mercoledì 15 gennaio 2014

Recensione: Shopping da Prada e appuntamento da Tiffany, di Karen Swan

Titolo: Shopping da Prada e appuntamento da Tiffany
Autore: Karen Swan
Editore: Newton Campton Editore
Pagine: 475

La trama: Tor, Cress e Kate sono amiche del cuore. Si danno appuntamento da Tiffany e passano i weekend a fare shopping insieme e a prendere aperitivi nei locali più chic della città. Le loro vite sono intrecciate da anni, tutte hanno vissuto le difficoltà del matrimonio chiedendo consigli alle altre, cresciuto ed educato i figli sempre confrontandosi, fatto carriera ognuna nel proprio campo; tra di loro c’è un legame profondo e indissolubile. Harry Hunter è l’intrigante, diabolico scrittore più amato e famoso del momento, un vero fenomeno letterario. Il suo volto è ovunque: sui cartelloni pubblicitari, sugli autobus, in televisione, sulle copertine delle riviste più cool, e le donne impazziscono per lui. Cress, che dirige un’importante casa editrice e lo conosce personalmente, lo presenta alle amiche… Da quel momento l’affascinante Harry irrompe nelle loro vite e le cose cominciano a complicarsi: Tor, Cress e Kate entrano in competizione fino a mettere in seria discussione l’amicizia che era il loro dono più prezioso. Ma vale davvero la pena rinunciare le une alle altre per un volto angelico dietro al quale potrebbero nascondersi menzogne e falsità?

La recensione: Scandali. Ecco com'è possibile riassumere con una parola le quasi 500 pagine di questo libro. Un libro che può benissimo essere inserito nella categoria dei chick-lit.
Questo libro senza tanti pensieri fa scorrere le sue pagine raccontando le tante (forse troppe in questo caso) avventure di tre amiche: Cress, Tor, Kate. Tutte alle prese con i problemi di tutti i giorni.
Come classico del genere non troveremo nella storia nessun piccolo borghese, o qualcuno che non riesce a tirare avanti per arrivare alla fine del mese, ma troviamo chirurghi plastici, arredatori d'interni, attori di Hollywood, avvocati di grido ecc. ecc.
L'amicizia delle tre protagoniste viene messa in crisi quando Cress (la socia in affari di un'emergente casa editrice appunto) stipula un contratto con Harry Hunter, scrittore di successo del momento. Lui cosa fa? Flirta con tutte e tre mi pare ovvio...mettendo così in crisi i rapporti di coppia e familiari delle tre amiche.
La trama è quasi "indicibile" vista la miriade di eventi che si susseguono tra quelle pagine. Il filo conduttore di tutto è la nomination a gli Oscar di Harry Hunter, il suo libro è stato scelto come sceneggiatura per un film. Ma la sua condotta non è poi così impeccabile come potrebbe sembrare. Il famoso scrittore infatti è coinvolto in numerose "faccende" non proprio da Oscar....ecco che ci troviamo di fronte ad un seduttore con un passato burrascoso.
Quello che rende però pesante la lettura di questuo libro, e non sto parlando della traduzione che scorre anche fin troppo bene, è la quantità innumerevole di personaggi e la presenza di altrettanti intrecci fusi alla storia principale che spesso confonde e distrae il lettore.
Players vuole essere un po' troppo giallo rosa, un po' troppo 50 sfumature, un po' troppo Sex and the city e un po' troppo Diavolo veste Prada. Troppo. Il rischio di questo genere di libri è che ormai, come molti altri filoni tipo i Vampiri e mostri vari, è già stato detto tutto. Ci vuole quindi un'idea davvero originale che porti avanti la baracca, con personaggi si patitissimi e bellissimi ma che almeno abbiano un minimo di contatto con la realtà!
Tor ha un lutto (grosso) in famiglia e dopo poco è pronta per trasferirsi in campagna per fare l'arredatrice e giocare alla vecchia fattoria...Kate che ha "qualche" problema di concepimento salta quasi addosso a Harry non appena lui la tocca...e Cress per poco non grida "dagli all'untore" quando capisce che la tata dei suoi figli ha più carattere di lei...
Perchè Players? Perchè ad un certo punto anche i personaggi si chiedono "ma a che gioco giochiamo??".  Questo è quello che succede quando si mette troppa carne al fuoco, o quando si aspetta troppo a concludere un libro senza prima aver riletto quello che c'è stato prima. Perchè è un po' questa la sensazione che si ha procedendo con la lettura. Unico punto di forza, come già accennato, un'efficace traduzione che rende veloce e piacevole la lettura.

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