Titolo originale: Chemins norcturnes
Autore: Gajto Gazdanov
Editore: Fazi editore
Pagine: 237
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La trama: Un tassista russo vaga per le strade buie della Parigi degli anni Trenta. È una Parigi misera e splendida, popolata da un sottobosco di personaggi ai margini: nobili decaduti, filosofi alcolizzati, emigrati afflitti da manie di persecuzione, prostitute che imparano la professione da frequentatrici del demi-monde finite in disgrazia. Sono animali notturni, le mille sfaccettature della disperazione umana. Incontri fugaci regolati dal caso, compagni di viaggio con cui condividere un pezzo di strada nell’inevitabile cammino verso la morte. Il tassista osserva, ascolta e si lascia trascinare nelle loro tragiche, insulse esistenze per sfuggire alla solitudine che lo attanaglia e all’amara consapevolezza della vacuità della propria vita, una vita priva di legami e di futuro, una vita da esule, da eterno viaggiatore in terra straniera. Sullo sfondo di questo pellegrinaggio senza meta aleggia lo spettro della grande Russia, patria perduta e rimpianta, della quale in queste pagine si respira tutto il fascino malinconico. Un romanzo cupo e toccante che ha molto di autobiografico: Gajto Gazdanov trascorse gran parte della vita in Francia, dove si guadagnava da vivere svolgendo i lavori più umili, fra cui quello di tassista notturno. Considerato una delle voci più interessanti dell’emigrazione russa, definito un Nabokov senza Lolita e paragonato a un Proust che si fa tassista, oggi è un vero e proprio classico moderno.
Io credo nel destino. Ci credo fortemente, ecco che non trovo affatto che sia un caso che proprio un anno fa usciva la recensione di Ritrovarsi a Parigi, dello stesso autore. A vole le cose si intrecciano tra loro senza sapere come.
Non so da dove cominciare perché l'ultima cosa che vorrei è ripetere quello che c'è scritto nella trama. Però la storia è questa. Abbiamo di fronte un personaggio della vita di tutti i giorni, una persona che in qualsiasi momento potrebbe passarci di fianco senza che ce ne accorgiamo. Lui è russo ma si è trasferito a Parigi. Dopo aver passato anni della sua esistenza a fare lavori di vario genere decide di cambiare e fare il tassista gli sembra il giusto compromesso.
Lui è un tipo riservato. Non sono molte le cose che il lettore viene a sapere della sua vita, sappiamo che ha un carattere irruento, che è intelligente perché ha studiato e che ha uno spiccato senso per le relazioni interpersonali, ma non sappiamo ad esempio se ha mai avuto qualcuno di davvero importante vicino.
Ogni sera sale sul suo taxi e porta i suoi clienti da una parte all'altra di una Parigi notturna, ammantata di un fascino e di un mistero senza eguali. La luce del sole non batte quasi mai queste strade, il protagonista sembra vivere la notte come una creatura cieca e assetata delle vite degli altri. Non sappiamo nulla di lui, ma i frequenti incontri con alcuni dei suoi clienti e della fauna locale, che vanno dalla prostituta, all'ubriacone, al pazzo, a quello che per puro vezzo cita continuamente Platone, lo portano a dipingere uno scenario chiaro e nitido dell'esistenza umana.
Questo è forse l'aspetto che uno non si aspetterebbe di trovare all'interno di una storia simile. Uno si aspetterebbe un protagonista con una sua storia personale, invece Gazdanov sorprende il lettore usandolo come mero strumento per portare in superficie tutti quei dubbi e quelle paure che attanagliano l'uomo. In una Parigi degli anni Trenta, dove ciò che resta di una città fiorente è quasi un ricordo e dove resta l'amaro di una vita senza più una prospettiva, resta soltanto la voglia di sopravvivere. Ce lo dimostrano, Alice, Suzanne, la Raldi, Platone, tutti personaggi che continuano a vivere un'esistenza grama, che vivono nel ricordo di quando le cose non erano ancora precipitate e potevano ancora sognare di diventare qualcuno di diverso. Una signora dell'alta società, avere una vita agiata, ritrovare l'orgoglio per se stessi.
Tutto questo ormai sembra non esserci più, attraverso lo sguardo di un tassista notturno che entra ed esce di continuo dalle vite degli altri, nemmeno tanto in punta di piedi, abbiamo di fronte una società rassegnata al peggio, che si trascina giorno dopo giorno verso il tunnel pieno di luce, cercando però fino alla fine di redimersi, salvare quel poco che resta.
Se il nostro tassista è sempre persone a correre dietro le vita degli altri e ad affacciarsi sulle disgrazie altrui a lui cosa resta? Una vita solitaria, fatta di rapporti freddi, scostanti, e una solitudine che rischia sempre più di inghiottirlo. Il suo carattere, e le sue origini russe, non hanno quasi mai giocato a suo favore. C'è sempre stato qualcuno che gli andato contro, che l'ha giudicato, l'ha deriso. Forse è proprio per questo che non è mai a cambiato, che non ha mai saluto la scala gerarchica. Forse è proprio per l suo essere un diverso emarginato che gli unici suoi interlocutori sono avventori di bar notturni, straccioni, prostitute, ossia tutte quelle tipologie di persone che per la società nemmeno esistono, ma che hanno comunque un cuore che batte. Fino alla fine. Più veri loro di ogni altro rappresentante delle alte sfere, perché loro la vita l'hanno assaggiata per quello che è davvero.
Dopo essere stato di recente a Parigi non posso che ammettere che le parole che ho letto in questo libro hanno su di me un effetto particolare, diverso. Ogni descrizione, ogni luogo ha evocato in me un ricordo vivace. nonostante la Parigi che ho visto io sia quella odierna, e quindi ben differente da quella descritta, ho in ogni modo apprezzato moltissimo ogni suo singolo scorcio. Ho rivisto le strade, le persone, i luoghi che passeggiando mi hanno fatto immaginare la vita anni e anni addietro, quando la vita non era così frenetica e chiassosa come oggi.
Consiglio fortemente questo romanzo a tutti gli amanti delle storie a tinte fosche, delle strade fumose e di Parigi in generale, perché anche se il protagonista è russo e la presenza del suo paese è comunque sempre presente, la Francia ha un ruolo determinante. A tutti gli aspiranti Parigini quindi va il mio invito di lettura, ciò che emerge dalle pagine di questo libro regala attimi di intensa riflessione sotto molti spetti. Le proprie origini, cosa vogliamo dalla vita, se è o no il caso di prendersela con chi non ci comprende.
Quasi sempre... non ne vale la pena.
Ciò che siamo lo sappiano solo noi.
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