lunedì 12 dicembre 2016

Fine turno, di Stephen King

Titolo: Fine turno
Titolo originale: End of watch
Serie: Bill Hodges trilogy 3#
Autore: Stephen King
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 477
Link per l'acquisto QUI

La trama: In un gelido lunedì di gennaio, Bill Hodges si è alzato presto per andare dal medico. Il dolore lo assilla da un po' e ha deciso di sapere da dove viene. Ma evidentemente non è ancora arrivato il momento: mentre aspetta pazientemente il suo turno, infatti, Bill riceve la telefonata di un vecchio collega che chiede il suo aiuto, e quello della socia Holly Gibney. Ha pensato a loro perché l'apparente caso di omicidio-suicidio che si è trovato per le mani ha qualcosa di sconvolgente: le due vittime sono Martine Stover e sua madre. Martine era rimasta completamente paralizzata nel massacro della Mercedes del 2009. Il killer, Brady Hartsfield, sembra voler finire il lavoro iniziato sette anni prima dalla camera 217 dell'ospedale dove tutti pensavano che sopravvivesse in stato vegetativo. Mentre invece la diabolica mente dell'Assassino della Mercedes non solo è vigile, ma ha acquisito poteri inimmaginabili, tanto distruttivi da mettere in pericolo l'intera città. Ancora una volta, Bill Hodges e Holly Gibney devono trovare un modo per fermare il mostro dotato di forza sovrannaturale. E a Hodges non basteranno l'intelligenza e il cuore. In gioco, c'è la sua anima.

La recensione

Lo so, lo dico ogni volta, ci provo ogni volta, ma non ce la faccio. Non ce la faccio ad essere imparziale quando si parla di King. Anche stavolta, non appena uscito il nuovo libro dedicato alla trilogia di Hodges, non vedevo l'ora di averlo tra le mani per leggermi il finale. Non potete capire l'averlo lì nella libreria e non poterlo cominciare perché ce n'erano altri prima!
Adesso l'ho letto, l'ho finito, l'ho bevuto fino all'ultimo sorso e la mia voglia si è placata...in attesa del prossimo libro è ovvio.

King ci sbatte nuovamente al centro dell'azione e lo fa amodo suo. Mi aspettavo un nuovo richiamo alla strage del City Center messo in atto da Mr. Mercedes come nel secondo volume, ma questo non succede. Al centro dell'attenzione ci sono però una vittima della strage, Martine Stover rimasta su una sedia a rotelle, e sua madre, trovate morte nella loro abitazione. Quello che appare agli occhi di Hodges e Holly, accorsi assieme al suo ex collega e alla Signorina occhi belli, è quella di un caso di omicidio-suicidio. Ma la verità è ben diversa. Una è una vittima dell'Assassino della Mercedes, ma nonostante ci siano persone che ancora soffrono per quello che hanno vissuto quella notte mentre erano a caccia di uno straccio di lavoro, sappiamo che Brady Hartsfield è in stato vegetativo nella 217, dopo lo scontro al Mingo Auditorium durante il concerto dei 'Round Here. Numerosi indizi sembrano dare la colpa a colui che firma la scena del crimine con una Z, allora perché tutto quanto sembra ricondurre al paziente della 217?
Che Brady abbia escogitato un nuovo modo per farla pagare all'ex poliziotto che anni addietro non ha voluto seguire il suo personale consiglio di suicidarsi? Che ci sia qualcun altro che ha deciso di proseguire la missione di Mr. Mercedes, magari qualcuno di cui nessuno sospetta ma che è strettamente legato a lui?

Lo stile, almeno per quanto riguarda la traduzione, è quella classico dei libri di King, uno stile che sinceramente non so bene come definire, forse ipnotico. Le parole si susseguono a un ritmo vorticoso che è quasi impossibile smettere di leggere. Forse per giungere alla fine, forse per passione, forse per amore.
Anche questa volta è riuscito a creare qualcosa di particolare, con la sua ormai inconfondibile vena paranormale, ma che nel contesto generale regge alla grande. Si parla di poteri della mente, tema a lui caro, e a come questi possano essere usati per manipolare la mente delle persone con l'ausilio di mezzi tecnologici.
Un giallo, un thriller, che si dipana per tutta la sua lunghezza e che non mi ha deluso, ma anzi mi ha fatto affezionare ancora di più a quei personaggi, Brady ovviamente in prima fila, che mi porto dietro da un po'.

Se negli altri libri la tematica era sfumata e il lettore era impegnato a correre appresso alla trama, stavolta invece gli viene sbattuto in faccia pesantemente. Parliamo di suicidio. Non appena salta fuori ci torna in mente tutta la storia letta in precedenza e si uniscono i puntini, tutto prende senso, e ad esso si unisce il tema della follia, dell'ossessione, della vendetta verso tutto e tutti.
L'intento di King però non è solo quello di puntare il dito contro, ma è quello di sottolineare come questo sia un problema sempre più diffuso, specie tra i giovani, che non si sentono capiti, che non hanno interessi, che non sanno più come rapportarsi agli altri nascondendosi sempre più davanti allo schermo di un tablet.
Non è inquietante come questo rispecchi alla perfezione i giorni nostri?

King non ha certo bisogno del mio giudizio per vendere o per far notare il suo libro. Solo per il fatto di chiamarsi così gli porta delle vendite. Un autore che, nonostante nel corso degli anni sia cambiato, riesce sempre a stregarmi con le sue storie, nel bene o nel male. Non amo moltissimo i suoi racconti, ma i suoi romanzi li leggo in pochissimo tempo, perché sono la cosa in cui riesce meglio. Sono felice però di regalargli il mio tempo, perché oltre ad essere legato a lui per le sue storie, gli sono anche molto affezionato. L'avevo detto che non riuscivo a essere imparziale, no?

Consiglio a tutti quanti di leggerselo, ma non perché lo dico io, ma perché questo King può farsi amare anche da coloro che prediligono un altro genere, e ricevevere comunque una buona dose di suspanse.

Nessun commento:

Posta un commento