lunedì 20 marzo 2017

Recensione: Mad world - Il mondo malato, di Domenico J. Esposito

Titolo: Mad world - Il mondo malato
Autore: Domenico J. Esposito
Editore: Eretika edizioni
Pagine: 182
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La trama: In un paese campano, Efrem Lettieri cerca di seminare il bene nel mondo. Lui è un rocker fallito che fa lo spazzino, professione dietro alla quale si cela un valore simbolico. È schivo e molto selettivo con le sue amicizie: gli fa spesso compagnia Gino al bar di Aurelio, vetrina dalla quale Efrem può osservare i vari casi umani e i loro problemi. C'è Silvio, ragazzo acculturato ed estroverso che nasconde il segreto della propria omosessualità. C'è Dalila, adolescente bella e provocatrice. Troviamo Agostino, ragazzo introverso che cade nel gorgo della perversione. Eliana Russo, adolescente che combatte la noia fumando marijuana, ubriacandosi e tirando cocaina; Jessica la Tossica, una donna che si ritrova a vendere il proprio corpo in cambio di droga. Infine c'è Dorena, che fa di tutto per ostacolare la vita di Efrem, rosa da un'incontenibile rabbia che si cela sotto la sua maschera di rispettabilità. Alcune di queste figure "imperfette", saranno risucchiate in un vortice di eventi che li condurrà verso uno spiraglio di luce, grazie all'azione retta di Efrem, vero e proprio simbolo di salvezza e speranza.


La recensione

Quello in cui viviamo è un mondo strano, diverso da quello di qualche decennio fa. Quello di ora è un mondo malato. In monco che Efrem, il protagonista della nostra storia, ha davanti agli occhi è un mondo che va cambiato e riportato all'antico fasto. Solo che è difficile. Dopo aver abbandonato una carriera da cantante, volendo una sua indipendenza, adesso si guadagna da vivere facendo lo spazzino, pulendo tutto ciò che c'è di sporco nel suo paese. Ama sedersi al tavolo del bar centrale assieme all'amico Gino, con cui osserva e analizza ciò che ha davanti. Il panorama è sempre peggio ogni giorno che passa, e cosa può fare una persona che pensa di cambiare il mondo? Semplice, cerca nel suo piccolo di raddrizzarlo come può, venendo a contatto con le persone che lo circondano, perché tutti in quel paese sembrano vittime di una società corrotta dal vizio e dalla mondanità...

La narrazione avviene attraverso gli occhi di Efrem, è grazie a lui e ad una prosa scorrevole che il lettore viene messo a parte di ogni segreto che attanaglia le vite di tutti gli altri. Attraverso le sue elucubrazioni viene dipinta una realtà che quasi spaventa, perché vede concentrarsi in un unico luogo storie e problematiche più o meno serie, quasi che il piccolo paese fosse esso stesso il centro del mondo.
Efrem, benché non gli venga mai data un'età precisa, sembra comprendere a pieno cosa rischia di diventare il mondo, ecco perché si impegna al massimo nel suo lavoro, pulire le strade è un po' come ripulire la coscienze. La sua età non conta, a volte può sembrare giovane, a volte può sembrare più grande perché giudica come se avesse già visto tutto, ma le sue considerazioni sono universali. Valgono per tutti.

Agli altri personaggi vengono attribuiti pregi e difetti. Pur essendo persone in carne ed ossa somigliano più a dei baluardi che, creati ad hoc dall'autore, servono da catalizzatori ti tematiche. Ognuno di loro si porta dietro un proprio vissuto. Abbiamo la ex ragazza di Efrem, che nonostante nutra astio nei suoi confronti, prova ancora qualcosa di profondo. C'è il ragazzo che, convinto di non aver niente di speciale, si chiude in casa davanti a un computer. C'è la ragazza scivolata nel baratro della tossicodipendenza che usa prostituzione per continuare a sguazzare in quel letame. C'è il ragazzo che non trova il coraggio di dire ai suoi che è gay e ne soffre.
Questi e molti altri si susseguono in queste pagine, su tutti quanti Efrem si staglia al di sopra, e osserva con occhio critico lo scenario. Le sue però sono critiche costruttive, non sono cattiverie, non è voglia di primeggiare o mostrarsi migliore di loro, perché anche lui ha un passato oscuro. Forse proprio per questo motivo ha deciso di combattere la sua crociata, che non sappiamo come finirà. Alcuni di loro decideranno di riprendere la retta via, lo ascolteranno, altri invece si ostineranno sulla via della perdizione, proseguendo una vita accidentata ma sicura, piuttosto che gettarsi nell'ignoto e provare a migliorare.
Volendo vedere la storia da un punto di vista biblico, potremmo dire che Efrem (che prende il nome, forse, da un famoso teologo siro) è come Dio che dall'alto della sua esperienza cerca di mettere ordine sulla terra. Alcuni ce la fanno, altri continuano a peccare.

L'elemento importante di questo libro è senza dubbio la musica, è lei che fa da collante di tutto quanto. Efrem è un ex cantante, ma la sua indole lo porta tutt'ora a esprimere se stesso, a raccontarsi, attraverso i testi e gli accordi di chitarra.Uno dei punti fermi della sua vita, cosa che non si può certo dire di Dorena,. Attraverso la musica Efrem riesce a far leva sulle vite degli altri, la utilizza come medium, la sfrutta nella sua totalità. Con essa, la sua passione, e la disponibilità del barista Aurelio che mette a disposizione i suoi locali, Efrem trova un punto di incontro e di aggregazione che ridona la speranza  e la voglia di cambiare a coloro che si erano persi.

Il mio giudizio: Mad world di Domenico Esposito è un buon libro di narrativa, con delle tematiche che abbracciano svariati ambiti e che riguardano persone come noi, per cui è facile identificarsi con i suoi personaggi. La facile comprensione e la scorrevolezza dei capitoli rende piacevole la lettura, anche se a volte la trama può non essere sempre sulla stessa lunghezza d'onda. I personaggi pur essendo credibili avrebbero forse bisogno di maggiori sfaccettature per non sembrare sempre o tutti bianchi o tutti neri.
La storia si legge alla velocità della luce apprezzando lo sforzo dell'autore che ha saputo, con pochissimo, creare un microcosmo che merita di essere salvato.
Quel microcosmo siamo noi. Ci abitiamo dentro, ma spesso ce ne dimentichiamo.

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