caco questo pane e questo cacio”. 

Silvia Mansi

Canzone da ascoltare:


LUCIDA MANSI (scelta da Silvia Talassi)

La leggenda di Lucida Mansi è una favola nera, una storia ricca di amori torbidi, passioni, ricchezze, ma anche di solitudine, un finale amaro, come solo chi trama con il destino, cercando di piegarlo al suo volere, può incorrervi. Eppure, pur nella malizia del suo voler mercanteggiare con il diavolo, non riusciamo a odiarla, anzi siamo portati a simpatizzare per lei, una nobildonna sola, vittima del chiacchiericcio popolare, del peso di un’eredità scomoda e forse dell’impossibilità di essere davvero libera. Possiamo biasimarla? Chi di noi non vorrebbe vivere, se non per sempre, quantomeno più a lungo? Rimanere giovani e belli, bloccati in un’età di sogni e spensieratezza, senza le ansie dell’età adulta?
Lucida Mansi ci ha provato. Ha stretto un patto con il diavolo e poi ha tentato di fermarlo, correndo per le strade di Lucca, per raggiungere la Torre delle Ore e strappar via l’orologio. Avrebbe potuto davvero fermare il tempo?

“Luna piena in un cielo denso di paura,
corre la carrozza infuocata sulle mura.
Lucida, Lucida, che cosa hai guadagnato?
La tua favola finisce in un lamento disperato.” 

Silvia Mansi

Canzone da ascoltare:


IL PONTE DEL DIAVOLO (scelta da Alessio Del Debbio)

Una costruzione ardita e magnifica, che tutti coloro che passano per la Via del Brennero non possono non fermarsi ad ammirare. Ancora, dopo secoli, si erge solitaria e impavida, sfidando le tempeste, le piene del fiume Serchio, i bombardamenti degli uomini.
Una costruzione che affascina, per la sua posa temeraria, con quel dorso d’asino alto a sfidare gli Dei, quasi volesse ricordarci che resisterà sempre, mentre le passioni umane e i loro drammi sfumano col tempo. Forse l’ha davvero costruito il diavolo? Forse qualche arcana potenza, gli streghi, le fate, i signori dei boschi e della natura, ci hanno messo lo zampino?
In ogni caso, amici lettori, se passate da Borgo a Mozzano, fermatevi per ammirarlo, camminate sull’acciottolato antico, immaginate schiere di passanti che, prima di voi, hanno condiviso un briciolo di quell’eternità.

“Il diavolo abbindolato si imbestialì
e nelle acque del Serchio scomparì,
però il suo ponte così bello quanto strano
puoi vederlo ancora oggi a Borgo a Mozzano.”

Silvia Mansi

Canzone da ascoltare:

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