Autore: Claudio Vergnani
Editore: Nero Press edizioni
Pagine: 258
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La trama: In una città consegnata all'anarchia, preda di grottesche e letali bande criminali, logorata da cambiamenti climatici e rassegnata a un futuro dove la speranza è il lusso di pochi, i due protagonisti - Claudio e Vergy - tirano a campare, cercando di resistere al logorio di una vita priva di senso e di sbocchi, grazie a una rigida routine giornaliera fatta di allenamento fisico, di strategie per procurarsi il cibo e di stratagemmi per sopravvivere agli artigli affilati di quella società che non offre alcuna protezione ai perdenti, agli abbandonati, ai reietti. Su questa metropoli in pieno degrado si curva minacciosa l'ombra della Torre, luogo di perdizione e malaffare da cui è bene tenersi alla larga. Almeno fino a quando la richiesta di aiuto di un vecchio amico, non porterà i due protagonisti a scalare il gigante di cemento e ferro alla ricerca dell'ultima scintilla di un antico valore, che potrebbe riscattarli da quell'esistenza di squallore. In questa nuova epoca nella quale il futuro si mescola al presente e al passato, i due amici si ritroveranno invischiati nel perverso meccanismo del Salone dei giochi, una nuova e crudele forma di intrattenimento dove il divertimento di pochi danarosi e senza scrupoli - si misura sulla sofferenza dei più deboli..
La recensione
Mea culpa lo so, questo è il primo libro di Vergnani che mi capita di leggere, ma che volete farci? Barcamenarsi in tutte le letture diventa sempre più interessante. Ma va benissimo così, perché fa sempre bene leggere qualcosa di nuovo. Stavolta è toccato a Claudio, quindi parliamo di lui.
Ho sentito parecchio parlare di lui, ma ho sempre cercato di non lasciarmi coinvolgere, proprio perché non conoscevo niente di lui. Adesso inizio a farmi un'idea.
Quello che ho percepito non appena ho iniziato a leggerlo è la grande capacità dell'autore di saper scrivere. Sarà perché il libro che ho letto prima era di tutt'altro genere, quindi la differenza era sostanziale, ma davvero Vergnani usa la penna (o la tastiera) in maniera sublime. Lui scrive davvero, non necessariamente il ritmo è sempre lo stesso, perché si alternano momenti di pura azione, a momenti di profonda introspezione. Le descrizioni sono sempre minuziose al punto che sembra quasi di toccare quello che i personaggi, Vergy e Claudio, hanno davanti. Niente è lasciato al caso, tutto è descritto in maniera rapita, particolareggiata e quello che più mi ha fatto piacere sono le numerose citazioni letterarie, che denotano un alto livello di preparazione su tutti i fronti.
La storia deve piacere. Ci troviamo in una città devastata, dove niente è come ce lo immaginiamo adesso, sembra che l'umanità quasi non esista più, e tutti gli individui che si muovono al loro interno sembrano l'avanzo di qualcosa di masticato e sputato fuori da un essere superiore. La città è in mano alla criminalità, ai ladri, a stupratori vestiti alla Lupin, le ragazze comuni sono scomparse e sostituite da individui incattiviti e pronti a tutti per vivere. Le auto sono un bene di lusso da non lasciare incustodito, si deve girare sempre armati ed evitare di entrare nelle Concimaie, quella parte della città che ospita i rifiuti della società, e Vampi (vampiri mutilati e torturati) per non uscire con la gola tagliata. In più anche il clima è cambiato, di giorno un sole cocente brucia come fossimo all'interno, sul far della sera e la notte scende la neve e c'è da coprirsi. La terra è perennemente scossa dal terremoto, come se qualcosa tentasse di inghiottire un mondo che cade a pezzi, ma che invece continua a resistere.
In questo scenario desolato si muovono Vergy e Claudio, due protagonisti che colpiscono dal primo momento che il lettore li incontra. Si portano dietro un'amicizia di lunga data, hanno diviso buona parte della vita, hanno sofferto e gioito assieme, adesso invece sono costretti a trovare un loro equilibrio per non essere sopraffatti da quello che li circonda. Vivono alla giornata, rassegnati di fronte alla vita e al futuro che sembra non avere sbocchi di nessun tipo per nessuno, un mondo fatto di sopravvissuti. Nonostante questo sembra che vogliano ancora stare assieme, sono uno la famiglia dell'altro, vivono di ricordi, di avventure passate assieme, di donne che hanno avuto. La fiducia nel mondo è finita, ciò che però non li uccide è la curiosità, ed è proprio questa che li spinge a contattare Matthew, nano ivoriano di colore e loro vecchia conoscenza, che li trascinerà in una missione senza pari.
