giovedì 9 giugno 2016

La battaglia di Harlem Heights, di Scott Kenemore // La grande moria, di Livio Gambarini

Titolo: La battaglia di Harlem Heights/La grande moria
Autori: Scott Kenemore/Livio Gambarini
Editore: Nero Press edizioni
Pagine: 60
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La trama: Due storie sugli zombie, due visioni storiche alternative. Cosa sarebbe accaduto se George Washington e Giovanni Boccaccio si fossero trovati alle prese con una epidemia di morti viventi? Troverete le risposte nelle penne affilate di Scott Kenemore e Livio Gambarini.


La recensione

Bene. Ho avuto modo di imbattermi in qutesta pubblicazione Nero Press durante l'ultimo Salone del libro di Torino, che come sempre riserva delle belle sorprese a chi ha pazienza e voglia di cercare.
Quello che abbiamo tra le mani è un libro dalle dimensioni ridotte. Un piccolo libriccino che sta nel palmo di una mano. Veramente piccolo, così piccolo da sembrare il breviario di un prete di campagna, ma che di santo ah bene poco visto l'argomento!

La particolarità di questo libro, oltre al formato che ho apprezzato dal momento in cui l'ho visto, è la composizione. Avete presente quei libri che cominciano da una parte e proseguono nel senso inverso partendo dalla fine? Perfetto, Zombie History è fatto in questo modo. Da una parte troviamo la storia di Gambarini e capovolgendo il libro troviamo quella di Kenemore. In questo modo è come avere due libri dentro uno.

Due storie di zombie. Due storie di pandemie in due periodi storici differenti. Due storie dove due importanti uomini che hanno fatto storia, ecco perché l'History del titolo, si pongono domande al fine di far cessare quello che hanno davanti agli occhi.
Da una parte abbiamo un giovanissimo Giovanni Boccaccio che, dopo aver passato giornate intere a scappare dalla pestilenza che ha colpito Firenze, si rifugia in chiesa in compagnia di uno scalpellino allievo di Giotto. Assieme assistono all'avanzata dei gavocciolosi, esseri dapprima appestati e successivamente tramutati in esseri assetati di carne umana che sembrano rifiutare la morte.
Dall'altra abbiamo George Washington incredulo verso quella che potrebbe essere la piega che sta prendendo la Rivoluzione Americana...

Abituati a leggere di zombie che ormai controllano il mondo, stavolta assistiamo a qualcosa di diverso come nel caso di Clowns vs. Zombies di Daniele Picciuti e Luigi Bonaro. Adesso abbiamo una forma di creature mangia carne. Nessuno stabilimento salta in aria, nessun virus sfugge alle provette di qualche supersegreto laboratorio sotterraneo, di fronte a noi solo vita che degenera. Così com'è stato, così come sarà. Una malattia, dovuta alle più svariate condizioni in cui verte il mondo, inizia ad infestare le strade, i luoghi, le città ed ovviamente le persone iniziano a marcire e dare il peggio di loro mangiandosi gli uni con gli altri.

Degli incipit originali. Due inizi che sarebbe bellissimo poter vedere trasposti in qualcosa di più lungo e articolato, perché i presupposti ci sono tutti. Ambientazione, personaggi, azione. Tutti i punti salienti del genere zombesco sono racchiusi in queste piccole pagine che è un vero piacere sfogliare.
Ma quello che colpisce, si lo dico ancora una volta, è il formato la vera chicca. Sembra di avere in mano un piccolo manoscritto rinvenuto in qualche cripta, qualcosa di antico e che ha subito i segni del tempo. Le sue pagine sono leggermente rovinate (volutamente ovvio!) proprio per dare questo senso di degrado che contribuisce a rendere unica la lettura nel suo complesso.

Se ancora avete dei dubbi che nelle botti piccole ci sia il vino buono invito tutti quanti alla lettura di queste due storie....e ne avrete la conferma.

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