Titolo: A un passo dalla vita
Autore: Thomas Melis
Editore: Lettere animate
Pagine: 326
Prezzo: 0.99 euro
La trama: È una Firenze fredda, notturna e mai nominata quella che fa da palcoscenico alla storia di Calisto e dei suoi sodali, il Secco e Tamagotchi. La città è segnata dalla crisi globale, dietro l’opulenza pattinata del glorioso centro storico si nasconde la miseria dei quartieri periferici. Calisto è intelligente, ambizioso, arriva dal Meridione con un piano in mente e non ha intenzione di trasformarsi in una statistica sul mondo del precariato. Vuole tutto: tutto quello che la vita può offrire. Vuole lasciarsi alle spalle lo squallore della periferia – gli spacciatori albanesi, la prostituzione, il degrado, i rave illegali –, per conquistare lo scintillio delle bottiglie di champagne che innaffiano i privè del Nabucco e del Platinum, i due locali fashion più in voga della città. Calisto vuole tutto e sa come vincere la partita: diventando un pezzo da novanta del narcotraffico.
Cupamente, nella rappresentazione di un dramma collettivo della “generazione perduta”, schiava di un sistema socioeconomico degenere e illusa dalle favole di una televisione grottesca, si snoda questa storia di ingiustizie e tradimenti, ma anche di amicizie e amori forti tragicamente condannati. Perché il male non arriva mai per caso e la vita non dimentica mai nulla, non perdona mai nessuno.
La recensione: Detto fra noi quando ho iniziato a leggere questo libro, che gentilmente l'autore mi ha invitato, non sapevo che cosa aspettarmi. Sono solito informarmi poco sui miei autori al fine di non venire condizionato nel giudizio. Così ho iniziato a leggere A un passo dalla vita di Thomas Melis.
Sono rimasto letteralmente colpito dal preludio, leggendo di una madre in ansia in attesa fuori dall'ufficio del preside della scuola del figlio, mi ha fatto scattare subito l'immaginazione. Mi sono gettato subito sulla storia, bramoso di scoprire come si era evoluta la crescita di un bambino dalle grandi doti intellettive ma che ogni tanto creava qualche problema.
E' la storia di Calisto, un giovane a caccia di un futuro nell'Italia dei giorni nostri. Giorni difficili, in una realtà che offre moltissime cose ai giovani che sanno coglierle nel giusto modo. Fuggendo da una realtà che gli sta stretta Calisto, ragazzo dalle grandi capacità e dalla mente arguta, approda a Firenze, e assieme alla sua combriccola spaccia droga nel panorama scintillante e patinato della città, panorama che lui stesso ammira e di cui vorrebbe fare parte. Ma non è solo questo, Calisto è anche uno studente universitario alla facoltà di economia, studia per costruirsi quel futuro che però sembra scivolargli di mano, e rimanda, non avendo più fiducia in quello che gli sta davanti.
La storia che abbiamo di fronte ci porta sopra un ottovolante, saliamo in macchina con Calisto, assistiamo ai festini a base di droga, ai regolamenti di conti tra bande, a come si diventa un vero signore del narcotraffico. I frequenti cambi di ambientazione e il ritmo così serrato immergono il lettore fino al collo nella storia, quasi fosse anche lui un componente della banda, tutto questo però a scapito dell'approfondimento psicologico dei personaggi. La narrazione procede a velocità supersonica, ma alla fine chi è Calisto? Cosa lo ha spinto ad essere lo spacciatore che è? Calisto è un ragazzo che vuole far carriera, che vuole tutto e lo vuole subito. Ma non ha scelto la strada più onesta di questo mondo. Abbagliato dall'abbigliamento griffato e dalle luci delle discoteche più frequentate della città si muove nel sottobosco malavitoso per soddisfare i bisogni dei suoi svariati clienti, per cogliere ogni occasione di guadagno, soldi facili. In perenne lotta col sistema e con chi comanda combatte la sua lotta a modo suo, a colpi di grammi di bamba.
Attorno a lui ruotano gli amici e colleghi che lo assistono e lo spalleggiano. Un gruppo di uomini e ragazzi come lui invischiati nel medesimo ambiente, persone di cui si sa poco o niente.
