lunedì 6 marzo 2017

Recensione: La fabbrica di farfalle, di Samuele Fabbrizzi

Titolo: La fabbrica di farfalle
Autore: Samuele Fabbrizzi
Editore: Lettere animate
Pagine: 180
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La trama: Charlie è uno scrittore fallito e alcolizzato, Ronald un orfano affetto da psicosi religiosa, David un pugile alle prese con una delusione amorosa e Cornelius un pedofilo ossessionato dalla figlia dei vicini. Ormai prossimi al collasso delle proprie esistenze, decidono di rispondere a un annuncio che offre la possibilità di un soggiorno gratuito su un’isola paradisiaca in cui riscoprire se stessi.Sul luogo dell’appuntamento incontrano altre cinque persone disperate tanto quanto loro. Ognuna di esse ha qualcosa di strano, un’ossessione, un segreto, qualcosa di terribile da non poter rivelare. Una prigione interiore nemica dell’armonia e della crescita personale. Dopo un lungo viaggio approdano sull’isola. Ad attenderli in un hotel cinque stelle c’è un simpatico vecchietto desideroso di conoscerli da vicino. Durante il pranzo di benvenuto accenna loro di un progetto al quale sta lavorando da una vita: il Progetto Farfalla. È l’inizio di un’esperienza da incubo, fra torture psicofisiche, umiliazioni e riprogrammazione psicologica.
Non più esseri umani, ma cavie.
Non più esseri impuri, ma bruchi in attesa di evolversi in farfalle.


La recensione

Cosa succede a chi vive  allo sbando? Cosa succede quando tutti i suoi sforzi di riuscire nella vita si riducono a un pugno di mosche? Non succede praticamente nulla, per la società quella persona è fottuta. Sotto tutti i punti di vista.
Samuele Fabbrizzi ci sbatte in faccia inizialmente quattro realtà, quattro differenti personalità alle prese con un'esistenza al limite, allo sfascio, al capolinea. Quattro uomini alle prese con una vita che li ha delusi, li ha frustrati, li ha portati a strisciare su un pavimento cosparso di vetro e respirare un'aria malsana che rischia di farli soffocare. Del resto a cosa può ambire uno scrittore la cui vena poetica sta sfumando? In cosa può trasformarsi la vita quando sei figlio adottivo di una famiglia che ti detesta? Cosa succede quando finalmente puoi mettere le mani (e non solo quelle) addosso alla graziosa figlia di otto anni dei vicini? Uno può restar lucido quando accecato dalla gelosia massacra di botte l'avversario sul ring sbattendosene delle regole?
Vite spacciate e distrutte, ma niente paura perché all'orizzonte c'è la prospettiva di un viaggio particolare, dove non serve niente, neppure i soldi. Stanco di essere un verme? Questo viaggio è quello che fa per te perché ha lo scopo di redimerti, di cancellare il tuo passato e farti rinascere farfalla in una Nuova Era.
A loro basti solo tu!
Senza alternative i quattro decidono di partecipare al viaggio dove incontrano altri derelitti come loro, un'accozzaglia di gente che in circostanze normali sarebbe marcita in galera. Adesso però per tutti loro c'è una possibilità. Bere o affogare.
Peccato che quello che scopriranno appena saliranno su quel pullman non è proprio un paradiso dove divertirsi, anzi, tutto il contrario...

La prosa trascinante di Fabbrizzi fa scorrere la storia a un ritmo velocissimo, se ci aggiungiamo poi il numero delle pagine giungiamo alla conclusione di questo viaggio che nemmeno ce ne rendiamo conto. L'utilizzo specifico della terminologia evoca esattamente lo scenario descritto in tutta la sua cattiveria, la sua brutalità.

Cosa c'è dietro questo viaggio vacanza? Cosa c'è dietro l'organizzazione che ha chiuso dei perfetti sconosciuti  dentro a delle gabbie per uccelli a metri da terra, nudi, senza niente da mangiare ed esposti a cambiamenti climatici a limite del normale?
Dietro tutto questo c'è il Dottor Purple e il Progetto Farfalla. In una società sempre più votata al degrado, alla criminalità e ai soprusi c'è bisogno di fare pulizia, e quale metodo migliore se non un progetto che ha come fine ultimo quello di riprogrammare l'animo umano e fare tabula rasa di tutto quello che è stato fino ad ora? Ovviamente serve rigidità, determinazione, un luogo isolato e, ovviamente, delle vittime sacrificali che non hanno niente da perdere.

Numerosi sono i richiami.
A parte la legge Dantesca del contrappasso più volte citata dall'autore, ci sono svariati riferimenti all'ultimo film scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini Salò o le 120 giornate di Sodoma, che non a caso si rifà alla struttura dei gironi dell'Inferno. In questa pellicola vengono rapiti un gruppo di ragazzi antifascisti appena maggiorenni e vengono chiusi per 120 giorni all'interno di una villa dove sono costretti a subire torture e violenze sessuali, proprio come accade ai nove vacanzieri del lavoro di Fabbrizzi. Qualcosa di raccapricciante ma di estremo imbatto visivo.
L'altro collegamento che mi è venuto naturale è stato con la pellicola Seven, film del 1995, dove un giovanissimo Brad Pitt viene chiamato a indagare su un serial killer che uccide le sue vittime seguendo l'ordine dei sette peccati capitali. Alcuni dei protagonisti de La fabbrica di farfalle sono infatti dei peccatori recidivi e per depurare le loro vite hanno bisogno che qualcuno azzeri le loro vite, qualcuno che faccia comprendere loro cosa sono diventati pagandoli con la medesima moneta.
Gola. Accidia. Lussuria. Ira. Invidia. Avarizia.Superbia.
L'ultimo, ma non meno esplicito, collegamento l'ho trovato con Saw, l'acclamata serie di film dedicati a l'Enigmista, dove un sadico malato terminale costringe persone apparentemente sconosciute a giocare a un folle gioco per vincere le loro paure e riscattarsi. Fare la loro scelta.

Il mio giudizio: La fabbrica di farfalle non è un libro per i deboli di cuore e i deboli di stomaco, assolutamente no. Dal momento che la storia comincia non c'è mai un attimo di respiro, non ci si rilassa mai, l'autore provoca e sconvolge il lettore ad ogni pagina, scendendo sempre più in basso, quasi volesse  sottoporre anche lui alle cure del Progetto Farfalla. Ammetto che spesso ci si spinge forse un po' troppo in là, molte sono le scene di sangue, molte sono quelle in cui ci sarebbe bisogno di distogliere lo sguardo dalla pagina, ma questo non è possibile perché siamo inchiodati alla storia e dobbiamo vedere come va a finire. Dobbiamo capire se tutti quei bozzoli umani riusciranno a sopravvivere e librarsi in cielo oppure finiranno spiaccicate al suolo per far posto ad altri...
Crudo, cattivo, spietato coi personaggi e con il lettore...ma se già la trama vi incuriosisce difficilmente resterete delusi.

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