Ciao a tutti cari amici lettori!
Non so nemmeno io quanto abbiamo sudato l'uscita di questo nuovo libro scritto da Kiera Cass dedicato al quarto libro della Selezione. Proprio quando si avvicinava c'era sempre qualcosa che faceva cambiare idea. Quasi sicuramente una scelta di marketing per accrescere l'attesa dei fan...
Titolo: The Heir
Serie: #4 The Selection
Autore: Kiera Cass
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 338
La trama: Sono passati vent’anni da quando America Singer ha partecipato alla Selezione e conquistato il cuore del principe Maxon. Ora, nel regno di Illea, è tempo di dare inizio a una nuova Selezione. E questa volta sarà la giovane principessa Eadlyn a scegliere tra i trentacinque pretendenti arrivati a Palazzo. L’idea che la competizione possa regalarle la stessa favola d’amore dei suoi genitori non la sfiora nemmeno. Ma scoprirà presto che il suo lieto fine non è poi così impossibile come aveva pensato.
La recensione: Lo ammetto! Oramai mi sono affezionato ai personaggi e non potendo resistere alla tentazione di sapere che cosa si era inventata di nuovo l'autrice non ho esitato a prendere il libro. Così dopo aver concluso L'autunno di Montebuio e di ritorno dal Salone Internazionale del Libro di Torino mi ci sono buttato a capofitto.
La storia ormai è quella che tutti conosciamo. Nel precedente libro, The One, America Singer è riuscita ad accaparrarsi il cuore (e tutto il patrimonio) del bel principe Maxon. Adesso sono passati vent'anni da quel fatidico "si" che ci siamo sudati per ben tre libri, le caste sono state abolite, America e Maxon hanno figliato come se non ci fosse un domani e Eadlyn sta per salire sul trono di Illea. Ma il popolo è scontento e serve un diversivo che distolga l'attenzione della gente dagli affari politici e sociali. Cosa c'è quindi di meglio di una nuova Selezione per buttare un po' di fumo negli occhi?
Stavolta la situazione è ribaltata, vengono quindi selezionati 35 bei maschietti pronti a contendersi il cuore della principessa...
Sono sconcertato. Allibito. Stupito e pure un po' deluso, lo ammetto.
The One si era concluso in modo dignitoso e anche se il finale della storia era scontato alla fin fine ha portato a conclusione qualcosa che era iniziato parecchio sottotono. Ma parecchio eh.
Questo nuovo The Heir aveva tutti i presupposti per essere qualcosa che avrebbe potuto davvero far decollare la storia. Sfortunatamente per noi questo non succede.
La storia
Pur nella sua semplicità ripropone esattamente le stesse identiche dinamiche già viste nei primi tre libri. Niente di nuovo al fronte, ma questo forse è anche uno dei motivi per cui abbiamo scelto di leggere questo libro. Assistiamo all'arrivo, pure in ritardo secondo me, di un'orda di baldi giovani al Palazzo reale di Illea che in un modo e nell'altro cercano a modo loro di far colpo sulla futura erede al trono. Una storia che avrebbe anche dei risvolti positivi se non fosse che ha un ritmo così lento, ma così lento che sembra che la scrittrice abbia riempito pagine di nulla. Quelle pochissime cose che accadono vengono descritte in modo sommario per poi ripiombare nel mare del "non so che cosa scrivere adesso".
Pochi sono i riferimenti che fanno pensare che il libro abbia un collegamento con gli altri. Se da una parte questo può essere positivo perché non richiede una particolare memoria dei precedenti libri, dall'altra dispiace vedere che la storia attuale costituisce quasi qualcosa di differente.
Non c'è traccia dei ribelli e nemmeno di coloro che nei libri precedenti hanno contribuito ad accendere la miccia della rivolta. The Heir è come se azzerasse tutto quanto, come un ripartire daccapo.
Come siamo arrivati a questo punto allora?
I personaggi
Ecco, loro sono quelli che più mi hanno dato da pensare e sui quali sarei capace di sproloquiare per ore, perché mi hanno deluso.
