Serie: Equals #2
Autore: Brigham Vaughn
Editore: Self
Pagine: 134
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La trama: Dopo i primi mesi molto intensi, la relazione di Stephen Parker e Russ Bishop arriva a un bivio quando la morte del padre di Stephen li obbliga a tornare nella città natale dell’uomo nel sud della Georgia. Cacciato dalla sua famiglia, Stephen deve trovare il modo per venire a patti con il suo passato e dire addio a quel padre le cui aspettative non è mai riuscito a soddisfare. La piccola città conservatrice li sottoporrà a delle sfide e Russ realizzerà che concedere del supporto emotivo è solo una delle tante cose che dovrà fare per essere un vero compagno per Stephen.
La recensione
Dunque. Nel capitolo precedente, Compromessi, abbiamo lasciato i nostri protagonisti, Russ e Stephen, che avevano preso la decisione di venirsi incontro, trovare un equilibrio al fine di far funzionare la loro relazione, dopo aver in parte superato lo scoglio della morte di Jeremy, l'ex di Stephen.
In questo nuovo libro troviamo i due in viaggio verso la cittàdina dove Stephen è nato per celebrare il funerale di suo padre. Non appena mettono piede in città è subito chiaro che quel posto non è di sicuro come Atlanta, gli abitanti non danno confidenza, le costruzioni sembrano cristallizzate a quarant'anni prima, la presenza della chiesa è fortemente sentita, i ritmi sono completamente differenti e soprattutto, la mentalità di quella gente non è pronta ad accettare che due uomini stiano insieme. L'unica che sembra essere immune da questa mentalità bigotta è la signorina Esther, una vecchia amica di famiglia.
Qualche giorno per sbrigare le pratiche, organizzare il funerale e tornare nei luoghi dove Stephen ha passato l'adolescenza. Quello che però non sa è che tornare in quei luoghi e rivedere la fattoria dove è cresciuto riporterà alla mente ricordi dolorosi, e solo la vicinanza della persona che ama potrà aiutarlo ad affrontarli...
Nonostante l'autrice sia la stessa e il racconto porta avanti una storia già avviata ho percepito da subito un cambiamento. Il tema centrale di questo racconto è la morte e lo stato d'animo che ruota attorno ad essa. Affrontare il funerale di un padre che non ha accettato l'omosessualità del figlio e che gli ha scagliato addosso una responsabilità enorme prima ancora che diventasse adulto, non deve essere una cosa facile. A questo si aggiunge il fatto che le persone non vedono di buon occhio quel figlio che è partito per andare a vivere in una grande città perché voleva una vita diversa. Lo scontro generazionale tra padre e figlio.
Partners è una parentesi, come un qualcosa in più, un storia a parte rispetto a quella da cui siamo partiti. Il ritmo è scorrevole e si leggere in un soffio, ma quello che più salta all'occhio del lettore sono le numerose ripetizioni che ribadiscono concetti espressi così tante volte da risultare eccessivi. Quante volte viene detto che i cittadini non accettano due uomini che si amano? Quante volte veniamo informati che i due sono additati come untori, che vengono guardati come se fossero alieni, e che si sentono commenti strani provenire da bocche di estranei? Il concetto è chiaro lo stesso anche senza ripeterlo con una media di due volte a pagina.
Non si contano le volte in cui viene scritto "gli mise una mano sulla spalla", "gli mise una mano sulla schiena", "fece scivolare una mano sulla sua gamba", niente di sconvolgente per carità, ma sembra che l'autrice non conosca altro modo per farci capire come Russ dia il suo sostegno emotivo a Stephen. Dov'è finito il carattere del vecchio Russ, così irruento ma allo tesso tempo capace di amare? Dov'è finito il carattere forte e deciso di Stephen disposto a tutto pur di fare breccia nel cuore del suo giovane uomo nonostante un passato infelice? Sembra che una volta giunti in quella cittadina bigotta il loro carattere sia cambiato, offuscato dai tragici eventi e dai pettegolezzi.
Pettegolezzi, già. Capisco che non siano mai una cosa facile da accettare, ma da due uomini che vivono nella grande città, mi aspettavo che non reagissero come due che solo da poco hanno scoperto il loro orientamento sessuale. Specie Stephen che è il più maturo dei due ha una storia importante alle spalle.
Se qualcuno poi dovesse chiedersi se ci sono degli alberi pecan nella fattoria, tranquilli, la risposta c'è eccome.
Il mio giudizio: Penso che Partners possa essere considerato un ottimo spin-off, ma non il secondo volume di una storia. Per quanto la storia sia godibile e abbia al suo interno dei momenti di vero pathos, come il momento in cui dei conoscenti fanno visita al feretro del padre di Stephen, oppure il sogno che mostra il coming out del ragazzo e il rifiuto dei suoi genitori, la sensazione è quella che manchi qualcosa che dia ulteriore autenticità alla storia. Più volte viene ribadito quanto la presenza di Russ in quella situazione sia una manna dal cielo e come non esista un uomo simile a lui, concetti già espressi e che aveva portato a conclusione il libro precedente.Questo secondo di avvale degli stessi personaggi con le stesse dinamiche senza però sorprendere veramente.
Gli argomenti sono validissimi, la non accettazione (l'omosessualità nel caso dei due ragazzi, il matrimonio misto per quanto riguarda la signorina Esther), la morte, l'emancipazione, ma vengono raccontati così per quello che sono senza scossoni o colpi di scena., cosa che un po' mi è dispiaciuto. La storia che leggiamo è già scritta ed è facile immaginarsi il finale, tra l'altro un po' tirato via.
