sabato 3 giugno 2017

Recensione: L'acrobata, di Agnes Moon

Titolo: L'acrobata
Serie: Legami di sangue #1
Autore: Agnes Moon
Editore: Self
Pagine: 201
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La trama: L’Acrobata è un ladro professionista con all’attivo decine di furti in appartamento, ma quando si ritrova intrappolato nell’enorme magione di un uomo misterioso, tanto seducente quanto letale, si rende conto che la polizia potrebbe non essere il peggiore dei mali. Vincent de Saint-Bonnet è enormemente ricco, nasconde molti segreti e ha poca voglia di vivere. Ci vorranno due splendidi occhi azzurri e un ladruncolo particolarmente sboccato, per illuminare nuovamente la sua grigia e lunghissima esistenza. Un ladro alla ricerca di un pugnale prezioso, un antiquario con alle spalle centinaia di anni, per il quale l’arma rappresenta un oggetto di valore… inestimabile. Entrambi hanno uno scopo ben preciso e non si fermeranno di fronte a nulla nel cercare di perseguirlo. Neanche di fronte all’incredibile attrazione che li attanaglia e che li trascinerà in un duello, combattuto a colpi di bugie e seduzione.


La recensione

La storia che abbiamo di fronte è quella di Liam, un giovane ragazzo con un passato per niente facile alle spalle. Per guadagnarsi da vivere fa il ladro professionista, ruba oggetti preziosi dietro richiesta di ricchi collezionisti. Con lui c'è Mal, un ragazzino col medesimo passato sfortunato, solo che è di salute cagionevole e ha bisogno di cure. Per rimanere all'interno di una sorta di casa famiglia adesso viene chiesto a Liam di entrare di soppiatto in casa si un uomo ricco e misterioso e rubare un pugnale dal valore inestimabile. Questo è l'unico modo per guadagnarsi la libertà, un ultimo colpo e poi basta.
Le cose però non sono così facili e Liam viene catturato e fatto prigioniero dal misterioso Vincent, che sembra provare una bruciante attrazione nei suoi confronti.
Riuscirà Liam a resistere al fascino del bel tenebroso e a rubare il pugnare prima che sia troppo tardi?

Vorrei cominciare col dire che l'idea di base non è affatto male. Utilizzare come protagonista un personaggio che di professione fa il ladro mi ha incuriosito parecchio. Le dinamiche sono diverse da altre tipologie ormai inflazionate. Da una parte un ragazzo ribelle e dall'altra Vincent, un vampiro millenario che protegge il suo clan con ogni mezzo.
Dal momento però che Liam si introduce nel suo maniero per cercare di rubare il pugnale, accade qualcosa. Dopo un'iniziale scontro iniziale i due capiscono che sono attratti l'uno dall'altro. In brevissimo tempo. Liam che dovrebbe essere spaventato all'idea di finire in prigione o da quello che il padrone di casa dice di volergli fare, accetta invece di restare prigioniero del maniero per cercare di rubare il pugnale fantasticando sul suo carceriere. Vincent, che dovrebbe incutere timore e far pensare di essere uno da cui è bene scappare, si rivela essere un vampiro dal cuore tenero in cerca d'amore e sesso che chiama il suo prigioniero gattino...
Il rapporto che viene a crearsi tra i due ha fatto in modo che i loro caratteri non risultassero troppo credibili. Per lo meno non in modo così fulmineo. Successivamente si viene a scoprire il perché di questo legame, ma lasciare un po' più di spazio al lettore per farsi due domane in più non avrebbe guastato. Se vengo catturato e fatto prigioniero, anche se l'uomo che ho di fronte è bellissimo, non so se riuscirei a mettere la paura da parte per dare spazio ad altri tipi di pensieri ben più lussuriosi...

Liam è indubbiamente un ragazzo forte e coraggioso, ma nel libro sono poche le occasioni che ce lo dimostrano, a parte il linguaggio sboccato che è solito utilizzare. il punto a suo favore è quello di avere a cuore la vita del suo amico, l'unico vero legame che gli da la forza di andare avanti. Ovviamente prima di conoscere Vincent.
Vincent è un vampiro, un vampiro gentiluomo, ferito da una precedente storia d'amore adesso è deluso dalla vita. Pensa che per lui non ci sarà mai più la persona in grado di scaldare il suo freddo cuore. Poi incontra Liam e l'invalicabile muro di gomma crolla all'istante, dando l'immagine di un vampiro un po' in su con l'età che si lascia intenerire dal ragazzino giovane al punto da accudirlo e curarlo come un figlio.

Forse è un problema mio, ma quando sento parlare di vampiri ho in mente certe situazioni, forse classiche, ma che fanno parte del genere. Ne L'acrobata l'argomento vampirico è quasi irrilevante. Liam apprende la notizia che Vincent è un succhiasangue in maniera troppo tranquilla, non scappa, non è spaventato, ma anzi è eccitato all'idea che il suo carnefice lo morda e beva il sangue da lui.
Di Vincent cosa sappiamo? Sappiamo che è un vampiro adulto, che ha perso un ex molto importante per lui e che un clan rivale cerca di portargli via il potere. Tutti argomenti molto validi, ma a cui viene dato purtroppo poco spazio.
Non ho mai scritto una storia di vampiri, ma da lettore, mi aspetto certe cose. Se nessuno mi avesse detto che Vincent era un vampiro sarebbe forse cambiata la storia? I dettagli sarebbero stati altri? Come succede per le storie di mutaforma, non basta dire che due sono predestinati e un paio di morsi, per inserirsi in un genere.

La storia, come ho già accennato, non è male. Un prigioniero che deve rubare un prezioso pugnale, un clan di vampiri rivali, la vita di Mal da salvare per conquistare la libertà. Peccato però che gli eventi che potevano renderla più accattivante sono narrati in maniera forse un po' troppo dispersiva, in favore delle elucubrazioni dei due protagonisti che riflettono spesso su cose già dette, facendo quindi procedere la storia a singhiozzo.
Da gestire meglio era la questione del nascondiglio del pugnale, che i lettore intuisce quasi subito a causa del ribadire continuo di quanto un certo luogo sia importante. 
Altri escamotage utilizzati dall'autrice andavano gestiti in maniera diversa per non sembrare qualcosa di preso e messo lì, senza svelare niente, primi fra tutti la questione del bruciare al sole e dei poteri del pugnale.

Le scene di sesso, importanti in un libro di genere MM, le ho trovate un po' stereotipate. Brevi, sbrigative, senza trasmettere l'ardore e la passionalità che, a detta di Liam e Vincent, meritavano e che un po' mi aspettavo da due che dicono di appartenersi.

Il mio giudizio: Poteva essere una storia differente, più cupa e articolata, trattandosi di vampiri. La trama per quanto interessante e con svariati appigli risulta un po' piatta e povera di azione. I protagonisti hanno due caratteri forti ma altalenanti. Le situazioni narrate sono scritte senza fornire dettagli che avrebbero impreziosito la storia e reso partecipe il lettore. La lettura scorre dall'inizio alla fine in maniera spedita senza particolari picchi adrenalinici. Buona la parte psicologica, da curare di più invece quella legata alla dinamicità.

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