Autore: Peter Cameron
Editore: Adelphi
Pagine: 318
La trama: Quando qualcuno si accinge a scrivere la biografia di qualcun altro, parenti e amici del biografato cercano quasi sempre di ostacolare un'iniziativa che, in un futuro minacciosamente vicino, li costringerebbe a leggere la solita compilazione di svarioni, congetture e voli di fantasia non autorizzati. È quindi ovvio che né la moglie, né il fratello, né l'amante del defunto Jules Gund, autore di un solo e venerato libro, desiderano che il giovane Omar Rezaghi si rechi nella tenuta di famiglia in Uruguay, e s'inpicci di faccende che non lo riguardano. È solo l'inizio di una commedia dove nessuna combinazione di fatti, sentimenti o rivelazioni è esclusa in partenza.
La recensione: Appena la mia collega mi ha messo alla mano questo libero e ho iniziato a sfogliarlo ho capito che l'avrei adorato. Visivamente c'erano moltissimi dialoghi e la cosa mi ha incuriosito fin da subito. Questo libro è stato sul mio comodino per qualche tempo, in gestazione, in attesa che la lista dei libri in coda piano piano si accorciasse.
Poi finalmente una sera il momento è arrivato, e l'ho aperto. Non so spiegare come e perchè ma questo romanzo mina completamente rapito.
Il titolo "Quella sera dorata" mi ha subito fatto drizzare le antenne. Cos'è successo in quella sera? Quel tipo di domande che mettono in modo la mia fantasia insomma.
La trama è molto semplice. Omar per continuare a lavorare per l'università ha bisogno di finanziare il suo lavoro attraverso la pubblicazione di una biografia autorizzata di Jules Gund, scrittore di un famoso romanzo di successo, venuto a mancare da poco. C'è un piccolo intoppo. Gli eredi testamentari non hanno intenzione di dare l'ok per la stesura della bio al fine di non svelare i loro segreti familiari. Quindi il nostro Omar cosa combina? Prede molla tutto e parte per l'Uruguay per convincere tutti quanti.
Mi sento di definire questo romanzo di Cameron un romanzo teatrale, in particolare per i numerosi dialoghi "botta e risposta" che riempiono buona parte della storia. Questo credo sia un punto di forza in tutti i sensi. Essi danno al romanzo un ritmo spaventoso che ti portano ad una velocità impressionante di lettura. E quando c'è questo c'è tutto. Spesso sembra proprio di essere di fronte ad un copione trattale con i nomi dei personaggi e battute che gli attori dovranno dire in scena.
Ambientato in un paesotto assolato e sperduto dell'Uruguay ci troviamo di fronte a un'ambientazione da romanzo classico. Due ville costruite a breve distanza l'una dall'altra, dove rispettivamente abitano Caroline e Arden e nell'altra Pete e Adam. Qui abitano le persone che hanno dato vita all'immaginario del defunto scrittore di cui Adam dovrebbe scrivere. Ed è qui che piomba Adam, a rompere l'equilibrio quasi etereo che tutti hanno saputo creare lontani dalla civiltà, vivendo fuori dal mondo.
Leggere questo tipo di storia con questi personaggi così strambi ed eccentrici, che vivono un po' allo sbando e come vogliono, incuranti del mondo che li circonda, ma soprattutto scritti con questo stile letterario mi ha fatto ripensare ai personaggi degli Scalognati presenti nel testo I Giganti della montagna di Luigi Pirandello. Con grande piacere direi, perchè se dovesse essere scritta una versione moderna di quel testo è esattamente così che mi immaginerei i personaggi.
Pirandello utilizza il Mago Cotrone per capitanare i suoi pupazzi, Cameron in Quella sera dorata utilizza Jules Gund e il ricordo che gli altri hanno di lui, a testimonianza del fatto che nonostante non sia più con la moglie Caroline o con l'amante Arden, il suo agire si ripercuote in modo devastante sul loro essere. Piombando lì di punto in bianco Omar scardina le loro certezze e convinzioni e fa crollare i muri di gomma che hanno tirato su da quando Jules è morto, facendo loro domande personali, costringendoli a venire a patti con il loro destino. Serve a poco nascondersi in una villa in Uguguay perchè i sentimenti e i ricordi non cambiano mai. Anche a distanza di tempo.
Se il nostro Omar, un personaggio a cui ci si affeziona fin da subito, riesce o no a scrivere la biografia, salvaguardare il suo lavoro e il rapporto difficile che ha con la ragazza con cui vive, non ve lo dico.
Quello che su cui però posso sbilanciarmi è che questo, nonostante sia un romanzo lineare e scritto in un italiano scorrevolissimo, è un romanzo che ha moltissimo da dare. Tutti i personaggi in un modo o nell'altro escono cambiati dall'esperienza della biografia di Jules, grazie a lui e al lavoro di Omar tornano a rivalutare la loro vita sotto più punti di vista e, trovandosi difronte a un bivio, a prendere una decisione che cambierà per sempre la loro esistenza. E noi che leggiamo il libro non siamo forse esposti alle medesime decisioni nella vita di tutti i giorni? Già questo basta a creare una catarsi di dimensioni bibliche tra noi e questo romanzo, no?
