martedì 13 maggio 2014

Recensione: I Watson, di Jane Austen

Buonasera a tutti carissimi compagni di lettura! Prima di venire all'argomento di oggi vorrei ringraziarvi tutti quanti uno per uno. Grazie per il sostegno che mi date, grazie per i messaggi che ogni giorno spedite nella mia casella di posta, e grazie per le numerose capatine che fate qua ogni giorno. Grazie insomma!

Ma veniamo a noi adesso. Giuro che non appena ho visto questa nuova serie di libretti editi dalla Newton Campton la giornata ha subito un'impennata colossale. Già tempo fa ero felice che fossero usciti dei classici alla modica cifra di poco meno di un euro...adesso ancora di più vedendo questa nuova serie con la copertina dura a soli 1.90!
Ecco che non ho potuto fare a meno di passare all'acquisto non appena ho visto una delle mie autrici preferite, colei con cui sono cresciuto a suon di balli, doti, matrimoni da organizzare e corse nella brughiera: Jane Austen.

Titolo: I Watson
Autore: Jane Austen
Editore: Newton Campton
Pagine: 125

La trama: La famiglia Watson si ritrova nella situazione di dover mantenere un certo decoro senza averne i mezzi. Trovare un buon partito, allora, sembra l'unica via di salvezza da un destino altrimenti segnato. Ma l'orgogliosa Emma, a differenza delle sorelle, vuole sottrarsi alla contesa per i pochi scapoli abbienti del paese.

La recensione: Parto dicendo che sono di parte, che mi sono letto tutto quanto (o quasi) quello che ha scritto la Austen. Sono un appassionato da quando fui catturato dalla storia di Elizabeth Bennet di Orgoglio e pregiudizio all'età di 13 anni.
Sento quindi adesso il dovere di parlare di lei e di uno dei suoi romanzi destinato a restare incompiuto.

La storia è semplicissima, come del resto molte delle storie scritte dall'autrice, ma in queste poche pagine, possiamo assaporare quella che sarebbe certo diventata una grande storia del calibro di Ragione e sentimento oppure Mansfield Park.
Ci troviamo di fronte la famiglia Watson in ristrettezze economiche, che non sa come poter tiare avanti. L'unico modo che il Mr. Watson ha di risollevare le sorti della famiglia, ormai alla mercè delle malelingue, è quello di piazzare le figlie con qualche buon partito.
Siamo nel momento esatto in cui Elizabeth (nome piuttosto ricorrente in tutta la bibliografia dei romanzi Austeniani) porta la sorella minore, Emma, al suo primo ballo in società. Tra poco quindi Emma, farà i conti con vecchi amici di famiglia, e nuovi individui, primo fra tutti Lord Hosborne...

La cosa interessante di questo libro (e se vogliamo anche di Orgoglio e pregiudizio) è il temperamento della protagonista, Emma Watson, che va totalmente controcorrente. Le sue sorelle maggiori per diversi motivi si trovano a fronteggiare situazioni sentimentali che vanno oltre le loro capacità e volontà. Emma decide da sola. Contrariamente a quanto le verrebbe imposto dal padre e dalla sorella, ossia di avere a quel suo primo ballo un comportamento ineccepibile al fine di accattivarsi la simpatia dei giovanotti più influenti del circondario flirtando (come si direbbe oggi) in modo discreto, lei riesce ad attirare l'attenzione in modo del tutto naturale. Non si lascia andare a svenevoli commenti sugli abiti, non si lascia intimidire da coloro che per la prima volta le rivolgono la parola. Non si lascia spaventare da persone di rango più alto sapendo che lei si trova a quel ballo per accaparrarsi un marito e una rendita considerevole... Emma è un'eroina in pieno stile Austen.
Lo stile è il più classico del genere, complimenti quindi alla traduzione che rende piacevole e scorrevole questo inizio di romanzo. La storia, sfortunatamente si interrompe non appena Emma torna dal viaggio e mette a parte la sorella di ciò che ha visto e fatto durante il suo debutto. Ma ciò che alimenta in modo feroce la curiosità del lettore, che sfortunatamente resta a bocca asciutta, è l'arrivo dei parenti della famiglia Watson...che vogliono sapere e che alimentano lo stato di agitazione e di insubordinazione.
Ce la farà Emma con il suo stile e i modi raffinati a combattere contro le convenzioni e trovare la persona a adatta a lei senza lasciarsi trasportare dai problemi economici e le dicerie delle sorelle?

Purtroppo non lo sapremo mai con certezza. La cosa carina però è la presenza alla fine del racconto di alcune pagine che raccontano del manoscritto ritrovato dal nipote di Jane Austen che ci informa su come la storia, secondo l'autrice, sarebbe dovuta andare avanti...
Inutile dire che la voglia di leggere un degno finale resta in ogni caso.

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