Può forse sembrare strano ma inizialmente il motore principale di tutta la questione è l'amore. Matt è un uomo capace di amare, anche se molti direbbero il contrario e Magda, una è una vampa e gli è stata portata via da Leon, il nuovo signore del luogo, colui che adesso controlla tutto quanto dall'alto della Torre. Matt la rivuole. Gli unici in grado di gettarsi a capofitto in quest'impresa sono Claudio e Vergy, che altro non aspettano che di avere un motivo per rimettersi in moto e fare un po' di sano casino. Presto detto, come cominciano le prime ricerche mettono in moto una serie di eventi a domino che non fermano finché non saranno giunti al termine, finché non giungeranno in cima alla Torre delle ombre.
La questione di Magda però è il pretesto per raccontare ben altro, è la miccia che da fuoco a tutto quanto e che porta alla luce un sottomondo che niente ha a che fare con quello di Alice. Quello che Vergnani costruisce è un mondo malato, dove non c'è più spazio per il bene, dove le persone che non hanno più nulla hanno trovato modi alternativi per divertirsi e sfogare le loro frustrazioni. Solo l'ironia e l'autoironia verso la propria vita è l'uni antidoto per salvarsi da tutto questo, doti che i protagonisti si portano dietro nel loro background.
Ciò che l'autore mette sul piatto della bilancia è la domanda che tutti noi ci facciamo ogni giorno, cosa siamo disposti a fare per sopravvivere e andare avanti con la nostra vita? Siamo capaci di sacrificare quello che abbiamo, i nostri affetti, i nostri ricordi, la nostra stessa pelle, per rimanere ancorati alla vita? I personaggi di questo romanzo sono ciascuno una peso su quella bilancia. Claudio rappresenta la parte più razionale, mentre Vergy quella più profonda ma anche più istintiva. Il mio preferito? Saul, colui che appare inizialmente come uno che se ne sbatte di tutto ma che alla fine da un significato a tutta quanta la storia e si unisce ai due amici nella scalata della torre.
Persone che apparentemente hanno ben poco in comune e poco da dirsi si rivelano essere legami vincenti per avere le risposte alle domande di poco fa.
Leon e la Torre: Questi due elementi hanno un significato particolare. Per buona parte della storia Leon non viene nominato, solo ad un certo punto si comincia a parlare di lui, quando i suoi scagnozzi mettono a dura prova Vergy e Claudio. Sono poche le azioni che Leon compie, giunge sul finale di partita, quando i giochi ormai sono fatti, prima vengono fatte delle supposizioni sul suo conto. Incarna il male, la superbia, la voglia di andare sempre oltre accaparrarsi tutto quanto, è come un Dio che dall'altro scruta la plebaglia che brancola per restare a galla. Un'ombra oscura sopra un mondo di morti viventi. Per ovvi motivi non posso spiegare il motivo che lo lega Matt, basti solo pensare che le loro vite sono più simili di quanto si possa immaginare. Leon è cattivo, spietato, incurante della sofferenza che infligge agli altri, conta solo lui.
La Torre, come il signore che sta al vertice, compare alla fine. Essa non è solo un luogo di perdizione, dove si fanno combattimenti clandestini dove chi perde viene scagliato di sotto dal cinquantesimo piano, o dove le persone vengono macellate, cucinate e servite a clienti paganti come in un ristorante di lusso. No, la Torre è la rappresentazione di ciò che è diventata la società, è un luogo senza speranza, una nuova Babilonia, dove chi vi entra viene diviso per classe sociale, dove il denaro fa da padrone e a nessuno importa chi sei. L'unico modo per sopravvivere è andare incontro al pericolo, come i nostri protagonisti.
Il mio giudizio: Gli eventi narrati in questo libro si potrebbero riassumere in poche righe, ma la bravura di Vergnani è proprio quella di tessere un filo d'Arianna lunghissimo e, come accade in filosofia, conduce il lettore alla soluzione della questione tenendolo per mano. Come ho già detto, la storia deve piacere, si parla infatti di qualcosa che sta per spazzare via tutto, del nulla che dilaga, si parla di missioni, di armi, di fughe e di violenza, e capisco che questo non sia un libro per tutti. Questo non lo dico per snobismo, il contrario, libri come questo hanno bisogno del pubblico giusto, della giusta attenzione e del giusto mood, per assaporare ogni atmosfera che queste pagine regalano.