La primissima cosa che si nota è che, nonostante siano passati vent'anni e quindi non abbiano nemmeno quarant'anni, i protagonisti dei libri precedenti, ossia America e Maxon, vengono descritti come due vecchi derelitti sul viale del tramonto. Siamo pazzi? Ok che la nostra nuova eroina ha 18 anni e quindi molto più giovane, ma far passare il Re e la Regina come due vecchierelli che quasi mollerebbero tutto per andare a far due passi nel giardino della casa di riposo mi pare eccessivo, no? Se nei precedenti libri abbiamo tifato per Maxon e la ragazza Cinque dal capello fiammante venuta dal popolo, adesso vediamo l'appannaggio di quello che erano, senza più quel fascino, se vogliamo, che avevano prima.
Eadlyn, la protagonista ed erede al trono, ci viene descritta come una ragazza anticonvenzionale, una ragazza che ancora non è pronta a sposarsi perché ancora non è il momento e non ha ancora trovato il ragazzo che le fa battere il cuore. Una ragazza indipendente, spesso acida e in conflitto coi genitori, e che ama la libertà ed è disposta a tutto pur di ottenerla. Lei non è affatto d'accordo con la Selezione ma per dovere nei confronti del padre e del suo popolo accetta di partecipare decisa a mandare a tutto quanto a monte dopo tre mesi. Nonostante l'età adulta, le ferme convinzioni che ha e una notevole cultura (almeno questo è quanto noi leggiamo) si comporta come una giovane adolescente, in preda a numerosi dubbi, sempre a caccia dell'approvazione dei genitori, per poi finire anche lei preda di turbe mentali e problemi di cuore. Beh, per una che aveva promesso di voler mandare a casa tutti e trentacinque i pretendenti senza manco pensarci, è un bel traguardo no?
Tralasciamo il momento imbarazzante in cui Eadlyn bacia Kile per dare una smossa alla situazione, tralasciamo i commenti di quando il popolo le tira in faccia della frutta marcia, tralasciamo le liti perché qualcuno le sottrae la sua tiara preferita...cos'ha 2 anni?
I pretendenti hanno tutti dei nomi così assurdi e quasi impronunciabili che spero vivamente non facciano venire in mente a nessuno di chiamare così i propri figli! Cosa fanno questi ragazzi dal momento che arrivano a Palazzo non si capisce mai, sempre se non vogliamo tenere di conto delle cene e delle colazioni. Il libro si conclude che è passato appena un mese dall'inizio della Selezione e non si sa come questi riescano a vivere in quelle condizioni. Se quello che fanno e che dicono è quello che ci viene descritto dall'autrice...forse era meglio che il modulo da compilare per partecipare alla gara finisse nel fuoco del caminetto.
Quello che ci immaginiamo che facciano questi ragazzi è trascinarsi da una stanza all'altra nella speranza che quella ragazza acida, che dovrebbe diventare regina, li degni di un po' del suo tempo. Ma figuriamoci.
Fra loro, ovviamente, spicca qualcuno. Spicca il figlio di una delle amiche della madre di Eadlyn, Henri lo svedese accompagnato da Erik l'interprete, e un altro paio di ragazzi che con scarsi risultati si conquistano la simpatia del lettore. Cioè...e il resto della ciurma dov'è??? Cosa fanno? Cavolo, sono trentacinque e sembra invece che siano tre gatti! Com'è che non si prendono a botte?
Se pensiamo che Eadlyn non è convinta di prendere parte alla Selezione perché considera sbagliato quel modo di scegliersi il consorte e in più mettiamo che i pretendenti sono questi...poveretta c'è da capirla se alla fine non è poi così motivata. Questi ragazzi sono di una noia mortale.
Fossi io costretto a passare del tempo anche con uno soltanto di loro mi sparerei in bocca alla prima occasione.
L'altra cosa poi che ho considerato assurda è che questi ragazzi hanno più di diciotto anni e si comportano come un branco di rammolliti che pensano a giocare, a sognare, che litigano per una pezzo di dolce! Stiamo scherzando? Vengono selezionati per far breccia nel cuore della futura regina e c'è chi nel Palazzo sta per conto suo a leggere, c'è chi passa il tempo scrivere poesie! E poi...a quell'età a nessuno viene voglia di fare sesso?
