lunedì 11 settembre 2017

Recensione: Storia proibita di una geisha, di Mineko Iwasaki

Titolo: Storia proibita di una geisha
Titolo originale: Geisha, a life
Autore: Mineko Iwasaki
Editore: Newton Compton
Pagine: 318
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La trama: Le confessioni della geisha più ricercata e corteggiata del Giappone. Mineko è una bambina schiva e solitaria quando alla tenera età di cinque anni viene allontanata dalla sua famiglia: l’anziana Madame Oima, direttrice di un’okiya, una casa per geishe di Kyoto, ha infatti deciso di farne la propria erede. Comincia così per Mineko una lunga e impegnativa formazione: estenuanti lezioni per apprendere antichi passi di danza, per imparare a suonare gli strumenti della tradizione e per acquisire tutti i segreti di quel cerimoniale rigido e severo che rende le geishe maestre di etichetta, eleganza e cultura. La ragazza s’immerge nello studio e non si concede alcuna distrazione, pur di realizzare il suo unico grande sogno: essere la migliore danzatrice del Giappone. E gli sforzi non saranno vani: Mineko Iwasaki diventa infatti la geisha più brava, ricercata e corteggiata di tutto il Paese. Testarda e fiera, si muove a proprio agio in un mondo che non ammette ribellioni, fino a quando, un giorno, decide di infrangere le regole austere sulle quali è fondata tutta la sua esistenza. Coraggiosa e intraprendente, abbandona le convenzioni che non le hanno permesso di vivere in maniera autentica e sceglie di tornare a essere semplicemente una donna. Con eleganza, ironia e leggerezza, Mineko ci accompagna attraverso le trame e i segreti di una cultura millenaria, restia a svelarsi, osando strappare il velo di pudore che da sempre avvolge un universo frainteso.

La recensione

Ultimamente sono preso da uno slancio che mi porta in direzione del Giappone. Ho ripreso ad ascoltare musica giapponese, e leggermi storie e leggende del Sol Levante. Affascinato e totalmente stregato dalla lettura di Memorie di una geisha di Arthur Golden, ho deciso così di leggere questo libro. Cercavo un libro che parlasse della figura quasi mitologica della geisha, ho letto recensioni entusiaste e mi son fatto coraggio...

Subito però ho percepito qualcosa. Non so come mai la lettura, nonostante fossi parecchio sensibile all'argomento, procedeva a rilento, quando invece con l'altro libro dovevo farmi violenza per farlo durare di più. 
La storia di Mineko e di come di avvicina al mondo delle geishe di Giorn è raccontata secondo uno strano filo logico. A tratti la storia procede spedita, a volte ci si perde in interminabili racconti che portano a ben poco. Il tutto risulta frammentario, quando invece sarebbe stato bello poter leggere una storia che avesse un minimo di andamento cronologico. Si salta continuamente da una parte all'altra, da una cosa all'altra, senza mai concentrarsi su nulla.

Ciò che mi è dispiaciuto parecchio notare, forse anche a causa della traduzione, è la scarsa partecipazione che la protagonista ah nel raccontare la sua storia. Dice cosa fa e cosa vede senza però lasciarsi mai coinvolgere, descrivendo tutto come se non fosse lei ad agire, ma vedesse tutto con gli occhi di qualcun altro.
Nessuno dei personaggi esercita un particolare fascino sul lettore. Sono solo nomi, nomi che agiscono e fanno cose senza mai lasciare un particolare segno.  Ce ne sono di più o meno importanti ok, ma quando già la protagonista non ha mordente, diventa difficile apprezzare ciò che la circonda.

Mi aspettavo di rivedere il fascino del Giappone, le antiche usanze e un indescrivibile voglia di far parte di quel mondo, invece mi sono ritrovato a leggere il resoconto di una vita quasi triste, visto che al di là che la protagonista ami la danza non ci sono altri segnali che la vita che ha condotto le sia piaciuta. Un resoconto freddo e quasi privo di emozione.

Mi spiace moltissimo dirlo, ma resto affezionato al libro di Golden anche se è romanzato. Siamo davvero su un altro mondo, per tutto quanto. Storia, personaggi, traduzione. Tutto. Con Memorie di una geisha ho amato quel mondo...e con quello resterà.

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