Fra tutti loro spicca Holli, una studentessa impegnata socialmente, che si invaghisce di Calisto e prova a farlo ragionare sull'impegno che uno si prende studiando, che gli suggerisce un modo per tornare ad aver fiducia in quello che fa e nel mondo in cui vive. Holli non è altro che un'immagine salvifica, un faro nelle tenebre a cui Calisto non riuscirà mai ad aggrapparsi fino in fondo.
Un'altro dei personaggi importanti della storia è Beatrice, ex fidanzata del nostro protagonista, la cui storia finita male anni prima ha portato i due ad allontanarsi. Quasi sul finale Beatrice compare a casa di Calisto. Forse per redimere lui, forse per redimere se stessa, oppure semplicemente per fare sfoggio dell'enorme divario tra loro. Così come arriva torna a dileguarsi e a far parte ancora una volta del passato del ragazzo...
Un messaggio strano quello che l'autore del libro vuole dare al lettore. Racconta la storia di un ragazzo che ci viene presentato con tutte le migliori intenzioni, ma che poi crescendo finisce per diventare schiavo della cocaina e del Dio denaro. Melis ci racconta di un ragazzo che vuole far qualcosa nella vita, che vuole arrivare, che critica in modo costruttivo quello che gli sta attorno, un ragazzo che vuol dare una scossa al suo paese perchè quello che vede non va bene. Come mai allora quello che Calisto si mette a fare va contro tutto questo? Perchè nonostante le buone idee non riesce mai a voltare pagina e fare qualcosa di davvero utile per se stesso, ma rimane sempre "a un passo dalla vita"? Un ragazzo dai sani principi ma corrotto dal denaro e dal mondo di facciata che lo circonda, fatto di cose futili ed effimere, che lo portano a scivolare nell'abisso trascinando tutto quanto. La soluzione al voler diventare qualcuno è davvero quella più breve suggerita dall'autore? Ovviamente no, ma nel nostro caso la vita dissoluta sembra non esserci scampo.
Letta la prefazione mi sarei aspettato di vedere l'arguzia del protagonista affiorare anche l'età adulta, ma questo non succede. Assistiamo invece al progressivo declino della sua vita, al tradimento di quelli che sembravano suoi amici e all'abbandono delle poche persone che gli volevano bene.
Un libro scritto bene senza ombra di dubbio. Un uso eccellente del linguaggio, arricchito dai numerosi slang e dialetti che abbracciano l'Italia intera di cui l'autore ci mette a parte. Peccato per la trama che è quella che forse, in quest'opera di Thomas Melis, ne risente maggiormente a causa delle situazioni che spesso si ripetono sempre allo stesso modo e con lo stesso ritmo...
Coloro che fossero interessati a leggere A un passo dalla vita può cliccare QUI.
La recensione: Detto fra noi quando ho iniziato a leggere questo libro, che gentilmente l'autore mi ha invitato, non sapevo che cosa aspettarmi. Sono solito informarmi poco sui miei autori al fine di non venire condizionato nel giudizio. Così ho iniziato a leggere A un passo dalla vita di Thomas Melis.
Sono rimasto letteralmente colpito dal preludio, leggendo di una madre in ansia in attesa fuori dall'ufficio del preside della scuola del figlio, mi ha fatto scattare subito l'immaginazione. Mi sono gettato subito sulla storia, bramoso di scoprire come si era evoluta la crescita di un bambino dalle grandi doti intellettive ma che ogni tanto creava qualche problema.
E' la storia di Calisto, un giovane a caccia di un futuro nell'Italia dei giorni nostri. Giorni difficili, in una realtà che offre moltissime cose ai giovani che sanno coglierle nel giusto modo. Fuggendo da una realtà che gli sta stretta Calisto, ragazzo dalle grandi capacità e dalla mente arguta, approda a Firenze, e assieme alla sua combriccola spaccia droga nel panorama scintillante e patinato della città, panorama che lui stesso ammira e di cui vorrebbe fare parte. Ma non è solo questo, Calisto è anche uno studente universitario alla facoltà di economia, studia per costruirsi quel futuro che però sembra scivolargli di mano, e rimanda, non avendo più fiducia in quello che gli sta davanti.
