Autore: Giorgio Borroni
Narratore: Edoardo Camponeschi
Editore: Self
Durata: 2h e 18m
Link per l'acquisto su Audible QUI
La trama: Il virus che trasforma gli uomini in morti viventi ha avuto il sopravvento. Una setta di fanatici religiosi, gli Opliti di Cristo, ha preso il potere e tiene in pugno le istituzioni facendo rivivere una sorta di Medioevo. Nelle campagne del Distretto Sud, Brian Crane, un vecchio bonificatore sulla via del tramonto, deve vedersela con un ennesimo focolaio, e, come se non bastasse, deve istruire un novellino, Jedediah Braddock, fresco di caserma ma totalmente inesperto. Su uno sfondo post apocalittico e rurale, "Zombie Mutation" narra una
giornata tipo di un cacciatore di zombie che dovrà vedersela con la
gretta superstizione dei colleghi, una situazione fuori controllo e si
troverà costretto a porre tutta la sua fiducia sulla giovane recluta se
vorrà completare la missione.
La recensione
Siamo nel Distretto Sud, i focolai di infezione non si contano più, la terra è popolata da orde di zombie che hanno subito una nuova mutazione, oltre ad essere assetati di carne umana, i loro denti sono aguzzi come quelli di uno squalo. In questa periferia dominata dai morti viventi c'è Brian Crane, ex poliziotto, che ogni giorno monta la guardia e svolge il ruolo di bonificatore. Dopo una lunga serie di reclute finite male, mandate al suo avamposto per affiancarlo, adesso arriva Jedediah, un robusto ragazzo che nonostante sembri essere molto credente, ha in realtà le idee molto chiare su cosa voglia dire fare strage di morti viventi. Proprio mentre si accingono a stanare una nuova minaccia, il corpo di Crane inizia a cedere, riportando a galla antichi e sofferti ricordi di una vita passata. Un'enorme responsabilità cala inesorabile su Jedediah...
Ho ascoltato Zombie mutation una prima volta per immergermi nella storia senza il vincolo delle pagine. L'ho fatto per penetrare nella storia grazie alla voce narrante, ed è stato incredibile notare come le parole scritte e pensate da Giorgio Borroni, ben si sposassero con il ritmo di lettura. Poi sono passato a leggermi l'ebook per ribadire i concetti. Lo stile utilizzato è ritmico, sono pochi i momenti descrittivi, quelli presenti sono essenziali e ridotti all'osso per far capire al lettore dove ci troviamo. Il resto della narrazione è completamente dedicata all'azione, com'è giusto che sia. La brevità e l'immediatezza della storia danno l'impressione di assistere a delle scene cinematografiche, perché questo è il taglio che è stato dato alla storia.
Ciò che ho molto apprezzato sono i personaggi, che per quanto possano sembrare scontati visto il genere, sono caratterizzati in maniera dignitosa. Non appena fanno la loro comparsa, in poche righe stringate, l'autore riesce a dare corpo a Crane e Jedediah in un lampo, permettendo al lettore di immaginare il background di ognuno, mentre la voce di Caponeschi regala loro la vita. In un mondo dove tutto è a pezzi e dove la popolazione sta implodendo, è facile immaginare come sia l'esistenza di questi due individui.
Crane è un veterano, un uomo che dopo quello che ha passato e quello a cui ha dovuto assistere, non ha più nulla da perdere, per questo si è messo al servizio delle poche forze dell'ordine rimaste. Il suo ruolo è quello di proteggere gli altri, i superstiti e tutti coloro che gli chiedono aiuto, ma per farlo ha bisogno di aiuto anche lui, di un aiutante.
Jedediah, il cui nome ha origini ebraiche facilmente intuibili, è un ragazzo che per scelta decide di affiancare Crane nella sua lotta, nessuno l'ha costretto, nessuno l'ha spedito al Distretto Sud per punirlo di qualcosa che ha fatto. Tutto il contrario, lui è uno dei migliori della sua squadra, ed è perfetto per estinguere i focolai di virus. Lui è un tipo religioso ma in maniera moderata, non è un esaltato, il suo modo di vedere le cose è corretto, è istintivo e generoso, ecco perché non ci pensa due volte a lanciarsi in soccorso di Crane quando ne ha bisogno. Jedediah è il compagno che tutti vorrebbero al proprio fianco.