L'inizio può forse sembrare lento a alcuni passaggi sembrano quasi cambiare genere, ma dovete portare pazienza, c'è un tempo per ogni cosa e Claudio Vergnani è dispostissimo a darvela.
Un libro che secondo me non è possibile descrivere, va letto e basta, per capire di cosa sto parlando.
Mamma mia. Ho scritto il solito papiro...ma ormai mi conoscete, no?
La recensione
Mea culpa lo so, questo è il primo libro di Vergnani che mi capita di leggere, ma che volete farci? Barcamenarsi in tutte le letture diventa sempre più interessante. Ma va benissimo così, perché fa sempre bene leggere qualcosa di nuovo. Stavolta è toccato a Claudio, quindi parliamo di lui.
Ho sentito parecchio parlare di lui, ma ho sempre cercato di non lasciarmi coinvolgere, proprio perché non conoscevo niente di lui. Adesso inizio a farmi un'idea.
Quello che ho percepito non appena ho iniziato a leggerlo è la grande capacità dell'autore di saper scrivere. Sarà perché il libro che ho letto prima era di tutt'altro genere, quindi la differenza era sostanziale, ma davvero Vergnani usa la penna (o la tastiera) in maniera sublime. Lui scrive davvero, non necessariamente il ritmo è sempre lo stesso, perché si alternano momenti di pura azione, a momenti di profonda introspezione. Le descrizioni sono sempre minuziose al punto che sembra quasi di toccare quello che i personaggi, Vergy e Claudio, hanno davanti. Niente è lasciato al caso, tutto è descritto in maniera rapita, particolareggiata e quello che più mi ha fatto piacere sono le numerose citazioni letterarie, che denotano un alto livello di preparazione su tutti i fronti.
La storia deve piacere. Ci troviamo in una città devastata, dove niente è come ce lo immaginiamo adesso, sembra che l'umanità quasi non esista più, e tutti gli individui che si muovono al loro interno sembrano l'avanzo di qualcosa di masticato e sputato fuori da un essere superiore. La città è in mano alla criminalità, ai ladri, a stupratori vestiti alla Lupin, le ragazze comuni sono scomparse e sostituite da individui incattiviti e pronti a tutti per vivere. Le auto sono un bene di lusso da non lasciare incustodito, si deve girare sempre armati ed evitare di entrare nelle Concimaie, quella parte della città che ospita i rifiuti della società, e Vampi (vampiri mutilati e torturati) per non uscire con la gola tagliata. In più anche il clima è cambiato, di giorno un sole cocente brucia come fossimo all'interno, sul far della sera e la notte scende la neve e c'è da coprirsi. La terra è perennemente scossa dal terremoto, come se qualcosa tentasse di inghiottire un mondo che cade a pezzi, ma che invece continua a resistere.
In questo scenario desolato si muovono Vergy e Claudio, due protagonisti che colpiscono dal primo momento che il lettore li incontra. Si portano dietro un'amicizia di lunga data, hanno diviso buona parte della vita, hanno sofferto e gioito assieme, adesso invece sono costretti a trovare un loro equilibrio per non essere sopraffatti da quello che li circonda. Vivono alla giornata, rassegnati di fronte alla vita e al futuro che sembra non avere sbocchi di nessun tipo per nessuno, un mondo fatto di sopravvissuti. Nonostante questo sembra che vogliano ancora stare assieme, sono uno la famiglia dell'altro, vivono di ricordi, di avventure passate assieme, di donne che hanno avuto. La fiducia nel mondo è finita, ciò che però non li uccide è la curiosità, ed è proprio questa che li spinge a contattare Matthew, nano ivoriano di colore e loro vecchia conoscenza, che li trascinerà in una missione senza pari.
Può forse sembrare strano ma inizialmente il motore principale di tutta la questione è l'amore. Matt è un uomo capace di amare, anche se molti direbbero il contrario e Magda, una è una vampa e gli è stata portata via da Leon, il nuovo signore del luogo, colui che adesso controlla tutto quanto dall'alto della Torre. Matt la rivuole. Gli unici in grado di gettarsi a capofitto in quest'impresa sono Claudio e Vergy, che altro non aspettano che di avere un motivo per rimettersi in moto e fare un po' di sano casino. Presto detto, come cominciano le prime ricerche mettono in moto una serie di eventi a domino che non fermano finché non saranno giunti al termine, finché non giungeranno in cima alla Torre delle ombre.