La storia che abbiamo di fronte ci porta sopra un ottovolante, saliamo in macchina con Calisto, assistiamo ai festini a base di droga, ai regolamenti di conti tra bande, a come si diventa un vero signore del narcotraffico. I frequenti cambi di ambientazione e il ritmo così serrato immergono il lettore fino al collo nella storia, quasi fosse anche lui un componente della banda, tutto questo però a scapito dell'approfondimento psicologico dei personaggi. La narrazione procede a velocità supersonica, ma alla fine chi è Calisto? Cosa lo ha spinto ad essere lo spacciatore che è? Calisto è un ragazzo che vuole far carriera, che vuole tutto e lo vuole subito. Ma non ha scelto la strada più onesta di questo mondo. Abbagliato dall'abbigliamento griffato e dalle luci delle discoteche più frequentate della città si muove nel sottobosco malavitoso per soddisfare i bisogni dei suoi svariati clienti, per cogliere ogni occasione di guadagno, soldi facili. In perenne lotta col sistema e con chi comanda combatte la sua lotta a modo suo, a colpi di grammi di bamba.
Attorno a lui ruotano gli amici e colleghi che lo assistono e lo spalleggiano. Un gruppo di uomini e ragazzi come lui invischiati nel medesimo ambiente, persone di cui si sa poco o niente.
Fra tutti loro spicca Holli, una studentessa impegnata socialmente, che si invaghisce di Calisto e prova a farlo ragionare sull'impegno che uno si prende studiando, che gli suggerisce un modo per tornare ad aver fiducia in quello che fa e nel mondo in cui vive. Holli non è altro che un'immagine salvifica, un faro nelle tenebre a cui Calisto non riuscirà mai ad aggrapparsi fino in fondo.
Un'altro dei personaggi importanti della storia è Beatrice, ex fidanzata del nostro protagonista, la cui storia finita male anni prima ha portato i due ad allontanarsi. Quasi sul finale Beatrice compare a casa di Calisto. Forse per redimere lui, forse per redimere se stessa, oppure semplicemente per fare sfoggio dell'enorme divario tra loro. Così come arriva torna a dileguarsi e a far parte ancora una volta del passato del ragazzo...
Un messaggio strano quello che l'autore del libro vuole dare al lettore. Racconta la storia di un ragazzo che ci viene presentato con tutte le migliori intenzioni, ma che poi crescendo finisce per diventare schiavo della cocaina e del Dio denaro. Melis ci racconta di un ragazzo che vuole far qualcosa nella vita, che vuole arrivare, che critica in modo costruttivo quello che gli sta attorno, un ragazzo che vuol dare una scossa al suo paese perchè quello che vede non va bene. Come mai allora quello che Calisto si mette a fare va contro tutto questo? Perchè nonostante le buone idee non riesce mai a voltare pagina e fare qualcosa di davvero utile per se stesso, ma rimane sempre "a un passo dalla vita"? Un ragazzo dai sani principi ma corrotto dal denaro e dal mondo di facciata che lo circonda, fatto di cose futili ed effimere, che lo portano a scivolare nell'abisso trascinando tutto quanto. La soluzione al voler diventare qualcuno è davvero quella più breve suggerita dall'autore? Ovviamente no, ma nel nostro caso la vita dissoluta sembra non esserci scampo.
Letta la prefazione mi sarei aspettato di vedere l'arguzia del protagonista affiorare anche l'età adulta, ma questo non succede. Assistiamo invece al progressivo declino della sua vita, al tradimento di quelli che sembravano suoi amici e all'abbandono delle poche persone che gli volevano bene.
Un libro scritto bene senza ombra di dubbio. Un uso eccellente del linguaggio, arricchito dai numerosi slang e dialetti che abbracciano l'Italia intera di cui l'autore ci mette a parte. Peccato per la trama che è quella che forse, in quest'opera di Thomas Melis, ne risente maggiormente a causa delle situazioni che spesso si ripetono sempre allo stesso modo e con lo stesso ritmo...
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