In questa storia ci sono poi piccole innovazioni. Una di queste è la mancanza della descrizione canonica dei morti viventi. Solitamente vengono descritti come esseri privi di vita ma assetati di carne umana, morti che mangiano il cervello perché il loro unico pensiero (passatemi l'espressione) è quello di nutrirsi e basta. Lenti, ciechi, che rispondono solo se attirati dal rumore e dotati di una faccia lorda di sangue. Borroni evita al lettore queste descrizioni già sentite, preferendo far procedere l'azione oppure gettarsi nel flashback per raccontare una porzione di storia ormai lontana, ma che fornisce particolari dettagli per capire il presente.
Come il virus si è propagato non è esplicitato all'inizio, capita spesso infatti di venire a sapere che un esperimento è andato storto, ma il vero motivo è nascosto tra le pagine-traccia. Come la popolazione abbia iniziato a morire e a mutare viene spiegato solo sul finale e il motivo è uno dei più nobili, so che quasi sempre chi compie errori con le provette usa questa scusa, ma in Zombie mutation è davvero così.
Lungi da me il dirvi qualcosa però, sennò dov'è il bello di arrivare alla fine?
Il mio giudizio: Zombie mutation non è il primo lavoro di Borroni che mi capita di analizzare, e sono felice di constatare ancora una volta come sia possibile fondere più generi differenti in un unico posto senza mai scadere nel banale. L'autore è stato capace di rispettare ciascuno dei passaggi tipici del genere zombie in pochissime pagine, che tra l'altro si leggono alla velocità della luce, senza mollare mai il colpo o far calare la tensione. Letteratura e cinema si fondono in maniera sorprendente, da una parte grazie alla capacità narrativa, dall'altra grazie a doti attoriali.
L'unica cosa che mi sento di criticare, ma questo lo dico solo e soltanto perché sono appassionato di teatro da quando ho vita, è il fatto che in alcuni momenti l'interpretazione di alcuni dialoghi, in particolare la parte di Jedediah, potevano essere drammatizzati in maniera più incisiva, in modo da "staccare" in maniera più netta dalla normale narrazione. Per il resto è una storia che merita di essere ascoltata, perché fa capire quanto in basso può scadere la razza umana se qualcuno non fa in modo di dare delle buone dritte. Una storia che in maniera cruda e sanguinosa mostra a tutti noi quanto sia facile perdere tutto in nome di Dio o di chi dice di fare le sue veci. Sono blasfemo? Forse. Ogni estremismo porta alla pura distruzione, sempre, ed è l'ora che la gente lo comprenda.
Consiglio questo audioracconto a tutti coloro che vogliono rilassarsi e cercano il puro divertimento in compagnia di personaggi che mi è dispiaciuto abbandonare. Spero che per loro (e quindi anche per noi) ci sia un seguito, perché la storia non può finire sulle rive di quel lago!
Scaricate questo piccolo gioiellino perché dura un soffio, perché è una storia che appassiona e perché lo stile di Borroni ti trascina, sia che sia sulla carta stampata, sia che provenga da un lettore mp3.
Io attendo con ansia il prossimo e voi?
Ho ascoltato Zombie mutation una prima volta per immergermi nella storia senza il vincolo delle pagine. L'ho fatto per penetrare nella storia grazie alla voce narrante, ed è stato incredibile notare come le parole scritte e pensate da Giorgio Borroni, ben si sposassero con il ritmo di lettura. Poi sono passato a leggermi l'ebook per ribadire i concetti. Lo stile utilizzato è ritmico, sono pochi i momenti descrittivi, quelli presenti sono essenziali e ridotti all'osso per far capire al lettore dove ci troviamo. Il resto della narrazione è completamente dedicata all'azione, com'è giusto che sia. La brevità e l'immediatezza della storia danno l'impressione di assistere a delle scene cinematografiche, perché questo è il taglio che è stato dato alla storia.
Ciò che ho molto apprezzato sono i personaggi, che per quanto possano sembrare scontati visto il genere, sono caratterizzati in maniera dignitosa. Non appena fanno la loro comparsa, in poche righe stringate, l'autore riesce a dare corpo a Crane e Jedediah in un lampo, permettendo al lettore di immaginare il background di ognuno, mentre la voce di Caponeschi regala loro la vita. In un mondo dove tutto è a pezzi e dove la popolazione sta implodendo, è facile immaginare come sia l'esistenza di questi due individui.
