Titolo: Le cose migliori
Autore: Valeria Pecora
Editore: Lettere Animate
Pagine: 88
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La trama: Una vita apparentemente tranquilla, serena, all'interno di una famiglia del ceto medio viene spazzata via dalla tragedia della malattia. La madre di Irene si ammala di Parkinson e questo evento cambierà il corso di tutte le loro esistenze, la sua e quella di tutta la sua famiglia. Il punto di rottura viene segnato dalla finale dei mondiali di calcio, è l'8 luglio del 1990 e un'afosa giornata estiva segnerà per sempre la sorte della protagonista. Nelle ore che precedono la partita più seguita al mondo Irene abbandonerà per sempre i panni dell'infanzia per vestire quelli dell'età adulta. La piccola cade, inciampa in un masso grezzo di cemento lasciato per dimenticanza sull'asfalto: un guidatore distratto che corre troppo, sua madre che viene sequestrata dalla prima avvisaglia della malattia...
La recensione
Quella che abbiamo di fronte è la storia di Irene e di come la sua vita abbia subito numerose svelte, dovute a situazioni e bisogni differenti. Cominciamo a tenere per mano la protagonista da quando è piccola, il lettore viene messo a parte di quella che è la sua famiglia, con i genitori e con le sorelle. Le stiamo vicino durante il periodo dello studio e della pubertà e la sosteniamo mentre si affaccia all'età adulta. Tutti i pro e i contro di una vita intera, di un'esistenza vissuta nel migliore dei modi, affrontando i problemi della vita col massimo impegno.
Lo stile utilizzato è quello colloquiale, utilizzato in modo tale da abbracciare il grande pubblico, parole semplici per arrivare alle persone, ai lettori, per renderli partecipi di ogni situazione e di cambio. Una prosa semplice, che rende particolarmente piacevole la lettura in ogni momento della giornata, anche a sera tarda, oppure di giorno quando si attende l'autobus per andare a lavoro.
I personaggi, nonostante la brecità della storia, risultano ben delineati, anche coloro che fanno una breve comparsata, come l'amica a casa della quale si rifugia Irene dopo che si conclude la sua vacanza al mare. La protagonista ha tutte le carte in regola per essere uno di quei personaggi che pur non avendo particolari poteri magici ti resta nel cuore per il suo modo di essere, di muoversi, di spostarsi, ma soprattutto per le scelte che fa. Conclusa l'età dell'adolescenza, periodo dedicato alla sperimentazione e al "lasciarsi andare", approda in una fase della vita dove le scelte ponderate si impongono, e lei si adatta. Lo fa con l'avventatezza di una persona buona ma attenta, dolce ma capace di soffrire più di altri.
La vita però ha in serbo per lei anche delle sorprese, non sempre va tutto storto (per fortuna!), e proprio quando non se lo aspetta più e sta per naufragare nel mare della desolazione, accade qualcosa che le cambierà totalmente. L'arrivo di un lavoro, l'arrivo di un'amicizia particolare e fuori del comune, le farà scoprire un amore che non pensava esistesse...
Il tema potrebbe sembrare scontato, ma a parer mio non lo è. Le cose migliori quali sono? Viene da chiedersi non appena il lettore comincia la storia. La risposta non tarda ad arrivare, non è mai resa esplicita, ma il suo significato è spalmato sulle pagine, una lettera dopo l'altra, una parola dopo l'altra.Le cose migliori sono quelle che giungono quando meno te lo aspetti, quando sei impegnato a vivere la tua vita, a star dietro a un genitore che non sto bene, a studiare e prendere la laurea, ad assaporare l'emozione di conoscere la persona che per la prima volta ti fa battere forte il cuore. Le cose migliori sono le più piccole, quelle che non vedi ad occhio nudo perché sono impalpabili, sono le piccole cose, i gesti di ogni giorno a rendere speciali la nostra vita.
Lo sa bene Irene, che da quando è piccola ha dovuto far tesoro di quello che aveva, dall'affrontare un qualcosa più grande di lei, all'affrontare il suo cuore che si spezza per una amore in cui credeva, ma lo sa bene anche Andrea, un un ragazzino affetto da autismo e che sarà poi legato alla protagonista in maniera particolare sul finale, chi più di lui può apprezzare le cose semplici come rimirare il tramonto una sera d'estate?
Ma non è tutto, tra queste pagine si trovano anche numerose denunce sociali, come quella della mancanza di lavoro, di come sia difficile per l'Italia di uscire da una crisi che i politici continuano a rinnegare, di come i giovani non si rispecchino in questa società e come invece vorrebbero prendere il volo e lasciare il paese.
Vi pare niente?
Il mio giudizio: Questo libro di Valeria Pecora abbraccia un sacco di anni che però sembrano passare in un soffio. Un po' come la nostra vita, che sembra lunghissima e poi ci ritroviamo a guardarci intorno e pensare a come tutto sembra esserci scorso tra le dita senza che ce ne siamo accorti. Le pagine di questa storia sono poche, ma questo e uno di quei rari casi in cui tutto è ben calibrato, dove la narrazione non fa a botte con il tempo, dove a ciascuna parte è dedicato un suo proprio spazio. Il linguaggio trascina il lettore attraverso le varie vicende e gli fa prendere confidenza a piccoli passi, e poi stringere un forte sentimento d'amicizia con Irene, come se fosse un'amica vera.
