Titolo: La macchia
Autore: Maurizio Cometto
Editore: Acheron Books
Pagine: 27
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La trama: "L'assessore alla cultura e manifestazioni Giordano Derenzi ha relazionato in merito. La Macchia è visibile non solo qui in paese, come ormai notorio, ma risulta un fenomeno di portata mondiale. Essa si posiziona, almeno vista dall'abitato di Magniverne, e precisamente dal balcone frontale del Municipio, quattro virgola sette gradi sopra il cocuzzolo nord della collina del Moro. Ha forma definita fungoidale, con la punta del cappello rivolta a sud-ovest, e contorni sfumati. Di giorno si presenta dello stesso colore e consistenza del tipo di nuvola denominato 'Cirro'. Di notte è maggiormente visibile, e riempita di una luminescenza che ricorda il latte cagliato. Stando ai continui bollettini del CNR, la Macchia appare ferma nel cielo. Nessuno delle migliaia di comitati scientifici che studiano il fenomeno ormai da tre giorni è addivenuto a conclusioni precise sulla sua natura, che pertanto si può considerare ancora sconosciuta".
La recensione
Siamo a Magniverne, una piccola cittadina fittizia, dove la vita scorre lenta e con le proprie abitudini. Le persone sono abituate a fare le cose di tutti i giorni come in qualunque altro posto. Ciò che un giorno sconvolge questo equilibrio è la comparsa di una macchia nel cielo. Una macchia immobile che inizia da subito a destare sospetti e domande a cui nessuno riesce a dare una risposta.
Il sindaco della città decide di prendere in mano la situazione e di cambiare immediatamente gli argomenti all'ordine del giorno delle riunioni, che col tempo passano dall'essere frivoli e quasi inutili a urgentissimi e che necessitano di intervento immediato.
Nessuno riesce a capire come sia apparsa la macchia, di che cosa sia fatta e come mai abbia una strana forma che richiama una freccia. E proprio quando comincia a diffondersi la notizia e richiamare l'attenzione dei media, al punto che anche la figlia del sindaco insiste per vederla come fosse qualcosa di eccezionale, la popolazione viene colpita da un'inquietante malattia del sonno...
Sono poche le pagine di questo racconto, tanto che si legge in un soffio, ma lo stile che l'autore utilizza merita davvero. Senza fare uso di particolari sofismi Maurizio Cometto crea uno stile ricercato quasi da classico di genere. Fluido, scorrevole.
Leggendo questo suo racconto più volte mi sono tornate alla mente altre storie similari, dove un non ben identificato corpo appare nel cielo e dove la popolazione finisce vittima di strani accadimenti. Non mi era mai capitato però nell'arco di breve respiro come in questo caso.
Questa è una storia dove il lettore deve fare lo sforzo di andare oltre, deve aggiungere lui quello che non viene narrato, al fine di colpare con la propria immaginazione quello che accade nelle ultime pagine. Quello che appare come un corpo estraneo, alieno, e proveniente da chissà dove, si rivela invece essere qualcosa di molto più vicino di quanto possiamo pensare.
La distruzione della terra e di quanto abbiamo sotto gli occhi dipende unicamente da noi, è questo il forte messaggio che viene lanciato, non esistono alieni, non esistono mostri, è tutto qui. Apprendiamo non solo che in un attimo tutto potrebbe finire, ma anche che è tutto nelle mani dei più giovani, che sono il nostro futuro, giovani che spesso non vengono ascoltati (come appunto accade al sindaco e sua figlia Cassandra, che porta un nome profetico). Ecco l'ulteriore metamessaggio sganciato dall'autore, ovvero quello di considerare maggiormente le nuove generazioni, passare del tempo con loro per spiegare cosa sia giusto e cosa no, per fargli capire che non è assecondando ogni loro capriccio che si educano nel giusto modo. I giovani, i ragazzi e le ragazze, hanno sin sa piccoli in mano le chiavi per portare avanti in modo dignitoso questo nostro mondo, ma qualcuno deve insegnare loro a capirne il vero significato, pena lo spegnimento del sole, delle idee, della vita.
Consigliato.
La recensione
Siamo a Magniverne, una piccola cittadina fittizia, dove la vita scorre lenta e con le proprie abitudini. Le persone sono abituate a fare le cose di tutti i giorni come in qualunque altro posto. Ciò che un giorno sconvolge questo equilibrio è la comparsa di una macchia nel cielo. Una macchia immobile che inizia da subito a destare sospetti e domande a cui nessuno riesce a dare una risposta.
Il sindaco della città decide di prendere in mano la situazione e di cambiare immediatamente gli argomenti all'ordine del giorno delle riunioni, che col tempo passano dall'essere frivoli e quasi inutili a urgentissimi e che necessitano di intervento immediato.
Nessuno riesce a capire come sia apparsa la macchia, di che cosa sia fatta e come mai abbia una strana forma che richiama una freccia. E proprio quando comincia a diffondersi la notizia e richiamare l'attenzione dei media, al punto che anche la figlia del sindaco insiste per vederla come fosse qualcosa di eccezionale, la popolazione viene colpita da un'inquietante malattia del sonno...
Sono poche le pagine di questo racconto, tanto che si legge in un soffio, ma lo stile che l'autore utilizza merita davvero. Senza fare uso di particolari sofismi Maurizio Cometto crea uno stile ricercato quasi da classico di genere. Fluido, scorrevole.
Leggendo questo suo racconto più volte mi sono tornate alla mente altre storie similari, dove un non ben identificato corpo appare nel cielo e dove la popolazione finisce vittima di strani accadimenti. Non mi era mai capitato però nell'arco di breve respiro come in questo caso.
Questa è una storia dove il lettore deve fare lo sforzo di andare oltre, deve aggiungere lui quello che non viene narrato, al fine di colpare con la propria immaginazione quello che accade nelle ultime pagine. Quello che appare come un corpo estraneo, alieno, e proveniente da chissà dove, si rivela invece essere qualcosa di molto più vicino di quanto possiamo pensare.
La distruzione della terra e di quanto abbiamo sotto gli occhi dipende unicamente da noi, è questo il forte messaggio che viene lanciato, non esistono alieni, non esistono mostri, è tutto qui. Apprendiamo non solo che in un attimo tutto potrebbe finire, ma anche che è tutto nelle mani dei più giovani, che sono il nostro futuro, giovani che spesso non vengono ascoltati (come appunto accade al sindaco e sua figlia Cassandra, che porta un nome profetico). Ecco l'ulteriore metamessaggio sganciato dall'autore, ovvero quello di considerare maggiormente le nuove generazioni, passare del tempo con loro per spiegare cosa sia giusto e cosa no, per fargli capire che non è assecondando ogni loro capriccio che si educano nel giusto modo. I giovani, i ragazzi e le ragazze, hanno sin sa piccoli in mano le chiavi per portare avanti in modo dignitoso questo nostro mondo, ma qualcuno deve insegnare loro a capirne il vero significato, pena lo spegnimento del sole, delle idee, della vita.
Consigliato.
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