No. La castità regna sovrana.
Gli altri personaggi che orbitano attorno a Eadlyn hanno poco rilievo. America e Maxon hanno sfornato una squadra di calcio e di alcuni di loro il lettore manco si ricorda il nome. Bello, no? Eadlyn ha un fratello gemello, una persona a cui lei è molto affezionata, un personaggio importante quindi, una persona che più di una volta la aiuta e gli da dei consigli su come affrontare l'amore...e allora come mai alla fine del libro manco mi ricordavo chi era questo tizio???
Di Kile sappiamo poco, è un sognatore che pensa ad una vita fuori dal castello, sogna di dare una possibilità ai suoi progetti staccandosi dalla famiglia che ha sempre vissuto a Palazzo. Eadlyn, nonostante ci abbia vissuto insieme per quasi diciotto anni, sembra accorgersi di lui soltanto adesso. Inizia a provare interesse proprio verso l'unico ragazzo che non voleva prendere parte alla gara e che vuole andar via. Originalissimissimo.
Il messaggio del libro non è malissimo.
In The One le caste vengono abolite, a causa di questo però le persone, che erano abituate ad essere divise in base alle loro attitudini per trovare un lavoro, non sanno più che pesci prendere. Il malcontento cresce sempre di più e la crisi dilaga. C'è bisogno di trovare un modo per far fronte a questo problema.
Un tema attualissimo che, nonostante si tratti sostanzialmente di un favola, ben si sposa con quello che l'Italia sta passando in questo periodo: giovani che non avendo più l'appoggio che avevano i genitori non trovano lavoro.
Quello che però non mi è andato giù dal primissimo istante è la soluzione scelta dall'autrice. Ok, dovevamo a dare a parare nella Selezione presto o tardi e si sapeva, ma che questo dovesse essere il modo per gettare fumo negli occhi ai sudditi in modo che fossero distratti dai loro problemi, questo no! Incede di cercare di comprendere quali sono i problemi reali della vita e coinvolgere il popolo all'interno della Selezione ad esempio scegliendo il ragazzo partecipante come portavoce di una paese o una città, questo viene rincretinito ad esempio con le foto della principessa che bacia uno, che gioca a pallone con un altro, oppure che impara a cucinare! Il regno sta collassando e la famiglia reale cosa fa? Gioca!
In un periodo dove i reality fanno uscire il peggio alle persone e li spingono sempre meno alla riflessione sui veri problemi ci mancavano pure i libri oltre mare a dare un'ulteriore spinta...
No words.
Un attesa fortunata forse dal punto di vista delle vendite ma infelice per l'originalità della storia, lenta e noiosa. Alla fine in gara quanti rampolli restano? Non ce l'ho proprio fatta a fare le x su un foglio per tenere il conto.Un tema attualissimo che, nonostante si tratti sostanzialmente di un favola, ben si sposa con quello che l'Italia sta passando in questo periodo: giovani che non avendo più l'appoggio che avevano i genitori non trovano lavoro.
Quello che però non mi è andato giù dal primissimo istante è la soluzione scelta dall'autrice. Ok, dovevamo a dare a parare nella Selezione presto o tardi e si sapeva, ma che questo dovesse essere il modo per gettare fumo negli occhi ai sudditi in modo che fossero distratti dai loro problemi, questo no! Incede di cercare di comprendere quali sono i problemi reali della vita e coinvolgere il popolo all'interno della Selezione ad esempio scegliendo il ragazzo partecipante come portavoce di una paese o una città, questo viene rincretinito ad esempio con le foto della principessa che bacia uno, che gioca a pallone con un altro, oppure che impara a cucinare! Il regno sta collassando e la famiglia reale cosa fa? Gioca!
In un periodo dove i reality fanno uscire il peggio alle persone e li spingono sempre meno alla riflessione sui veri problemi ci mancavano pure i libri oltre mare a dare un'ulteriore spinta...
No words.
Ho scritto un fiume di parole, proprio come mi aspettavo. Ma non posso farci proprio nulla, questa serie ha da sempre scatenato in me questo tipo di reazioni. Siate clementi quindi e fatemi sapere se condividete anche solo in parte quanto ho scritto.
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