lunedì 9 gennaio 2017

Divinity, di S. Marty

Titolo: Divinity
Serie: Cronache Divine 1#
Autore: S. Marty
Editore: Self
Pagine: 291
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La trama: Erin è la dea più giovane dell'Olimpo, nata per essere l'erede di Zeus. Follemente innamorata del dio della guerra Ares, cercherà di conquistarlo senza tuttavia ottenere nulla. Quando crede di essere a una possibile svolta, qualcuno la blocca sulla terra precludendole la possibilità di tornare a casa. Qui conoscerà l'amore umano, ma anche la morte. L'unico modo per tornare è trovare colui che tutto può, colui che in un'altra vita avrebbe potuto amare. Riuscirà la nostra Erin a far ritorno sull'Olimpo?


La recensione

La storia che abbiamo di fronte parla d'amore e di divinità. Erin nasce come figlia di Zeus ed è destinata ad avere sulle spalle il peso della sovranità dell'Olimpo. Sua madre, Afrodite, vorrebbe che fosse bella ed elegante come lei, la ragazza però viene cresciuta come un guerriero sotto gli occhi vigili di Atena e Ares. Per una regola imposta dal padre Zeus, nessun dio potrà mai toccarla per farla sua, non prima della cerimonia della Vestizione, dove Erin perderà la sua verginità per mano di un anonimo soldato. Erin si innamora perdutamente di Ares, ma il dio della guerra sembra non aver posto per una come lei, l'unico suo dono è un marchio sulla pelle che, oltre a rendere particolare il loro rapporto, la fa entrare nelle sue schiere di combattenti. Subito dopo e per motivi del tutto inspiegabili Erin finisce sulla terra ed è costretta a vivere da mortale, senza poteri, esposta e a caccia di un modo poter poter tornare sul monte Olimpo. Qui conosce Freya, anche lui un soldato, inizia a provare qualcosa per questo giovane uomo e divide la sua vita insieme a lui, ma lei è una dea lui soltanto un umano.
Come mai nessuno l'ascolta più? Ares l'ha scordata così velocemente? Come mai la sua famiglia divina sembra aver perso interesse per lei? Chi l'ha castigata in questo modo?

Il punto di forza di questo primo volume è senza dubbio l'ambientazione. Ogni volta che si nominano gli dei si attinge a qualcosa che da sempre esercita un fascino senza eguali su tutti noi. Questo romanzo non è da meno. Ci troviamo sul monte Olimpo e i suoi abitanti sono gli dei classici che abbiamo studiato al liceo, dalle caratteristiche fisiche e mentali scaturiscono, più o meno marcati, i caratteri e i modi di fare di ciascuno di loro. Ciò che li accomuna è, ovviamente, l'avvenenza fisica. Nessun umano è capace di resistergli, sono soliti amoreggiare e tessere intrighi degni di un palazzo reale.
Le descrizioni della loro bellezza, nonostante siano forse un po' stereotipate e qualche volta ripetitive, fanno riferimento alle loro reali attitudini. Ade è spesso descritto come il bel tenebroso, Afrodite come una vanitosa capace di accattivarsi gli uomini che vuole, Era come una donna gelosa ma dotata di un'enorme pazienza, Apollo come un donnaiolo senza freni, e Ares come un guerriero dal fisico scolpito il cui cuore non ha mai conosciuto l'amore.

Nel complesso i personaggi sono interessanti, impossibile non provare invidia per Ares, che ogni notte ha un'incontro diverso, ma non riesce ad aprire il suo cuore alla giovane dea, e provare un po' di compassione per lei, che tanto ha atteso l'età adulta. A Erin è negata la possibilità di godere niente di quel tempo perché relegata sulla terra. Il loro è un amore non corrisposto per forza di cose, perché qualcuno di più in alto non lo permette. Il povero Freya, mi spiace molto dirlo, ma non ha molta credibilità fin da subito, prima di tutto perché è un umano e il suo tempo sulla terra è stabilito, secondo perché nonostante ci provi, non è sexy quanto Ares. Ma del resto, chi può competere con un dio?

Lo stile dell'autrice è semplice e si legge tranquillamente. Le pagine scorrono veloci dall'inizio alle fine, ripercorrono in breve la storia degli dei con gli accadimenti più importanti, riportando alla memoria antichi miti, come la prigionia dei Titani, il mito di Dafne, la capacità delle Parche di giocare con la vita degli umani.
Chi legge deve credere a ciò che la storia presenta, come in un gioco di bambini. Gli dei sono esseri dalla fisionomia umana, con stessi bisogni e stesse pulsioni degli uomini, ma sono anche esseri immortali, fa strano quindi pensare che Zeus stia cercando di avere un erede per quando non sarà più capace di regnare. L'altra cosa curiosa è la questione dell'età. Erin per avere ciò che vuole deve compire diciotto anni, per conquistare la libertà e amare chi vuole, come il nostro modo di concepire l'età adulta. Sull'Olimpo, nel caso di Divinity, vigono le stesse leggi.

Il mio giudizio: Divinity è l'inizio di una trilogia e la storia potrebbe essere divisa in tre parti. La prima dove il lettore viene a conoscenza di quello che accade sull'Olimpo, la storia di Erin e Ares, della cerimonia della Vestizione, dei dissapori tra i vari dei. La seconda parte, quella centrale e più lunga delle tre, dove Erin è sulla terra assieme a Freya, risente maggiormente di originalità e di ritmo. Il lettore assiste al lungo peregrinare di Erin a fianco del suo uomo a caccia di un tempio che accolga le sue richieste, e ad attraversamento della Grecia a causa della guerra. L'arrivo di Donio, personaggio che subito fa pensare, spezza la routine coniugale di Erin e Freya e, anche se in maniera un po' troppo prevedibile, cambia la loro vita per sempre. La terza parte a Roma, anni dopo, quando Erin incontra tre Centurioni che decidono di darle una mano pure loro.
Il finale, per quanto abbia l'happy ending, non ha un vero e proprio colpo di scena, che giunto a questo punto un po' desideravo.  Ciò che accade invece è già scritto e facilmente intuibile. Vengono date le risposte alle domande che il lettore si è posto, senza però sorprendere, ciò che sta in mezzo tra l'inizio e la fine sembra sia stato scritto per dare maggiore consistenza alla vicenda.
Divinity è un libro che serve per staccare la spina, che a tratti fa sorridere, che fa passare delle ore spensierate in compagnia di personaggi inusuali e che hanno molte più cose in comune con noi di quanto possiamo pensare.

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