Una storia che ho letto e che mi ha coinvolto in modo davvero sincero e che consiglio caldamente a tutti coloro che, come me e Irene, amano la vita e lottano per quello in cui credono andando sempre a fondo delle cose.
Una storia che consiglio.
La recensione
Quella che abbiamo di fronte è la storia di Irene e di come la sua vita abbia subito numerose svelte, dovute a situazioni e bisogni differenti. Cominciamo a tenere per mano la protagonista da quando è piccola, il lettore viene messo a parte di quella che è la sua famiglia, con i genitori e con le sorelle. Le stiamo vicino durante il periodo dello studio e della pubertà e la sosteniamo mentre si affaccia all'età adulta. Tutti i pro e i contro di una vita intera, di un'esistenza vissuta nel migliore dei modi, affrontando i problemi della vita col massimo impegno.
Lo stile utilizzato è quello colloquiale, utilizzato in modo tale da abbracciare il grande pubblico, parole semplici per arrivare alle persone, ai lettori, per renderli partecipi di ogni situazione e di cambio. Una prosa semplice, che rende particolarmente piacevole la lettura in ogni momento della giornata, anche a sera tarda, oppure di giorno quando si attende l'autobus per andare a lavoro.
I personaggi, nonostante la brecità della storia, risultano ben delineati, anche coloro che fanno una breve comparsata, come l'amica a casa della quale si rifugia Irene dopo che si conclude la sua vacanza al mare. La protagonista ha tutte le carte in regola per essere uno di quei personaggi che pur non avendo particolari poteri magici ti resta nel cuore per il suo modo di essere, di muoversi, di spostarsi, ma soprattutto per le scelte che fa. Conclusa l'età dell'adolescenza, periodo dedicato alla sperimentazione e al "lasciarsi andare", approda in una fase della vita dove le scelte ponderate si impongono, e lei si adatta. Lo fa con l'avventatezza di una persona buona ma attenta, dolce ma capace di soffrire più di altri.
La vita però ha in serbo per lei anche delle sorprese, non sempre va tutto storto (per fortuna!), e proprio quando non se lo aspetta più e sta per naufragare nel mare della desolazione, accade qualcosa che le cambierà totalmente. L'arrivo di un lavoro, l'arrivo di un'amicizia particolare e fuori del comune, le farà scoprire un amore che non pensava esistesse...
Il tema potrebbe sembrare scontato, ma a parer mio non lo è. Le cose migliori quali sono? Viene da chiedersi non appena il lettore comincia la storia. La risposta non tarda ad arrivare, non è mai resa esplicita, ma il suo significato è spalmato sulle pagine, una lettera dopo l'altra, una parola dopo l'altra.Le cose migliori sono quelle che giungono quando meno te lo aspetti, quando sei impegnato a vivere la tua vita, a star dietro a un genitore che non sto bene, a studiare e prendere la laurea, ad assaporare l'emozione di conoscere la persona che per la prima volta ti fa battere forte il cuore. Le cose migliori sono le più piccole, quelle che non vedi ad occhio nudo perché sono impalpabili, sono le piccole cose, i gesti di ogni giorno a rendere speciali la nostra vita.
Lo sa bene Irene, che da quando è piccola ha dovuto far tesoro di quello che aveva, dall'affrontare un qualcosa più grande di lei, all'affrontare il suo cuore che si spezza per una amore in cui credeva, ma lo sa bene anche Andrea, un un ragazzino affetto da autismo e che sarà poi legato alla protagonista in maniera particolare sul finale, chi più di lui può apprezzare le cose semplici come rimirare il tramonto una sera d'estate?
Ma non è tutto, tra queste pagine si trovano anche numerose denunce sociali, come quella della mancanza di lavoro, di come sia difficile per l'Italia di uscire da una crisi che i politici continuano a rinnegare, di come i giovani non si rispecchino in questa società e come invece vorrebbero prendere il volo e lasciare il paese.
Vi pare niente?
Il mio giudizio: Questo libro di Valeria Pecora abbraccia un sacco di anni che però sembrano passare in un soffio. Un po' come la nostra vita, che sembra lunghissima e poi ci ritroviamo a guardarci intorno e pensare a come tutto sembra esserci scorso tra le dita senza che ce ne siamo accorti. Le pagine di questa storia sono poche, ma questo e uno di quei rari casi in cui tutto è ben calibrato, dove la narrazione non fa a botte con il tempo, dove a ciascuna parte è dedicato un suo proprio spazio. Il linguaggio trascina il lettore attraverso le varie vicende e gli fa prendere confidenza a piccoli passi, e poi stringere un forte sentimento d'amicizia con Irene, come se fosse un'amica vera.
Una storia che ho letto e che mi ha coinvolto in modo davvero sincero e che consiglio caldamente a tutti coloro che, come me e Irene, amano la vita e lottano per quello in cui credono andando sempre a fondo delle cose.
Una storia che consiglio.
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