Serie: Ferion #1
Autore: Francesco Maneli
Editore: Cavinato editore
Pagine: 458
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La trama: Questa storia ha inizio in una terra di nome Tabacra, un luogo sconfinato pieno di guerrieri formidabili, popolato da nani, elfi, giganti e demoni. In questo mondo però solo agli uomini era stato concesso un potere unico, in grado di sbaragliare ogni altra forza, l’abisso del cuore. Tutto ha inizio quando la notte aveva già avvolto il mondo e sembrava non lasciar spazio più a nulla. In questo tempo e luogo sconosciuto il grande drago Angarus, signore del cielo e della terra di Tabacra, si trovò a fronteggiare una situazione inaspettata: un bambino. Tutto inizia con il suo ritrovamento e con la scarsa dimestichezza di un drago nel crescerlo. Un bambino dal passato avvolto nelle tenebre, dense e misteriose, come lo era quella notte.
Spesso il destino nasconde dietro un semplice incontro o un bambino, una storia molto più lunga e complessa, fatta di cuori e di vite che si legano, di battaglie e di una magia che descrive chi sei. Una magia che ti aiuta a capire che gli errori sono la chiave per riscattare la propria vita e cambiare il proprio destino.
La recensione
Ebbene si, questa volta mi sono dato al fantasy puro! Ho scorso la lista infinita delle letture e ho deciso di buttarmi in questa storia, una di quelle che di rado mi capita di leggere.
Siamo Tabacra, una terra con una lunga storia fatta di guerre e dissapori, prima di giungere a questo però era una terra felice, dove due re avevano deciso di comune accordo di governarne una parte. Gli umani però, lo sanno tutti, sono soggetti all'invidia e cedono facilmente alla sete di potere. Una nuova guerra rischia di mandare tutto giù da un baratro enorme e serve un intervento radicale, un incantesimo, una magia che faccia cessare gli uomini di combattere. I re di Tabacra decidono quindi di sacrificarsi. Ciò che però nessuno sapeva è che le regine portavano in grembo un bambino.
La nostra storia comincia una notte, quando il drago Angarus assiste allo scoppio di una sorta di meteorite. Nel cratere, contro ogni aspettativa, c'è un bambino ignaro del destino che lo attende e la minaccia di una nuova guerra all'orizzonte...
Il libro di Francesco Maneli può essere facilmente diviso in due parti come ogni grande saga che si rispetti. Nella prima parte assistiamo alla nascita e alla crescita di Ferion, che ha avuto in sorte lo stesso nome del primo grande signore di Tabacra. Lui è un ragazzino solitario, che non ha mai conosciuto i suoi genitori, la sua storia non gli viene mai raccontata e viene cresciuto dal mago Antidor e Catrina, due vecchie conoscenze del drago Angarus.
Da subito Ferion mostra una certa attitudine alla guerra, una predisposizione alla battaglia, ma quello che più stupisce di lui, che incarna l'eroe fantastico di questa storia, è la sua bontà d'animo. Lui non ha sete di potere, non gli interessa arricchirsi, quello che vuole è preparare il suo corpo e la sua mente allo scontro che un domani dovrà affrontare per difendere quello che gli è più caro.
Come accade a ciascun eroe però commette un errore, un errore di gioventù assieme a due amici d'infanzia, che getterà su di lui e sul suo futuro un'ombra da cui sarà impossibile liberarsi e che lo cambierà nel profondo.
Il romanzo segue alla perfezione le tappe del romanzo epico-fantasy in ogni suo aspetto. Abbiamo una storia antecedente i fatti che leggiamo che ci spiega come tutto sia nato e abbia preso vita. Ferion è il protagonista che cambia a seconda di quello che gli accade, senza venire mai meno ai suoi doveri. Come ogni eroe che si rispetti ha degli aiutanti che lo seguono durante i suoi allenamenti (Molug, Idrak, Valdir), affiancati subito dopo dagli amici d'infanzia e da Arila, un'enigmatica ragazza che irrompe nella sua vita e con cui instaura un rapporto molto particolare. Non manca l'elemento d'amore legato Xanat, una ragazzina del villaggio di Ondurar, con cui Ferion scambia piccoli gesti d'affetto prima di cominciare la sua carriera di guerriero allo scoccare dei diciotto anni.
Non c'è fantasy senza magie e qua ne troviamo in grande quantità. Ciascuno dei personaggi possiede una piccola dose di magia, che però va saputa usare nel giusto modo, va coltivata, va scoperta, l'Abisso del cuore è qualcosa che può essere bello quanto devastante, ecco si deve essere pronti a riceverlo.
C'è uno scontro, dove le forse del bene si scontrano con quelle del male. Ma quello che di interessante c'è da dire è che i cattivi non sono proprio cattivi, anche loro portano nel cuore una sorta di umanità. Penso sempre che se uno è cattivo è solo perché qualcuno l'ha reso tale. Nessuno ci nasce. Una distinzione quindi ambigua dei due schieramenti rende la battaglia finale qualcosa di originale e in grado di soddisfare il palato più fine e quello che invece ha bisogno di gusti forti e sangue a secchiate.
Il mio giudizio: Ferion è un romanzo sull'amore per la vita, sui sentimenti e sull'amicizia che fa parte della nostra esistenza. Cosa siamo disposti a fare per evitare che il mondo crolli verso la rovina? Ovviamente lottiamo. Lottiamo per tutto, anche a costo di rimetterci la vita, perché quella è, è una sola. Il messaggio che Francesco Maneli lancia al lettore è proprio questo, perseverare, andare avanti anche se quello che facciamo inizialmente non ci piace perché potrebbe tornarci utile in futuro. Un romanzo piacevole che si fa leggere in tutta tranquillità, nonostante spesso ci siano delle ripetizioni e la storia ripieghi su se stessa. L'altra critica che mi sento di muovere è la presenza di un editing pressoché inesistente che in alcuni punti rende un po' pesante la lettura, ma questo non è certo colpa dell'autore ma della casa editrice che avrebbe dovuto svolgere il suo lavoro in altro modo.