Mi aspettavo qualcosa di più da questo libro, visto che il primo aveva gettato ottime basi per un buon seguito e mi era piaciuto molto. Nel caso ci fosse un terzo libro l'autrice dovrà spremersi davvero le meningi per risollevare la storia....
La recensione
Dunque. Nel capitolo precedente, Compromessi, abbiamo lasciato i nostri protagonisti, Russ e Stephen, che avevano preso la decisione di venirsi incontro, trovare un equilibrio al fine di far funzionare la loro relazione, dopo aver in parte superato lo scoglio della morte di Jeremy, l'ex di Stephen.
In questo nuovo libro troviamo i due in viaggio verso la cittàdina dove Stephen è nato per celebrare il funerale di suo padre. Non appena mettono piede in città è subito chiaro che quel posto non è di sicuro come Atlanta, gli abitanti non danno confidenza, le costruzioni sembrano cristallizzate a quarant'anni prima, la presenza della chiesa è fortemente sentita, i ritmi sono completamente differenti e soprattutto, la mentalità di quella gente non è pronta ad accettare che due uomini stiano insieme. L'unica che sembra essere immune da questa mentalità bigotta è la signorina Esther, una vecchia amica di famiglia.
Qualche giorno per sbrigare le pratiche, organizzare il funerale e tornare nei luoghi dove Stephen ha passato l'adolescenza. Quello che però non sa è che tornare in quei luoghi e rivedere la fattoria dove è cresciuto riporterà alla mente ricordi dolorosi, e solo la vicinanza della persona che ama potrà aiutarlo ad affrontarli...
Nonostante l'autrice sia la stessa e il racconto porta avanti una storia già avviata ho percepito da subito un cambiamento. Il tema centrale di questo racconto è la morte e lo stato d'animo che ruota attorno ad essa. Affrontare il funerale di un padre che non ha accettato l'omosessualità del figlio e che gli ha scagliato addosso una responsabilità enorme prima ancora che diventasse adulto, non deve essere una cosa facile. A questo si aggiunge il fatto che le persone non vedono di buon occhio quel figlio che è partito per andare a vivere in una grande città perché voleva una vita diversa. Lo scontro generazionale tra padre e figlio.
Partners è una parentesi, come un qualcosa in più, un storia a parte rispetto a quella da cui siamo partiti. Il ritmo è scorrevole e si leggere in un soffio, ma quello che più salta all'occhio del lettore sono le numerose ripetizioni che ribadiscono concetti espressi così tante volte da risultare eccessivi. Quante volte viene detto che i cittadini non accettano due uomini che si amano? Quante volte veniamo informati che i due sono additati come untori, che vengono guardati come se fossero alieni, e che si sentono commenti strani provenire da bocche di estranei? Il concetto è chiaro lo stesso anche senza ripeterlo con una media di due volte a pagina.
Non si contano le volte in cui viene scritto "gli mise una mano sulla spalla", "gli mise una mano sulla schiena", "fece scivolare una mano sulla sua gamba", niente di sconvolgente per carità, ma sembra che l'autrice non conosca altro modo per farci capire come Russ dia il suo sostegno emotivo a Stephen. Dov'è finito il carattere del vecchio Russ, così irruento ma allo tesso tempo capace di amare? Dov'è finito il carattere forte e deciso di Stephen disposto a tutto pur di fare breccia nel cuore del suo giovane uomo nonostante un passato infelice? Sembra che una volta giunti in quella cittadina bigotta il loro carattere sia cambiato, offuscato dai tragici eventi e dai pettegolezzi.
Pettegolezzi, già. Capisco che non siano mai una cosa facile da accettare, ma da due uomini che vivono nella grande città, mi aspettavo che non reagissero come due che solo da poco hanno scoperto il loro orientamento sessuale. Specie Stephen che è il più maturo dei due ha una storia importante alle spalle.
Se qualcuno poi dovesse chiedersi se ci sono degli alberi pecan nella fattoria, tranquilli, la risposta c'è eccome.
Il mio giudizio: Penso che Partners possa essere considerato un ottimo spin-off, ma non il secondo volume di una storia. Per quanto la storia sia godibile e abbia al suo interno dei momenti di vero pathos, come il momento in cui dei conoscenti fanno visita al feretro del padre di Stephen, oppure il sogno che mostra il coming out del ragazzo e il rifiuto dei suoi genitori, la sensazione è quella che manchi qualcosa che dia ulteriore autenticità alla storia. Più volte viene ribadito quanto la presenza di Russ in quella situazione sia una manna dal cielo e come non esista un uomo simile a lui, concetti già espressi e che aveva portato a conclusione il libro precedente.Questo secondo di avvale degli stessi personaggi con le stesse dinamiche senza però sorprendere veramente.
Gli argomenti sono validissimi, la non accettazione (l'omosessualità nel caso dei due ragazzi, il matrimonio misto per quanto riguarda la signorina Esther), la morte, l'emancipazione, ma vengono raccontati così per quello che sono senza scossoni o colpi di scena., cosa che un po' mi è dispiaciuto. La storia che leggiamo è già scritta ed è facile immaginarsi il finale, tra l'altro un po' tirato via.
Mi aspettavo qualcosa di più da questo libro, visto che il primo aveva gettato ottime basi per un buon seguito e mi era piaciuto molto. Nel caso ci fosse un terzo libro l'autrice dovrà spremersi davvero le meningi per risollevare la storia....
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