Crane è un veterano, un uomo che dopo quello che ha passato e quello a cui ha dovuto assistere, non ha più nulla da perdere, per questo si è messo al servizio delle poche forze dell'ordine rimaste. Il suo ruolo è quello di proteggere gli altri, i superstiti e tutti coloro che gli chiedono aiuto, ma per farlo ha bisogno di aiuto anche lui, di un aiutante.
Jedediah, il cui nome ha origini ebraiche facilmente intuibili, è un ragazzo che per scelta decide di affiancare Crane nella sua lotta, nessuno l'ha costretto, nessuno l'ha spedito al Distretto Sud per punirlo di qualcosa che ha fatto. Tutto il contrario, lui è uno dei migliori della sua squadra, ed è perfetto per estinguere i focolai di virus. Lui è un tipo religioso ma in maniera moderata, non è un esaltato, il suo modo di vedere le cose è corretto, è istintivo e generoso, ecco perché non ci pensa due volte a lanciarsi in soccorso di Crane quando ne ha bisogno. Jedediah è il compagno che tutti vorrebbero al proprio fianco.
In questa storia ci sono poi piccole innovazioni. Una di queste è la mancanza della descrizione canonica dei morti viventi. Solitamente vengono descritti come esseri privi di vita ma assetati di carne umana, morti che mangiano il cervello perché il loro unico pensiero (passatemi l'espressione) è quello di nutrirsi e basta. Lenti, ciechi, che rispondono solo se attirati dal rumore e dotati di una faccia lorda di sangue. Borroni evita al lettore queste descrizioni già sentite, preferendo far procedere l'azione oppure gettarsi nel flashback per raccontare una porzione di storia ormai lontana, ma che fornisce particolari dettagli per capire il presente.
Come il virus si è propagato non è esplicitato all'inizio, capita spesso infatti di venire a sapere che un esperimento è andato storto, ma il vero motivo è nascosto tra le pagine-traccia. Come la popolazione abbia iniziato a morire e a mutare viene spiegato solo sul finale e il motivo è uno dei più nobili, so che quasi sempre chi compie errori con le provette usa questa scusa, ma in Zombie mutation è davvero così.
Lungi da me il dirvi qualcosa però, sennò dov'è il bello di arrivare alla fine?
Il mio giudizio: Zombie mutation non è il primo lavoro di Borroni che mi capita di analizzare, e sono felice di constatare ancora una volta come sia possibile fondere più generi differenti in un unico posto senza mai scadere nel banale. L'autore è stato capace di rispettare ciascuno dei passaggi tipici del genere zombie in pochissime pagine, che tra l'altro si leggono alla velocità della luce, senza mollare mai il colpo o far calare la tensione. Letteratura e cinema si fondono in maniera sorprendente, da una parte grazie alla capacità narrativa, dall'altra grazie a doti attoriali.
L'unica cosa che mi sento di criticare, ma questo lo dico solo e soltanto perché sono appassionato di teatro da quando ho vita, è il fatto che in alcuni momenti l'interpretazione di alcuni dialoghi, in particolare la parte di Jedediah, potevano essere drammatizzati in maniera più incisiva, in modo da "staccare" in maniera più netta dalla normale narrazione. Per il resto è una storia che merita di essere ascoltata, perché fa capire quanto in basso può scadere la razza umana se qualcuno non fa in modo di dare delle buone dritte. Una storia che in maniera cruda e sanguinosa mostra a tutti noi quanto sia facile perdere tutto in nome di Dio o di chi dice di fare le sue veci. Sono blasfemo? Forse. Ogni estremismo porta alla pura distruzione, sempre, ed è l'ora che la gente lo comprenda.
Consiglio questo audioracconto a tutti coloro che vogliono rilassarsi e cercano il puro divertimento in compagnia di personaggi che mi è dispiaciuto abbandonare. Spero che per loro (e quindi anche per noi) ci sia un seguito, perché la storia non può finire sulle rive di quel lago!
Scaricate questo piccolo gioiellino perché dura un soffio, perché è una storia che appassiona e perché lo stile di Borroni ti trascina, sia che sia sulla carta stampata, sia che provenga da un lettore mp3.
Io attendo con ansia il prossimo e voi?
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