Come primo romanzo Maneli ha dimostrato di avere inventiva, costanza e voglia di gettarsi in un progetto ambizioso senza paura con l'umiltà che tutti gli scrittori emergenti dovrebbero avere.
Quindi si, lo consiglio.
La recensione
Ebbene si, questa volta mi sono dato al fantasy puro! Ho scorso la lista infinita delle letture e ho deciso di buttarmi in questa storia, una di quelle che di rado mi capita di leggere.
Siamo Tabacra, una terra con una lunga storia fatta di guerre e dissapori, prima di giungere a questo però era una terra felice, dove due re avevano deciso di comune accordo di governarne una parte. Gli umani però, lo sanno tutti, sono soggetti all'invidia e cedono facilmente alla sete di potere. Una nuova guerra rischia di mandare tutto giù da un baratro enorme e serve un intervento radicale, un incantesimo, una magia che faccia cessare gli uomini di combattere. I re di Tabacra decidono quindi di sacrificarsi. Ciò che però nessuno sapeva è che le regine portavano in grembo un bambino.
La nostra storia comincia una notte, quando il drago Angarus assiste allo scoppio di una sorta di meteorite. Nel cratere, contro ogni aspettativa, c'è un bambino ignaro del destino che lo attende e la minaccia di una nuova guerra all'orizzonte...
Il libro di Francesco Maneli può essere facilmente diviso in due parti come ogni grande saga che si rispetti. Nella prima parte assistiamo alla nascita e alla crescita di Ferion, che ha avuto in sorte lo stesso nome del primo grande signore di Tabacra. Lui è un ragazzino solitario, che non ha mai conosciuto i suoi genitori, la sua storia non gli viene mai raccontata e viene cresciuto dal mago Antidor e Catrina, due vecchie conoscenze del drago Angarus.
Da subito Ferion mostra una certa attitudine alla guerra, una predisposizione alla battaglia, ma quello che più stupisce di lui, che incarna l'eroe fantastico di questa storia, è la sua bontà d'animo. Lui non ha sete di potere, non gli interessa arricchirsi, quello che vuole è preparare il suo corpo e la sua mente allo scontro che un domani dovrà affrontare per difendere quello che gli è più caro.
Come accade a ciascun eroe però commette un errore, un errore di gioventù assieme a due amici d'infanzia, che getterà su di lui e sul suo futuro un'ombra da cui sarà impossibile liberarsi e che lo cambierà nel profondo.
Il romanzo segue alla perfezione le tappe del romanzo epico-fantasy in ogni suo aspetto. Abbiamo una storia antecedente i fatti che leggiamo che ci spiega come tutto sia nato e abbia preso vita. Ferion è il protagonista che cambia a seconda di quello che gli accade, senza venire mai meno ai suoi doveri. Come ogni eroe che si rispetti ha degli aiutanti che lo seguono durante i suoi allenamenti (Molug, Idrak, Valdir), affiancati subito dopo dagli amici d'infanzia e da Arila, un'enigmatica ragazza che irrompe nella sua vita e con cui instaura un rapporto molto particolare. Non manca l'elemento d'amore legato Xanat, una ragazzina del villaggio di Ondurar, con cui Ferion scambia piccoli gesti d'affetto prima di cominciare la sua carriera di guerriero allo scoccare dei diciotto anni.
Non c'è fantasy senza magie e qua ne troviamo in grande quantità. Ciascuno dei personaggi possiede una piccola dose di magia, che però va saputa usare nel giusto modo, va coltivata, va scoperta, l'Abisso del cuore è qualcosa che può essere bello quanto devastante, ecco si deve essere pronti a riceverlo.
C'è uno scontro, dove le forse del bene si scontrano con quelle del male. Ma quello che di interessante c'è da dire è che i cattivi non sono proprio cattivi, anche loro portano nel cuore una sorta di umanità. Penso sempre che se uno è cattivo è solo perché qualcuno l'ha reso tale. Nessuno ci nasce. Una distinzione quindi ambigua dei due schieramenti rende la battaglia finale qualcosa di originale e in grado di soddisfare il palato più fine e quello che invece ha bisogno di gusti forti e sangue a secchiate.
Il mio giudizio: Ferion è un romanzo sull'amore per la vita, sui sentimenti e sull'amicizia che fa parte della nostra esistenza. Cosa siamo disposti a fare per evitare che il mondo crolli verso la rovina? Ovviamente lottiamo. Lottiamo per tutto, anche a costo di rimetterci la vita, perché quella è, è una sola. Il messaggio che Francesco Maneli lancia al lettore è proprio questo, perseverare, andare avanti anche se quello che facciamo inizialmente non ci piace perché potrebbe tornarci utile in futuro. Un romanzo piacevole che si fa leggere in tutta tranquillità, nonostante spesso ci siano delle ripetizioni e la storia ripieghi su se stessa. L'altra critica che mi sento di muovere è la presenza di un editing pressoché inesistente che in alcuni punti rende un po' pesante la lettura, ma questo non è certo colpa dell'autore ma della casa editrice che avrebbe dovuto svolgere il suo lavoro in altro modo.
Come primo romanzo Maneli ha dimostrato di avere inventiva, costanza e voglia di gettarsi in un progetto ambizioso senza paura con l'umiltà che tutti gli scrittori emergenti dovrebbero avere.
Quindi si, lo consiglio.
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