La questione di Magda però è il pretesto per raccontare ben altro, è la miccia che da fuoco a tutto quanto e che porta alla luce un sottomondo che niente ha a che fare con quello di Alice. Quello che Vergnani costruisce è un mondo malato, dove non c'è più spazio per il bene, dove le persone che non hanno più nulla hanno trovato modi alternativi per divertirsi e sfogare le loro frustrazioni. Solo l'ironia e l'autoironia verso la propria vita è l'uni antidoto per salvarsi da tutto questo, doti che i protagonisti si portano dietro nel loro background.
Ciò che l'autore mette sul piatto della bilancia è la domanda che tutti noi ci facciamo ogni giorno, cosa siamo disposti a fare per sopravvivere e andare avanti con la nostra vita? Siamo capaci di sacrificare quello che abbiamo, i nostri affetti, i nostri ricordi, la nostra stessa pelle, per rimanere ancorati alla vita? I personaggi di questo romanzo sono ciascuno una peso su quella bilancia. Claudio rappresenta la parte più razionale, mentre Vergy quella più profonda ma anche più istintiva. Il mio preferito? Saul, colui che appare inizialmente come uno che se ne sbatte di tutto ma che alla fine da un significato a tutta quanta la storia e si unisce ai due amici nella scalata della torre.
Persone che apparentemente hanno ben poco in comune e poco da dirsi si rivelano essere legami vincenti per avere le risposte alle domande di poco fa.
Leon e la Torre: Questi due elementi hanno un significato particolare. Per buona parte della storia Leon non viene nominato, solo ad un certo punto si comincia a parlare di lui, quando i suoi scagnozzi mettono a dura prova Vergy e Claudio. Sono poche le azioni che Leon compie, giunge sul finale di partita, quando i giochi ormai sono fatti, prima vengono fatte delle supposizioni sul suo conto. Incarna il male, la superbia, la voglia di andare sempre oltre accaparrarsi tutto quanto, è come un Dio che dall'altro scruta la plebaglia che brancola per restare a galla. Un'ombra oscura sopra un mondo di morti viventi. Per ovvi motivi non posso spiegare il motivo che lo lega Matt, basti solo pensare che le loro vite sono più simili di quanto si possa immaginare. Leon è cattivo, spietato, incurante della sofferenza che infligge agli altri, conta solo lui.
La Torre, come il signore che sta al vertice, compare alla fine. Essa non è solo un luogo di perdizione, dove si fanno combattimenti clandestini dove chi perde viene scagliato di sotto dal cinquantesimo piano, o dove le persone vengono macellate, cucinate e servite a clienti paganti come in un ristorante di lusso. No, la Torre è la rappresentazione di ciò che è diventata la società, è un luogo senza speranza, una nuova Babilonia, dove chi vi entra viene diviso per classe sociale, dove il denaro fa da padrone e a nessuno importa chi sei. L'unico modo per sopravvivere è andare incontro al pericolo, come i nostri protagonisti.
Il mio giudizio: Gli eventi narrati in questo libro si potrebbero riassumere in poche righe, ma la bravura di Vergnani è proprio quella di tessere un filo d'Arianna lunghissimo e, come accade in filosofia, conduce il lettore alla soluzione della questione tenendolo per mano. Come ho già detto, la storia deve piacere, si parla infatti di qualcosa che sta per spazzare via tutto, del nulla che dilaga, si parla di missioni, di armi, di fughe e di violenza, e capisco che questo non sia un libro per tutti. Questo non lo dico per snobismo, il contrario, libri come questo hanno bisogno del pubblico giusto, della giusta attenzione e del giusto mood, per assaporare ogni atmosfera che queste pagine regalano.
L'inizio può forse sembrare lento a alcuni passaggi sembrano quasi cambiare genere, ma dovete portare pazienza, c'è un tempo per ogni cosa e Claudio Vergnani è dispostissimo a darvela.
Un libro che secondo me non è possibile descrivere, va letto e basta, per capire di cosa sto parlando.
Mamma mia. Ho scritto il solito papiro...ma ormai mi conoscete, no?
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