Autore: Francesco Pierucci
Editore: Nulla die
Pagine: 220
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La trama: Dopo il successo del suo primo romanzo "Il passo in più", uno scrittore non riesce più a ritrovare l'ispirazione. Decide così di partire per un disperato viaggio on the road con la sua fidata Underwood Standard in cerca della creatività perduta. Durante il percorso a bordo della sua auto sgangherata incontrerà suo malgrado una serie di personaggi decisamente grotteschi tra cui uno sceneggiatore obeso, un falacrofobico con manie di grandezza e una pescivendola napoletana senza scrupoli. Tra fughe, risate, arresti e incidenti di ogni tipo, il protagonista vivrà un'avventura surreale dalle forti tinte cinematografiche che sarà difficile dimenticare.
La recensione
Come ho anche scritto sui social, questo è il secondo libro che leggo nel giro di poco che narra di qualcuno che prende e lascia tutto quanto. Quando accadono cose del genere le prendo come un segno del destino. Forse dovrei partire pure io.
Vi siete mai chiesti cosa passa nella testa di uno scrittore? Forse non tutti ma chi ha a che fare con i libri quasi sicuramente sì. Duppi, paure e incertezze, ecco cosa. Pensiamo sempre che le storie che leggiamo nascano così, dal nulla, quando invece dietro c'è un complesso processo introspettivo.
Il passo in più di Francesco Pierucci è la storia di uno scrittore che raggiunge il successo d'improvviso, una di quelle fortune che tutti vorrebbero avere. Il successo gli piove addosso, lasciando tutti quanti a bocca aperta, pubblico e colleghi. La sua vita fa un balzo in avanti e inizia a godere di svariati privilegi. Il successo però, si sa, è una cosa effimera, e inizia a scemare nel giro di poco. C'è bisogno di un nuovo romanzo per restare sulla cresta dell'onda, una nuova idea, qualcosa di ugualmente accattivante da catturare il grande pubblico. Ma l'idea non arriva e inizia in questo modo una la discesa e la disfatta. Manca l'ispirazione. Al nostro scrittore non resta quindi che partire, prendere e mollare tutto quanto alla volta di qualche esperienza che faccia scattare nuovamente in lui la molla della creatività.
La serie di sfortunati (oppure fortunati) eventi saranno in grado di dargli una mano oppure la sua carriera di scrittore è destinata a naufragare?
Di colpo veniamo sbattuti in strada. Saltiamo in macchina insieme al protagonista del libro e lo seguiamo dal sedile posteriore durante il suo viaggio on the road. Lui ancora non lo sa, ma quello che gli sta accadendo è qualcosa che a lui serve tremendamente e senza il quale non potrebbe vivere.
Ultimamente le cose non gli sono andate per niente bene. Sembrava facile mettersi lì a scrivere e replicare il successo del primo libro. Questo purtroppo non è successo e deve rimediare.
Il viaggio che inizia a dispiegarsi davanti a lui lo porta a contatto con persone di natura così differente dalla sua che gli sembra quasi di stare in un film. Il lettore subisce lo stesso trattamento, si chiede come possa accadere ad un solo individuo di raccattare personalità del genere e riuscire a sopravvivere.
Ciò che maggiormente mi ha colpito di questo libro è la prosa, il mono in cui è scritto, lo stile dell'autore. Si sposa perfettamente a questa storia che, pur essendo ambientata ai giorni nostri, assume sempre più connotazioni oniriche e un ritmo serrato da narrazione cinematografica. Il lettore si ferma a pensare, riflette, se quello che ha sotto gli occhi sia vero oppure no. Io stesso ho pensato più di una volta che fosse tutto un sogno, che il protagonista non si fosse mai mosso dalla sua stanza-tugurio.
La verità però è un'altra. Tutti quanti ci illudiamo di dover andare a caccia chissà dove per trovare quello che vogliamo. Non ci rendiamo conto però che basta aprire la porta di casa per far succedere qualcosa. Non serve attraversare il paese, e nemmeno compiere chissà quali atti, basta solo avere contatti con le persone per farsi venire delle idee, creare spunti di riflessione e quindi... anche trarre ispirazione da ciò che ci circonda se il nostro lavoro è quello dello scrittore.
Questo di Francesco Pierucci è un libro che intrattiene e scorre alla velocità della luce, purtroppo, perché finisce troppo presto. Consiglio la lettura alle anime erranti dei lettori che amano la ricerca e soprattuto trovare qualcosa alla fine del viaggio. Tutti viaggiamo, con la mente, con gli occhi, tutto dipende da cosa vogliamo trovare. Alla fine del viaggio del protagonista non sappiamo quale sarà la sua decisione, ma è certo che qualcosa dentro di lui è cambiato. Come anche è cambiato qualcosa nel lettore, che rivede nei vari incontri del protagonista qualcosa che gli è appartenuto o gli appartiene adesso.
La vita è una ricerca. E voi, per cosa state cercando?
Di colpo veniamo sbattuti in strada. Saltiamo in macchina insieme al protagonista del libro e lo seguiamo dal sedile posteriore durante il suo viaggio on the road. Lui ancora non lo sa, ma quello che gli sta accadendo è qualcosa che a lui serve tremendamente e senza il quale non potrebbe vivere.
Ultimamente le cose non gli sono andate per niente bene. Sembrava facile mettersi lì a scrivere e replicare il successo del primo libro. Questo purtroppo non è successo e deve rimediare.
Il viaggio che inizia a dispiegarsi davanti a lui lo porta a contatto con persone di natura così differente dalla sua che gli sembra quasi di stare in un film. Il lettore subisce lo stesso trattamento, si chiede come possa accadere ad un solo individuo di raccattare personalità del genere e riuscire a sopravvivere.
Ciò che maggiormente mi ha colpito di questo libro è la prosa, il mono in cui è scritto, lo stile dell'autore. Si sposa perfettamente a questa storia che, pur essendo ambientata ai giorni nostri, assume sempre più connotazioni oniriche e un ritmo serrato da narrazione cinematografica. Il lettore si ferma a pensare, riflette, se quello che ha sotto gli occhi sia vero oppure no. Io stesso ho pensato più di una volta che fosse tutto un sogno, che il protagonista non si fosse mai mosso dalla sua stanza-tugurio.
La verità però è un'altra. Tutti quanti ci illudiamo di dover andare a caccia chissà dove per trovare quello che vogliamo. Non ci rendiamo conto però che basta aprire la porta di casa per far succedere qualcosa. Non serve attraversare il paese, e nemmeno compiere chissà quali atti, basta solo avere contatti con le persone per farsi venire delle idee, creare spunti di riflessione e quindi... anche trarre ispirazione da ciò che ci circonda se il nostro lavoro è quello dello scrittore.
Questo di Francesco Pierucci è un libro che intrattiene e scorre alla velocità della luce, purtroppo, perché finisce troppo presto. Consiglio la lettura alle anime erranti dei lettori che amano la ricerca e soprattuto trovare qualcosa alla fine del viaggio. Tutti viaggiamo, con la mente, con gli occhi, tutto dipende da cosa vogliamo trovare. Alla fine del viaggio del protagonista non sappiamo quale sarà la sua decisione, ma è certo che qualcosa dentro di lui è cambiato. Come anche è cambiato qualcosa nel lettore, che rivede nei vari incontri del protagonista qualcosa che gli è appartenuto o gli appartiene adesso.
La vita è una ricerca. E voi, per cosa state cercando?
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