lunedì 27 gennaio 2014

Recensione: Il cuore selvatico del ginepro, di Vanessa Roggeri

Titolo: Il cuore selvatico del ginepro
Autore: Vanessa Roggeri
Editore: Garzanti
Pagine: 216

La trama: È notte. La notte ha un cielo nero come inchiostro, e solo a tratti i fulmini illuminano l'orizzonte. È una notte di riti e credenze antiche, in cui la paura ha la forma della superstizione. In questa notte il rumore del tuono è di colpo spezzato da quello di un vagito: è nata una bambina. Ma non è innocente come lo sono tutti i piccoli alla nascita. Perché questa bambina ha una colpa non sua, che la segnerà come un marchio indelebile per tutta la vita. La sua colpa è di essere la settima figlia di sette figlie e per questo è maledetta. E nel piccolo paese dove è nata, in Sardegna, c'è un nome preciso per le bambine maledette, si chiamano cogas, che significa strega. Liberarsene quella stessa notte, abbandonarla in riva al fiume. Così ha deciso la famiglia Zara. Ma qualcuno non ci sta. Lucia, la primogenita, compie il primo atto ribelle dei suoi dieci anni di vita. Scappa fuori di casa, sotto la pioggia battente, per raccogliere quella sorella che non ha ancora un nome. Lucia la salva e decide di chiamarla Ianetta e la riporta a casa. Non c'è alternativa ora, per gli Zara. È sopravvissuta alla notte, devono tenerla. Ma il suo destino è già scritto. Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, sarà emarginata. Odiata. Reietta. Da tutti, tranne che da Lucia. È lei l'unica a non averne paura. Lei l'unica a frapporsi tra la cieca superstizione e l'innocenza di Ianetta.

La recensione: Chi di voi ricorda l'ambientazione e le vicende della famiglia Malavoglia, classicissimo romanzo di Verga? Credo tutti quanti, anche se molti non l'avranno letto, almeno ne abbiano sentito parlare a scuola.
Ho letto Il cuore selvatico del ginepro tutto d'un fiato, in viaggio per Milano, comodamente sul mio kindle. Ed è proprio in viaggio verso una città caotica che ho avuto il piacere di essere trasportato in Sardegna, a Baghintos, un piccolo paesino che ricorda appunto parte delle vicende del romanzo di Verga: luoghi lussureggianti, personaggi incredibili, e una serie di vicende che ti trascinano.
Questa è la storia della famiglia Zara e delle loro 7 figlie. Lucia, la prima è l'esempio da imitare. Ianetta, la più piccola, è il demonio perchè nata ultima e considerata una strega di cui liberarsi secondo le credenze paesane.
Loro sono le protagoniste indiscusse di questo romanzo che è davvero un piacere leggere. La figura della donna messa sotto al microscopio e analizzata dal punto di vista familiare.I loro caratteri, le loro avventure vissute sempre in modo estremo. L'amore, l'odio. Le liti tra sorelle e le lotte per combattere le convinzioni vecchie di anni e le convenzioni di un piccolo paese di provincia di cui Lucia e Ianetta, per motivi differenti sono vittime.
Un romanzo che ci fa capire quanto il pregiudizio possa influire sulla vita di una persona e quanto questa può restarne vittima. Ianetta, bollata fina da piccola come elemento di disturbo che va allontanata ed esiliata per non attirare sventure, vive una vita selvaggia, solitaria. Aiutata spesso dalla sorella maggiore che tenta di farla avvicinare a quella famiglia e quella madre che l'ha partorita ma che così facilmente l'ha relegata a una vita da reietta. Lucia, elemento che unisce i due mondi, quello oscuro e pieno di mistero della sorella, e quello reale e più severo delle credenze familiari.
Un mondo fatto di profezie, antichi rituali e mistero. Foreste misteriose, un paese con una mentalità retrograda legato al passato, l'amore che nonostante sia presente in maniera dirompente spesso si scontra con il male tutto ciò che ne consegue.

Un libro godibile sotto molti punti di vista. Un libro da godersi sotto le coperte, di ritorno da una pesante giornata di lavoro. Oppure in qualche bar accompagnato da del thè verde con qualche biscottino al burro. Un mix travolgente di amore, invidia, mistero e magia. Un guardare a futuro con un occhio che proviene dal passato...

Consigliatissimo.

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