giovedì 26 febbraio 2015

Recensione: Feras Infernalis, di Uberto Ceretoli // Secondo episodio della serie "Infernal Beast" edita da Dunwich Edizioni

Titolo: Feras Infernalis
Serie: #2 Infernal Beast
Autore: Uberto Ceretoli
Editore: Dunwich Edizioni
Pagine: 83
Prezzo: 0.99 euro

La trama: Ti chiami Adamo. Odiavi gli ibridi. Ora sei uno di loro. La tua fidanzata ti ha denunciato. La tua famiglia ti ha venduto. Ti portano all'Inferno, l'Accademia dove gli ibridi si affrontano per diventare Cacciatori o schiavi. Puoi contare sulla tua mutazione ma hai una possibilità per risorgere. Una soltanto.

La recensione: Conclusa la lettura del secondo episodio dedicato alle Bestie Infernali di cui Libera i cani di Veronica Tomasiello è stato l'incipit.
L'ambientazione del primo episodio, nonostante abbia sempre letto poco vicende dedicate a bestie enormi, mi è piaciuta così tanto che sono contento di averla ritrovata anche in questo secondo lavoro a loro dedicato.
Il primo narrava di Dana, una Cacciatrice al servizio di un padrone, che si guadagnava da vivere catturando creature mostruose per il solo piacere di chi era disposto a comprarle per farle combattere nelle arene. Macabro divertimento di una società in declino.
Questo secondo episodio arricchisce la storia ancora di più. Stavolta ci troviamo a Roma, luogo dove da sempre avvengono combattimenti per fini ludici, in compagnia di Adamo e la sua ragazza. Un rapporto tanto passionale quanto strano. Lei appassionata di scontri, lui quasi disinteressato la accompagna per compiacerla. Per Adamo le cose sono sempre andate bene, teneva gli ibridi a distanza, forse per nascondere la sua vera natura. Adesso però le cose sono cambiate, la fidanzata ha scoperto chi è veramente e l'ha denunciato gettandolo tra le braccia di strani individui che affermano di volersi prendere cura di lui.
Adamo è finito su un treno diretto a Napoli, diretto verso la più famosa accademia per Cacciatori, dove, assieme ad altri ibridi come lui, sarà sottoposto a una dura prova per capire se è tagliato per la caccia oppure per la schiavitù. Adamo è spaventato, spaesato e totalmente alla mercè di coloro che si credono più potenti. L'iniziazione consiste nello scontrarsi con altri compagni per capire chi è il più forte seguendo regole semplici e brutali. L'esito della sua prova non è così positiva e il ragazzo viene ingaggiato come aiuto cuoco e servo nelle cucine dell'accademia, destinato a venir deriso e sbeffeggiato dai compagni. Un bel giorno però Adamo, stanco di essere trattato in quel modo, decide di liberare il suo vero essere, accattivandosi la simpatia di uno dei suoi insegnanti che decide di formarlo in ogni caso come fosse un Cacciatore, prendendolo sotto la sua ala...
Prende così il via la Caccia, che porta Adamo e il suo mentore all'esterno, in luoghi selvaggi e inesplorati alla ricerca delle più colossali e feroci Bestie Infernali. Ben presto però si accorgono che non sono gli unici a cacciare e la prova finale per capire se Adamo è davvero tagliato per quella carriera rapida avanza...

Sono ripetitivo e me ne rendo tremendamente conto, ma qualcuno di voi sa dirmi come mai quando qualcosa ti prende finisce sempre troppo presto? Oppure sono io che leggo a una velocità tale che le pagine non mi durano? Anche in questo caso di fronte all'episodio narratoci da Uberto Ceretoli mi trovo nelle medesime condizioni. La sua narrazione è capace di far volare l'immaginazione del lettore per proiettarlo nella Napoli del futuro, dove ormai non esiste più niente se non la distruzione più totale. Quello che personalmente ho apprezzato, motivo principale del mio giudizio positivo, è l'immediato ritrovarmi nei comportamenti e nel modo di pensare del protagonista Adamo. Nonostante porti un nome importante, che successivamente nel corso della storia verrà immancabilmente legato a una ragazza chiamata Eva, quello che si percepisce è il suo essere un ragazzo come tanti, vittima forse di una società che non fa per lui. Semplice, disponibile e totalmente puro d'animo viene colpito invece duramente da quello che gli sta intorno, metafora di un ambiente ostile incapace di accettare una diversità che porterebbe all'apertura mentale e quindi al progresso. Credo fermamente che il ritrovarsi in uno dei personaggi dopo solo qualche riga conti quasi il 90% per la riuscita di un'opera.

L'autore di questo racconto riesce a creare l'ambientazione con l'ausilio di pochissime righe. Una scrittura d'impatto, senza fronzoli, che non ha bisogno di lunghe descrizioni per trasmettere il mood della storia, ma concentra tutto quanto in un mix dal sapore forte. Parole semplici ma dal grande significato a testimonianza del fatto che non c'è bisogno di usare  per forza vocaboli ricercati per stupire e sortire un grande effetto. Basta crederci. Sono dell'idea che quando un autore ha a disposizione uno spazio pressoché limitato e si debba legare a una certa storia, deve lavorare sodo per mantenere la mente del lettore in quel luogo, Uberto Ceretoli lo fa con una maestria, ci accompagna durante questo viaggio. E ci tiene la mano, aggiungendo mattone dopo mattone altri particolari per una saga che ha del potenziale.
Un libro che secondo me vale la pena leggere, legato all'episodio precedente, ma fruibile anche separatamente senza perdersi nessuna delle emozioni che trasmette.
Siamo disposti a lottare per difendere quello che siamo davvero? Pagine che narrano di diversità, ingiustizia, paura e pentimento, ma anche di coraggio e vendetta. Una spinta ad essere quello che siamo fino alla fine, ad andare incontro al nostro destino, a venire a patti con chi vuole vederci a terra e ci ha deriso. Tutti quanti abbiamo degli artigli pronti da sfoderare...basta trovare il momento adatto.

Possono cliccare QUI tutti gli interessati a leggersi il libro.

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