Cercando poi qualche info in rete ho scoperto che di questo libro è stato fatto anche un film (qui il trailer) dal titolo omonimo con un cast di eccezione, primo fra tutti Anthony Hopkins. Sono curioso di vederlo, ma per il momento ho deciso di rimandarne la visione, non voglio che delle immagini "rovinino" in modo in cui mi sono immaginato l'intera storia...
La recensione: Appena la mia collega mi ha messo alla mano questo libero e ho iniziato a sfogliarlo ho capito che l'avrei adorato. Visivamente c'erano moltissimi dialoghi e la cosa mi ha incuriosito fin da subito. Questo libro è stato sul mio comodino per qualche tempo, in gestazione, in attesa che la lista dei libri in coda piano piano si accorciasse.
Poi finalmente una sera il momento è arrivato, e l'ho aperto. Non so spiegare come e perchè ma questo romanzo mina completamente rapito.
Il titolo "Quella sera dorata" mi ha subito fatto drizzare le antenne. Cos'è successo in quella sera? Quel tipo di domande che mettono in modo la mia fantasia insomma.
La trama è molto semplice. Omar per continuare a lavorare per l'università ha bisogno di finanziare il suo lavoro attraverso la pubblicazione di una biografia autorizzata di Jules Gund, scrittore di un famoso romanzo di successo, venuto a mancare da poco. C'è un piccolo intoppo. Gli eredi testamentari non hanno intenzione di dare l'ok per la stesura della bio al fine di non svelare i loro segreti familiari. Quindi il nostro Omar cosa combina? Prede molla tutto e parte per l'Uruguay per convincere tutti quanti.
Mi sento di definire questo romanzo di Cameron un romanzo teatrale, in particolare per i numerosi dialoghi "botta e risposta" che riempiono buona parte della storia. Questo credo sia un punto di forza in tutti i sensi. Essi danno al romanzo un ritmo spaventoso che ti portano ad una velocità impressionante di lettura. E quando c'è questo c'è tutto. Spesso sembra proprio di essere di fronte ad un copione trattale con i nomi dei personaggi e battute che gli attori dovranno dire in scena.
Ambientato in un paesotto assolato e sperduto dell'Uruguay ci troviamo di fronte a un'ambientazione da romanzo classico. Due ville costruite a breve distanza l'una dall'altra, dove rispettivamente abitano Caroline e Arden e nell'altra Pete e Adam. Qui abitano le persone che hanno dato vita all'immaginario del defunto scrittore di cui Adam dovrebbe scrivere. Ed è qui che piomba Adam, a rompere l'equilibrio quasi etereo che tutti hanno saputo creare lontani dalla civiltà, vivendo fuori dal mondo.
Leggere questo tipo di storia con questi personaggi così strambi ed eccentrici, che vivono un po' allo sbando e come vogliono, incuranti del mondo che li circonda, ma soprattutto scritti con questo stile letterario mi ha fatto ripensare ai personaggi degli Scalognati presenti nel testo I Giganti della montagna di Luigi Pirandello. Con grande piacere direi, perchè se dovesse essere scritta una versione moderna di quel testo è esattamente così che mi immaginerei i personaggi.
Pirandello utilizza il Mago Cotrone per capitanare i suoi pupazzi, Cameron in Quella sera dorata utilizza Jules Gund e il ricordo che gli altri hanno di lui, a testimonianza del fatto che nonostante non sia più con la moglie Caroline o con l'amante Arden, il suo agire si ripercuote in modo devastante sul loro essere. Piombando lì di punto in bianco Omar scardina le loro certezze e convinzioni e fa crollare i muri di gomma che hanno tirato su da quando Jules è morto, facendo loro domande personali, costringendoli a venire a patti con il loro destino. Serve a poco nascondersi in una villa in Uguguay perchè i sentimenti e i ricordi non cambiano mai. Anche a distanza di tempo.
Se il nostro Omar, un personaggio a cui ci si affeziona fin da subito, riesce o no a scrivere la biografia, salvaguardare il suo lavoro e il rapporto difficile che ha con la ragazza con cui vive, non ve lo dico.
Quello che su cui però posso sbilanciarmi è che questo, nonostante sia un romanzo lineare e scritto in un italiano scorrevolissimo, è un romanzo che ha moltissimo da dare. Tutti i personaggi in un modo o nell'altro escono cambiati dall'esperienza della biografia di Jules, grazie a lui e al lavoro di Omar tornano a rivalutare la loro vita sotto più punti di vista e, trovandosi difronte a un bivio, a prendere una decisione che cambierà per sempre la loro esistenza. E noi che leggiamo il libro non siamo forse esposti alle medesime decisioni nella vita di tutti i giorni? Già questo basta a creare una catarsi di dimensioni bibliche tra noi e questo romanzo, no?
Cercando poi qualche info in rete ho scoperto che di questo libro è stato fatto anche un film (qui il trailer) dal titolo omonimo con un cast di eccezione, primo fra tutti Anthony Hopkins. Sono curioso di vederlo, ma per il momento ho deciso di rimandarne la visione, non voglio che delle immagini "rovinino" in modo in cui mi sono immaginato l'intera storia...
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